Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 1: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Wim bot (discussione | contributi)
m Bot: Correggo errori comuni (tramite La lista degli errori comuni V 1.1)
Riga 18:
Oramai dimenticato dalle generazioni più giovani, ma pur sempre un'istituzione della Marina, il 'Giuseppe Garibaldi' non è stato solo un incrociatore ben costruito, ma anche un simbolo del cambiamento e della rinascita della flotta nel dopoguerra. Nella sua carriera è passato dai siluri ai missili balistici Polaris, e ha visto finire l'Asse e iniziare la Guerra Fredda, fino alla sua radiazione finale. Il varo avvenne il 21 aprile 1936 e la consegna alla Regia Marina l'1 dicembre 1937. La bandiera di combattimento venne consegnata il 13 giugno 1938 dalla città di Palermo e dalla Federazione Nazionale Volontari Garibaldini.
 
Gli incrociatori tipo 'Abruzzi', ultima e più evoluta edizione degli incrociatori veloci prebellici italiani, erano solo due navi, ma rispetto alle altre meglio equilibrate tra velocità (minore), protezione e armamento (maggiori). Al posto degli 'incrociatori di carta' come i primi 'Da Barbiano' e 'Da Giussano', venne adottata una robusta struttura che portava il dislocamento da circa 5.000 a 10.000 t, con la differenza basata sopratuttosoprattutto sulla corazzatura, dato che la cintura corazzata aumentava a 100+30 (paratia interna) mm contro 25, in lega ad alta resistenza in nickel-cromo. Per qualche motivi difficile da capire, la Regia Marina, nonostante l'embargo internazionale, aveva ricevuto acciai di alta qualità e non solo per i cannoni (il che poteva essere anche comprensibile) ma anche per le corazze, cosa meno ragionevole. Con la sola corazzatura di una 'Littorio' (circa 14.000 t) si potevano proteggere tutti i carri armati italiani del tipo 'M' (circa 2.000 per 14 t l'uno), che invece, sopratuttosoprattutto per i primi due anni, ebbero corazze al manganese e silicio, meno resistenti di quanto il mero spessore assicurasse, come in effetti si verificò in azione. Così, mentr i carristi in Africa subivano grandinate di proiettili di tutti i tipi, le navi italiane ebbero pochissimi scontri a fuoco e molto raramente dovettero mettere alla prova le loro corazzature.
 
I motori erano a turbina, abbastanza potenti da consentire ancora una velocità elevata, grazie a 100.000 hp totalmente disponibili, anche se, (al solito per le navi italiane) con un'autonomia tutt'altro che eccezionale: ad una velocità media 13 nodi 4.125 miglia, a 31 nodi appena 1.900. Era molto difficile attraversare l'Atlantico anche con una velocità economica e con il pieno di carburante.
Riga 28:
Insieme ad altri 3 incrociatori costituì la forza degli incrociatori concessi alla Marina Militare Italiana dalle clausole del trattato di pace, con il 'Cadorna' messo però quasi subito in disarmo e il 'Montecuccoli' trasformato in nave scuola per gli allievi dell'Accademia Navale di Livorno. Così rimase solo il 'Garibaldi' e il gemello 'Abruzzi'.
 
Nel dopoguerra venne installato un radar, un quinto impianto da 100 mm, alcune mitragliere da 20 mm, e sopratuttosoprattutto una piattaforma per elicotteri leggeri AB.47G, uno dei quali nell'estate del 1953 effettuò una serie di prove di appontaggio e decollo. L'esito positivo aprì una nuova era, in quanto indusse la Marina Militare a dotarsi di unità navali polivalenti equipaggiate di elicotteri antisommergibile, reputati necessari dato che i sovietici all'epoca avevano basi anche in Albania, in particolare a Valona (prima della rottura diplomatica tra i due Paesi).
Di lì a poco arrivarono le fregate elicotteristiche classe 'Bergamini', e gli incrociatori classe 'Doria' (non tanto soddisfacenti, in verità, date le dimensioni insufficienti, per questo il terzo della classe divenne poi il V.Veneto, del 50% più grande).
Il Garibaldi venne posto in riserva nel 1953 e nel 1954 iniziarono i lavori di parziale demolizione; ma quasi a sorpresa, a partire dal 1957, si iniziò a farne un incrociatore lanciamissili. In questo periodo il 'Duca degli Abruzzi' rimase il solo incrociatore a svolgere attività di squadra, come ammiraglia della flotta.
Riga 152:
----
 
[[ImmagineFile:Vittorio Veneto (incrociatore).jpg|400px|right|thumb|]]
L'incrociatore lanciamissili '''Vittorio Veneto''' (550), è stata la nave ammiraglia della Marina Militare Italiana, operando dal 1969 al 2003 e portando lo stesso nome di un'altra grande nave italiana, la nave da battaglia Vittorio Veneto della Seconda guerra mondiale.
 
Riga 216:
Nave '''Giuseppe Garibaldi''' (551), incrociatore porta-aeromobili tutto-ponte, è l'ammiraglia della Marina Militare Italiana. L'unità, di base a Taranto, è stata la prima portaerei nella storia della Marina Militare Italiana dato che due precedenti portaerei, l'Aquila e lo Sparviero, furono approntate nel corso della seconda guerra mondiale ma non entrarono mai in servizio. E prima ancore c'erano stati studi per navi portaerei, ma mai approdati a niente di concreto. Uno prevedeva, negli anni '30, una nave con cannoni da 152 e 100 m, con corazzatura e 42 aerei di vario tipo BR.1, Ro.1 e CR.20.
 
L'unità, progettata per operazioni anti-sommergibile, dispone di una componente aerea che può, alternativamente, essere composta da un massimo di 12 aerei STOVL AV-8B Harrier II o 18 elicotteri SH-3D Agusta. Il ponte di volo, dalla caratteristica struttura disassata rispetto all'asse longitudinale della nave è dotato di un trampolino di lancio (sky-jump) ed è lungo 174 e largo 30 metri. Questo sky-jump, non dissimile da quello che si può vedere sulle navi classe 'Invincible', è segno di un'ovvia volontà: quella di costruire una nave che non fosse un'unità portaelicotteri, ma piuttosto portaeromobili con capacità V/STOL. Chissà se questa capacità venne adottata già al tempo dell'impostazione, oppure sia stata aggiunta quando i discussi (e discutibili) caccia del tipo Harrier dimostrarono tutta la loro utilità nel 1982, all'epoca della guerra delle Falklands? Sta di fatto che la scelta dell'aereo imbarcato sarebbe stata da allora molto difficile e sofferta, concludendosi nel 1989 soltanto, quando l'AV-8 Harrier II vinse contro il Sea Harrier inglese. Era forse scontato dato che era in effetti una macchina di seconda generazione: ma non era radarizzata e la sua grande ala gli riduceva di qualcosa la velocità rispetto all'aguzzo cugino inglese. In ogni caso, il programma vedrà le consegne tra il 1991 e il 1998 di 2 biposto TAV-8B prima, e di 16 monoposto AV-8B+ poi. Per sviluppare, sia pure con la collaborazione della Marina spagnola e dei Marines, questa nuova versione che combinava nella minuscola cellula dell'Harrier il radar (leggermente ridotto) dell'F-18, fu necessario e sufficiente un lungo periodo di tempo e sopratuttosoprattutto, dei costi che è difficile giustificare: per appena 16 caccia e due biposto d'addestramento operativo, la Marina Militare ha dovuto sborsare qualcosa come 1.600 mld (il doppio di quello che era stato preventivato appena pochi anni prima, già congruo), più che i 2 caccia 'De la Penne'. L'acquisizione, la gestione, e l'aggiornamento di questa squadriglia di aerei sarebbe stata un vero salasso per i bilanci della MM, e anche se indubbiamente utili, è difficile capire come siano arrivati a costare 100 miliardi di lire l'uno.
 
Continuando con le altre caratteristiche tecniche di questa nave, va segnalato che lo sky-jump riduce la corsa di decollo tipicamente del 30%, mentre le due coppie di stabilizzatori alari permette di operare con mare cattivo, con la riduzione del rateo di rollio sceso da 30 a 3 gradi, cosa indispensabile per assicurare le operazioni ognitempo. La presenza di un paio di elevatori da 15 t consente di far passare i velivoli tra il ponte e l'hangar due piani sotto, capace di ospitare 10 aerei o 12 elicotteri, con varie officine tutt'attorno, mentre l'hangar stesso è suddivisibile in 3 zone distinte da apposite paratie. La sua nascita è stata decisa dalla famosa 'Legge navale' del '75 che aveva lo scopo di rimettere in sesto la Marina, decisamente decadente negli anni '70 nonostante i due 'Audace', i due 'Impavido', le due 'Alpino', 'Doria', il Veneto, le 4 'Lupo' e i 4 'Toti'.
Riga 253:
Il 27 marzo 2008 è stata consegnata la nuova ammiraglia della flotta italiana, prevista l'entrata in servizio nel 2009 quando la collega Garibaldi avrà già ben 24 anni. La CAVOUR, ex- tante cose, come Mazzini, NUM, NUMA etc., ha visto gli anni '90 pieni di contrordini su come realizzarla. Per esempio come unità ibrida portaerei-anfibia. Alla fine , nel gennaio 1998 è stata data l'autorizzazione alla sua costruzione da parte della Commissione Parlamentare, relativa al progretto 168, la cosiddetta NUMA (Nuova Unità Maggiore Anfibia), e infatti aveva anche un bacino allagabile. Poi nel luglio 2000 venne trasformata in una NUM, che significava la rinuncia ai compromessi che avrebbe comportato la presenza di capacità anfibie estese. Certo che le 3 S.Giorgio non devono essere considerate tanto 'performanti' se per trasportare un'unità minuscola come il S.Marco si chiedeva e si chiede ancora la presenza di una grande nave anfibia aggiuntiva. Nave nata per compiti di difesa aerea, comando e controllo e anche con la capacità di ospitare 300 fanti di marina, da 27.500 t, ha visto le capacità anfibie limitate al supporto con gli elicotteri di bordo e al trasporto di veicoli leggeri nei ponti hangar in caso di necessità. IL NUM 1 era il contratto iniziale per la costruzione e allestimento, poi sono seguiti (questo venne assegnato alla Fincantieri nel novembre 2000, da qui le critiche di Berlusconi verso 'la portaerei dell'Ulivo, che ci è costata 13 miliardi'), i successivi due contratti erano il NUM 2.1 e 2.2 per integrare i vari sottosistemi dentro la nave, come quello di combattimento, e vennero assegnati rispettivamente in luglio del 2002 e novembre 2003. Nel trattempo le lamiere del nuovo gigante dei mari vennero tagliate a far tempo dal giugno 2001, e la nave venne realizzata in due tronconi, quello di prua era lungo 70 m e vene dato da costruire al cantiere Muggiano di La Spezia, mentre la zona Centro-Poppiera era a Riva Trigoso e venne varata nel luglio del 2004, per poi essere trasferita a La Spezia dopo una solenne cerimonia con tanto di mega- bandierone italiano con sopra scritto Fincantieri (che copriva in buona sostanza la mancanza della sezione di prua. A presenziare alla cerimonia c'era anche un caccia 'Audace', allora alle ultime battute della sua carriera. Il Muggiano non era molto distante, solo 46 km e nel dicembre 2004 i due tronconi sono stati uniti per formare lo scafo. Solo dopo due anni, il 19 dicembre 2006 ha iniziato i collaudi in porto prima, e le prove in mare poi.
 
Questa nave, con un dislocamento quasi doppio rispetto a quello del Garibaldi e più lunga di 60 m, ha una struttura piuttosto simile, anche come dimensioni, a quella delle 'Invincible' inglesi, inclusa una sovrastruttura molto lunga, ma sopratuttosoprattutto uno sky-jump singolo, sulla parte sinistra del ponte, è una nave lunga 244 m e larga 39 m (non lo scafo, incluso il ponte di volo), alta 39 m, costruita in acciaio ad alta resistenza, ha nove ponti e altri 5 per l'isola laterale, al solito sistemata a destra. Il ponte di volo 234 m, larga 34,5 m, con una superficie di 6.800 m2, due elevatori a dritta, sky jump da 12 gradi (come per la PRINCIPE DE ASTURIAS spagnola), che completa una pista lunga 183 m di decollo, con 6 spot di decollo per elicotteri medi e pesanti. I due elevatori sono da 30 t, dei Mc Taggart-Scott, davanti e dietro l'isola e siccome sono laterali, non causano interferenza con le operazioni di volo. VI sono anche due altri più piccoli da 15 t usati sopratuttosoprattutto per le munizioni. Quanto all'hangar, è lungo 134 m, largo 21 m e alto 7,2 il che consente di ospitare 12 AW- 101 o 8 aerei STOVL. Non moltissimo in effetti: La CLEMENCEAU era più grande ma aveva 152x24x 7 m. Il ponte hangar è rinforzato per portare anche mezzi che chiaramente non volano: carri come l'Ariete, per esempio, il tutto sbarcabile su di un porto, da due rampe d'accesso che sono a poppa e sul lato destro al centro della nave.
 
Poi l'apparato motore: Avio/GE LM-2500 potenziate a 29.000 hp per un totale di 118.000, il che dà una potenza da scaricare, in configurazione GOGAG, su due assi con 2 eliche pentapala dal disegno raffinato e larghissima corda, oltre a 8 gruppi generatori per 17.600 kW, il tutto per arrivare ad oltre 28 nodi, anche se l'autonomia di 7.000 mn a 16 nodi non è eccezionale, comprende in pratica una durata missione indipendente di 16 giorni a questa velocità. Ha una velocità relativamente elevata per permettere maggiore capacità di operare con aerei anche in assenza di vento, opera con mare anche oltre forza 6, grazie alle due coppie di pinne stabilizzatrici attive, e poi ha due eliche di manovra a prua e poppa orientabili. Realizzata per operare con mezzi aerei, tra cui in futuro, se tutto andrà bene, anche i JSF, ha un equipaggio limitato di 530 elementi, 100 in meno del Garibaldi, per via dell'alta automizzazione raggiunta specie grazie ad un sistema PMS di gestione della piattaforma per gestire l'impianto motore a distanza, come anche i generatori di energia elettrica e altro ancora, grazie a 30.000 punti di monitoraggio. La nave di per sè ha sette zone di sicurezza in cui si dividono i suoi interni, ha capacità di operare in ambiente NBC e un sistema di degaussing automatico. Per il resto la CAVOUR è tutt'altro che stealth, anche se le pale dell'elica non dovrebbero causare alcuna cavitazione. Gli alloggi sono stati molto meglio curati rispetto alle navi 'tutte denti' della MM di anni fa, ora che le dimensioni sono aumentate, i sistemi d'arma diminuiti e così l'equipaggio, non più costituito da sguatteri najoni nemmeno in piccolo numero. La Fincantieri ha adottato soluzioni derivate dalle sue navi di crociera, per cui gli ufficiali hanno camere singole o doppie con servizi, e gli altri hanno al massimo stanze da 4 posti, e solo il S.Marco ha camerate per i suoi eventuali spiegamenti operativi, con strutture da 21 letti e servizi multipli. I servizi associati alle camerate sono utili sopratuttosoprattutto considerando la presenza di personale femminile.
 
Quanto alle capacità di combattimento, la CAVOUR ha un equipaggio complessivo di 1.210 effettivi e questi sono rappresentati nel dettaglio da 451 marinai, 203 per il gruppo di volo, 140 del comando complesso per la quale la nave è stata pensata (come nave ammiraglia di task-forces), 325 effettivi per gli sbarchi e altri 91 in opzione ma per compiti particolari. Dopotutto anche la Garibaldi, a suo tempo, si diceva che potesse alloggiare 600 soldati per previ periodi, anche se la cosa apparentemente non si è mai concretizzata. In ogni caso la vera forza della nave ovviamente sta nei mezzi aerei, dai CH-47 dell'Esercito ai futuri JSF, anche se inizialmente ci saranno i pochi AV-8 e EH101, quest'ultimi però presenti anche nella versione, poco conosciuta, AEW, con un radar Selex-Galileo HEW-784 e link 11 (i 16 solo in futuro). Gli Harrier, armati con Sidewinder, da qualche anno hanno anche gli AIM-120B, bombe JDAM LGB guidate dal pod Litening II, mentre gli AW-101 standard hanno siluri e missili Marte ultimo modello, In tutto ci sono 8 spot per velivoli operativi e uno per elicotteri SAR e collegamento. Le capacità di carico come si diceva non sono eccezionali, nonostante tutto: fino a 18 apparecchi, che sono non tanto meglio di quanto fa la GARIBALDI (circa 14-16), mentre è possibile imbarcare 100 veicoli leggeri, o 50 corazzati, o 24 carri Ariete. VI sono due sale operatorie e un ospedale attrezzato in generale, con 40 posti letto e 82 di primo soccorso.