Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele: differenze tra le versioni
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Le IDF (Israel Defense Forces) sono tra le più rinomate forze armate a livello mondiale. Questo accade per molte ragioni, tra cui quella d'essere state protagoniste, nel bene e nel male, di numerose guerre e scontri armati che ne hanno fatto uno strumento efficiente e versatile, generalmente in anticipo nel trovare sia i problemi che le soluzioni delle tattiche e tecnologie belliche. Per esempio, furono i jet e i carri israeliani che soffrirono dello shock missilistico durante le prime fasi della guerra del Kippur del '73, mentre 6 anni prima, l'affondamento dell'Eilat fu l'inizio di una nuova era della guerra sui mari, quella dei missili. Quelle stesse armi, però, vennero sconfitte nel '73 (vedi [[w:Battaglia di Lakatia|Battaglia di Lakatia]]), mentre i SAM siriani nell'82 vennero sconfitti duramente, così come i team di cacciacarri siriani e dell'OLP non riuscirono ad arrestare le colonne dei carri che penetravano massicciamente nel Libano del Sud. Tutto questo fu possibile grazie all'apprendimento dai propri errori e dai progressi nemici, con una notevole flessibilità operativa che già dopo i primi giorni della guerra del Kippur consentì quasi di annullare l'originale sorpresa tattica degli arabi. Nel 1982, quegli stessi SAM (e anche tipi più moderni) che annientarono dozzine di aerei israeliani, vennero distrutti nella valle della Bekaa senza nemmeno una perdita. Ma in seguito le cose sono cambiate. Scomparsi i grandi nemici 'convenzionali', cominciando dall'Egitto (accordi di Camp David), la relativa debolezza siriana (la cui capitale Damasco è letteralmente sotto tiro dell'artiglieria israeliana), la scomparsa del regime di Saddam Hussein, l'unica vera problematica di Israele e la sua sicurezza resta la [[w:Questione Palestinese|Questione Palestinese]].
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Dato che il Bf-109 fu prodotto in quantità appena inferiori a quelle dello Il-2 e di tutti i caccia Yak messi insieme, non stupirà che la carriera si prolungò anche oltre la disfatta della II GM. E uno dei clienti fu proprio Israele, nonostante che lo 'Stato Ebraico' era fatto dalla stessa gente perseguitata dal regime di cui il Bf-109 era uno dei simboli e delle ragioni del successo. Spagna e Cecoslovacchia continuarono a produrlo, grazie alla notevole semplicità costruttiva, ma l'irreperibilità del motore DB originario rese necessario ricorrere ad un nuovo motore, fattore di grande importanza. Del resto vi era una lunga discendenza: il DB-601/605 era derivato dal R.R. Kestrel da cui discendeva anche il Merlin. Questo divenne il motore dei Buchon spagnoli, ma i Cecoslovacchi erano sotto controllo sovietico e non fu possibile fare altrettanto. Ironicamente, l'URSS nel frattempo ricevette i motori a reazione dei tipi più moderni, Nene e Derwent. Prima l'Avia fece volare un prototipo con i DB-605AM da 1.650 hp, il 22 febbraio 1946, a tutti gli effetti un Bf-109G-14, ma designato Avia S-99 e prodotto in appena 29 esemplari e due CS-99 da addestramento (praticamente i G-12). Ma poi vi fu un grave incidente: lo stabilimento dove erano costituiti i DB-605 venne distrutto da un incendio e così lo stock di guerra venne rapidamente esaurito. Ma c'era la seconda scelta, lo Junkers Jumo di cui i Cecoslovacchi pure avevano prodotto esemplari durante la guerra, come del resto i Bf-109 e i motori. Il motore è stato fatto per gli He-111H, ed azionava un rotore con larghe pale di legno, tripala e a larga corda, che girava lentamente grazie ad un riduttore. Ma questo motore non era adatto per un caccia, il cui pilotaggio diventava piuttosto difficile per via della coppia, nulla in un bombardiere bimotore. Il prototipo volò il 24 aprile 1947 chiamato S-199, non era il meglio, ma era quello che si poteva ottenere. I 1.200 hp del motore non comprendevano il cannone-motore come i DB- perché non c'era la predisposizione. Così vennero conservate le due 13 mm MG131 e i due pod di cannoni R6 con armi da 20 mm del Bf-109G-6. Ne vennero prodotti ben 450 nel 1947-48 solo considerando i monoposto ma non mancarono nemmeno 82 esemplari CS-199. Rimasero in servizio fino al '57, usati oramai solo come addestratori visto che oramai i caccia di punta erano i MiG-15 e 17.
Dato che la Risoluzione 181 dell'ONU autorizzava, il 29 novembre 1947, la fine del mandato britannico sulla Palestina e la conseguente nascita di due stati, uno ebraico e uno arabo. Purtroppo già questo era un problema, perché da solo e dall'inizio stabiliva una matrice etnico-razziale della geopolitica della regione, che di fatto ha causato solo una guerra continua. I sionisti dichiararono il 14 maggio 1948 l'indipendenza di Israele, ma le nazioni arabe vicine intervennero con gruppi d'interventi irakeni, siriani, giordani ed egiziani; siriani e
==1956==
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* 45 IAI (Fouga/Heinkel) Magister<ref>Sgarlato, Aerei Nov 1991, come anche per parte delle informazioni sottostanti</ref>
Quest'anno fu di cruciale importanza per l'intero Medio Oriente. La ragione fu la famosa guerra 'preventiva' che consentì ad Israele di sconfiggere nazioni coalizzate contro di lui e molto superiori nel loro complesso. Un attacco preventivo altamente efficace rese possibile tale successo: l'Operazione Moked<ref> vedi
L'ostilità tra Israele e gli stati arabi, che continuavano a vederlo come un 'corpo estraneo' nel tessuto socio-politico mediorientale, non era affatto passata con la guerra del '56, che anzi aumentò il risentimento arabo verso Tel Aviv. Nell'autunno 1966, Egitto e Siria unirono i loro sforzi contro il nemico comune, in maniera finalmente coordinata, con un patto di mutua assistenza. Israele era più forte della Siria, ma non necessariamente dell'Egitto. Per mantenere un vantaggio strategico decisivo venne portato avanti il programma nucleare, che proprio attorno al '67 permise di realizzare le prime 'atomiche' di Tel Aviv. Il 7 aprile ricominciarono gli scontri con la Siria, che perse sul lago di Tiberiade, nel maggio successivo, sei dei suoi nuovissimi MiG-19 ai Mirage israeliani. Damasco si appellò con durezza all'Egitto, il quale venne informato da Mosca (in maniera falsa) che delle brigate israeliane stavano avanzando vicino alle alture del Golan.
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L'idea non era recente, visto che se ne cominciò a parlare nel '63, specificatamente contro l'Egitto. Lo stesso Douhet aveva teorizzato di distruggere le aviazioni nemiche al suolo, già nel '21. Ma per realizzare in concreto tale proposito ci volle un piano dettagliato e altamente segreto. Già con gli S.199 si era pensato ad un'azione che ripetesse i successi tedeschi (incluso quello della 'Bodenplatte' del gennaio '45), contro El-Arish e gli aerei della EAF ivi basati. Nel '56 si tornò sul tema, ma in concreto furono gli Alleati europei a fare 'il lavoro'. Poi, il piano Moked vero e proprio, che oltre ad un nome ha anche un padre: tale Rafi Harlev, Responsabile ufficio operazioni della HHA, aiutato da Rafi Savron e Yak Nevo.
Le forze arabe all'epoca dell'attacco erano stimate in 105.000 soldati, 550 carri e 120 aerei per la Siria, 12.000 uomini, 130 carri e 35 aerei per il Libano, 75.000 uomini, 630 carri e 200 aerei per l'Irak; 58.000 uomini, 200 carri e 30 aerei per la Giordania; 50.000 uomini, 100 carri, 40 aerei per l'Arabia Saudita, e
Per ottenere un successo senza sguarnire la propria difesa, era necessario attaccare prima l'Egitto, resistendo i contrattacchi dei suoi Alleati, e poi occuparsi anche di loro. Per attaccare molti obiettivi, era necessario usare formazioni piccole. Ma quanti sarebbero stati gli aerei necessari per la difesa? Questo era un grosso problema, perché se si aumentavano troppo, poi si indebolivano le forze attaccanti in maniera inaccettabile. Alla fine si decise così: 12 Mirage III e il MiG per la difesa aerea, assieme ai cannoni come i Bofors e ai nuovi missili HAWK.
Le pattuglie di caccia israeliani dovevano attaccare le piste e inutilizzarle, ma
Per avvicinarsi senza destare l'attenzione degli Egiziani e dei loro radar, era necessario volare bassi. La missione era tale che adesso verrebbe pianificata con aerei come i Tornado IDS. Ma all'epoca non c'era nulla di simile in Medio Oriente. Proprio allora stavano esordiendo i primi F-111A in Vietnam (Operazione Combat Lancer), mentre da qualche anno esistevano i primi A-6 e Buccaneer, anche se queste erano macchine subsoniche. Gli Israeliani si dovettero arrangiare con quello che avevano. Il fatto di attaccare a bassa quota era rischioso per tante ragioni: il consumo di carburante era elevato, in caso di errori non c'era il tempo di evitare impatti al suolo e se la rotta era sbagliata non c'era il carburante per riprenderla e giungere sull'obiettivo. Ma così facendo si riusciva a piombare sul bersaglio senza essere notati. I radar sovietici, piuttosto arretrati, non erano particolarmente adatti a localizzare bersagli a bassa quota, e in ogni caso volare a circa 30 metri rende difficile anche al miglior radar disponibile localizzare l'attaccante, basti pensare all'attacco dei Sea Harrier contro Port Stanley il 1 maggio 1982 (12 aerei, tornati tutti indenni tranne uno colpito da un proiettile da 20 mm), nonostante che questa fosse difesa dal meglio della produzione europea (SAM Roland, 35 mm GDF, cannoni RH-202). Gli Argentini stessi avrebbero ottenuto successi anche maggiori con l'attacco radente alle navi inglesi (vedi Coventry e Ardent, per esempio).
L'attacco coordinato a bassissima quota era necessario
L'attacco doveva essere svolto senza intoppi, senza segnalare eventuali incidenti, senza interrompere la missione, in assoluto silenzio radio. Il briefing finale ebbe luogo alle 5 del mattino e i decolli iniziarono alle 7,10 su ordine del gen. Hod, capo della HHA all'epoca dei fatti. Ogni bersaglio era accuratamente pianificato dall'intelligence israeliana, al solito molto attiva e fondamentale per la riuscita. Gli aerei con il raggio d'azione più corto erano gli Ouragan e i Mystère IV, quindi vennero inviati sul Sinai; gli altri cacciabombardieri andarono nel delta del Nilo e l'Alto Egitto venne colpito dai Vautour. Possibilmente gli aerei più vecchi venivano tenuti lontano dalle zone dove potevano incontrare i MiG-21, ma non sempre fu possibile, così 4 Mirage vennero usati per la copertura ai meno recenti cacciabombardieri, rinunciando ai mitragliamenti. La localizzazione dei bersagli e i risultati dei danni inflitti erano compito del Mossad e dei ricognitori, ma a tutt'oggi si tratta di operazioni poco o nulla note. Per certo, persino gli spostamenti dei caccia egiziani di pochi giorni prima erano stati puntualmente segnalati. Però la mattina del 5 giugno si presentò un inconveniente non previsto: la foschia sul Delta del Nilo, che rischiò di far fallire l'azione. I piloti israeliani volarono ugualmente con ben pochi errori di navigazione, usando il tradizionale metodo prua-bussola-tempo, visto che non c'era modo di trovare nemmeno un appiglio tattico (una montagna, per esempio) che aiutasse ad orientarsi e l'INS era tutt'altro che diffuso. I cambi di obiettivo furono spesso fatti all'ultimo momento, e ai piloti arrivarono fino a 3 jeep con contrordini prima del decollo. Quanto allo schieramento egiziano, ad Abu Sueir, nella Air Base 229, c'erano i 21 Il-28 Beagle della No.61 Air Brigade, nonché uno squadrone di MiG-21. A Beni Suef c'erno alcuni Tu-16; a Meliz-Bir Gafgafa invece i MiG-19 del No.20 Sqn, un altro con i MiG-21, l'OTU dei Su-7 e forse alcuni MiG-17. A Bir Tmada il No.25 Sqn aveva i MiG-17, assieme ad alcuni Su-7 del No.55 sqn. L'aeroporto internazionale del Cairo venne attaccato ma per errore dato che non era un obiettivo pianificato; Cairo Ovest aveva invece i Tu-16 del No.65 sqn, di cui la 95a squadriglia con i missili AS-1 e forse AS-5; ad El-Arish c'erano i MiG-17F del No.18 Sqn, 2a Brigata aerea; base di El Fayid, No.40 Sqn della 5a A.B con i Mig-21, e i Su-7 della 1a AB con il No.55 sqn. Inchas aveva invece una brigata su MiG-21, a Jabel Libni c'era il No.23 Sqn con i MiG-15 bis, e a Karit i MiG-17F equipaggiavano il No.31 Sqn della 12a AB.
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La HHA ebbe perdite molto ridotte, subendo contro la Siria solo la distruzione di 2 Mystère.
Alle 16 iniziarono le operazioni della quarta ondata, sia contro bersagli egiziani, ma
Poi vi furono quasi esclusivamente missioni di appoggio all'esercito, eliminata l'aviazione nemica quasi al completo. Attacchi arabi vennero registrati allorché un Tu-16 irakeno colpì una fabbrica a Nethaniya, ma poi venne a sua volta colpito dalla contraerea. La rappresaglia fu un altro attacco, il giorno stesso (il 6 giugno) della base H-3, dove però i MiG-21 abbatterono due cacciabombardieri Vautour e i loro piloti vennero fatti prigionieri. Dal 7 giugno entrarono in azione i Su-7BM appena consegnati alla 12.a Divisione aerea, combattendo con una trentina di aerei dei quali 12 andarono distrutti entro la fine della guerra. Uno fu distrutto dal futuro asso degli assi israeliano, la sua prima vittoria. I 12 MiG-21 algerini andarono a rinforzare l'Egitto, ma tre di essi atterrarono il 7 giugno, alle 13, su El Arish. Non sapevano che era già caduta in mano israeliana e così i loro aerei vennero catturati (e almeno uno spedito negli USA, molto interessati all'epoca dato l'impegno in Vietnam). La HHA affermò che il 7 giugno abbattè due An-12 yemeniti e 6 caccia di scorta, con a bordo rinforzi egiziani e yemeniti. Ma non si sa se questo sia mai davvero successo. Alle 15 dell'8 giugno toccò alla USS Liberty, la famosa nave ELINT colpita ufficialmente 'per errore'.
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Quanto alle perdite e alle vittorie in combattimento, in questo scontro senza esclusione di colpi erano tutto sommato, numericamente poco importanti. Il rateo di vittorie: Mirage IIICJ 48:4 aerei, i Super Mystère 5:3, Mystère 3:1, Vautour 1:3, Ouragan 1:0. Questo totale è ridimensionato rispetto alle 77 vittorie inizialmente rivendicate, ma gli arabi non fecero solo da sparring-partners. 11 aerei israeliani più un dodicesimo perso per fine combustibile, furono le perdite complessivamente.
I 4 Mirage III vennero distrutti da un Hunter irakeno, da 2 MiG-21 e persino da un Su-7 egiziano. 3 Super Mystère sono andati distrutti da parte di due Mig-21 e un Mig-17; un Mystère per mano di un Hunter giordano, due Vautour distrutti da parte di altrettanti Hunter irakeni e uno da parte di un MiG-21. Il principale asso del conflito è stato Giora Roma, del No.119 Sqn, con 5 vittorie. Certo che questi numeri sono interessanti. Il totale delle vittorie è, sul versante arabo, appannaggio del MiG-21, con 5 vittorie, ma il vecchio Hunter segue con 4, mentre i MiG-15 e
Il Mirage IIICJ fu certamente la 'star' della guerra, ottenendo tutti i suoi successi con i soli cannoni da 30 mm. Rompendo definitivamente il monopolio delle super-potenze, l'export dei caccia francesi conobbe un improvviso picco e molte nazioni vollero l'aereo 'che vinse la guerra dei Sei giorni'. Difficile, in termini statistici, capire come sia stato possibile poi che gli Israeliani, nella successiva guerra del Kippur, dichiarassero un rapporto di abbattimenti/perdite passato da un onorevole 5:1 ad uno schiacciante 100:1, specie se si considera il livello di preparazione arabo, molto migliorato, e il vantaggio dell'iniziativa. Questi rapporti, contestati da studi più recenti (specialmente da Tom Cooper), sono generalmente basati solo su rapporti israeliani, che attribuiscono quasi tutte le perdite alla contraerea e quasi tutte le vittorie ai propri piloti.
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Le altre basi: Betset vicino al Libano, Biraneet, Ein Shemer, Haifa, Megiddo, Ovda (vicino al confine giordano), Palmachim (vicino Jaffa), Ramon (Negev), Sde Dov (Tel Aviv).
Quanto ai materiali di volo, esistevano qualche anno fa
Quanto alle capacità nucleari, esse sono ripartite tra i vari servizi, ma è
Al missile Lance, disponibile in qualche decina di esemplari, si affiancano i missili Jericho, originariamente Dassault MD.620 e noti anche come Luz YA-1: ce ne sarebbero 12-100 esemplari, con testate convenzionali da 250-500 kg e gittata di 450 km, ma sarebbe possibile anche una testata da 85kT. Questo missile, dalla lunga storia (risale ai tempi della collaborazione con la Francia), è seguito dal modello IIB che potrebbe essere nient'altro che l'MD.660 ovvero il precedente migliorato con sistma bistadio e gittata di 600 km, oppure il Luz YA-3A che è la versione MRBM da 1.500 km di gittata, del vettore spaziale Shavit. Anche qui non si sa quanti ve ne siano in servizio: forse fino a 50. Non si sa niente di preciso nemmeno dell'esistenza del Popeye Turbo o di una versione nucleare dell'Harpoon, ma un certo tipo di missile sarebbe stato sperimentato già nel 2000. Inutile sperare in conferme precise da parte di Israele: mentre di altre nazioni, dei loro programmi WMD si sa tutto o quasi, anche quando in realtà non c'era nulla da sapere (Irak), Israele non ha problemi a difendere la privacy di informazioni che pure sono fondamentali per gli equilibri dell'intero Medio Oriente<ref>Sgarlato, Nico: ''HHA'', Aerei mar-apr 2005</ref>.
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====Bombe guidate a metà anni '90<ref>RID set 1995</ref>====
Nel settore armi guidate è apparso anche Israele, con una schiera di armi sempre più nutrita con il passare degli anni, onde aumentare l'efficacia dei suoi aerei e anche l'indipendenza da fornitori esteri (USA). La GRIFFIN è stata realizzata dalla IAI per bombe Mk 80, con portata di 9 km e precisione di 8 m, pare che già nel 1989 fosse in servizio con la IAF e con altri 4 'clienti'. Poi nel 1987 venne presentata la GUILLOTINE, con un CEP ridotto a 2 m e con capacità di colpire ad alto angolo d'impatto (45°) le superfici orizzontali, massimizzando l'effetto contro vari tipi di obiettivi;
== Note ==
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