Archeoastronomia/Astronomi cinesi: differenze tra le versioni

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Durante la sua millenaria storia, la Cina ha sviluppato una sua scienza astronomica particolare, vista non solo come scienza che studia il cielo ma anche come scienza che regola i ritmi della vita collettiva. Gli imperatori cinesi perciò hanno sempre incoraggiato lo studio verso questa disciplina.
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Hang Ti, detto l’imperatore giallo, nel VIII secolo a.C. aveva introdotto un ciclo lunare che consentiva di mantenere corrispondenza tra il calendario e le stagioni climatiche.
Dal IV secolo a.C. gli astronomi furono in grado di determinare solstizi ed equinozi e successivamente registrarono eclissi e passaggi di comete.
Probabilmente l’astronomo più autorevole della Cina antica fu Chen Kong, fratello di un imperatore. Egli ( che fece anche costruire un grande osservatorio ) usando lo gnomone di una meridiana e misurando le diverse lunghezze dell’ombra, riuscì a stabilire l’altezza del polo celeste e l’obliquità dell’eclittica. Sbagliò però nel ritenere che il polo coincidesse sempre con una stella particolare, ignorando che a causa della precessione degli equinozi questo si verifica solo in momenti particolari. Solo ne 66 d.C. Tsu Chong si accorse della precessione.
I cinesi avevano già accertato in tempi remoti che l’anno si poteva dividere in 365 giorni e perciò dividevano il cerchio in 365 parti invece che in 360.