Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 1: differenze tra le versioni

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===L'era del Patton: M47 nell'E.I.<ref>Gasparini Cesari, Enzo: ''Dedicato ad un carro: l'M-47 Patton'', RID 12/95 pagg. 74-80</ref>===
[[ImmagineFile:M47.jpg|300px|left|thumb|]]
L'[[w:M47|M47]] è un carro armato che è rimasto per decadi quale rappresentante principale, e poi comprimario, dei mezzi corazzati italiani. Si tratta di un mezzo evolutosi dalla serie 'Pershing', con una nuova meccanica e una maggiore mobilità. Il prototipo nacque come emergenza legata alla guerra in Corea: all'epoca l'US Army aveva una linea di carri M4, M26 e i primi M46. Questi erano un'evoluzione dei 'Pershing' con molti miglioramenti, ma soprattutto con un motore a benzina che raggiungeva, nonostante un peso ancora simile, gli 800 hp anziché 500. In generale era dotato di una migliore meccanica, assai più affidabile. Ma era solo un progetto ad intermin, visto che presto sarebbe stato necessario un nuovo carro armato, soprattutto uno capace di sfruttare al meglio il suo cannone da 90 mm, cosa che era necessaria soprattutto per gli ingaggi alle maggiori distanze. Il nuovo carro armato in fase di sviluppo era il T43, ma questo era ancora lontano dall'essere approntato quando scoppiò la Guerra di Corea. Come misura d'emergenza si decise di installare la sua torretta sullo scafo, già abbastanza collaudato, dell'M46A1. Quindi, per quanto possa suonare strano, tutti gli equipaggi che si sono avvicendati al suo interno, non sono mai stati in un carro armato realmente nuovo. Di fatto, si trattava di un M46 con una nuova torretta. La cosa ironica è che l'M47 è rimasto in servizio a lungo ed è ben noto, mentre dell'originario M46 non se ne ricorda quasi nessuno. La fretta con cui venne approntato l'M47 Patton (non esattamente noto così all'inizio, dato che ufficialmente il nome del famoso generale è stato affibbiato solo all'M48) non fu del tutto giustificata e i risultati non sono stati del tutto soddisfacenti: in Corea è stato spedito solo l'M46 come 'intermezzo' tra gli Sherman e gli M26, mobile quanto i primi e potente quanto i secondi. L'M47 venne prodotto in grande serie, pur essendo solo un mezzo di transizione. Il totale ammontò a ben 8.000 carri armati. Gli inconvenienti meccanici e i difetti erano diversi, tra cui una sagoma troppo alta, un'autonomia ridicola, difetti nella protezione.
 
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Il costo base dell'Ariete all'epoca era stimato in circa 5,4 mld per mezzo, ma il costo del programma era di 1.400 mld dato che in questo erano compresi anche: 18 mld per l'acquisto del sistema d'allarme laser, oramai deciso (al 1992), 130 per il supporto logistico, 44 per collaudi e munizionamento, 70 per l'avvio della produzione e 50 per lo studio riguardo il previsto successore Ariete 2. Le disposizioni interne dell'Ariete presentato all'epoca comprendevano 15 colpi di pronto impiego stivati verticali (non esattamente la miglior forma di protezione...) sul cestello torretta, in una struttura corazzata, e 27 nella parte anteriore dello scafom a sinistra del posto di pilotaggio. La protezione antiesplosione non era quindi particolarmente curata rispetto all'M1 e anche ad altri carri. Nella controcarena c'era il calcolatore digitale Cosmo, l'apparato di ventilazione e quello NBC, nonché la radio RV-3/4. Lo spazio è maggiore rispetto a quello consentito dal Leopard 1, ma il conduttore può entrare dal suo portello solo se la torretta è girata a ore 3 o 9. La visione del capocarro era affidata al sistema panoramico della SFIM ma anche a 8 periscopi fissi con visione di 360 gradi eccetto il periscopio anteriore, che fa da ostacolo. Il caricatore, a sinistra, invece ne ha solo 3 e tutti rivolti verso l'avanti. La mitragliatrice MG 42/59 è installabile su di una rotaia che può essere sia sopra il portello del capocarro sia quello del caricatore (oppure di tutt'e due, magari con un piccolo scudo protettivo, come è successo poi in azioni di 'peace keeping' o di occupazione militare che dir si voglia). Sul fondo del carro c'è un'uscita d'emergenza, utilizzabile dal pilota ma anche dagli altri dell'equipaggio se la torretta è orientata a ore 6. Si tratta di un utile ausilio (anche se potenzialmente vulnerabile alle mine) per scappare dal mezzo sotto il fuoco nemico, senza sgusciare dall'alto dei portelli (o anche per entrare, se il portello è lasciato aperto). La dotazione di bombole antincendio è di 6 (almeno sul prototipo), sull'abitacolo del servente vi era la manopola di bloccaggio torretta, pannello elettronico per la presentazione delle munizioni selezionate, allarme laser, sistema NBC e antincendio, ectc., mentre il comandante tra l'altro aveva i comandi di sparo nebbiogeni e il pannello d'allarme laser, 2 cloche per orientare la torretta e molti altri sistemi, tra cui quello di sparo in emergenza del cannone, a magnete, uguale a quello del Leopard 1.
 
Le alternative all'Ariete sono state vagliate: l'offerta tedesca per il Leopard 2 era per 4,5 miliardi al pezzo più però le forniture logistiche, mentre una co-produzione avrebbe invece aumentato i costi del 20%. L'Ariete almeno come sistema di osservazione e di tiro era migliore (nessuna sorpesa, la tecnologica in 10 anni ne ha fatti di progressi), ma sopratuttosoprattutto si è voluta preservare l'industria nazionale del settore, ovviamente soprattutto Fiat-Iveco con 248 subappaltatrici (in particolare Galileo con il 14,8%, Marconi Italia con il 6,4%, Marelli Avio con l'1%). Nondimeno, il 14% dei materiali è stato comprato dall'estero, per non parlare delle licenze varie (le munizioni, per esempio, ma anche presumibilmente lo stesso cannone, sia pure realizzato in maniera leggermente diversa). L'M1 Abrams costava di meno rispetto a tutti gli altri ma la turbina non ha convinto concettualmente e come consumi. Il Leclerc era disponibile più o meno negli stessi tempi e non costava meno di 7 miliardi al pezzo.
 
Per l'Ariete si stava pensando allo sviluppo di un Ariete 2, che in parte giustificava la riduzione dei carri armati da 300 a 200, carro che avrebbe avuto un motore da 1.500 hp (pareggiando la potenza di M1, Leopard, Leclerc), cannone automatico, possibilmente da 140 mm, ecc. Erano già allo studio irrobustimenti della corazzatura, tanto da prevedere l'aumento di peso a ben 55 t. In effetti sono stati sperimentati due kit di modifica, e almeno uno, quello più leggero, era stato adottato attorno al 2003 da alcuni carri armati, mentre un altro, più pesante e non privo di controindicazioni per il mezzo era stato approntato per missioni PSO, con il mezzo usato per lo più come 'fortino mobile' piuttosto che come macchina mobile da contrasto dinamico.
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===L'era della [[w:Autoblindo Centauro|Centauro]]<ref>Dossier JP4: 'Speciale MBT', giugno 1990</ref><ref>Stanglini,Ruggero: ''Prova di Forza (Ariete e Centauro in azione)'', P&D Luglio 1992 pagg.26-33</ref>===
[[Immagine:Centauro Tank Iraq.jpg|320px|right|thumb|Centauro in Irak. Ha una corazza aggiuntiva sulla torretta, ma non sullo scafo, forse per via del risparmio di peso.]]
Questo mezzo è nato con un programma non ben chiaro nella sua origine ed evoluzione. Quello che è certo è che l'Italia non aveva una tradizione sulle autoblindo degna di nota, fino a questo progetto molto avanzato. A parte le blindo AB40 e 41, armate con un cannone da 20 mm e usate in un numero limitato (la loro meccanica, efficiente, era anche piuttosto complessa da costruire) durante la guerra e anche dopo, poi l'E.I si adattò alle M8, che peraltro erano le migliori blindo americane, eccellenti veicoli 6x6 anche se con torretta scoperta, ma armate con un pezzo da 37 mm. Ma questo veicolo di fatto è stato radiato senza sostituzionee solo negli anni '70 apparvero finalmente dei corazzati italiani di progettazione originale. Erano i blindati 4x4 della serie 6600, prodotti dalla Fiat: il 6614 APC, e il 6616, la blindo. Pesanti circa 8 t, corazze di spessore di 7-8 mm in acciaio saldato, molto inclinate, soprattutto davanti, per rendere possibile una difesa balistica ottimale nei limiti degli spessori. Veicoli 'onesti', simili a tanti altri della categoria, ebbero destini diversi. La 6614 venne esportata in varie nazioni, sopratuttosoprattutto Perù (con tanto di versione portamortaio da 81 mm, ma erano previsti anche tipi lanciarazzi multipli leggeri da 51 mm e altri allestimenti) e ancora di più Corea del Sud, che ha comprato anche la licenza di produzione per un totale di circa 500 veicoli. In tutto ne sono stati costruiti circa 1.000, né tanti né pochi. In genere l'armamento era di una torretta da 7,62 mm binata per un uomo solo, e c'era la possibilità di portare e far sparare dall'interno una squadra di fanti. In pratica è stato usato in Italia solo da reparti di polizia, come del resto anche è accaduto alle 6616. Queste non hanno avuto export alcuno e solo una cinquantina di esemplari sono stati costruiti per i carabinieri (che erano e sono un corpo militare). Armate con una torretta per due posti con la potente mitragliera Rh-202 da 20 mm +1 MG42/59 da 7,62 mm, una versione migliorata con una torretta armata con un pezzo Cockerill belga da 90 mm venne approntata anni dopo, ma non ha ottenuto attenzione alcuna in un mercato già saturo di prodotti similari.
 
Dati questi precedenti è davvero difficile spiegarsi come a un certo punto all'E.I. venne l'idea di munirsi di una blindo che al contrario è diventata la più costosa, pesante e potente della NATO (superata come peso solo dalla Roiikat sudafricana). Per esempio, nel caso della Francia l'evoluzione delle blindo è stata vasta ma graduale. La B1 Centauro è stata pensata con un lungo dibattito concettuale, e alla fine è diventata un bestione di gran lunga più costoso e pesante delle altre blindo. Il prototipo apparve in fretta, attorno al 1987 e pochi anni dopo entrò in produzione per rimpiazzare i Leopard di molte unità, soprattutto nel caso di quelle blindate. A maggior ragione tutto questo è 'strano' se si considera come, nonostante fossero ben più economici e nonostante l'esperienza della Fiat-Iveco sui mezzi ruotati, non si sia costituito delle truppe blindate su veicoli ruotati, come quelle messe sù dal Patto, dai Francesi, dagli Spagnoli e dai Tedeschi, per dirne alcuni. Invece si costruirono quasi 5.000 mezzi della famiglia M113, tutti rigorosamente cingolati. Eccetto questi, non v'erano altro, nell'E.I, che autocarri a trazione integrale, mentre i blindati serie 6600 non sono mai stati presi seriamente in considerazione.
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Le dimensioni sono imponenti: lo scafo è lungo 7,4 m, col cannone avanti (nonostante che la torretta sia sistemata nella zona centro-posteriore) 8,51 m, la larghezza è di 3,05 m e l'altezza, tutto compreso, 2,71 m. La vecchia 6616 pesava un terzo, e le dimensioni erano invece di 5,37 x 2,5 x 2,03 m.
 
La Centauro è diventata molto, e meritatamente, famosa per il suo impegno nelle missioni di 'Peace Keeping' et similia ('Peace enforcing', praticamente una guerra a bassa intensità), incominciando dalla Somalia. Visto che i primi 5 esemplari apparvero in una esercitazione 'Farfadet' italo-francese solo nel '92, anche questi sono mezzi realizzati in ritardo per la Guerra fredda. Per incrementare la protezione sono stati applicati due kit di corazze distanziate, uno britannico insistente sopratuttosoprattutto nella torretta, l'altro per la torre e i lati dello scafo a forma di mattonelle (ma non è una corazza reattiva). 24 mezzi sono stati inizialmente dalla Spagna nel 1999 e ne sono seguiti altri per un totale di un'ottantina.
 
Insomma, la Centauro è di sicuro il mezzo più popolare della 'nuova generazione' dell' E.I. Questo anche perché l'ordine originario era per ben 450 mezzi, e la decurtazione, differentemente da quella dell'Ariete, Dardo e persino SIDAM, è stata limitata a meno del 10% del totale. Inoltre, SIDAM a parte, ha avuto una decisa preferenza nella priorità delle compere per i nuovi mezzi, tanto da avere la preferenza sui carri armati, pure coevi, tipo 'Ariete' (del resto la Fiat-Iveco è un colosso industriale e 'contava' molto di più della OTO-Melara).
 
Il costo delle Centauro, sopratuttosoprattutto per la considerevole complessità del sistema TURMS, è stato davvero notevole: ben 1.500 mld abbondanti stimati già nel 1992 per appena 400 mezzi, ovvero circa i 3/4 del costo dei 300 Ariete. La produzione avrebbe visto 10 prototipi, 90 di serie entro il 1992, addirittura 120 nel '93, 100 nel '94 e 80 nel '95. Quindi in tutto si è trattato di 390 mezzi di serie e 10 prototipi, a fronte di 450 (tutti di serie?) preventivati. Nonostante questi costi notevoli, i tagli sono stati ridotti e la consegna molto rapida. Questo non è un fattore di poco conto rispetto ai tagli a ripetizione che hanno colpito altri importanti programmi: cancellazione di FIROS, OTOMATIC, ritardi e tagli notevoli agli Ariete e alle blindo leggere Puma, VCC-80 e altri sistemi ancora.
 
Difficile criticare una blindo di successo come la Centauro, che per le missioni di Peacekeeping ha indubbiamente 'la faccia giusta': imponente, rapida, ben armata, con un cannone piuttosto minaccioso e dispositivi di visione ognitempo. Ma è reale tutta questa gloria? Specialmente all'inizio, si è pensato di no. E i dubbi su di un impiego in un largo combattimento convenzionale non sono mai stati realmente dissolti. Vediamo perché.