Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-92: differenze tra le versioni
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L’invasione sovietica, se così si può dire, ebbe un inizio preciso, il 25 dicembre 1979 (per gli ortodossi è una data che non significa niente, dopotutto); Brezhnev decise che il primo ministro socialista Amin fosse troppo inaffidabile, malgrado il Trattato di Amicizia e Cooperazione del 1978; la prima cosa che venne fatta fu mandare i temibili Spetsnaz e i soldati della 105a divisione aeroportata a Kabul, uccidendolo quello stesso giorno<ref>Articolo su RiD, set 04</ref>.
Le riforme agricole e sociali promesse non erano bastate: troppo 'progredite' per la popolazione rurale, non abbastanza per i cittadini che non avevano visto cambiamenti sufficienti o non erano stati mantenuti. Nominato come presidente tale Karmal (partito democratico del popolo), marionetta del potere di Mosca, non vi fu resistenza da parte dell'esercito, che anzi cominciò a collaborare con i russi nella repressione dei guerriglieri, i 'dukhi' (fantasmi) come i sovietici li chiamavano per la loro elusività. Già dal novembre del '79 gli aerei da trasporto sovietici avevano iniziato a trasferire materiale a Bagram e Kabul, mentre un'armata di caccia e cacciabombardieri nonché aerei di supporto era stata concentrata nel Distretto militare dell'Asia Centrale, e già dal tardo '78 v'erano missioni di ricognizione aereea segrete, con i velivoli con i contrasegni dell'aviazione afgana e venivano usati uzbechi e tagiki come ufficiali di coordinamento; prima di tutto, quando vi fu l'invasione, arrivarono quelli della 105a Divisione aeroportata Guardie, che presto occupò posizioni attorno a Kabul, poi seguirono le forze d'invasione, portate con il 38% della forza aerea da trasporto (V-TA) inclusi gli An-22 e Il-76, ma
==La guerra dell'Afghanistan, e l'evoluzione delle cannoniere volanti sovietiche==
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L'esperienza fondamentale per l'impiego degli elicotteri militari è un conflitto prolungato e a bassa intensità, magari con punte particolarmente virulente che servono per 'testare' le capacità di combattere anche in situazioni difficili e intense. Questo accadde agli Americani in Vietnam, e prima ancora, più limitatamente, ai Francesi in Algeria. Per i Sovietici questa prova del fuoco si ebbe con l'Afghanistan. Centinaia di elicotteri sciamarono sulle vallate che furono terra di conquista per Alessandrini, Russi, Inglesi e tanti altri durante la Storia, nessuno particolarmente soddisfatto dell'impresa di conquistare una terra tanto aspra e popolata da gente tanto fiera e battagliera<ref>Per la parte storica fino al 1985, 'Aerei da guerra' fascicolo N.1</ref>.
La presenza sovietica in Afghanistan era già una realtà con il governo 'amico' che stava subendo l'attività di una guerriglia sempre più agguerrita. L'Afghanistan fu già terra di scontro tra Zaristi e Britannici nel XIX secolo, quando l'ambizione dei primi di raggiungere le calde acque dell'Oceano indiano con almeno una grande base navale. La ricchezza della vicina India era un altro motivo d'interesse. Ma i Russi non riuscirono a vincere il 'Grande gioco'. Dopo la Seconda guerra mondiale i Sovietici tornarono ad interessarsi di questa nazione, con aiuti militari e civili, incluso l'ammodernamento delle Forze Armate Afghane negli anni '50 e la ricostruzione delle basi aeree di Bagram, Mazar-i-Sharif, e molti aerei piuttosto moderni per popolarle adeguatamente. Una rete stradale su scala nazionale e molti edifici di pubblica utilità erano altre opere impegnative che resero l'Afghanistan il quarto Paese beneficiario degli aiuti sovietici nel 1978. La laicizzazione della società e il progresso civile erano altri aspetti dell'attività sovietica; ma all'epoca anche il Pakistan e l'Iran vivevano rapidi cambiamenti e una popolazione apparentemente entusiasta di diventare 'come gli Occidentali' negli usi e costumi (basta vedere com'erano vestiti i ragazzi che protestavano contro lo Sha per capire di che si sta parlando). Sta di fatto che nel 1978 la monarchia Afghana venne rovesciata e sostituita dal governo repubblicano di Mohammed Daud, che restò comunque in stretti rapporti con il potente vicino. E come non poteva essere che così? L'aviazione aveva oltre 180 tra MiG-17, 19 e 21, Su-7 e Il-28, nonché elicotteri Mi-4 e vari trasporti. Cambiare alleato sarebbe stato costoso e inaccettabile per i Sovietici. L'Afghanistan non poteva lamentarsi nemmeno per le infrastrutture, e qui come in pochi altri Paesi era palpabile il progresso che si stava consolidando nella società. Ma poco dopo il governo Daud venne rovesciato e il leader ucciso, da un colpo di stato guidato da ufficiali di Esercito e Aviazione. Al potere andò il Partito Democratico popolare dell'Afghanistan con il suo leader, anche lui tal Mohammed, ma di cognome Nur Taraki. Era un governo di sinistra, ma il partito si spezzò rapidamente in due fazioni: la 'Khalq' di Taraki e la 'Parcham', di Babrak Karmal. Questo non fu certo salutare per il potere centrale, che cominciò a vacillare e a indebolirsi, mentre le Forze Armate,
Inizialmente i sovietici ritennero di dover intervenire in maniera piuttosto contenuta, anche perché già impegnati in Europa con un confronto frontale al calor bianco con la NATO, grazie anche alla chiusura del fronte Vietnamita. Non era certo nei loro piani all'improvviso dover dirottare forze e risorse in quel teatro tanto periferico. Il Generale d'Armata Yepishev andò a Kabul in visita al preoccupato governo centrale e promise 100 potenti carri T-62 e 18 nuovi Mi-24, per lo più del tipo A. Ma dopo un attacco di guerriglieri alla base di Shindand ci si rese conto che era necessario fare di meglio e tra gli aiuti forniti con un secondo lotto di armamenti figuravano anche 18 altri Mi-24, tra cui alcuni D pesantemente armati. All'epoca non era davvero comune vedere in una sola nazione un tale numero di 'Hind', il che identificava chiaramente come per i Sovietici quest'elicottero d'assalto fosse l'arma migliore per colpire i pericolosi Mujahedeen. Questo era stato dunque l'evolversi della situazione: in poco più di un anno l'Afghanistan era caduto nel caos con due colpi di Stato e una pericolosa guerriglia capace di attaccare intere città. L'URSS stava aiutando gli Afghani con massicci aiuti finanziari e tecnici, e onestamente, non c'era una vera intenzione di sottomettere né di sfruttare o colonizzare l'Afghanistan, quanto piuttosto di tenerlo per 'amico' ottenendo un prezioso spazio di sicurezza nei confronti di altre nazioni piuttosto ostili verso l'URSS. Un panorama che ha ben pochi punti di contatto con la propaganda alla 'Rambo III'.
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Nel dicembre 1978 Mosca aveva stipulato un accordo di 'reciproca amicizia' con Kabul e l'art.4 di questo diceva che 'qualora fosse stata messa in pericolo la sicurezza delle parti contraenti, queste avrebbero preso opportune misure'. Questo tanto bastò ai sovietici per giustificare il loro intervento diretto in Afghanistan, onde stabilizzare la situazione con l'uso della forza, e d'altro canto difficilmente a quel punto si sarebbe potuto ottenere qualcosa con la diplomazia. I guerriglieri non si diedero molta pena di capire cosa avrebbero fatto i Sovietici per risolvere la situazione. Ma questi si dimostrarono efficienti e metodici nell'intervento che avrebbe dovuto ristabilire l'ordine: prima mandarono truppe a Bagram e Shindand. Poi organizzarono un ponte aereo enorme che, giusto quando in Occidente la politica era sostituita dalle vacanze natalizie, consentì l'arrivo di una vera armata aviotrasportata. Nel periodo 24-26 dicembre 1979, circa 6.000 soldati arrivarono grazie allo sforzo sostenuto da 300 aerei. I Sovietici avevano 7 divisioni aviotrasportate (contro 2 americane e una tedesca, tanto per intenderci) e anche se potevano muoverne solo una per volta causa carenze di aerei disponibili, si dimostrarono capaci di ottenere un effetto sorpresa con un'azione rapida e decisa. Per rinforzare il corpo di spedizione, altri 15.000 soldati passarono il confine con mezzi corazzati, elicotteri Mi-24 e vecchi cacciabombardieri MiG-21 in loro appoggio. L'Occidente, tornato alle normali attività dopo le vacanze Natalizie, si ritrovò in pochi giorni davanti ad un fatto compiuto, anche se tutt'altro che imprevedibile.
[[Immagine:Mi-24D.jpg|320px|right|thumb|Una immagine presto destinata a diventare abiturale: un'orda di 'carri del Diavolo']]
Chi non tardò ad accorgersi dell'iniziativa sovietica erano invece i guerriglieri Afghani, che assieme ai disertori dell'Esercito organizzarono una vivace resistenza contro l'avanzata dei militari di Mosca. I quali per risposta inviarono elicotteri Mi-24 A e poi, sempre maggiori aliquote di 'D' ad appoggiare le proprie forze e a distruggere quelle avversarie. I veloci 'Hind' divennero l'emblema della guerra in Afghanistan quanto lo erano i Cobra e gli Huey per quella del Vietnam. Ma non erano loro i principali attori del settore: il supporto logistico era
Nel febbraio 1980 ci fu uno sciopero nazionale, e queste fu l'occasione di vedere in volo l'aviazione afghana che sorvolò Kabul cercando di intimidire la folla sottostante. I suoi piloti volavano per l'occasione con Mi-24 e MiG-21. Nel frattempo la situazione sembrò consolidarsi, dopo un mese di combattimenti. Per sostenere le operazioni a terra e dare agli elicotteri il supporto logistico necessario venne in aiuto anche l'Aeroflot: alcuni Mi-8 della sua flotta vennero utilizzati per l'occasione, ma ben presto la 'fame' di elicotteri portò risultati anche più imprevisti di questo (e la NATO ne sa qualcosa: a tutt'oggi la carenza di elicotteri in Afghanistan è altamente preoccupante per l'efficienza delle forze ivi dislocate). Anche il Patto di Varsavia ebbe un certo coinvolgimento. Si ha notizia di alcuni Mi-24 inviati in URSS per le revisioni e che tornarono solo dopo molto tempo, revisionati sì, ma anche con tracce di pallottole sommariamente riparate, e granelli di sabbia sotto la vernice deposta di fresco. Erano stati a combattere in Afghanistan. I Mi-24 erano richiestissimi, e dire che la loro versione D era entrata in servizio solo da qualche anno, e di poco anteriore era la 'A' con l'abitacolo del tutto diverso e una mitragliera manovrata a mano nel muso. Nelle operazioni sovietiche i Mi-24 attaccavano con razzi e mitragliatrici, talvolta usando anche i missili controcarri (pare che l'AT-6 Spiral venne collaudato in Afghanistan, mentre non venne mai fornito all'Irak), operando in branchi che già nell'agosto 1980 arrivavano anche a 28 elicotteri per volta, e non senza l'appoggio dei Mi-8. Non solo, ma da maggio erano stati notati dei Mi-24 con mitragliatrici in istallazione posteriore (non è ben chiaro che significhi, forse erano delle armi laterali manovrate a mano?) per rispondere alla tattica dei guerriglieri di lasciarli passare prima di sparargli contro. I Mi-24 erano quasi invulnerabili anche se, come tutti gli elicotteri, soffrivano particolarmente colpi nella zona di coda. Ora parliamo del Mi-24 e del suo sviluppo.
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Il Mi-24 era concepito come elicottero d'assalto, una sorta di MICV volante per una squadra di fanteria d'assalto. Di fatto era un po' scomodo per questo ruolo e si preferiva usarlo come 'tank volante'. I Mi-8 erano simili al Mi-24 come meccanica, la qual cosa ricorda la storia dell'AH-1 Cobra, nato come Model 209 con le stesse componenti dinamiche dell' UH-1 ma con fusoliera diversa e più snella. È nato dopo che si era appurato come il Mi-8, eccellente sostituto del vecchio Mi-4, fosse sì un ottimo trasporto tattico ma poco convincente come macchina d'attacco. Il Mi-24, profondamente riprogettato si accontentava di una squadra di 'solo' 8 soldati invece di 24, ma forse col senno di poi sarebbe stato meglio puntare su di un elicottero che come il successivo Mi-28 o il Ka-50 non vantasse capacità di carico: ogni elicottero avrebbe dovuto fare il proprio lavoro. Una possibilità per i Sovietici sarebbe stata, se avessero voluto seguire la via americana del Cobra (ma non pare che l'abbiano mai desiderato, forse per la loro supremazia numerica in carri armati che rendevano poco interessanti delle macchine specializzate in compiti di contrasto ai blindati), avrebbe avuto modo di usare sia l'apparato motore del Ka-25 con due turbine da 990 hp, sia quello del prototipo Mi-8 con una singola turbina da 1.500-.1700 hp, come nel caso dei Cobra. Se si voleva una macchina più grossa due motori di questo tipo sarebbero stati adatti, e infatti le loro versioni evolute si ritrovano nel Mi-28.
Del resto, nelle esercitazioni del '64 nel bacino del Dnieper il Mi-8 aveva dimostrato limiti fondamentali come macchina d'attacco e il Mil KB di Zaporoshed venne messo all'opera per cercare un vero elicottero da combattimento<ref>Gianvanni, Pietro: ''Gli elicotteri armati di Mil'' JP-4 feb 1990 p.20-26</ref>. Vennero vagliate molte configurazioni base di cui una che somigliava moltissimo all..UH-1. Il primo tentativo<ref>Per genesi e dati, Sgarlato, Nico ''Gli elicotteri d'attacco Russi'', Aerei Gen-feb 2005 p.29-43</ref>fu il simulacro del V-24 nel '66, poi vennero vagliate tante altre configurazioni mono o bimotori, ma sempre con la squadra d'assalto nella fusoliera. Il 29 marzo 1967, battendo la concorrenza del Ka-25F (versione d'attacco del Ka-25 navale) venne scelto l'Izdelie 240 e vennero csotruiti 3 prototipi. Poi, con il progettista Marat Tishchenko subentrato a Mil dopo che nel '70 lui morì per un malaugurato tumore, il cui primo frutto, il Mi-24 base, arrivò in servizio nel 1973, con pilota a sinistra (al contrario che sulle macchine occidentali), copilota a destra, puntatore in avanti ad entrambi. I motori erano i TV2-117 da 1.300 shp che non erano certo molti per un bestione da 9,5 t,. Nei primi anni '70 il col. Gen Mishuk che era il comandante della VV-S richiese un mezzo che fosse meno interessato per il trasporto truppe e più per combattimento anche controcarri; la risposta fu il Mi-24D. Del resto, con un elicottero capace di volare, già nella versione A appositamente modificata, nella tratta 15-25 km a 341
*V-24 o Izdelie 240, chiamato 'Hind-B' in codice NATO; due realizzati di cui uno volò il 15 settembre 1969, vincolato e a punto fisso, liberato da tali 'lacciuoli' il 19 settembre
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*Mi-24A 'Hind A' ovvero l' I-245, con muso a pannelli piatti, e la mitragliera Afanasev TKB-481 nel muso, con 4 lanciarazzi e 4 missili AT-2. 240 costruiti.
*Mi-24 B 'Hind-A' dato il ritardo per il sistema d'arma previsto, alcuni dei già prodotti Mi-24A vennero poi modificati con torretta e missili a guida SACLOS
*Mi-24U/Idzelie-244/ 'Hind-C:' da addestramento, ma anche per primati femminili di salita e velocità nella configurazione A-10 a cui uno di essi venne convertito; con Galina Rastorgueva e Ludmila Poljanskaja nel '75 arrivò a 342
*Mi-24 D 'Hind D', con l'abitacolo ridisegnato e la torretta da 12,7 mm, venne prodotto nel 1973-77 nelle fabbriche Progress e Rostov in 350 esemplari.
*Mi-24DU, Izdelie 249 'Hind-D', addestratore senza torretta e senza la sonda anemometrica nella 'lancia' sulla destra dell'abitacolo.
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*Dimensioni: diametro rotore 17,3 m, lunghezza 21,35 m totale, 17,51 m fusoliera, altezza 5,47 m, superficie disco rotore 234,9 m2, apertura alare 6,84 m , carreggiata 3,03 m, carreggiata e passo carrello 3,03 e 4,39 m.
*Peso: vuoto 8,620 kg, totale 11.200, max 11.500 kg, sovraccarico 12. 000 kg, carico rotore 47,7 kg.m2, rapporto potenza peso: 1 sHP per 2,5 kg
*Prestazioni: v max. 335
*armamento: un Tula GSc-30K da 30 mm con 250 colpi e 2.400 kg di carico esterno.
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In seguito l'evoluzione comportò il Mi-24WP con cannone da 23 mm in torretta con 300 colpi (a dire il vero non moltissimi).
I Mi-24 sono stati anche estrapolati in versioni ulteriori, ma anche queste non riguardano certo l'Afghanistan: Il Mi-24U (Uxciebnyj) da addestramento basato sul Mi-24 A, che rimpiazzava il Mi.8 precedentemente usato, disarmato.Certo che un elicottero del genere era uno spreco senza armi e apparati di puntamento; il Mi-24DU ebbe se non altro i missili controcarri, che ebbe impiego
Come si è visto, il totale dgli Mi-24 costruiti è stato, versioni export escluse, di circa 2.500 esemplari anche se in realtà non è chiaro se questo totale includa gli elicotteri esportati, quantomeno quelli delle stesse versioni usate dai sovietici (non necessariamente tutti gli elicotteri al di fuori dei loro confini erano Mi-25 e Mi-35), inoltre il totale di elicotteri di questo tipo in servizio in URSS era stimato a circa 1.300, grosso modo la metà di quelli prodotti. Del resto non sembra nemmeno credibile che i Mi-24D, di cui solo poche centinaia vennero costruite, siano stati pure esportati a dozzine; non ce ne sarebbero stati a sufficienza per i sovietici, per il loro dispiegamento capillare in Afghanistan e in Europa. L'unica cosa è che molti Mi-24 D siano stati in realtà degli V, quasi indistinguibili senza i missili AT-6 installati. Ma anche questa non è una possibilità tanto credibile.
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Gli elicotteri divennero presto l'unico modo di tenere le guarnigioni isolate e di scortare i convogli di truppe e rifornimenti. Durante l'assedio di Khost, alla fine del 1983, gli An-12 volarono tra le 150 e le 180 missioni alla settimana per rifornire la guarnigione e altri ancora lanciarono rifornimenti con la più sicura tecnica del paracadute. Un An-12, sorpreso dal fuoco dei guerriglieri a terra, riuscì a scappare con diversi morti e feriti a bordo, rientrando alla base con circa 150 buchi e vari danni a bordo. Un degno emulo dell'Hercules. Talvolta gli elicotteri abbattuti avevano sorti curiose, visto che spesso non prendevano fuoco: un camion dei guerriglieri aveva una scocca (fusoliera?) ricavata dalla fusoliera di un Mi-8 abbattuto in precedenza. Sui fianchi c'erano ancora le insegne afghane e i 5 finestrini rotondi per lato.
Le armi contraeree erano inizialmente piuttosto esigue: cannoni binati da 20-23 mm, mitragliatrici leggere e pesanti, e armi controcarri utilizzate in maniera non convenzionale,
[[Immagine:World operators of the Mi-24.png|320px|right|thumb|Tanto per capire la diffusione degli 'Hind']]
I Mi-24 continuarono comunque imperrterriti nella loro diuturna azione di supporto aereo e pattugliamento. La loro tattica venne modificata facendoli diventare dei veri aerei d'attacco in picchiata, con volo in formazioni di almeno due elementi, attacchi in picchiata e tiro delle armi tra i 2.000 e i 500 m per poi eseguire una veloce risalita, lanciando salve di flares. Il Mi-24 non è certo una macchina che passa inosservata: i piloti avevano la sensazione di essere il 'bersaglio più grosso dei dintorni' come raccontava a T.Cooper un veterano degli 'Hind' (cervo maschio, nome in codice NATO). Il rumore, anzi il 'fragore' lo rende poi udibile a chilometri di distanza, e l'emissione termica dei suoi scarichi non è di sicuro modesta. Anche la traccia radar, per chi fosse dotato di sistemi di scoperta del genere è stealth: di fatto il Mi-24, veloce e possente, ricorda una specie (anche come lunghezza!) di F-4 Phantom ad ala rotante, anche per la sua conformazione vagamanete a gobba. I sovietici lo chiamavano 'Gorbach' che significa (come l'S.79..) gobbo. Gli Afghani temevano questa macchina come solo i Su-25, e gli affibbiarono il nome di Sheitan Arba, Carro del Diavolo.
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Prima ancora dell'arrivo degli Stinger, i Mujaeeden erano piuttosto alle corde, ma capaci di colpire ancora in maniera pericolosa. Nel gennaio 1985 attaccarono Bagram con una incursione diurna, e distrussero almeno 10 elicotteri. Nello stesso tempo a Kandahar vennero attaccati gli aerei e diversi, tra cui un MiG-21, distrutti al suolo.
Nel frattempo i Sovietici e anche gli Afghani erano impegnati anche in attacchi di ritorsione all'estero. In effetti, la guerra non mancò di portare a crisi umanitarie con milioni di profughi passati
Nel marzo 1985, per esempio, Arandu venne colpita almeno 2 volte dall'aviazione Afghana: autori erano i moderni Mi-24 e i vecchi, ma decisamente robusti e dal 'pugno pesante' MiG-17. L'aviazione Pakistana all'epoca era per lo più preoccupata dal confronto con l'India, la quale del resto era a sua volta costretta a stanziare preziose forze ai confini con la Cina. Ma a parte questo, era chiaro che i caccia usati dai Pakistani potevano davvero poco contro le incursioni sovietiche. Questi caccia erano ancora molti F-86 e i più veloci, ma di minore autonomia, MiG-19( F-6).Gli F-104 erano oramai radiati e i Mirage erano usati
In ogni caso gli F-16 cominciarono a farsi sentire e impedirono ai bombardieri sovietici di fare irruzioni a volontà sul Pakistan. Ma
Ma torniamo alla prima metà della guerra. Ben presto venne identificato da parte della NATO una nuova macchina operativa, quel Ram-J visto al centro sperimentale di Ramenskoje, che poi sarebbe diventato il Su-25. Questa macchina era stata usata nell'offensiva di primavera e costituì una molto spiacevole sorpresa per gli Afghani.
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I reparti di terra dovevano essere anche difesi da attacchi che, proveniendo spesso da alte gole, sono stati portati da guerriglieri contro i camion sovietici trasportanti rifornimenti. Le autoblindo e gli APC non avevano normalmente armi capaci di rispondere ad alzi tanti elevati, essendo le loro torrette difficilmente capaci di superare i 30 gradi. I Sovietici potevano far poco conto sui corazzati come 'corrieri' viste le loro ridotte capacità di carico. La soluzione fu di montare alcune mitragliere binate da 23 mm su autocarri, che tuttavia erano ancora scoperti e rischiavano grosso in caso di attacchi dall'alto, anche se erano in possesso di una potenza di fuoco più che ragguardevole. La situazione andò tanto male, che vennero tirati fuori dai depositi i BTR-152 del tipo contraereo: con una mitragliera binata da 14,5 mm ZPU, e un tetto superiore chiuso, erano la migliore risposta possibile, anche perché le loro munizioni erano in comune con quelle dei reparti di fanteria meccanizzata, mentre solo l'artiglieria aveva le armi da 23 mm. Le perdite russe furono spesso elevate anche per la ritrosia dei soldati di uscire dai veicoli ad affrontare gli agguerriti afghani, cosa che spesso comportava la distruzione del mezzo assieme ai suoi occupanti. Quanto alle tipologie di veicoli impiegati, in molte strade il terreno era tanto rotto e dissestato che solo i mezzi ruotati erano abilitati alla sua percorrenza, essendo i cingolati troppo proni alle rotture contro le dure rocce dei passaggi. Tuttavia i blindati russi erano piuttosto leggeri e alquanto vulnerabili. I BTR-60 e 70 vennero ampiamente impiegati, come del resto i BRDM 1 e 2, spesso i veicoli vennero requisiti agli Afghani con i quali non c'era più molto 'feeling'. La loro corazza, in genere spessa meno di 10 mm, era adatta contro le armi leggere, ma non contro le mitragliatrici pesanti (specie se per pesante si intende una KPV), e lo stesso dicasi per le ruote. Per fortuna dei sovietici c'erano in aria i loro velivoli e in particolare c'erano gli Hind, pronti ad intervenire: spesso con effetti devastanti, se i guerriglieri erano costretti a gettargli addosso bombe quando li 'beccavano' in volo a quote più basse, sperando di danneggiar loro le eliche.
Come mezzi da combattimento terrestri, che tra l'altro son visibili sia nel film 'The Beast' (un T-62 impersonato da un T-55 Tiran 5 israeliano) sia in Afghan Breakdown (con M.Placido), sono stati impiegati largamente carri di seconda scelta, come del resto fecero gli americani nel Vietnam (M48 anziché M60, tra l'altro più pesanti). I T-55 erano i carri più usati inizialmente, ma poi il loro ruolo è stato via via coperto dai T-62, e
Nel frattempo in aria comparivano altri interessanti apparecchi: gli An-12 ABCC, posti di comando volanti simili ai C-130 Hercules usati dal Vietnam per lo stesso compito, e gli Il-76 Mainstay.
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Uno dei problemi dell'Afghanistan era che di fatto, si tratta di un Paese con una 'roccaforte tra i monti: specie nelle zone centrali dove si arriva anche ad oltre 4.000 metri, mentre nella parte Sud-occidentale vi è una ampia zona pianeggiante,c ome del resto anche a nord. La prima, alta poco oltre i 250 m sul livello del mare, è vicina a Kandhar, città fondata da Alessandro; mentre pure in pianura sono le zone settentrionali confinanti con l'URSS, come Mazar e Kunduz. Per gli elicotteri è difficile volare a quote elevate, come grossomodo lo è per un aereo della I GM, anche se possiedono una maggiore velocità di salita. Peggio però, se si tratta di volare carichi di armi (l'Hind arriva fino a 1.275 kg) e con clima caldo, che debilita le turbine riducendo la densità dell'aria e quindi l'ossigeno.
[[Immagine:MI8.jpg|320px|right|thumb|Mi-8 ad alta quota]]
Gli Hind erano già stati riconosciuti come piuttosto sottopotenziati, malgrado la velocità di cui erano capaci<ref> Szulc Tomasz ''I nuovi Kamov e Mil'', Aerei Maggio 1996 p.26-30</ref>. La cosa si notava
Nel frattempo si stavano studiando nuove versioni, che diventarono disponibili dal 1981: il Mi-24P e il Mi-8TVP (Hip-E) pesantemente armato e con motori potenziati TV-3-117MT. Nonostante che il cannone da 30 mm del Mi-24P fosse mancante di qualunque capacità di brandeggio o alzo, e che la dotazione di proiettili non era poi tanto grande, l'incremento della potenza di fuoco fu tale da far pensare di sostituire tutte le altre versioni del Mi-24 con il nuovo P o anche 'Singer' come la macchina da cucire per la precisione e l'affidabilità dell'arma da 30 mm, che consentiva ingaggi da grande distanza. Da notare che in Occidente ancora nel 1989 si pensava che questo cannone fosse da 23 mm, del resto un'arma rispettabilissima. Errori analoghi erano ancora fatti su tutti gli altri cannoni bicanna da 30 mm: quello del Su-25 e anche quello del Tunguska (che si credeva monocanna). Per aumentare la protezione contro la polvere vennero ampiamente distribuiti i soppressori IR di tipo PZU di forma emisferica, da applicare sulle prese d'aria, mentre i SAM a guida IR vennero contrastati dai dissipatori di calore EVU, le 'lampade' di disturbo Jspanka (simile all'ALQ-144) e 4-6 distributori di fuochi ASO-2V da 32 colpi cominciarono ad apparire sotto la trave di coda. Curiosamente con tutto lo spazio interno che ha il Mi-24 si è ritenuto non necessario sistemare all'interno della stessa questi lanciatori. Quanto ai Mi-8, non mancarono di avere, all'interno di alcuni finestrini, supporti per mitragliatrici Utes da 12,7 mm o addirittura i lanciagranate AGS-17 Plamya da 30 mm, peraltro con una balistica e una cadenza di tiro assai inferiori. Da notare che i Plamya erano le armi più temute dai Mujaedeen negli scontri di terra. In una delle tante incursioni notturne, un caposaldo russo venne attaccato dai guerriglieri e si difese
I missili Stinger cominciarono nel 1986 a far sentire il loro peso con abbattimenti crescenti. Nessuno sa precisamente in che misura, ma che questi missili fossero le armi straniere più gradite dai guerriglieri è assolutamente vero. Si parla di percentuali di abbattimenti dell'80% oppure, più prudentemente del 40%. I dati sono confusi: di circa 600 missili di cui si parlava a suo tempo, un terzo sarebbe stato trattenuto dai Pakistani, magari per farci la copia sotto forma degli Anza locali. A dire il vero, le dichiarazioni sono fin troppo ottimistiche: è vero che si è pure detto che fallire un lancio di missili Stinger poteva significare l’uccisione del ‘missiliere’ tanto essi erano valutati (e usati con oculatezza), ma se si danno per certe certe dichiarazioni sembra quasi che i soli aerei ed elicotteri abbattuti in Afghanistan li abbiano distrutti solo loro, il che non è affatto vero: cannoni, mitragliere, RPG, attacchi a terra con mortai e razzi, incidenti, missili SA-7 e Blowpipe presero la loro parte: non sarebbe tanto stupefacente che gli SA-7 siano stati, seppure piuttosto scarsi in precisione, quelli che hanno ottenuto il maggior numero di successi. Inoltre gli Stinger usati non devono essere stati molti: ancora dopo l’invasione (questa sì definibile in tal modo a tutti gli effetti) del 2001, gli Americani hanno trovato migliaia di MANPADS tra cui anche numerosi Stinger, che pure avevano cercato, dopo la ritirata dei Sovietici, di recuperare uno per uno. Anche la storia secondo cui i missili di questo tipo dopo 10 anni divengono inutilizzabili per la scadenza delle batterie si è rivelata una farsa: in realtà non c’è voluto molto a modificarli opportunamente con nuove unità di alimentazione. Più serio semmai il degrado dei propellenti e del sensore raffreddato. JP-4<ref>Huertas, S. M: ''Lo Strike di Mosca'' JP-4 luglio 1993 p.50-55</ref> ci racconta poi di come l’antiaerea non fosse un problema tanto grave, specie per i caccia ad alte prestazioni. Un pilot, il T.col Valentin Gorvunov, 2.600 ore di volo metà con il Su-24, e assegnato nel ’93 al 234° Reggimento della Guardia di Kubinka, parlava di come portò a termine oltre 100 missioni in Afghanistan: il Su-24 a bassa quota, diceva lui, era eccezionalmente stabile, uno degli aerei più veloci a bassa quota e per un pilota da caccia è estremamente difficile raggiungerlo. I motori sono un po’ vecchi e questo comporta il suo tempo per accelerare. A dire il vero i turbogetti del Fencer sono tutt’altro che nuovi, ma come i motori del loro tipo sono molto lesti nell’accelerare. Casomai il problema era che il rapporto potenza-peso era piuttosto basso e il consumo piuttosto alto. Con un raggio d’azione di 1.000 km in missioni lo-lo con 12 bombe da 250 kg, gli Iraniani scoprirono che riusciva a colpire a parità di carico al triplo della distanza del Phantom E. Il Fencer manovra anche molto bene specie nella configurazione a freccia minima, e ha una straordinaria stabilità di volo a bassa quota. Con questi aerei, schierati in Uzbekistan vennero fatte molte missioni con bombardamenti a media quota su roccaforti della guerriglia, specie nel Panshir, ma non mancarono attacchi a bassa quota con munizioni di precisione a guida laser. La contraerea non era molto pesante e in oltre un centinaio di missioni di combattimento solo una ventina sono state osservate le traccianti, ed appena un paio di lanci di missili IR da distanze troppo grandi per andare a segno. Migliaia di missioni vennero accumulate dai Su-24, e mai uno di questi (differentemente da diversi F-111 per non dire degli A-6 in Vietnam) venne perso in azione per causa nemica. Non c’era da stupirsi che, ancorché il Su-24 fosse destinato a missioni del tutto diverse in Europa, con bombe H ritardate, quest’aereo venisse considerato capace delle più efficaci azioni offensive, tanto che nel 1991 ne vennero prodotti, nonostante il crollo dell’URSS, altri 16 esemplari, gli ultimi di circa 1.200.
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La guerra alla fine vide i sovietici ritirarsi, giusto quando Rambo III usciva, con rara mancanza di tempismo storico, nelle sale (e non fu esattamente un successo, in tempi di perestroika e distensione..). Illuminante e simbolico il volo di circa 30 elicotteroni Mi-24 e Mi-8 (non sembra che siano mai stati schierati i Mi-17) di un intero reggimento, che nel finale di Afghan Breakdown prendono il volo e spariscono oltreconfine, con gli equipaggi ben lieti di andarsene definitivamente da quel posto. Mentre i Mi-8 volavano stabili e diritti, i Mi-24 delfinavano e viravano nervosi e insospettabilmente manovrieri, finché la telecamera non li perde all'orizzonte.
I sovietici ebbero circa 15.000 vittime e danni per miliardi di rubli. Cifre che sono certamente pesanti, ma che per gli americani, in Vietnam, erano decisamente maggiori: è vero che gli elicotteri USA erano mediamente più piccoli (gli Huey) ma perderne oltre 4.000 significa fare un salto d’ordine di grandezza. Per non parlare di 700 Phantom e di una trentina di B-52. Nonché, ovviamente, 45.000 morti e altri 10.000 'non dovuti a cause di combattimento'.
==Il frutto delle esperienze belliche: Hokum e Havoch==
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[[Immagine:Mi-28 NTW 7 8 93.jpg|320px|right|thumb|in aria il Mi-28 sembra più leggiadro che nei display a terra]]
In ogni caso la vera macchina definitiva doveva essere la I-294 o Mi-28N, autorizzato però solo nel 1994, e in volo nel '96, sia con moderna strumentazione occidentale interna! Ma il 5 ottobre 1994 il Ministero della difesa annunciava che il vincitore era il Ka-50. Ma le cose hanno continuato ad andare avanti: ora è stato dichiarato vincitore l'uno e ora l'altro tipo, salvo poi ammettere che non c'erano soldi per nessuno dei due. Il 25 marzo 2004 ha volato a Rostov il secondo Mi-28N allo standard definitivo: con il radr Almaz-28 nella sfera sopra il rotore, e i motori Klimov VK-2500 da 2.400 sHP. Nel frattempo i Ka-50 sono andati 'alla guerra' con 25 macchine realizzate, 3 delle quali mandate in Cecenia. Sono stati ideati mezzi come il KA-50N con il FLIR, e
[[Immagine:Ka-52 061.jpg|320px|right|thumb|Due Ka-52]]
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*Pesi: Mi-28: a vuoto 8.095 kg, totale 10.400 kg, max. 11.660 kg, carico rotore 45 kg/m2, r. peso potenza 2,36 kg-sHP. Ka-50: a vuoto 7.692 kg, max. decollo 10.800 kg, carico rotori 33 kg.m2, r. potenza peso 2,45 kg-sHP.
*Prestazioni: v max. 300
*Armi: Mi-28: cannone Tula 2A42 con 500 colpi e 2-3 t di carico massimo (pratico non oltre 2 t). Ka-50: cannone 2A42 co 480 cp e fino a 3 t di carico (teoriche, visto che il carico utile è di 3,2!).
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