Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Cuba: differenze tra le versioni

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Cuba è stato il paradiso degli Stati Uniti e della sua malavita per tanti decenni, dopo che era stato tolto alla Spagna con la guerra del 1898. Ma il corrotto regime di Batista non tenne testa alla rivoluzione di Castro e questi andò al potere nel 1959. Ma egli non fu subito fautore di un regime di stampo socialista. Il suo primo viaggio internazionale fu proprio negli USA, ma gli Americani non lo apprezzarono, rancorosi della fine del loro protettorato sull'isola maggiore dei Caraibi.
 
Nel '61 vi fu la fallita azione della Baia dei Porci, che venne fatta dagli anticastristi con l'appoggio degli americani. Ma questa specie di 'spedizione dei Mille' non causò la sollevazione popolare, anzi. La mossa era chiaramente mal calcolata, e vedere Castro che dirigeva il tiro dei carri armati contro i mezzi da sbarco non fu certo il miglior modo di cogliere l'occasione per rovesciarne il regime, che invece si dimostrò molto più resistente del previsto e non bastarono gli attacchi dei B-26 Invader (un nome quanto mai appropriato) per sgominarne la coesione. Nel '62 Castro, oramai ben consapevole di trovarsi nel mirino degli americani, cercò l'appoggio sovietico e lo ottenne, perché l'URSS era preoccupata dei numerosi missili americani puntati sulle sue città e basi, comodamente lanciabili dal territorio europeo.
[[File:Airplane_in_Museo_Giron.jpg|300px|left|thumb|Uno dei Sea Fury, autori della difesa dagli anticastristi]]
Seguì la ben più famosa 'Crisi dei missili', data la presenza degli SS-3 e SS-4 che minacciavano 70 milioni di persone sulla costa orientale. Nel '63-67 vi furono molti progressi anche nelle relazioni con la Cina, per poi raffreddare i rapporti dopo di allora, con il ritorno ad una maggiore influenza sovietica. Seguirono poi le avventure africane, sopratuttosoprattutto in Angola, ma anche Etiopia e Mozambico. I Cubani di fatto crearono una forza-lavoro per molti dei loro uomini in Africa, tra militari e civili, con il supporto economico sovietico, dato che l'URSS era ben contenta di avere le basi in Angola. Nel 1983 gli Americani occuparono Grenada e si scontrarono (vedi anche 'Gunny') con i Cubani ivi presenti, dove si stava cercando di costruire una base aerea sufficiente per ospitare aerei a grande autonomia. E Grenada era vicina ai campi petroliferi della Venezuela.
 
===La Crisi di Cuba<ref>Mini, Maurizio: ''La Crisi di Cuba'', RID Nov 2002</ref>===
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L'addestramento era infine basata su 30 Zlin 326, 20 MiG-15UTI, 10 MiG-21U, 2 MiG-23U, 15 L-39, 5 An-2, 6 Il-14.
[[File:BTK pr.206M2.jpg|320px|right|thumb|Uno degli aliscafi 'Turya', attualmente non più operativi per l'onerosità del loro mantenimento]]
La '''Marina''' ha avuto meno attenzione pur essendo ben piazzata per attaccare le linee di comunicazione americane. In verità è stata usata sopratuttosoprattutto per la difesa delle coste. Nel '79 sono arrivati i 'Foxtrot', 3 in tutto, che si sono affiancati ad un vecchio 'Whiskey', mentre altri tre sottomarini erano in ordinazione. Le tre flottiglie in cui era suddivisa la flotta erano sempre rapportate alla divisione già vista per l'esercito e l'aviazione. In tutto c'erano 8 'Osa I', 13 'Osa II', 5 'Komar', 9 aliscafi 'Turya' siluranti, 8 siluranti P6 e 5 P4; infine c'erano le 27 navi pattuglia 'Zhuk', sei SO-1, 3 cacciamine 'Sonja' e 12 unità litoranee 'Yevgenya'; 2 navi da trasporto e sbarco 'Polnocny-B', sei mezzi da sbarco T4, e 550 soldati dei 'marines'.
 
La difesa costiera era affidata a cannoni M1931 e M1937 da 122 mm, M46 da 130 mm, M1937 da 152 mm, circa 50 missili antinave SSC-2B da difesa costiera, 15 navi e motolance, 15 navi appoggio incluse una nave scuola.
 
===FAR, al 1996<ref>JP-4 luglio 1996</ref>===
La situazione attuale di Cuba, in termini militari, è molto decaduta dai tempi dei Blocchi, d'altro canto praticamente sono 20 anni che i Cubani non rinnovano lo strumento militare e poco alla volta ha finito per dismetterlo in larga misura. La riduzione delle spese militari è stata drammatica dopo il 1990, del resto non c'erano più gli aiuti sovietici e non c'era più l'Armata africana da supportare. Nel periodo 1992-93 Cuba ha registrato l'apice dell'impoverimento, prima di ri-orientarsi almeno nel settore turistico e di reagire nell'insieme con le risorse e i limiti del caso. La Fuerca Aerea Revolucionaria o FAR faceva parte delle DAFAAR, che comprendeva anche le truppe mobili contraerei, l'artiglieria antiaerea e le Truppe radiotecniche, ovvero il settore radar di scoperta. La FAR era solo una delle 4 componenti delle forze militari del settore aereo. Era suddivisa in brigate, reggimenti, gruppi e squadriglie e aveva caccia MiG-21, 23, 29, addestratori L-39, trasporti An-2, 24, 26, 32, Il-76, elicotteri Mi-8, 14, 17, 24 e 35. Ma nel quinquennio 1990-95 il budget si è ridotto del 50% rispetto al quinquennio precedente e si è dovuto far di necessità virtù. La convinzione, solo sminuita dall'amministrazione del democratico Clinton, era di avere la guerra alle porte, visto che gli USA ora non erano più controbilanciati da nessuno né avevano tolto l'embargo a Cuba, benché esso fosse chiaramente anacronistico. Nonostante l'aggiornamento con sistemi di lancio falsi bersagli e RWR per tutti i caccia di prima linea, non ci sarebbe stato paragone (la sorte dell'Irak era nota) con il potere aereo americano. Molti aerei, ora in sovrannumero, vennero messi in riserva, inclusi gli addestratori. Le revisioni dei motori sono state fatte a Cuba piuttosto che in Russia, per risparmiare. I piloti rimasti attivi volavano 80 ore l'anno eppure erano usati sia in azioni d'attacco che di difesa che di ricognizione; nel 1999 si prevedeva che, grazie all'eccesso di piloti disponibili, i nuovi corsi non sarebbero iniziati prima del 2005 per avere altri piloti pronti; quelli rimasti in attività erano sopratuttosoprattutto i più esperti. Le sortite non superavano i 30 minuti ma le attività di volo erano solo di tipo operativo, le altre (procedure ecc) erano fatte al simulatore di volo, più economico. Le attività di volo non erano svolte tutti i giorni, ma a date alterne, così da alternare la manutenzione all'attività di volo. C'era spazio anche per l'operatività notturna, infatti esistevano sia il livello (addestrativo) di 'prontezza' per le missioni diurne che per le missioni notturne. Il tempo di reazione in caso di allarme (che dava poco margine, data la vicinanza degli USA) era di 9 minuti per il decollo notturno, 7 per quello diurno, 4 se il pilota era già a bordo, nei turni di servizio su allarme. Era necessario, perché in aria mantenere le CAP sarebbe stato troppo oneroso, ma gli USA erano distanti circa 100 km e un jet a reazione fa tra i 15 e i 30 km al minuti, dunque persino con il pilota a bordo era difficile fare quota in tempo. Gli spazi aerei erano se non altro protetti anche da una forte rete di radar di scoperta, anche per le basse quote, e i missili SAM qui erano senz'altro apprezzati, perché ovviamente questi hanno tempi di reazione inferiori a quelli di un caccia pilotato, se c'è da difendere una base bastano a seconda dei casi 30-60 secondi di preallarme e poi i SAM sono capaci in qualche secondo di accelerare ad oltre mach 2. Tra le basi aeree pronte alla fine del millennio scorso c'era quella sede dell'Unitad Aerea de Caza de la Guardia Playa Giron, che aveva ben 3 gruppi ciascuno su 12 aerei; uno con i MiG-21, uno con i MiG-23 e uno con i MiG-29. I piloti avevano un'età media di 32 anni e data la situazione, dovevano ricoprire i loro ruoli per molti anni, tanto che il vice-comandante era al suo posto da 7 anni come comandante di Gruppo, una cosa nemmeno immaginabile, per esempio, in Italia, dove è difficile arrivare anche solo alla metà di questo tempo. In caso di minaccia i MiG erano anche dispersi in varie cellule e decentrati sul territorio nazionale; ogni anno si teneva una valutazione operativa e gli aerei dispersi su strade chiuse al traffico momentaneamente. Sulla base c'erano anche due squadroni, uno di elicotteri ASW e uno per appoggio tattico, sempre su elicotteri. Il tutto serviva anche per la protezione civile in caso di uragani, fin troppo frequenti sull'isola. Ma anche all'estero gli elicotteri della FAR erano operativi: per esempio in un altro degli ennesimi terremoti peruviani. Quanto ai trasporti, essi erano su due reggimenti e comprendevano tutti i tipi di cui sopra. La ricerca dell'economia era tale che le basi erano spinte all'auto-sufficienza, in base ad un programma quinquennale dello S.M. Avieri spinti ad usare biciclette per trainare attrezzature, o anche l'uso dei muli, erano pratiche comuni, così come -nonostante la mancanza di iniziativa economica imputata al regime castrista- c'erano campi attorno alla base coltivati dagli stessi militari, per esempio tabacco. Tant'é che la base in parola dichiarava d'essere autosufficiente -in termini economici- per l'80%, ovvero pesava complessivamente sul bilancio statale solo per un quinto del suo costo. Quanto alle sostituzioni, i MiG erano ancora considerati validi, inclusi i MiG-21, la cui sostituzione sarebbe stata un 'non-senso' dato che erano macchine affidabili e ben conosciute da piloti e tecnici e che Cuba, come seconda forza aerea dei Caraibi, non aveva da temere nulla dalla n.3 né poteva sperare nulla dalla n.1 (gli USA).
 
==Situazione attuale<ref>Da wiki.en</ref>==
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'''SAM''': SA-6, 7, 8, 9, 13, 14, 16.
 
[[File:FAR-MiG-21bisLAZUR(DN-ST-97-00882).jpg|350px|right|]]
Quanto alla '''DAAFAR''' (aviazione e difesa aerea), essa ha subito a sua volta una pesante contrazione, ma ha ancora 230 aerei ad ala fissa, senza tuttavia sapere precisamente le loro condizioni. Questi aerei dovrebbero essere in servizio in un numero variabile tra 25 e 130, a seconda della valutazione. Forse 230 è il numero totale, 130 è quello degli aerei in carico ai reparti e 25 quelli dei velivoli pienamente efficienti. Vi sono 13 basi aeree nell'isola di Cuba, ma nel 1998 la DIA stimava che vi fossero solo 24 aerei operativi tra i MiG, e un basso livello operativo anche per i piloti, con un numero di sortite sempre minore e una maggiore dipendenza dai SAM per la difesa da eventuali attacchi aerei. Nel 2007 la forza aerea, nel suo insieme, aveva 8.000 effettivi con 31 aerei da combattimento efficienti e ben 179 immagazzinati come riserva. Questi pochissimi aerei avevano una composizione molto interessante da analizzare. Infatti si tratta di appena 3 MiG-29, sofisticati ma evidentemente troppo complessi da mantenere in servizio e troppo costosi. I MiG-21 erano del resto vecchi e ne restavano solo in servizio attivo. Il grosso era costituito da ben 24 MiG-23, che pure sono aerei né moderni quanto i MiG-29 né semplici quanto i MiG-21. Nonostante i 'Flogger' abbiano una notevole e onerosa esigenza di manutenzione, i cubani sono stati tra i loro clienti più affezionati e forse sono gli unici che abbiano ancora in questo potente ma non straordinariamente riuscito caccia multiruolo la loro maggiore risorsa. Chiaramente, con gli USA equipaggiati con F-15, F-16 e F-18, più i Super Hornet e gli F-22 Raptor, si tratta di una battaglia a senso unico anche senza considerare l'addestramento, le tattiche, le armi e i supporti. Ma Cuba non ha mai avuto, dopo la caduta dell'URSS, la pretesa di combattere a pieno titolo con gli USA. Per il resto vi sono 12 aerei da trasporto operativi e vari addestratori ed elicotteri.