Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele: differenze tra le versioni

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Le IDF (Israel Defense Forces) sono tra le più rinomate forze armate a livello mondiale. Questo accade per molte ragioni, tra cui quella d'essere state protagoniste, nel bene e nel male, di numerose guerre e scontri armati che ne hanno fatto uno strumento efficiente e versatile, generalmente in anticipo nel trovare sia i problemi che le soluzioni delle tattiche e tecnologie belliche. Per esempio, furono i jet e i carri israeliani che soffrirono dello shock missilistico durante le prime fasi della guerra del Kippur del '73, mentre 6 anni prima, l'affondamento dell'Eilat fu l'inizio di una nuova era della guerra sui mari, quella dei missili. Quelle stesse armi, però, vennero sconfitte nel '73 (vedi [[w:Battaglia di Lakatia|Battaglia di Lakatia]]), mentre i SAM siriani nell'82 vennero sconfitti duramente, così come i team di cacciacarri siriani e dell'OLP non riuscirono ad arrestare le colonne dei carri che penetravano massicciamente nel Libano del Sud. Tutto questo fu possibile grazie all'apprendimento dai propri errori e dai progressi nemici, con una notevole flessibilità operativa che già dopo i primi giorni della guerra del Kippur consentì quasi di annullare l'originale sorpresa tattica degli arabi. Nel 1982, quegli stessi SAM (e anche tipi più moderni) che annientarono dozzine di aerei israeliani, vennero distrutti nella valle della Bekaa senza nemmeno una perdita. Ma in seguito le cose sono cambiate. Scomparsi i grandi nemici 'convenzionali', cominciando dall'Egitto (accordi di Camp David), la relativa debolezza siriana (la cui capitale Damasco è letteralmente sotto tiro dell'artiglieria israeliana), la scomparsa del regime di Saddam Hussein, l'unica vera problematica di Israele e la sua sicurezza resta la [[w:Questione Palestinese|Questione Palestinese]].
 
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Dato che il Bf-109 fu prodotto in quantità appena inferiori a quelle dello Il-2 e di tutti i caccia Yak messi insieme, non stupirà che la carriera si prolungò anche oltre la disfatta della II GM. E uno dei clienti fu proprio Israele, nonostante che lo 'Stato Ebraico' era fatto dalla stessa gente perseguitata dal regime di cui il Bf-109 era uno dei simboli e delle ragioni del successo. Spagna e Cecoslovacchia continuarono a produrlo, grazie alla notevole semplicità costruttiva, ma l'irreperibilità del motore DB originario rese necessario ricorrere ad un nuovo motore, fattore di grande importanza. Del resto vi era una lunga discendenza: il DB-601/605 era derivato dal R.R. Kestrel da cui discendeva anche il Merlin. Questo divenne il motore dei Buchon spagnoli, ma i Cecoslovacchi erano sotto controllo sovietico e non fu possibile fare altrettanto. Ironicamente, l'URSS nel frattempo ricevette i motori a reazione dei tipi più moderni, Nene e Derwent. Prima l'Avia fece volare un prototipo con i DB-605AM da 1.650 hp, il 22 febbraio 1946, a tutti gli effetti un Bf-109G-14, ma designato Avia S-99 e prodotto in appena 29 esemplari e due CS-99 da addestramento (praticamente i G-12). Ma poi vi fu un grave incidente: lo stabilimento dove erano costituiti i DB-605 venne distrutto da un incendio e così lo stock di guerra venne rapidamente esaurito. Ma c'era la seconda scelta, lo Junkers Jumo di cui i Cecoslovacchi pure avevano prodotto esemplari durante la guerra, come del resto i Bf-109 e i motori. Il motore è stato fatto per gli He-111H, ed azionava un rotore con larghe pale di legno, tripala e a larga corda, che girava lentamente grazie ad un riduttore. Ma questo motore non era adatto per un caccia, il cui pilotaggio diventava piuttosto difficile per via della coppia, nulla in un bombardiere bimotore. Il prototipo volò il 24 aprile 1947 chiamato S-199, non era il meglio, ma era quello che si poteva ottenere. I 1.200 hp del motore non comprendevano il cannone-motore come i DB- perché non c'era la predisposizione. Così vennero conservate le due 13 mm MG131 e i due pod di cannoni R6 con armi da 20 mm del Bf-109G-6. Ne vennero prodotti ben 450 nel 1947-48 solo considerando i monoposto ma non mancarono nemmeno 82 esemplari CS-199. Rimasero in servizio fino al '57, usati oramai solo come addestratori visto che oramai i caccia di punta erano i MiG-15 e 17.
 
Dato che la Risoluzione 181 dell'ONU autorizzava, il 29 novembre 1947, la fine del mandato britannico sulla Palestina e la conseguente nascita di due stati, uno ebraico e uno arabo. Purtroppo già questo era un problema, perché da solo e dall'inizio stabiliva una matrice etnico-razziale della geopolitica della regione, che di fatto ha causato solo una guerra continua. I sionisti dichiararono il 14 maggio 1948 l'indipendenza di Israele, ma le nazioni arabe vicine intervennero con gruppi d'interventi irakeni, siriani, giordani ed egiziani; siriani e sopratuttosoprattutto Egiziani avevano una componente aerea: la Siria aveva 20 T-6 Harvard comprati nel '47 ed adattati al bombardamento in picchiata; gli Egiziani ad El Arish spostarono la loro potente aviazione, certamente l'unica nazione araba con una efficace aviazione: molti Spitfire e C-47 adattati al bombardamento; aveva infatti tra l'altro 21 Spit Mk V nel febbraio 1945 e 41 Mk IX nel 1946-47. Gli Israeliani avevano la disperata necessità di aerei cercando di comprare 50 P-40 sudafricani e 25 P-47 messicani, ma nel '47 la cosa non era andata in porto. Però alla fine dell'anno l'Avia offrì all'Haganah gli S-199 e questi vennero subito accettati. Nell'aprile successivo venne stabilito un prezzo che per 10 aerei era equivalente a 1,57 mln attuali di dollari USA (per ciascun aereo), e opzione per altri 15 aerei. Gli aerei dovevano essere portati dai C-54 (uno smontato) e C-46 (metà aereo a viaggio). Il sei maggio 1948 10 piloti di cui 2 volontari americani e il resto ebrei, vennero mandati a Ginevra per poi andare in Cecoslovacchia. Dato l'attacco degli spit Egiziani del 18 maggio ad una stazione di autobus a Tel Aviv, che uccise oltre 40 persone, il programma venne accelerato e il 20 arrivò un C-54 con un S-199 e due piloti. Pochi giorni dopo c'erano già 5 caccia con matricole tra D-101 e 105 e il 29 maggio attaccarono con bombe da 70 kg sotto la fusoliera una forte colonna egiziana che si dirigeva a Tel Aviv; gli Egiziani si ritirarono dato lo shock dell'attacco aereo, ma il D-101 venne abbattuto con il pilota e il giorno dopo due aerei replicarono contro una colonna irakena, e anche qui con successo (forse determinanti in questi casi per salvare la principale città israeliana) e con la perdita del D-102. Il 31 maggio un altro ebbe danni al suolo da un attacco aereo che gli egiziani fecero come rivalsa. Il 3 giugno due C-47 scortati da due Spitfire stavano bombardendo Tel Aviv al crepuscolo, quando arrivò un S-199 pilotato da Mordechia Alon, e riuscì ad abbatterne almeno uno, e l'8 giugno venne anche abbattuto uno Spitfire della REAF. Il D-105 venne distrutto al suolo il 10 giugno e il D-106 andò perso l'11 per incidente e così fu con un certo sollievo che arrivò la tregua di 28 giorni in cui giunsero i 15 aerei del secondo lotto e venne costituito il 101 Sqn ad Hertzeliya che l'8 luglio aveva 6 aerei efficienti e 9 piloti. Il 9 ricominciarono i combattimenti, e gli Israeliani contrattaccarono su tre linee gli arabi. Il 10 un aereo andò perso, e l'11 vi fu un altro combattimento, in cui 2 S-199 attaccarono 2 T-6 siriani, i quali però erano stati armati con una 12,7 dorsale, il che fece finire lo scontro con una perdita per i T-6 ma anche una per gli S-199, secondo gli Israeliani pare che fosse stato abbattuto per errore dal suo stesso sincronizzatore di tiro, mal regolato. Di sicuro vi furono diversi aerei danneggiati alle eliche e così i piloti cominciarono ad usare solo i cannoni da 20 mm. Il 18 luglio, nonostante questo, gli S-199 vennero mandati all'attacco con bombe da 70 kg ma vennero attaccati da 2 Spitfire egiziani, che però, malgrado la loro superiorità tecnica, subirono una perdita. Il 19 luglio la 'guerra dei 10 giorni' terminò con una nuova tregua da parte ONU, però al solito venne usata solo per continuare a riarmarsi; la domanda per gli S-199 aggiuntiva venne respinta, all'epoca non ce n'erano più di una ventina per Israele; ma la Cecoslovacchia fornì gli Spitfire, circa una cinquantina di Mk IX revisionati, ovviamente subito accettati essendo largamente superiori e messi in servizio dal 5 agosto. Nel contempo l'Egitto siglò il 23 giugno un accordo con la Aermacchi per 24 MC-205 di cui 16 ex- MC.202 modificati, e ordinò anche 37 G.55 monoposto e 2 biposto. I primi arrivarono in Egitto nell'ottobre e presto schierati ad El Arish, dove combatterono dall'autunno, mentre i G.55 arrivarono nell'arco di un anno -ott 48/ott 49- ad Al Maza, ma non combatterono la guerra, così come i 12 G.55 chiesti ed ottenuti dalla Siria -gen-set 1949 ad Aleppo, usati solo come aerei d'addestramento. Mentre un gruppo di forze israeliane era bloccato nel deserto del Neghev, e abbisognava di un ponte aereo con i C-46, 47 e 54. Durante questa guerra gli S-199 abbatterono anche un DH-89A civile, mentre il 15 ottobre gli Israeliani attaccarono di nuovo con l'operazione Y'AV per liberare le forze bloccate a Beer Sheva, nel Neghev. Il 101 sqn partecipò con 7 S-199 e 4 Spitfire, oltre ad un primo P-51 arrivato di contrabbando. L'operazione d'attacco vide i C-46 e 47 israeliani scortati dagli S-199 e usati come bombardieri, rivendicando un abbattimento ma con 2 perdite per incidenti, tra cui quello in cui rimase ucciso l'asso Modi Alon, che aveva ottenuto 3 vittorie. Solo 5 esemplari erano ancora in linea degli S-199 e vennero a quel punto vietati gli attacchi al suolo con bombe, ma solo con i cannoni, ma anche così un altro aereo venne danneggiato irrimediabilmente dalla contraerea. Il 21 ottobre venne liberata la forza del Neghev, gli Egiziani si ritirarono ma una loro brigata venne isolata nella sacca di Faluja e questo provocò l'ennesima tregua, altro esempio di come questa guerra fosse troppo difficile da sostenere per i contendenti. Il 22 dicembre gli S-199 vennero relegati all'attività addestrativa, dopo il 26 dicembre vennero fatte le ultime missioni di guerra. Nel frattempo, gli Spit e i P-51 abbatterono 5 MC-205 e ne distrussero altri 2 al suolo, per cui anche con i nuovi caccia non vi fu molta molta differenza quanto a risultati ottenuti da una parte, e subiti dall'altra. Gli ultimi scontri si verificarono il 7 gennaio 1949 grazie ad un intervento pacificatore della Gran Bretagna. Il 19 maggio di quell'anno, appena un anno dopo l'arrivo, gli ultimi 5 S-199 vennero radiati e uno venne lasciato- era il D-120- come aereo per il museo dell'aviazione. Non fu una grande perdita per gli israeliani, anche se a suo tempo salvarono la situazione. Erano scarsamente affidabili, anche per la mancanza di manuali, per il tettuccio che si apriva di lato, poi modificato per lo scorrimento all'indietro da parte dell'Avia, ma non gli esemplari per Israele, il carrello era di carreggiata ridotta e il motorino d'avviamento era azionato con una manovella da azionare a mano, cosa lunga e piuttosto faticosa.
 
==1956==
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* 45 IAI (Fouga/Heinkel) Magister<ref>Sgarlato, Aerei Nov 1991, come anche per parte delle informazioni sottostanti</ref>
 
Quest'anno fu di cruciale importanza per l'intero Medio Oriente. La ragione fu la famosa guerra 'preventiva' che consentì ad Israele di sconfiggere nazioni coalizzate contro di lui e molto superiori nel loro complesso. Un attacco preventivo altamente efficace rese possibile tale successo: l'Operazione Moked<ref> vedi sopratuttosoprattutto Huertas, S.M.: ''Operation Moked'', Aerei luglio 1997</ref>.
 
L'ostilità tra Israele e gli stati arabi, che continuavano a vederlo come un 'corpo estraneo' nel tessuto socio-politico mediorientale, non era affatto passata con la guerra del '56, che anzi aumentò il risentimento arabo verso Tel Aviv. Nell'autunno 1966, Egitto e Siria unirono i loro sforzi contro il nemico comune, in maniera finalmente coordinata, con un patto di mutua assistenza. Israele era più forte della Siria, ma non necessariamente dell'Egitto. Per mantenere un vantaggio strategico decisivo venne portato avanti il programma nucleare, che proprio attorno al '67 permise di realizzare le prime 'atomiche' di Tel Aviv. Il 7 aprile ricominciarono gli scontri con la Siria, che perse sul lago di Tiberiade, nel maggio successivo, sei dei suoi nuovissimi MiG-19 ai Mirage israeliani. Damasco si appellò con durezza all'Egitto, il quale venne informato da Mosca (in maniera falsa) che delle brigate israeliane stavano avanzando vicino alle alture del Golan.
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L'idea non era recente, visto che se ne cominciò a parlare nel '63, specificatamente contro l'Egitto. Lo stesso Douhet aveva teorizzato di distruggere le aviazioni nemiche al suolo, già nel '21. Ma per realizzare in concreto tale proposito ci volle un piano dettagliato e altamente segreto. Già con gli S.199 si era pensato ad un'azione che ripetesse i successi tedeschi (incluso quello della 'Bodenplatte' del gennaio '45), contro El-Arish e gli aerei della EAF ivi basati. Nel '56 si tornò sul tema, ma in concreto furono gli Alleati europei a fare 'il lavoro'. Poi, il piano Moked vero e proprio, che oltre ad un nome ha anche un padre: tale Rafi Harlev, Responsabile ufficio operazioni della HHA, aiutato da Rafi Savron e Yak Nevo.
 
Le forze arabe all'epoca dell'attacco erano stimate in 105.000 soldati, 550 carri e 120 aerei per la Siria, 12.000 uomini, 130 carri e 35 aerei per il Libano, 75.000 uomini, 630 carri e 200 aerei per l'Irak; 58.000 uomini, 200 carri e 30 aerei per la Giordania; 50.000 uomini, 100 carri, 40 aerei per l'Arabia Saudita, e sopratuttosoprattutto 240.000 per l'Egitto, assieme a 1.180 carri e 450 aerei da combattimento. Israele aveva 264.000 uomini con i riservisti, 800 carri e 400 aerei in tutto (inclusi quelli non da combattimento). Da qui l'esigenza di colpire immediatamente con la massima forza, perché in uno scontro di logoramento la vittoria sarebbe stata impossibile: un vero gioco d'azzardo, giocando il tutto per tutto.
 
Per ottenere un successo senza sguarnire la propria difesa, era necessario attaccare prima l'Egitto, resistendo i contrattacchi dei suoi Alleati, e poi occuparsi anche di loro. Per attaccare molti obiettivi, era necessario usare formazioni piccole. Ma quanti sarebbero stati gli aerei necessari per la difesa? Questo era un grosso problema, perché se si aumentavano troppo, poi si indebolivano le forze attaccanti in maniera inaccettabile. Alla fine si decise così: 12 Mirage III e il MiG per la difesa aerea, assieme ai cannoni come i Bofors e ai nuovi missili HAWK.
 
Le pattuglie di caccia israeliani dovevano attaccare le piste e inutilizzarle, ma sopratuttosoprattutto distruggere le file di aerei ai loro lati. Prima dovevano usare le bombe, poi razzi e cannoni contro gli obiettivi 'morbidi'. Due o tre passaggi a fuoco, con un massimo registrato di 5 per le formazioni d'attacco. In teoria avrebbe dovuto essere lasciata intatta una parte delle piste per permettere l'arrivo della 55a Brigata paracadutisti ed occupare direttamente le basi, cosa che non venne attuata dati i successi a terra molto rapidi. Il calcolo era estremamente cinico: per distruggere l'80% degli aerei nemici si stimavano perdite proprie di circa il 25%. Gli Egiziani si aspettavano l'attacco israeliano, ma ritenevano di cavarsela con appena il 20% delle perdite.
 
Per avvicinarsi senza destare l'attenzione degli Egiziani e dei loro radar, era necessario volare bassi. La missione era tale che adesso verrebbe pianificata con aerei come i Tornado IDS. Ma all'epoca non c'era nulla di simile in Medio Oriente. Proprio allora stavano esordiendo i primi F-111A in Vietnam (Operazione Combat Lancer), mentre da qualche anno esistevano i primi A-6 e Buccaneer, anche se queste erano macchine subsoniche. Gli Israeliani si dovettero arrangiare con quello che avevano. Il fatto di attaccare a bassa quota era rischioso per tante ragioni: il consumo di carburante era elevato, in caso di errori non c'era il tempo di evitare impatti al suolo e se la rotta era sbagliata non c'era il carburante per riprenderla e giungere sull'obiettivo. Ma così facendo si riusciva a piombare sul bersaglio senza essere notati. I radar sovietici, piuttosto arretrati, non erano particolarmente adatti a localizzare bersagli a bassa quota, e in ogni caso volare a circa 30 metri rende difficile anche al miglior radar disponibile localizzare l'attaccante, basti pensare all'attacco dei Sea Harrier contro Port Stanley il 1 maggio 1982 (12 aerei, tornati tutti indenni tranne uno colpito da un proiettile da 20 mm), nonostante che questa fosse difesa dal meglio della produzione europea (SAM Roland, 35 mm GDF, cannoni RH-202). Gli Argentini stessi avrebbero ottenuto successi anche maggiori con l'attacco radente alle navi inglesi (vedi Coventry e Ardent, per esempio).
 
L'attacco coordinato a bassissima quota era necessario sopratuttosoprattutto per la prima ondata, ma la seconda e la terza ondata avrebbero potuto attaccare da alta quota, data la fine dell'effetto sorpresa. Nonostante le tante illazioni della stampa sulle 'armi segrete israeliane' che consentirono il successo, l'unica veramente tale era la RPB della IMI e Matra, bomba antipista con paracadute stabilizzante e razzo che si accendeva imprimendo una elevata velocità per bucare il pavimento ed esplodere sotto di esso. Si trattava, grossomodo, di una Durandal, ma pur essendo capace di dissestare decine di m2, era anche una risorsa limitata. Anzitutto, ce n'erano solo 253, poi la resistenza aerodinamica era troppo elevata rispetto alle bombe normali e ciò riduceva il raggio d'azione. Già il primo giorno ne vennero lanciate 169 su bersagli importanti e non troppo lontani, come Cairo Ovest. Per il resto sarebbero stati usati i razzi da 68 mm e le bombe da 250 kg spolettate per ottenere i massimi effetti, mentre l'azione di mitragliamento era da farsi con i cannoni da 20 e 30 mm standard. Quanto alle ECM, si sa che ce n'erano e vennero usate, erano prodotte dalla Raphael, ma nemmeno decenni dopo il segreto è stato mai dissipato. I radar erano un obiettivo pagante, anche perché collegati sia ai caccia che alle batterie di SA-2 e flak. Ai radar egiziani si diede la sensazione che quel 5 giugno tutto andasse come al solito, con alcuni Magister che volavano le loro normali sortite addestrative. Altri, invece, stavano dirigendosi a bassissima quota per sorprendere 4 dei radar egiziani e metterli KO, un pò come faranno gli Apache con due postazioni irakene nel '91. Questi radar erano fondamentali, essendo nel Sinai. Certo che gli Egiziani a quel punto avrebbero 'mangiato la foglia', ma non potendo vedere nulla, non avrebbero saputo che pesci pigliare contro le formazioni israeliane. Gli sarebbe rimasta però una risorsa: quella di lanciare all'attacco i loro bombardieri, sia per sottrarli alla distruzione (il ricordo della catastrofe del '56 era ancora ben vivo) sia perché l'Egitto, con circa 30 Tu-16 e altrettanti Il-28 aveva la principale e più temuta forza da bombardamento dell'intero Medio Oriente, una minaccia tutt'altro che trascurabile.
 
L'attacco doveva essere svolto senza intoppi, senza segnalare eventuali incidenti, senza interrompere la missione, in assoluto silenzio radio. Il briefing finale ebbe luogo alle 5 del mattino e i decolli iniziarono alle 7,10 su ordine del gen. Hod, capo della HHA all'epoca dei fatti. Ogni bersaglio era accuratamente pianificato dall'intelligence israeliana, al solito molto attiva e fondamentale per la riuscita. Gli aerei con il raggio d'azione più corto erano gli Ouragan e i Mystère IV, quindi vennero inviati sul Sinai; gli altri cacciabombardieri andarono nel delta del Nilo e l'Alto Egitto venne colpito dai Vautour. Possibilmente gli aerei più vecchi venivano tenuti lontano dalle zone dove potevano incontrare i MiG-21, ma non sempre fu possibile, così 4 Mirage vennero usati per la copertura ai meno recenti cacciabombardieri, rinunciando ai mitragliamenti. La localizzazione dei bersagli e i risultati dei danni inflitti erano compito del Mossad e dei ricognitori, ma a tutt'oggi si tratta di operazioni poco o nulla note. Per certo, persino gli spostamenti dei caccia egiziani di pochi giorni prima erano stati puntualmente segnalati. Però la mattina del 5 giugno si presentò un inconveniente non previsto: la foschia sul Delta del Nilo, che rischiò di far fallire l'azione. I piloti israeliani volarono ugualmente con ben pochi errori di navigazione, usando il tradizionale metodo prua-bussola-tempo, visto che non c'era modo di trovare nemmeno un appiglio tattico (una montagna, per esempio) che aiutasse ad orientarsi e l'INS era tutt'altro che diffuso. I cambi di obiettivo furono spesso fatti all'ultimo momento, e ai piloti arrivarono fino a 3 jeep con contrordini prima del decollo. Quanto allo schieramento egiziano, ad Abu Sueir, nella Air Base 229, c'erano i 21 Il-28 Beagle della No.61 Air Brigade, nonché uno squadrone di MiG-21. A Beni Suef c'erno alcuni Tu-16; a Meliz-Bir Gafgafa invece i MiG-19 del No.20 Sqn, un altro con i MiG-21, l'OTU dei Su-7 e forse alcuni MiG-17. A Bir Tmada il No.25 Sqn aveva i MiG-17, assieme ad alcuni Su-7 del No.55 sqn. L'aeroporto internazionale del Cairo venne attaccato ma per errore dato che non era un obiettivo pianificato; Cairo Ovest aveva invece i Tu-16 del No.65 sqn, di cui la 95a squadriglia con i missili AS-1 e forse AS-5; ad El-Arish c'erano i MiG-17F del No.18 Sqn, 2a Brigata aerea; base di El Fayid, No.40 Sqn della 5a A.B con i Mig-21, e i Su-7 della 1a AB con il No.55 sqn. Inchas aveva invece una brigata su MiG-21, a Jabel Libni c'era il No.23 Sqn con i MiG-15 bis, e a Karit i MiG-17F equipaggiavano il No.31 Sqn della 12a AB.
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La HHA ebbe perdite molto ridotte, subendo contro la Siria solo la distruzione di 2 Mystère.
 
Alle 16 iniziarono le operazioni della quarta ondata, sia contro bersagli egiziani, ma sopratuttosoprattutto contro la Siria. La Siria qualche giorno dopo andrà vicina a cambiare la storia futura, allorché 2 MiG tentarono, senza successo, di abbattere l'elicottero dove volava Rabin, vicino al Golan.
 
Poi vi furono quasi esclusivamente missioni di appoggio all'esercito, eliminata l'aviazione nemica quasi al completo. Attacchi arabi vennero registrati allorché un Tu-16 irakeno colpì una fabbrica a Nethaniya, ma poi venne a sua volta colpito dalla contraerea. La rappresaglia fu un altro attacco, il giorno stesso (il 6 giugno) della base H-3, dove però i MiG-21 abbatterono due cacciabombardieri Vautour e i loro piloti vennero fatti prigionieri. Dal 7 giugno entrarono in azione i Su-7BM appena consegnati alla 12.a Divisione aerea, combattendo con una trentina di aerei dei quali 12 andarono distrutti entro la fine della guerra. Uno fu distrutto dal futuro asso degli assi israeliano, la sua prima vittoria. I 12 MiG-21 algerini andarono a rinforzare l'Egitto, ma tre di essi atterrarono il 7 giugno, alle 13, su El Arish. Non sapevano che era già caduta in mano israeliana e così i loro aerei vennero catturati (e almeno uno spedito negli USA, molto interessati all'epoca dato l'impegno in Vietnam). La HHA affermò che il 7 giugno abbattè due An-12 yemeniti e 6 caccia di scorta, con a bordo rinforzi egiziani e yemeniti. Ma non si sa se questo sia mai davvero successo. Alle 15 dell'8 giugno toccò alla USS Liberty, la famosa nave ELINT colpita ufficialmente 'per errore'.
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Quanto alle perdite e alle vittorie in combattimento, in questo scontro senza esclusione di colpi erano tutto sommato, numericamente poco importanti. Il rateo di vittorie: Mirage IIICJ 48:4 aerei, i Super Mystère 5:3, Mystère 3:1, Vautour 1:3, Ouragan 1:0. Questo totale è ridimensionato rispetto alle 77 vittorie inizialmente rivendicate, ma gli arabi non fecero solo da sparring-partners. 11 aerei israeliani più un dodicesimo perso per fine combustibile, furono le perdite complessivamente.
 
I 4 Mirage III vennero distrutti da un Hunter irakeno, da 2 MiG-21 e persino da un Su-7 egiziano. 3 Super Mystère sono andati distrutti da parte di due Mig-21 e un Mig-17; un Mystère per mano di un Hunter giordano, due Vautour distrutti da parte di altrettanti Hunter irakeni e uno da parte di un MiG-21. Il principale asso del conflito è stato Giora Roma, del No.119 Sqn, con 5 vittorie. Certo che questi numeri sono interessanti. Il totale delle vittorie è, sul versante arabo, appannaggio del MiG-21, con 5 vittorie, ma il vecchio Hunter segue con 4, mentre i MiG-15 e sopratuttosoprattutto i MiG-19 non ebbero successo alcuno; i MiG-17, in Vietnam temibili avversari, ebbero solo una vittoria, come i pesanti Su-7 (che abbatterono un F-6 anche durante la guerra del '71 in Pakistan). Inoltre gli Hunter ottennero qualche risultato anche negli attacchi al suolo, e infine va notato come essi fossero numericamente ben poco consistenti rispetto ai MiG: 12 comprati dal Libano, 19 dalla Giordania, 33 dall'Irak, e solo una parte ancora disponibile all'epoca dei fatti.
 
Il Mirage IIICJ fu certamente la 'star' della guerra, ottenendo tutti i suoi successi con i soli cannoni da 30 mm. Rompendo definitivamente il monopolio delle super-potenze, l'export dei caccia francesi conobbe un improvviso picco e molte nazioni vollero l'aereo 'che vinse la guerra dei Sei giorni'. Difficile, in termini statistici, capire come sia stato possibile poi che gli Israeliani, nella successiva guerra del Kippur, dichiarassero un rapporto di abbattimenti/perdite passato da un onorevole 5:1 ad uno schiacciante 100:1, specie se si considera il livello di preparazione arabo, molto migliorato, e il vantaggio dell'iniziativa. Questi rapporti, contestati da studi più recenti (specialmente da Tom Cooper), sono generalmente basati solo su rapporti israeliani, che attribuiscono quasi tutte le perdite alla contraerea e quasi tutte le vittorie ai propri piloti.
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Le altre basi: Betset vicino al Libano, Biraneet, Ein Shemer, Haifa, Megiddo, Ovda (vicino al confine giordano), Palmachim (vicino Jaffa), Ramon (Negev), Sde Dov (Tel Aviv).
 
Quanto ai materiali di volo, esistevano qualche anno fa sopratuttosoprattutto gli F-16, specie con la nuova versione d'attacco Soufa (tempesta) che altro non sono che gli F-16D Block 52 con speciali modifiche per aumentare la loro autonomia, mentre i vecchi F-16A e B, apparentemente mai ammodernati in maniera significativa, vengono passati progressivamente all'addestramento. Messi in riserva i Kurnass 2000 e tutti i vecchi F-4E e RF-4E, per il resto vi sono gli F-15C Akef (poiana), su di uno squadrone; gli A Baz (Falcone), su di un'altra unità analoga; gli F-15I Ra'am (tuono) equipaggiano un altro squadrone. Gli Kfir sono destinati alla vendita all'estero, come anche la maggior parte degli A-4 Ahit (avvoltoio), ora usati solo per l'addestramento avanzato. Gli AH-64A Peten (biscia) e D Saraf (serpente velenoso) nonché gli ultimi AH-1E e F Tsefa (vipera) sono protagonisti di numerose azioni 'mirate' come l'assassinio dello Sceicco Yasshin, ucciso con 3 missili Hellfire in un agguato teso dalle forze israeliane. I vecchi E-2C Hawkeye, protagonisti della vittoria del 1982 e di molte altre operazioni, sono stati venduti al Messico. I vecchi 'Daya' sono stati quindi sorprendentemente ritirati dal servizio, pur essendo ancora il velivolo di punta dell'USN. Il loro posto è stato preso da pattugliatori e aerei ELINT come gli RC-12D Kookya (cuculo), IAI 1124 Seascan (Shachaf, gabbiano), IAI-202 Arava, EC-130 E Aya (Condor), ma nessuno di questi aerei sembra davvero in grado di sostituire gli E-2. L'unico che poteva era il Boeing 707 con il radar a schiera Phalcon, però ad un certo punto non è stato più operativo. Per questo sono stati modificati in aerei AEW o ELINT 6 Gulfstream G.V, poi basati a Nevatim, assime al Transport Wing di Lod, quello con i C-130 del No.103 'The elephants' e No.131 'The yellow bird', nonché i Boeing 707 del No.120 'The international squadron'. Il comando aereo addestramento o Training Command ha radiato i vecchi Super Cub sostituendoli con i Grob G.120, ma aveva ancora gli IAI Tzukit, il clone dei Magister, anche se si sperava di toglierli dal servizio entro breve essendo del tutto obsoleti. I missili antiaerei ufficialmente presenti erano invece 35 lanciatori di Stinger, 8 batterie di Chaparral, ben 17 batterie di HAWK più 3 di Patriot e due di Hetz, l'antimissile israeliano Arrow 2 dallo sviluppo lungo e travagliato. Poi non vanno dimenticati i 'drones': Zahavan (conosciuto come IAI Scout), Chugla (Searcher), Cachileet (Hunter), Meyoromit (Silver Arrow), Hermes 450, e quest'elenco non è affatto completo visto che ne vengono fuori, apparentemente, a getto continuo. Dopotutto furono proprio i drones che attirarono in trappola le batterie siriane durante l'azione del 1982, fintando un attacco aereo che le incoraggiò ad accendere i radar di tiro e di scoperta aerea in massa, facendosi così 'notare' dagli F-4 con i missili ARM.
 
Quanto alle capacità nucleari, esse sono ripartite tra i vari servizi, ma è sopratuttosoprattutto l'HHA che ne ha interesse e beneficio. Il programma partì già nel 1949, l'anno dopo la fine della guerra d'Indipendenza, da parte del reparto noto come Hemed Gimmel, facente capo alla Difesa. Per almeno 11 anni esso rimase segreto e solo nel '68 comparve un rapporto CIA che mise nero su bianco la capacità israeliana di armarsi con ordigni nucleari. Questo però non mise affatto fine alle forniture di armi americane, che anzi continuarono imperturbabili. Il reattore di Dimona ha prodotto tanto plutonio, che si stima tra il 1974 e il 1986 che abbia consentito di far assemblare ben 75 cariche nucleari, le prime delle quali avevano 13 kT di potenza, proprio quella di Hiroshima. Ma oramai le stime parlano di 100-200 e persino oltre cariche atomiche o H disponibili. Un elemento inquietante fu l'esplosione, il 2 novembre 1966 ad Al Naqua, di una grande quantità di esplosivo, propedeutico forse alla sperimentazione di un innesco per armi nucleari. Non solo, ma mentre il programma nucleare israeliano, anche dopo 40 anni che è stato reso noto da rapporti dell'intelligence, resta fuori da ogni controllo internazionale (Israele non riconosce il trattato contro la proliferazione nucleare), c'è un fortissimo sospetto, per non dire una certezza, che abbia in realtà già sperimentato almeno un'arma nucleare. Questo sospetto è incentrato sul famoso test del '79 che venne fatto, ufficialmente dai Sudafricani, nell'Oceano Indiano. In realtà all'epoca c'era già una forte connessione tra Israele e Sud Africa e l'idea che fosse quantomeno un test congiunto tra le due nazioni è tutt'altro che infondata. Non solo, ma esiste anche un'altra possibilità: che in realtà gli USA siano stati fornitori diretti di armi nucleari B-61 o simili, forse con il sistema a doppia chiave (ovvero: l'arma non può essere usata senza l'autorizzazione del 'fornitore' tramite apposito codice d'attivazione), il che spiegherebbe per esempio, come mai non sia stato minimamente interrotto il traffico di armi verso Israele nemmeno dopo il rapporto CIA, mentre il Pakistan è stato subito messo sotto un pesante embargo di forniture militari che per esempio, gli ha precluso circa 70 F-16 già ordinati. Tra i vettori più accreditati vi sono i missili MGM-52C Lance, i missili balistici Jericho I e IIB, il missile Popeye Turbo, capace di essere lanciato anche da sommergibili. In effetti il Lance è stato in servizio in Israele con non meno di 18 lanciatori M572 e ufficialmente questo è dovuto all'uso di testate HE come l'APAM del tipo M251, in servizio anche negli USA e Paesi Bassi (fino a che il missile stesso è stato tolto dal servizio, dopo 18 anni di servizio, nel '91 dall'US Army a seguito della decisione di Bush Sr), che è capace, con ben 836 bombe a frammentazione da 470 grammi l'una, di saturare un'area del diametro di ben 820 metri. Questo, con un errore stimato di 455 m alla massima gittata, consente di eliminare obiettivi come postazioni della difesa aerea in zone specifiche, mentre la gittata di quest'arma, di 121 km con la testata nucleare da 10-100 kT M234, è possibile solo perché essa pesa 212 kg. La testata HE normale, da 454 kg, la riduce invece a 70 km. L'US Army aveva anche Lance con testate neutroniche W70-4. La Vought negli anni '80 stava già sviluppando un successore per un'arma che era sì precisa, ma pur sempre risalente al 1963-72 (anno in cui iniziò l'addestramento). Essa sarebbe stata più precisa di 6 volte, pur con gittata utile maggiore di tre volte, e con il carico aumentato del 30%. Il Lance ha avuto come equivalente l'SS-21 Scarab, peraltro assai più grosso; ma l'annullamento dei programmi missilistici ha comportato che l'unica arma simile entrata poi in servizio sia l'ATACMS, un 'quasi missile' lanciabile dall'MLRS (che attualmente dispone anche di razzi guidati da 227 mm 'Excalibur').
 
Al missile Lance, disponibile in qualche decina di esemplari, si affiancano i missili Jericho, originariamente Dassault MD.620 e noti anche come Luz YA-1: ce ne sarebbero 12-100 esemplari, con testate convenzionali da 250-500 kg e gittata di 450 km, ma sarebbe possibile anche una testata da 85kT. Questo missile, dalla lunga storia (risale ai tempi della collaborazione con la Francia), è seguito dal modello IIB che potrebbe essere nient'altro che l'MD.660 ovvero il precedente migliorato con sistma bistadio e gittata di 600 km, oppure il Luz YA-3A che è la versione MRBM da 1.500 km di gittata, del vettore spaziale Shavit. Anche qui non si sa quanti ve ne siano in servizio: forse fino a 50. Non si sa niente di preciso nemmeno dell'esistenza del Popeye Turbo o di una versione nucleare dell'Harpoon, ma un certo tipo di missile sarebbe stato sperimentato già nel 2000. Inutile sperare in conferme precise da parte di Israele: mentre di altre nazioni, dei loro programmi WMD si sa tutto o quasi, anche quando in realtà non c'era nulla da sapere (Irak), Israele non ha problemi a difendere la privacy di informazioni che pure sono fondamentali per gli equilibri dell'intero Medio Oriente<ref>Sgarlato, Nico: ''HHA'', Aerei mar-apr 2005</ref>.
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====Bombe guidate a metà anni '90<ref>RID set 1995</ref>====
Nel settore armi guidate è apparso anche Israele, con una schiera di armi sempre più nutrita con il passare degli anni, onde aumentare l'efficacia dei suoi aerei e anche l'indipendenza da fornitori esteri (USA). La GRIFFIN è stata realizzata dalla IAI per bombe Mk 80, con portata di 9 km e precisione di 8 m, pare che già nel 1989 fosse in servizio con la IAF e con altri 4 'clienti'. Poi nel 1987 venne presentata la GUILLOTINE, con un CEP ridotto a 2 m e con capacità di colpire ad alto angolo d'impatto (45°) le superfici orizzontali, massimizzando l'effetto contro vari tipi di obiettivi; sopratuttosoprattutto la portata di 30 km con sgancio da 12.000 m era interessante. La Rafael nello stesso anno, sempre al Bourget, presentò la bomba EOGB Pyramid, su base Mk-82; il peso totale era di 363 kg e precisione inferiore al metro, ma pare che il costo era elevato, oltre 100.000 dollari e così i quantitativi non pare siano stati elevati. Il successivo kit OPHER è stato messo a punto dalla ELBIT per le bombe Mk.82 ed è ben noto anche in Italia per essere stato comprato dall'AM (per gli AMX). Esso ha un livello di sofisticazione modesto, perché è destinato ad operare con piattaforme sofisticate, sì da ridurne la complessità. Il costo è di 50.000 dollari e quest'arma, che ha autoguida IR, venne ordinata dall'Italia nel 1992, mentre dal '93 venne realizzata, con scopi sopratuttosoprattutto controcarri, per la IAF, con tanto di versioni migliorate con coda ripiegabile per consentire più armi trasportate su di un solo pilone. I test di queste armi, che si sono dimostrate molto precise, hanno visto come vittime anche carri T-62 usati come bersagli.
 
== Note ==