Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iran-2: differenze tra le versioni

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Le industrie locali sono molto sviluppate, concentrate per lo più nel DIO, Defense Industries Organization, ma di questo abbiamo già parlato. In tutto sono circa 945.000 elementi più la polizia e la riserva. Le F.A. sono numerose, consistendo nell'Aviazione, marina, Esercito, e i Pasdaran, con le relative branche. In tutto vi sarebbero circa 820 mila effettivi nelle forze regolari, di cui 650.000 nell'esercito. La Marina della Repubblica islamica ha 70 mila effettivi e 100.000 sono nell'aviazione, da cui è stata filiata recentemente la Difesa aerea come unità indipentente e in stile sovietico. A questo si aggiungono circa 125 mila guardie rivoluzionarie (Pasdaran), che sono relativamenet poche, ma che controllano i volontari delle milizie Basij, un numero sterminato di persone (anche donne) che in caso di guerra totale formerebbero addirittura 2.500 battaglioni. Si tratta delle forze paramilitari più grandi del mondo e nell'insieme l'Iran è la nazione definita (dagli USA, precisamente dal gen. Abizaid) come la nazione più potente dell'aerea, inclusa la pur armatissima Arabia Saudita [[:w:en:Military of Iran]].
 
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Un risultato di tutto rispetto visto che fino all'era Pahlavi la Persia quasi non aveva u nesercito, formato poi rapidamente con l'aiuto occidentale. Furono poi britannici e sovietici ad invadere, senza quasi sforzo, la nazione nel '41, per i timori che potesse dare appoggio alle mire dell'Asse (dopo la rivolta irakena, la cosa era tutt'altro che improbabile, e i bersagli sarebbero stati i campi di petrolio del Caucaso). Nel dopoguerra, circa 1.500 iraniani supportarono l'Oman contro la ribellione del Dhofar (anni '60-70), vi furono missioni come quelle ONU in Congo e Golan, e poi il confronto sempre più aspro con l'Irak, culminato poi nella Prima guerra del Golfo. Attualmente l'Iran cerca di mantenersi con armi sia proprie che di fornitura orientale, per esempio 29 sistemi Tor-M1 (SA-15) recentemente comprati. Nel mentre, restano in alto mare altre importanti commesse, come gli S-300 (SA-10) che potrebbero difendere le installazioni strategiche (nucleari in particolare) dell'Iran, e per i quali ancora oggi (2010 nda) non c'è stata autorizzazione, date le fortissime pressioni americane e israeliane, il che fa presagire il concreto rischio di un'incursione aerea e missilistica contro l'Iran, oramai paventata da anni a questa parte.
 
Il budget non è così elevato, tanto che si parla di circa 91 dollari per abitante dedicati ogni anno alla Difesa, meno di qualunque altra nazione del Golfo, ma alta in termini assoluti data la popolazione complessiva. Il PIL è sacrificato in maniera marginale, tanto da essere tale valore (2,5%) superiore solo a quello dedicato dagli EAU alla Difesa, tra tutti gli Stati della regione. L'industria della Difesa contribuisce a far fruttare questi soldi spesi (quest'anno pare che l'Irak spenderà più denari dell'Iran per il settore militare, per esempio), anche nel settore tecnologico e commerciale. Già nel '73 nacque la IEI, Iran Electronics Industries, e ben presto vennero fuori altri importanti realtà per supportare l'ammontare di armi disponibili e produrne delle altre. Tra le iniziative della prima fase, la copiatura di BM-21, SA-7 ed RPG-7, tutte armi orientali ma diffuse ed apprezzate anche nell'occidentalizzato Iran. Prima, negli anni '70, gli affari iraniani erano stati sopratuttosoprattutto con l'Occidente, tanto che i soli acquisti negli USA arrivarono a 8 mld e molto di più era previsto in futuro, tanto da allarmare il Congresso americano che rinforzò una legge sull'export del '68 ridenominandola Arms Export COntrol Act, ma non fermò totalmente la marea di armi americane che le industrie erano ben felici di riuscire a piazzare, per non dire di quelle europee. Per esempio la Grumman era riuscita nell'impresa di piazzare il proprio F-14, aereo costosissimo per l'epoca, battendo la MDD con l'F-15 e conquistando un po' di ossigeno, a maggior ragione necessario dopo la frenata delle spese militari post-Vietnam. Negli anni della guerra, supportato solo da pochi (Cina, Libia, Corea del Nord), l'Iran si è degradato notevolmente quanto a capacità, ma ha fatto di necessità virtù e dagli anni '90 ha cominciato a fabbricare anche armi e sistemi importanti, come radar e carri armati. Per non parlare dei missili, una proliferazione impressionante di tipi, dai razzi d'artiglieria e controcarri a quelli balistici a medio raggio. Ora vi sono anche gli UAV, uno dei quali usato (venne abbattuto) anche su Israele, e un altro, nel 2006, spiò senza essere avvistato la potente portaerei USS R.Reagan per 25 minuti, prima di ritornare alla base. I programmi missilistici iraniani sono un continuo allarme per l'Occidente, sopratuttosoprattutto quando nel novembre 2006, durante le esercitazioni di quell'anno, vennero tirati tra l'altro missili Shahab-2 e 3, e sebbene queste armi non superino i 1.400 km di portata, e non abbiano testate più pericole di quelle a submunizioni, pare che vi siano programmi per lanciare anche missili intercontinentali, come il progetto Ghadr-110 da circa 3.000 km. Del resto, avendo l'Iran la capacità di lanciare satelliti (progetto IRIS) la possibilità di un 'doppio uso' dei vettori è praticamente implicita.
 
Quanto alle armi speciali, ovvero le WMD, nonostante le varie accuse, sopratuttosoprattutto israliane, sul loro sviluppo, nel 2006 la IAEA non trovò evidenza dello sviluppo di ordigni nucleari da parte delle pur consistenti infrastrutture nucleari iraniane. Del resto Israele non permette a nessuno di visitare le proprie ed è noto per possedere un ammontare non dichiarato di ordigni atomici e resta per ora l'unica potenza nucleare della regione. Le armi chimiche sono state dichiarate inammissibili almeno con la convenzione firmata nel 1997, e gli Iraniani non hanno nessuna simpatia per tali armi che a loro causarono innumerevoli perdite e sofferenze, tanto che, contrariamente a tante altre nazioni che invece sono interessate a sviluppare le capacità nel settore, si sono dichiarati apertamente contari al loro uso e produzione e non sono noti utilizzi o anche produzioni iraniane. Del resto, vi sono ancora oggi circa 30 mila iraniani che hanno le conseguenze, spesso con esiti letali, delle armi chimiche usate dagli irakeni per arrestare le 'ondate umane' di iraniani. I medici iraniani sono con ogni probabilità i più esperti nel settore, specie con le conseguenze del 'gas mostarda' ampiamente usato dagli irakeni, a loro volta forzati a queste soluzioni data l'inferiorità numerica (l'Iran è 3 volte più popoloso dell'Irak). Quanto alle armi biologighe, queste vennero messe fuori legge già ne 73 mentre al contempo sono presenti dei programmi avanzati per la produzione dei vaccini, anche destinati all'export, per controllare eventuali problemi di questo tipo. Naturalmente è estremamente pericoloso lavorare con i bacilli e si fa presto a sviluppare armi biologiche, anche in maniera inconsapevole, con il loro maneggio. In tal senso le armi biologiche sono forse e di gran lunga le più pericolose, capaci di sviluppare infezioni anche letali e persino pandemiche (vi sono state molte voci, per esempio, sull'origine dell'AIDS/HIV). Se non altro, sono anche le più difficili da realizzare, a meno che non si disponga già degli organismi patogeni. Pare che nei mesi scorsi, terroristi islamici in Algeria sono rimasti uccisi da un'infezione a cui stavano lavorando in un laboratorio, forse la peste. Questo per dire come sia possibile a tutt'oggi lavorare su bacilli altamente patogeni e contagiosi in ogni angolo della Terra, e di come sia difficile contrastare tale minaccia.
 
 
===Aviazione (IRIAF)<ref>dati wiki.en e per l'OrBar, Scramble.nl</ref>===
La Persia ebbe nel 1923 eletto come primo ministro Reza Khan, nel '34 cambiò nome in Iran e durant la II GM venne invasa da britannici e sovietici subito dopo la rivolta irakena. Khan fu mandato in esilio in Sud Africa, ma il figlio, Ariamehr Mohamerd Reza Paklavi divenne il successore del padre e un convinto sostenitore dell'Ovest. Nel '51 però venne eletto Mohammad Mossadeq, democraticamente eletto, ma dato che voleva il controllo delle risorse petrolifere nazionali, a scapito delle 'potenze' esterne, queste pensarono bene di organizzare un colpo di stato rovesciandolo 27 mesi dopo, agosto 1953, mandando il fedele Reza nuovamente al potere. Questi divenne Shah e pensò di costruire una potenza militare senza paragoni nell'area, ma nel '79 venne cacciato via da una folla sempre più esasperata e violenta, contraria alla sua autocrazia e agli abusi della sua Savak, la temuta polizia segreta. I manifestanti erano felici di avere cacciato via lo Shah, che se ne andò con una serie di Boeing di cui uno pilotato da lui stesso, sebbene fosse già gravemente malato. L'occidentalizzazione sotto la sua influenza non durò più di lui: i rivoltosi erano entusiasti ma non erano organizzati, tranne il clero, che con il ritorno di Khomeini prese decisamente il potere, trasformando l'Iran in una nazione teocratica. Forse non sarebbe durato a lungo, ma l'attacco degli irakeni, a loro volta in difficoltà per i continui scontri al confine, compattò l'opinione pubblica contro l'invasore esterno, mandato dal 'Grande Satana' americano. Così, anche scomparso i l4 giugno 1989 Khomeini, poco dopo la fine della I Guerra del Golfo (e l'odiato nemico Saddam Hussein, il 'piccolo Satana'), il regime è rimasto, e sopratuttosoprattutto l'Iran è rimasto uno 'Stato canaglia', specialmente temuto per la probabile minaccia che eventualmente porrebbe ad Israele (che peraltro è già una nazione nucleare e missilistica). In questo ambiente, l'amministrazione Bush non è stata d'aiuto nello 'smorzare gli animi', esasperati ancora di più dalla battaglia di Gaza con cui praticamente si è inaugurata la presidenza Obama. Attualmente le cose sembrano andare meglio, e forse le peggiori previsioni, tra cui un attacco israeliano diretto ai reattori iraniani, non si verificheranno grazie alla manifesta opposizione di Obama (ricordata anche recentemente a Nyetanyhau). Staremo a vedere se l'attuale presidente Ahmajad riuscirà ad essere sufficientemente diplomatico ed evitare una guerra che nessuno sembra desiderare seriamente.
 
Le denominazioni delle F.A. persiane:
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Dopo l'inizio della guerra vi furono varie consegne occidentali, come 35 Pilatus PC-7 (da cui lo 'scandalo Pilatus', perché gli Svizzeri non erano autorizzati a fornire armi all'Iran in guerra e questi aerei potevano essere armati, sia pure leggermente), 15 PC-6 e 15 EMB-312, il tutto tra il 1983 e il 1990, ma a parte questo vi furono importanti forniture americane (che pare riguardarono anche fino a 23 cellule di F-4E) poi esplose con lo scandalo 'Irangate', che quasi mandò sotto inchiesta anche Reagan. I Cinesi ebbero meno problemi e fornirono tra l'altro F-7, HQ-2, missili antinave Silkworm e altro ancora, mentre dopo la guerra i Sovietici vendettero An-74, Su-24, MiG-29 e Il-76. Poi arrivarono oltre 100 aerei irakeni in fuga dall'Irak sotto bombardamento, di cui Mirage F.1, Su-24, MiG-29 e Su-25 sono stati messi in servizio, così come anche aerei come gli Il-76.
 
Mentre durante la guerra venne già appurato che gli iraniani erano riusciti a produrre parti di ricambio per gli F-14, per mantenerne alcuni in efficienza, e così è stato fino ad oggi. Gli americani si accorsero della 'persistenza' in servizio degli F-14 già negli anni '80, quando sospettavano un mercato illegale di parti di ricambio verso di questi (evidentemente tra i suoi aiuti non erano compresi i pezzi per gli F-14 e tantomeno le loro armi). Nel 2002, alla manifestazione aerea di Khoramshahr vennero rivelati nuovi mezzi, prodotti sopratuttosoprattutto dalla IAMI e dalle Guardie Rivoluzionarie:
 
*Il Simorgh, ovvero un F-5A e B convertito ad Isfahan
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Il contraltare dell'esercito regolare è la forza delle Guardie rivoluzionarie islamiche o '''Pasdaran''', che è solo uno dei vari nomi e denominazioni con cui sono conosciute. L'attuale comandante è Mohammed Ali Jafari e tra i suoi membri c'è stato anche l'attuale presidente Ahmadinejad, nella milizia Basij, che è una specie di branca dei Pasdaran. I Pasdaran sono circa 120.000 e hanno un loro ministero, unità navali e aeree e il controllo dei volontari della forza Basij. La forza di queste milizie popolari è molto consistente, numericamente parlando. In tutto sarebbero presenti circa 90.000 Basij più 300.000 riservisti e 11 milioni potenziali; la forza della marina dei Pasdaran è di circa 20 mila, le forze di terra sarebbero circa 125 mila (le stime sono piuttosto differenti tra le varie fonti) e non si sa bene quanto quelle navali. Tra le unità sono presenti fino a 20 divisioni (di mobilitazione), alcune brigate indipenenti e una di esse, in particolare, è un'unità aviotrasportata. Della Marina Pasdaran fanno parte anche circa 5 mila marine di una brigata, forti di 3 o 4 battaglioni e sopratuttosoprattutto usati per la difesa costiera (artiglierie e missili) ma anche con circa 50 mezzi navali d'attacco veloce e pattugliamento. L'aviazione dei Pasdaran ha anche il controllo dei missili balistici, con un totale di una brigata di Shahab-1 e 2 (18 lanciatori), e una di Shahab-3 (6 lanciatori con 4 missili di riserva l'uno). La forza missilistica è quindi nelle mani dei Pasdaran, e costituisce una grossa preoccupazione per le sue possibilità offensive con missili sempre più potenti. Importante è anche la Ghods Force, come è nota in occidente, una specie di successore delle Guardie imperiali, con circa 2-5 mila effettivi. Tra i compiti dei Pasdaran vi è anche quello della lotta ai narcotrafficanti locali (la droga è un problema molto serio in Iran) e il controllo dello stretto di Hormuz. I Pasdaran, formati da Khomeini nel '79, erano intesi come una specie di milizia personale, ma poi con la guerra divennero una forza campale che, sopratuttosoprattutto con i Basij, divenne nota per le sue tattiche di attacco con ondate umane, che risultavano usualmente in gravissime perdite contro gli irakeni, specie in occasioni come l'Operazione Ramadam, ovvero l'attacco contro la città irakena di Basrah. Noti anche per avere addestrato combattenti in Libano dopo l'invasione israeliana del 1982, presenza che non tutti apprezzavano, specie le milizie della destra cristiana (che sono poi quelle responsabili dei massacri di Sabra e Chatila). L'Iran ha continuato ad influenzare pesantemente l'area, dato che vede Israele come un bastione dell'ostile influenza dell'Occidente e degli USA in particolare. I Pasdaran, molto influenti in Iran, hanno visto anche molti futuri politici come l'attuale presidente Ahmadinejad, che vi prese servizio nel 1985 in Kurdistan, per poi essere trasferito nei servizi logistici. Quasi un terzo dei politici iraniani eletti nel 2004 avevano un passato da Pasdaran, così la cosa non stupisce più di tanto. Del resto, in Iran c'è poco spazio per altre strade, Pasdaran e clero sono le forze preponderanti nella società civile. E non solo per ragioni ideologiche: circa un terzo dell'economica del Paese è nelle loro mani, sotto forma di circa 100 compagnie e 12 mld di affari, inclusi ovviamente quelli relativi al petrolio. Dato che l'Iran è un Paese con forti problemi sia di corruzione che di libertà civili, i Pasdaran, così presenti nella sua vita quotidiana, non sfuggono certo ad una parte delle responsabilità di questa situazione.
 
Nel 2006 un Falcon dei Pasdaran è precipitato con la morte dei 15 occupanti, tra cui 12 comandanti. Questo disastro ha portato via anche la vita del gen. Ahmad Kazemi, il comandante delle foze di terra dei Pasdaran.
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===Armi, aggiornamento===
L'Industria della difesa iraniana è nata essenzialmente ai tempi dello Shah. Attualmente esporta ufficialmente circa 100 mln di dollari di armi (dati 2003) e offre una notevole varietà di prodotti, che al 2006 avevano trovato 57 nazioni tra i clienti. Nel '73 nacque la IEI per l'elettronica e l'assemblaggio di armi straniere, ma fu sopratuttosoprattutto dopo la Rivoluzione e le sanzioni economiche degli americani, e poi l'attacco irakeno, che venne organizzata un'industria che potesse produrre quanto necessario in casa propria, sopratuttosoprattutto per merito dei Pasdaran. Nel 2007 l'export militare iraniano è stato ufficialmente proibito da un'apposita sanzione ONU. I timori sono evidentemente politici, ma mentre con questa manovra si mira a togliere armi ad Hezbollah, dall'altra parte non si è convenientemente agito per ridurre le forniture di armi ad Israele, che invece è libero di comprare quanto gli interessa. Ufficialmente, in ogni caso, l'embargo sulle esportazioni di armi iraniane è motivato dalla ripresa dei programmi nucleari iraniani, peraltro non necessariamente miranti all'impiego militare.
 
 
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Tra i nuovi velivoli vanno citati senz'altro l'HEASA Azarakhsh, attualmente in servizio, sia pure in appena 11 esemplari prodotti (per giunta 6 di prima generazione, 4 di seconda e 1 di terza). Si tratta di un miglioramento dell'F-5E Tiger II e il suo nome in persiano sta per 'fulmine'. È un cccia leggero annunciato nel 1997 come primo successo iraniano nel settore. Tuttavia la produzione in serie non è ancora partita nel senso più letterale del termine, anche se è almeno dal 2000 che vengono annunciati in produzione di massa imminente. si tratta di un aereo semplice, ma di circa il 15-20% più grande del suo antenato diretto. SopratuttoSoprattutto, esso avrebbe il radar N-019 Topaz degli ultimi tipi di MiG-29.
 
Il suo successore, come si è detto sopra, è il Saeqeh, pare che sia entrato in servizio dal 2007 ma non si sa in quanti esemplari. Gli iraniani lo dichiarano comparabile all'F-18, ma se basti davvero dotare il disegno dell' F-15 di due derive anziché una per farne un Hornet è tutto da vedere. Al più potrebbe essere considerabile paragonabile all'YF-17, ma meno potente dato che i motori restano sempre grossomodo gli stessi.
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Lo Shafaq è invece un addestratore che per ora è stato realizzato in appena 3 esemplari, e quest'aereo ('Alba') è destinato a missioni simili allo Yak-130, AEM-346 e a qualche altro tipo orientale. Avrebbe sopratuttosoprattutto tecnologia russa e in parte indigena, e si parla anche di un rivestimento di materiale RAM. Il motore è però singolo, a differenza degli altri addestratori moderni che si rifanno alla scuola 'Alpha Jet', si tratta semplicemente del Klimov RD-33 con circa 5.100 kgs, in quanto privo di postbruciatore, adattato direttamente dal tipo usato dal MiG-29. Questo dovrebbe dare circa 16.800 m di tangenza e 1.150 kmh di velocità massima, con salita a un massimo di 110 m.sec. Naturalmente sarebbe previsto anche un cospicuo armamento, dato che dopotutto si tratta di un aereo potente quanto un AMX in termini propulsivi.
 
 
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In realtà il programma nucleare iraniano iniziò molto tempo prima, tanto che già il 1 luglio 1968 lo shah ratificò il tratto di non proliferazione nucleare, confermato anche con il governo rivoluzionario. La IAEA (l'organizzazione per l'energia atomica) ha continuato a monitorare l'Iran e a lavorare ed ispezionare i suoi impianti, ma non ha trovato evidenze di programmi nucleari, a parte dei fantomatici Progetti 110 e 111 per possibili testate, che però non paiono essere altro che ipotesi o quanto meno, sistemi abbandonati.
 
L'Iran dal canto suo continua ad esigere l'attività delle sue centrali, dichiarando contro i suoi principi religiosi l'uso di armi nucleari, mentre invece la sua popolazione, raddoppiata in meno di 20 anni, avrebbe bisogno di un maggiore sviluppo industriale ed energetico. Anche se l'Iran esporta molto petrolio, poi deve importare molto carburante raffinato con spese non indifferenti. Inoltre prima o poi il petrolio finirà e allora sarebbe meglio differenziare le fonti di energia per non trovarsi totalmente privi di energia. Bruciare petrolio per ricavare energia elettrica è uno spreco, insomma, mentre sarebbe ben più sensato esportarlo. ma per questo serve l'appoggio delle centrali nucleari. E mentre l'Iran è d'accordo con il trattato di non proliferazione (NPT), dall'altro canto accusa l'UE di non essere indipendente nel giudizio sulla questione, e sopratuttosoprattutto chiama Israele a sottoscrivere l'NPT e a concedere quello che all'Iran è praticamente imposto, ovvero l'ispezione negli impianti nucleari. Anzi, l'Iran ha dichiarato la sua volontà di supportare una zona libera da armi nucleari in tutto il Medio Oriente. Insomma, nucleare sì, ma per produrre energia e non bombe. L'11 aprile 2006 Ahmadinejad ha annunciato che l'Iran è riuscito ad arricchire l'Uranio del 3,5 % raggiungendo il gruppo di nazioni con capacità di produrre energia nucleare. E ha rilanciato durante la crisi del 2007: il 21 febbraio ha detto che sì, se l'Iran dovesse chiudere le sue industrie nucleari sarebbe disponibile a farlo, ma le nazioni che intavolano i dialoghi con l'Iran dovrebbero fare lo stesso. Ovviamente, gli USA non hanno accettato l'offerta, definendola 'falsa', ma chiedere ad una nazione di chiudere i propri impianti da parte di Paesi già nuclearizzati è stata ovviamente presa come un'azione arrogante e unidirezionale.
 
Russia e Cina si sono date molto da fare in termini diplomatici, pur ricordando che l'Iran ha firmato l'NPT. I Francesi, altra potenza nucleare, hanno avuto da affermare nel febbraio 2006 (da parte del ministro degli esteri) che non ci sono programmi nucleari civili che possano spiegare quello militare iraniano, per giunta clandestino. Chirac ha smorzato gli animi nel gennaio 2007 dichiarando che se anche l'iran avesse una bomba atomica, non potrebbe usarla, perché se lo facesse, 'la bomba non andrebbe 200 m fuori dall'atmosfera senza che la capitale Teheran venisse rasa al suolo', alludendo al non dichiarato arsenale nucleare israeliano.