Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Falklands: differenze tra le versioni

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Le '''[[w:Isole Falklands|Isole Falklands]]''' sono un arcipelago caratterizzato dall'essere costituito da due isole principali, la West e la East Falkland. Il capoluogo è nella East Falkland, [[w:Port Stanley|Port Stanley]], un piccolo centro abitato con un aeroporto, mentre altri ve ne sono a Dunnuse Head e Goose Green. La popolazione è scarsa e il clima risente molto della vicinanza al Circolo polare Antartico.
 
[[ImmagineFile:Falklandsmap san carlos landings.png|420px|left|]]
Le isole Falklands vennero scoperte dagli inglesi nel 1592, esattamente 100 anni dopo la scoperta delle Americhe, ma tale era la difficoltà di esplorarle e poco il valore attribuito che l'esplorazione iniziò solo nel 1594. Nel 1690 finalmente ebbero il loro nome definitivo, o meglio quello che attualmente le distingue, in onore del tesoriere della Marina Cary Falkland. Nel 1764 vennero occupate, dopo ben 164 anni dalla scoperta, dal francese de Boungainville, che le chiamò le Isole Malouines per via del fatto che la sua spedizione proveniva da St. Malò. La situazione però venne presto messa in discussione, perché nel 1765 sbarcarono gli inglesi.
 
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===La fine del Belgrano<ref>Dall'omonima voce di Wikipedia.it</ref>===
[[ImmagineFile:ARA General Belgrano underway.jpg|350px|left|]]
La ARA '''General Belgrano''' era in origine un incrociatore corazzato da 7.069 tonnellate costruito in Italia, completato nel 1899 e andato in disarmo nel 1948, che era quasi gemello dell'incrociatore della Regia Marina Garibaldi. Venne rimpiazzato da una nuova nave con lo stesso nome, che in realtà aveva cominciato la sua vita diversi anni prima, ma con la US Navy.
 
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Il secondo siluro colpì a circa tre quarti lungo lo scafo, appena fuori del limite inferiore della corazzatura verticale, il che fu determinante per il disastro. La torpedine penetrò infatti all'interno della sala macchine prima di esplodere. L'esplosione si sfogò verso l'alto attraverso due mense ed un'area ricreativa chiamata the Soda Fountain causando infine uno squarcio di venti metri sul ponte principale. Relazioni successive stimarono il numero di marinai intrappolati o uccisi nell'area dell'esplosione a circa 275 uomini. L'esplosione non causò incendi, ma la nave si riempì rapidamente di fumo. L'esplosione danneggiò l'impianto elettrico del Belgrano impedendo anche l'emissione di un segnale d'aiuto.
 
La paratia anteriore resse, ma l'acqua affluì dallo squarcio creato dalla torpedine e non poté essere pompata fuori a causa della mancanza di energia elettrica. La nave iniziò a sbandare a sinistra ed ad affondare di prua. Venti minuti dopo l'attacco, alle 16:24, il capitano Hector Bonzo ordinò all'equipaggio di abbandonare la nave. Vennero lanciate delle zattere gonfiabili e l'evacuazione iniziò senza panico. Tutto finì in esattamente 2 ore dal siluramento. Il personale del Belgrano era in gran parte di leva: ragazzi inesperti che non potevano gestire una situazione del genere, sopratuttosoprattutto senza elettrogeneratori funzionanti. Basti pensare ai gravissimi danni che un incrociatore come il BOLZANO subì da un altro siluro inglese dello stesso tipo, esattamente 40 anni prima, e all'esplosione del TRENTO a seguito dell'impatto di un altro Mk VIII.
 
Le due navi scorta erano inconsapevoli di quello che stava avvenendo al Belgrano, avendo perso il contatto visivo nell'oscurità e non avendo avvistato i razzi di soccorso ed i segnali luminosi. Ad aumentare la confusione, l'equipaggio del Bouchard udì un impatto che poteva essere la terza torpedine al termine della sua corsa (un esame successivo dello scafo mostrò un danno consistente con quello causato da una torpedine). Le due navi continuarono sulla loro rotta verso occidente ed iniziarono a lanciare cariche di profondità. Quando compresero che era successo qualcosa al Belgrano era già buio ed il tempo era peggiorato, disperdendo le zattere di salvataggio.
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====I cannoni navali<ref>Armi da guerra 124</ref>====
[[ImmagineFile:Cardiff_in_snow_storm_1982.JPG|330px|left|]]
L'Armada Argentina non ebbe praticamente modo di usare le proprie armi principali, così le proprie armi da 100, 114 e 127 mm (oltre ai 152 del Belgrano) giocarono un ruolo del tutto trascurabile, al limite giusto al momento dell'invasione dell'arcipelago. Quindi parleremo dell'artiglieria della Royal Navy.
 
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In tutto i SAM navali ebbero accreditate 11 vittorie, anche se la rivendicazione è difficile da comprovare. Al Sea Dart vennero dati 8 successi, poi ridotti a 5 più il Gazelle colpito per errore. Al Sea Wolf ne vennero dati 5, poi ridotti a 3 più uno probabile. Quando funzionò bene dimostrò un'eccezionale validità, ma spesso il freddo e forse anche altre ragioni causavano malfunzionamenti al computer di tiro e questo accadde spesso proprio durante gli attacchi argentini: se la Brilliant non avesse avuto problemi, non sarebbe stato impossibile annientare anche la seconda ondata di Skyhawk e con questo, mettere in forse la possibilità di continuare il contrasto delle navi inglesi. Tre aerei persi contro un caccia KO era accettabile, sei contro nessun risultato sarebbe stato un disastro, anche psicologico, per gli argentini. Gli improvvisi sganciamenti del sistema, a cui pare sia stato posto rimedio nel dopoguerra (come monito per eventuali altre 'iniziative' argentine) costarono molto caro alla RN, e solo per caso non costarono anche di più, dato che entrambe le Type 22 vennero graziate da bombe che gli rimbalzarono letteralmente addosso.
 
Il Seacat era troppo lento per inseguire i jet ad alte prestazioni, ma usato in massa, ottenne qualche successo e sopratuttosoprattutto contribuì a 'distrarre' i piloti durante la 'bomb run'. Il Sea Slug tirò in un'unica occasione, ma mancò il bersaglio.
 
Il Sea Dart non è stato il più numeroso e forse nemmeno il più efficace SAM britannico, ma non c'è dubbio che è stato il più importante data la sua capacità di difesa d'area. Esso è stato usato durante la guerra delle Falkands nel 1982 ed è stato accreditato inizialmente di 8 bersagli colpiti, incluso un Gazelle abbattuto per errore. Tra le vittorie quella contro un Learjet 35A da ricognizione, a 12.000 m, un Canberra alla stessa quota, un Puma dell'esercito argentino, abbattuto a sorpresa dall'HMS Coventry che si avvicinò a Pt. Stanley, e due Skyhawks. Queste sono le vittorie poi confermate, più il Gazelle. Peraltro pare che uno dei due A-4 fu abbattuto da una cannonata da 114 mm dell'HMS Avenger, che già in quello stesso giorno, il 30 maggio, riuscì nell'impresa di abbattere un Exocet. Altre vittorie potrebbero essere state ottenute contro gli A-4, in particolare il 9 maggio, quando sempre l'HMS Coventry sparò tre ordigni, ma questi erano diretti contro i Learjet dell' Esc Fenix, due dei quali vennero mancati di poco. Il comandante Hart-Dyke dichiarò invece due A-4 del Grupo 4, ma questi due apparecchi, dei quali si sa anche il nome dei piloti (Casco e Farias) e il numero (C-303 e 313), andarono perduti per il maltempo a bassa quota vicino Jason Island, e non avevano nulla a che fare con i Learjet, perché gli A-4 normalmente volano a quote molto basse. Solo in seguito venne fuori l'idea di tendergli una trappola missilistica, portando in avanti un cacciatorpediniere Type 42 e una fregata Type 22 come 'guardiaspalle'. Avrebbero dovuto sorprendere gli aerei argentini quando questi erano in quota, dove si consumava meno, ma si mostravano come facili bersagli. Tuttavia questa tattica portò alla perdita del Coventry (25 maggio) e al danneggiamento (il 12) del Glasgow, mentre le due Type 22 vennero 'graziate' da bombe che giunsero a bordo ma non esplosero.