Archeoastronomia/Astronomia nell'antica Roma: differenze tra le versioni

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*''februarius''
 
Cesare si servì di un matematico alessandrino, che poi è il vero realizzatore della riforma, il quale stabilì che l’anno dovesse avere 365 giorni e un quarto. Inserì il concetto di anno bisestile ( un giorno in più ogni 4 anni ), cambiò il nome di quintilius in '''julius''' e sexstili in '''augustus''', chiaramente in onore di Cesare. L’anno però continuò a partire da marzo. Questo calendario ( detto non a caso giuliano ) resistette addirittura fino al 1582 quando papa '''Gregorio XIII''' intervenne con una nuova riforma che è valida tutt’oggi.
 
'''Plinio il Vecchio''' ( morto durante un’eruzione del Vesuvio ), ha il merito di aver diffuso in Roma l’astronomia greca.
Altro importante personaggio è '''Vitruvio''' che in un trattato da lui scritto descrive gli strumenti per la misura del tempo, soprattutto meridiane per le quali vengono anche indicate le istruzione per la loro costruzione.
Infine '''Seneca''' ( 3-65 d.C. ) si dimostrò lo scrittore di maggior cultura astronomica e non solo, coi suoi scritti che affrontano fenomeni meteorologici, ottica atmosferica, corpi celeste, terremoti e comete. Per quest’ultime ipotizzò la loro periodicità ( cioè il loro periodico ritorno verso il Sole ), ipotesi che verrà riconosciuta esatta 1700 anni dopo.
 
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