Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Canada-2: differenze tra le versioni

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===I caccia 'Iroquois/TRUMP<ref>Per la configurazione iniziale: Armi da guerra n.42</ref>===
Parliamo adesso dei cacciatorpediniere chiamati variamente 'Tribal', 'Iroquois', o TRUMP. Queste 4 navi, destinate a diventare la spina dorsale della 'Marina' canadese, vennero ordinate nel 1968 nel ruolo di cacciasommergibili. Esse sono le DDH-280 Iroquois, DDH-281 Huron, DDH-282 Athabaskan, DDH-283 Algonquin.
[[ImmagineFile:HMCS Algonquin (DDG 283).jpg|300px|left|thumb|]]
Queste navi hanno caratteristiche particolari, ma essenzialmente sono una variazione delle precedenti 'Tribal', che erano armate di missili Tartar a medio raggio, però uscite di servizio pochi anni dopo queste nuove navi ASW. Differentemente da queste, erano devote al compito di portaelicotteri, ovvero definite come tali DDH, cacciatorpediniere portaelicotteri. Infatti in uno scafo relativamente piccolo, a ponte continuo per circa l'80% della lunghezza, poteva portare 2 elicotteri pesanti CH-124 Sea King costruiti su licenza. A prua vi era invece un lanciamissili Sea Sparrow speciale, ovvero da due lanciatori quadrinati retrattili nella tuga con 32 missili disponibili. Perché questa soluzione? Evidentemente per proteggere questi missili dal gelo del Polo e dalla formazione di ghiaccio. Per lo stesso motivo il lanciamissili SA-N 4 Gecko è su di un lanciatore binato totalmente retrattile. Questo fa sì che il normale lanciamissili Mk 29 non ha trovato posto. Vi è anche a prua un cannone OTO da 127 mm automatico, uno dei primi tipi esportati. Per il resto vi erano un mortaio britannico Limbo Mk 10 che spara da 3 canne proiettili da 175 kg fino a 900 m: un sistema obsoleto, retaggio della tecnologia della seconda guerra mondiale, di tipica costruzione britannica e sostituito in genere da lanciamissili e lanciarazzi, in entrambi i casi capaci di sparare senza causare un rinculo devastante alle strutture. Infine vi erano due lanciasiluri Mk 32 per Mk 46 da 324 mm con 12 siluri. Le dimensioni erano 129.8 m di lunghezza, 15.2 di larghezza (molto notevole per una nave di questa lunghezza, ma necessaria per ospitare ben 2 elicotteri pesanti e le cattive condizioni del mare), pescaggio 4.4 m. Dislocamento: 3650-4700 t. I motori erano 2 PW FT4A da 50.000 hp totali e due turbine PW FT12 per la crociera da 7400 hp su 2 assi, sistemate con fumaioli appaiati e inclinati all'esterno, tra i due blocchi delle massicce sovrastrutture, molto larghe e squadrate, mentre in avanti al fumaiolo vi è un altissimo albero a traliccio.
 
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La loro operatività, pur essendo questi battelli indubbiamente moderni ed efficaci, non è stata delle migliori, se ancora nel 2006 vi era un solo sottomarino, il WINDSOR, in servizio attivo, mentre il VICTORIA era andato in manutenzione periodica e il C.BROOK era ancora in modifica per incorporare i lavori adatti per farlo entrare in servizio con il MARCOM. E il CHICOUTIMI? Questa nave è riuscita ad essere davvero la più sfortunata della classe. In fase di consegna verso Halifax, il 5 ottobre 2004 ha subito un incendio a bordo che ha ucciso un marinaio e ferito altri. Il problema è stato individuato nell'entrata dell'acqua di mare da due boccaporti lasciati aperti durante la navigazione, cosa che col mare agitato ha permesso alle onde di entrare anche dentro il battello. Paradossalmente, proprio l'acqua ha generato il fuoco, perché ha investito un quadro elettrico e alcuni cavi elettrici mal isolati, provocando un violento cortocircuito. Il comandante non è stato reputato responsabile dell'accaduto, perché anche coi vecchi OBERON era normale navigare in superficie con i boccaporti aperti. Ma questo incidente al battello capoclasse, progettato con specifiche meno affidabili rispetto agli altri 3, ha causato danni per 100 milioni di dollari canadesi, e tanto è bastato per relegare l'entrata in servizio dopo il 2010.
 
A parte questo KO tecnico intervenuto ad una delle unità della classe, gli Ulpholder sono sostanzialmente simili a mezzi come quelli della famiglia KILO, moderni e grossi sottomarini diesel-elettrici. Le loro caratteristiche comprendono materiali anecoici, un ridotto equipaggio di 7 ufficiali e 37 marinai, oltre 250 m di profondità operativa, 2 motori diesel Paxman VALENTA 16RPA 200 SZ sa 2035 hp, 2 alternatori GEC-Alsthorm da 2.500 kW, alimentanti un motore elettrico da 5.400 hp con elica a 7 pale che consente ridotta rumorosità ma ancora oltre 20 nodi di velocità in immersione. L'autonomia è di 8.000 miglia (14800 km) ovvero ben 1000 ore a quota snorkel con velocità di 8 nodi, il che consente di navigare con una ridottissima segnatura radar ma ancora con i motori a combustione interna tenendo le batterie cariche per eventuali immersioni totali. Se totalmente immerso questo tipo di battello riesce a navigare per 54 miglia nautiche (100 km) a 20 nodi o 270 (510 km) a 3. Per la prima volta si sa quindi quello che può fare un battello moderno con batterie di quelle disponibili attualmente. A tutti gli effetti, significa che le batterie possono essere esaurite con una navigazione di 2.7 ore alla massima velocità o con 90 ore a velocità economica. Compariamo le prestazioni in merito note per i battelli della II GM: i ‘Gato’ avevano un dislocamento di 1500/2400 t, ovvero analogo (quello massimo) agli 'Upholder' moderni , ma 21316 km a 10 nodi emersi o 175 d'autonomia quando immersi a 5 nodi. La velocità era di 20 nodi emersi e 8.5 immersi. I 'Tench' avevano stazza simile, uguale autonomia in superficie e 204 km a 4 nodi immersi, velocità di 20/9 nodi. I' Thames' avevano dislocamento di 2165//2680 t con autonomia di 18532 km a 8 nodi o 219 km a 4 nodi, velocità di 22.5/10.5 nodi. I 'V', ovvero la versione migliorata dei vecchi 'Upholder' erano navi da 670/740 t e capaci di 8715 km a 10 nodi, 113 a 7 nodi immersi, mentre la velocità era di 12.5 e 9 nodi rispettivamente. Questi battelli avevano motori diesel potenti: 5.400 hp per i due tipi americani, i Thames arrivavano a 10.000, gli Upholder solo a 800, mentre i motori elettrici erano di 2700, 2500 e 760 hp rispettivamente. Significativi i sottomarini Type XXI tedeschi, da 1621/1819 t, non molto, ma sufficiente per ospitare carburante e un gran numero di batterie ad alta densità d'energia. Questi battelli erano così capaci di 15.5/16 nodi ovvero, forse per la prima volta la velocità d'immersione era maggiore che quella in superficie. L'apparato motore era capace di 4000 hp per i due diesel, ma di ben 5000 per i due motori elettrici oltre a quelli per andatura silenziosa che permettevano 3.5 nodi con i loro 225 hp. L'autonomia era di 28800 km in superficie, ma sopratuttosoprattutto, 525 km in immersione a 6 nodi. Questo valore era davvero impressionante, addirittura superiore a quello degli 'Upholder moderni! La vera differenza è quella della massima velocità e immersione, ma non di molto. Quanto ai battelli moderni, si sa che i piccoli 'Toti' avevano 1 ora a 15 nodi mentre i 'Foxtrot' avevano circa 5-7 giorni a 2-3 nodi immersi.
 
Senza paragone è invece la differenza in termini di elettronica di bordo: gli 'Upholder' canadesi hanno un sonar attivo/passivo Thales Argonaut Type 2040, sonar passivo MicroPUFFS Type 2041, sonar rimorchiato SURTASS, sonar intercettazione Type 2019 PARIS, sistema di controllo tiro Singer Librascope Mk-1 Mod.0 (il BYG-501) con computer UYK-20, sistema EW Sperry Guardian STAR, periscopio di ricerca Piklington Optronics CK 35 incorporante anche il sistema EW, periscopio d'attacco CH-85. Vi sono 6 tls da 533 mm per 18 siluri Alliant Mk.48 Mod. 4 (N.B. la versione ADCAP, in servizio da 20 anni, ancora non è stata autorizzata per l'export in Canada) e 2 segretissimi tubi da 102 mm SSE Mk-8 che servono per decoys d'inganno siluri Type 2066 BANDFISH e Type 2071.
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La struttura delle 'Halifax' è stata concepita per tenere bene il mare e per periodi prolungati, tanto che le missioni previste sono anche di 90 giorni di mare continuativi. Serviva quindi uno scafo grande e stabile, che è stato progettato in stile 'americano', ovvero a ponte continuo o 'flush-deck', alto ben 16 m rispetto ad una lunghezza di 134. Questo dà un elevato bordo libero, mentre la robustezza delle strutture dovrebbe assicurare una vita operativa di 30 anni, nonostante le condizioni del mare e del clima tipiche dell'area di interesse canadese. Naturalmente, l'attuale enfasi sulle missioni 'fuori area' è ben servita dalla lunga autonomia, originariamente intesa per compiti antisommergibili. Al contrario, la presenza di un cannone principale di calibro infimo non è certo d'aiuto in questi casi, ma d'altro canto l'Afghanistan non è comunque a tiro di nessun cannone.
 
Progettualmente, la nave è suddivisa in numerosi compartimenti stagni, e come dimostra l'alto bordo libero esiste una generosa riserva di galleggiabilità che agevola la sopravvivenza in caso di danni sotto la linea di galleggiamento (siluri, mine, icesberg, collisioni..). Le sovrastrutture sono state progettate per resistere in maniera ottimale alle esplosioni. Anzitutto v'é il blocco plancia, estremamente basso e largo con una antenna di scoperta aerea sistemato proprio sopra la plancia; segue il fumaiolo, enorme e squadrato, nettamente più alto della plancia. È sito dietro il traliccio a pianta quadrata della parte posteriore del blocco plancia. Non è molto armonioso, ma ha una struttura tanto grande per via dei sistemi di schermatura delle radiazioni IR, ovvero per ridurre il calore emesso. Infine vi è un blocco strutture poppiero, che ha lo spazio per un hangar, che sebbene capace di portare un solo elicottero, esso può ospitare anche bestioni come l'EH-101. La sovrastruttura ha anche buona parte dell'armamento, tra cui gran parte di quello antiaereo. Per resistere alle esplosioni e agli incendi, tutte le sovrastrutture sono realizzate, al pari dello scafo, in acciaio ad alta resistenza, che nelle zone critiche come la plancia è di spessore maggiore per offrire una protezione balistica ai punti vitali della nave. Giova inoltre che le sovrastrutture condividono i loro lati esterni con la murata dello scafo, di cui costituiscono una struttura senza soluzione di continuità e quindi, più forte. Le 'Halifax' sono decisamente diverse dalle fregate stealth 'Lafayette' francesi, ma con esse condividono la costruzione modulare, che significa essere avere moduli aggiornabili o sostituibili senza problemi, e uno spazio maggiore per la manovra degli apparati eventualmente da cambiare o riparare. In ogni caso, anche le doti stealth sono state marginalmente prese in considerazione, tentando di eliminare tutti gli angoli marcatamente radar-riflettenti. Sono state adottate misure di riduzione della segnatura che sono meno appariscenti, ma tutto sommato più efficienti: la segnatura IR è stata ridotta sopratuttosoprattutto nelle bande di 3-5 e 8-12 micron, ovvero le due finestre di maggiore propagazione delle radiazioni IR nell'atmosfera. Questo è fatto calando la temperatura dei gasi di scarico con un sistema IRSS, che pare sia molto efficace anche se certamente piuttosto ingombrante. Il rumore è ridotto con motori montati su giunti elastici e il sistema THORNDON, usato anche dai sottomarini dell'US Navy: probabilmente si tratta di un sistema di cancellazione 'attiva' delle onde sonore. In effetti non pare invece montato il solito PRAIRIE-Masker, il sistema canadese che genera bollicine sotto lo scafo per costruire un 'cuscinetto' capace di attenuare con la sua natura gassosa l'emissione sonora. Però, d'altro lato, questo sistema avrebbe ridotto anche la sensibilità dei sonar di bordo.
 
[[Immagine:HMCS Toronto (FFH 333) 4.jpg|350px|left|thumb|Finalmente una bella foto in cui una fregata canadese si staglia bene sul mare grazie all'illuminazione del Sole..]]
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Il sistema di comando e controllo, chiamato Thales UYQ-501(V)SHINPADS ha beneficiato del ritardo nel programma, in quanto negli anni '80 vi è stata la rivoluzione dell'architettura informatica 'distribuita' in numerosi microprocessori di basso costo e elevate capacità, esattamente il contrario del vecchio calcolatore centrale che avevano le navi fino agli anni '70. Il sistema modulare di elaborazione e gestione della nave e dei suoi sensori si chiama così in quanto, tanto per cambiare si tratta di una sigla che ne spiega la natura: SHip's Integrated Processing And Display System. Può garantire la gestione in simultanea di operazioni antinave, ASW e antiaeree ed è basato su 28 calcolatori Unisys AN/UYK-507(V)1, collegati anch'essi con un databus a tripla ridondanza. Esistono 13 consolle multifunzione per la presentazione dei dati, ma l'elenco dei computer non si esaurisce con lo SHINPADS, in quanto vi sono altri 3 computer uguali per la gestione delle sole comunicazioni esterne, e uno per quelle interne. In caso di danni o guasti il sistema operativo della nave riconfigura i vari computer collegati in rete, fino a che di 28 computer ne possono restare anche soltanto 5 attivi, ed è ancora possibile far funzionare lo SHINPADS, anche se con potenzialità leggermente degradate. È possibile operare con una modalità automatica, oppure semiautomatica o manuale. Quella normalmente impiegata è la semiautomatica, in cui il software indica le varie operazioni e l'operatore da il suo assenso. In caso di emergenza viene utilizzata la modalità automatica, la più veloce nel reagire alle minacce, mentre come modo d'emergenza viene impiegata quella manuale.
 
I sensori sono un ricco insieme che comprende radar, sonar e ECM di moderna concezione. Il Radar Raytheon AN/SPS-59(V)5 (apparato standard a bordo delle navi americane nelle sue varie sottoversioni) ha una portata di scoperta di oltre 450 km e opera in banda L, su frequenze di meno di 1 MHz, basse in quanto solo utilizzandole è possibile ottenere una portata elevata, e anche una buona capacità di scoperta dei bersagli di piccole dimensioni (in quanto non afflitte dalla forma dello stesso, vedi F-117). Per la scoperta a media distanza c'è il Sea Giraffe svedese, un radar bidimensionale in banda C, specializzato sopratuttosoprattutto contro bersagli a bassa quota. È posto sull'albero a traliccio, curiosamente dietro la sua struttura piuttosto che davanti. È capace di scoprire, almeno in teoria, un missile antinave a 46 km di distanza. Entrambi questi radar sono dotati di IFF Mk XII della Hazeltine. Un radar di navigazione Kelvin Hughes Type 1007 ha un raggio utile di circa 37 km. I radar guidamissili STIR o WM-25 operano in banda I e J, integrati da una telecamera. Al 1992 vi erano già 120 STIR in servizio in 9 marine mondiali. Si tratta di sistemi capaci di guidare missili Sparrow o di controllare il tiro dei cannoni. Ve ne è uno sopra la plancia e uno sopra l'hangar.
 
Quindi in tutto vi sono: un radar SPS-49, un Sea Giraffe, un Type 1007 e due STIR. Per la gestione della guerra sottomarina vi è un sonar Westinghouse AN/SQS-505(V)6, che è un apparato digitale, operante in modalità attiva-passiva, multifascio e gestito da un solo operatore. È stato aggiornato allo standard SQS-510 con alcune migliorie, per esempio al processatore di segnale. Il sonar a scafo non può mancare in una nave da guerra moderna, ma per ottenere prestazioni significative nella guerra ASW è necessario anche un sistema sonar filabile da poppa, e questo è presente nella forma del Computing Devices Canada AN/SQR-501 CANTASS (Canadian Towed Array Sonar System). I sonar rimorchiati hanno vari vantaggi su quelli a scafo, a parte l'ovvio problema di non poter 'vedere' in avanti, oltre la nave. Ma in compenso hanno la possibilità di non essere limitati dall'alloggiamento nel bulbo prodiero o sotto lo scafo: possono avere un sensore di grande apertura, che torna utile alle frequenze più basse, che sono anche le migliori per ottenere grandi portate. Inoltre sono lontani dai rumori della nave e di quelli del mare, essendo trainabili parecchio sotto il livello del mare, per giunta con possibilità di scegliere la profondità: questo rende possibile entrare negli strati termici che spesso riflettono le onde rendendo invisibili i sottomarini che vi sono così coperti.
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Quanto all'armamento le Halifax hanno sostanzialmente un cannone da 57 mm Bofors a prua, su di una bassa tuga prodiera, un sistema antinave su otto Harpoon, un CIWS Phalanx, un sistema missilistico Sea Sparrow Mk 48, due lanciasiluri tripli Mk 32 per i soliti siluri leggeri Mk 46 e un elicottero Sea King armato di siluri, cariche di profondità ed equipaggiato con sonar e radar di bordo. Inoltre vi sono 4 mitragliatrici M2 da 12.7 mm.
 
Per quello che riguarda l'armamento, insomma, non v'é molto da dire, eccetto che per due particolari importanti: il cannone da 57 e il sistema missilistico Mk 48. La Marina canadese fu la seconda al mondo, dopo l'US Navy, ha usare i missili Sea Sparrow. Nel caso delle Halifax, è stata una delle prime a usarne la versione a lancio verticale, basata su di un congegno per la vettorazione della spinta. Questo è chiamato JVC, ovvero Jet Vane Control, pesa 17.9 kg e si trova in coda al missile, fissato con 2 bulloni esplosivi e ha 4 getti indipendenti che opportunamente regolati ne deviano la potenza del motore per indirizzarlo, una volta lanciato verticalmente, nella generica direzione dove si trova il bersaglio: quel tanto che basta per far poi agganciare il missile al radar di tiro. I missili RIM-7M sono in fase di rimpiazzo con i RIM-7P, basati sull'AIM-7P e quindi dotati di MBC, Missile Borne Computer, che ne consente la riprogrammazione a seconda delle necessità e ha una velocità di calcolo raddoppiata, oltre che una LAG, ovvero Low Altitude Guidance che ne migliora le capacità contro missili antinave. Ma è sopratuttosoprattutto il sistema di lancio ad essere interessante: si tratta dell'Mk 48 che è costituito da moduli di lancio verticali a 8 celle. In questo caso invece ve ne è un tipo a 12 celle, posto su ciascun lato del fumaiolo. Siccome sono sopra il ponte, per proteggerli da eventuali armi leggere e schegge sono sistemati dietro una lastra di corazza protettiva. L'Mk 48 venne sviluppato dai tardi anni '70 e i lanci da nave sono stati fatti proprio utilizzando una nave canadese, la DDH-218 HURON, nel 1989. Il sistema Mk 48 è costituto dal lanciatore vero e proprio chiamato Mk 164, da un sistema di controllo e dalle varie connessioni. Le dimensioni delle due batterie di missili sono 5 x 2.46 x 1.42 m. l'Mk 48 Mod. 0, quello qui usato, ha sfoghi per il gas di scarico tra le due file di celle. I cannoni Bofors Mk 3 da 57 mm sono armi piuttosto piccole e stranamente sono stati scelti pur avendo già in servizio gli OTO da 76 mm con granata di peso accettabile (6.3 kg) anche per tiri contro bersagli in superficie. Ma di fatto questi piccoli cannoni, per quanto moderni, sono stati scelti a dispetto di capacità quasi nulle contro bersagli in superficie. La Marina canadese aveva al contempo i pezzi da 76 mm SR sui 'Tribal', e delle 4 fregate 'Restinguouche' due avevano i cannoni da 76/50 mm americani e le altre i 76/70 mm inglesi. Per il resto le fregate avevano i missili Harpoon a mezzanave, i lanciasiluri Mk 32 Mod.9 sistemati internamente alle strutture e rivolti all'indietro e un Phalanx, con i relativi radar, sul cielo dell'hangar dove svettava coi suoi 4.57 m e la sua candida cupola bianca.
 
Infine vi sono i sistemi di guerra elettronica, che sono dati dal CANEWS per le ESM, il SRI per le intercettazioni radio, il sistema RAMSES e il SLQ-25 NIXIE. Il CANEWS è un sensibilissimo apparato di ascolto elettronico per l'intercettazione di segnali ostili, prodotto dalla Lockheed Canada, e lo stesso vale per l'SRI nel campo delle emissioni radio. Le ECM di disturbo sono le AN/SLQ-503 RAMSES, ovvero Reprogrammable, Advanced Multi Mode Shipboard ECM System. Esso è assistito da 4 lanciarazzi SHIELD II della Gec- Marconi, con 6 canne per il lancio di chaff con razzi P6 e flare con i P8. Il NIXIE è utilizzato per ingannare i siluri, con un sistema di emissione di rumori trainato dietro la nave.
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==La missilistica in Canada: tra razzi sonda e il CRV7<ref>[www.en.wikipedia.org/wiki/CRV7 da wiki.en]</ref>==
Il Canada non è mai stato un forte produttore di armamenti di sua concezione, ma nondimeno è una nazione ricca e avanzata, il che permette di trovare eccezioni alla regola. Del resto, il Canada ha dato i natali a Gerry Bull, genio della balistica che arrivò, negli anni '60, ad unire tra di loro due cannoni da corazzata per costruire una sorta di super-cannone capace di sparare proiettili-satelliti. Bull sarà poi l'autore della nuova e micidiale generazione di cannoni a lunga gittata come il G-5 sudafricano, finendo poi ucciso dai servizi segreti (forse israeliani) nel 1990, quando lavorava al 'super-cannone' irakeno (a quanto pare, inteso sopratuttosoprattutto come vettore 'spaziale' piuttosto che come arma). A parte questo, il Canada iniziò alla fine degli anni '50 lo studio di una nuova tecnologia di propellenti per razzi, ottenendo altissime energie in rapporto alla massa dei motori. Il progetto non era bellico, ma per il razzo-sonda 'Black Brant'. I razzi-sonda sono sorprendentemente 'performanti' rispetto alla massa. Il Black Brant I pesava 730 kg per 7,41 metri di lunghezza, nondimeno poteva portare il peso di una persona (68 kg) a quote di 225 km. Venne prodotto in centinaia di esemplari sia di tipi piccoli (286 kg, ma capacità di portare 18 kg a 177 km) che più grandi, come quelli utilizzanti il booster del missile SAM Talos e che potevano arrivare a 700 kg con 230 kg. I più recenti arrivano a 5.300 kg e 15 metri, ma sono capaci di arrivare a 1.600 km di quota, con carichi di 110 kg e arrivare, se necessario a 410 con quote minori. L'affidabilità, su circa 800 lanci, è stat di circa il 98%, per cui sono tra i più affidabili razzi mai prodotti. Ci si può chiedere, piuttosto, come mai razzi così piccoli siano in grado di competere con mastodonti come i vecchi missili balistici nucleari riconvertiti al compito civile, o anche con vettori spaziali 'normali'. Una delle risposte è che hanno fino a 4 stadi, per sfruttare al meglio l'energia disponibile; ma anche così sono prestazioni strabilianti rispetto alla massa, specie se si considera che anche i più grossi missili SAM non superano i 30 km di tangenza.
 
Questi grandi razzi-sonda hanno visto l'uso del propellente ad alta energia alluminizzato della nuova generazione, ma non hanno avuto impieghi militari. Tuttavia, il propellente era perfettamente utilizzabile anche per razzi bellici, e così è stato, con un ordigno ancora una volta estremamente piccolo rispetto alle prestazioni di cui è capace. Questo era il CRV 7, ovvero Canadian Rocket Vehicle 7. I razzi bellici avevano conosciuto un'evoluzione rapida durante la II GM, dalla quale erano emersi i tipi 'piccoli e veloci' R4M tedeschi, che nonostante il calibro modesto (55 mm) divennero poi il modello per i tipi prodotti successivamente, in genere tra i 51 e i 70 mm. Armi piccole, relativamente precise, e utilizzabili con razziere a tubi piuttosto che con rampe di lancio molto più ingombranti. Il calibro standard americano era il 2,75 in, ovvero 70 mm. Quando all'inizio degli anni '70 si cominciò a spostare l'impiego dei CF-104 in Europa da quello nucleare all'attacco convenzionale, ci si chiese con cosa equipaggiare gli Starfighter canadesi. La risposta fu il CRV7, che era da 70 mm come i tipi Mighty Mouse e Hydra 70 americani, ma utilizzava la nuova tecnologia propulsiva. I razzi tipo R4M erano capaci di velocità di circa mach 2/600 m.sec, che li rendevano capaci di traiettorie tese e di elevate prestazioni generali per la loro piccola taglia. Inizialmente, però, vennero usati sopratuttosoprattutto per i tiri aria-aria, prima di realizzare che essi erano un pò troppo imprecisi anche per abbattere i bombardieri, e che i missili aria-aria erano più efficaci e con la possibilità di impiegarli da distanze maggiori rispetto alle torrette da 20-23 mm dei bombardieri russi. Di fatto, finirono sopratuttosoprattutto per armare gli elicotteri armati e i cacciabombardieri tattici per compiti aria-superficie, con buoni risultati. Ma si poteva fare di meglio, e i CRV7 lo dimostrarono. Essi avevano un motore C-14 (RLU-5001/B) messo a punto nel 1973 dalla Bristol Aerospace canadese. Questo motore pesava 6,6 kg ma offriva un impulso di 2.320 lb/sec ovvero 10,3 kN/s (circa 1.000 kg di spinta), per 2,2 secondi. Questo tempo e la spinta erano circa il 50% superiori rispetto a quanto offriva l'Hydra 70, che già era superiore rispetto ai vecchi Mickey Mouse (nati come aria-aria). La conseguenza era un razzo ipersonico, il primo del genere: la velocità superava i 1.000-1.200 metri al secondo (circa mach 3-4) a fine combustione, nonostante l'applicazione della testata HE da 10 libbre (4,54 kg) del tipo standard per i razzi americani da 70 mm. Con una velocità doppia e un'energia quadrupla rispetto ad un normale razzo da 70 mm, il CRV era capace di traiettorie piatte, veloci e con gittate superiori a 4 km. Non solo era potente e a lungo raggio, ma aveva anche una precisione eccezionale. I razzi aria-superficie, normalmente, sono stabilizzati tramite alette pieghevoli, che fuoriescono al momento dell'uscita dal tubo di lancio. Tuttavia il loro dispiegamento può essere difettoso o ritardato e la traiettoria cambiare repentinamente prima che le alette riescano ad imprimere una stabilizzazione per rotazione al piccolo ordigno, la cui precisione resta assai aleatoria. Il CRV7, nonostante i problemi legati alla potenza del motore, sono stati dotati invece di alette di deviazione direttamente nel tubo di scarico. Appena il motore si accende, parte dei gas viene deviata imprimendo per reazione un moto rotatorio al razzo, che quindi comincia ad essere stabilizzato già prima di uscire dal tubo di lancio. E' vero che questo porta via un pò di potenza alla velocità, ma le alette sono una fonte di resistenza ben maggiore, specie alle velocità elevatissime di questi ordigni, e sono più sensibili al vento trasversale, così questa soluzione è più difficile, ma vantaggiosa, in definitiva, anche per le prestazioni velocistiche e di gittata. La precisione era stimata in 4 milliradianti (millesimi di 57°), ma con i CF-18 i test hanno dimostrato appena 3 millirad, molto meglio dei loro cannoni Vulcan (8 mil) e persino del GAU-5 dell'A-10 (5 mil). La gittata utile era anche importante per permettere un lancio da fuori tiro della contraerea leggera (tipo ZSU-23-4), oltre a valorizzare al meglio il carico di razzi, che a quel punto potevano essere tirati in pochi esemplari e fare nondimeno 'centro' con maggiore facilità dei vecchi tipi tirati tutti assieme.
 
Quando il CRV7 entrò in servizio, apparentemente, non fu particolarmente compreso. Durante una gara in Francia bisognava che i piloti NATO colpissero una torre-bersaglio. Il pilota canadese lanciò uno di questi razzi, ma pensando di avere ancora a che fare con un'arma comparabile al vecchio razzo con motore Mk-40. Così sparò da distanza ravvicinata e il razzo non aveva ancora finito la combustione quando impattò alla base della torre. Il motore esplose e distrusse la torre-bersaglio, ma il pilota venne squalificato, perché i giudici non credevano che quel razzo avesse solo una testata inerte! Tale era la potenza del CRV7, che persino i tipi da addestramento venivano scambiati per armi operative. Quello che non andava pienamente nel CRV7 era il motore, troppo fumoso per essere usato senza difficoltà da elicotteri e aerei 'lenti'. Così venne fuori il motore C-15 (RLU-5002/B) che riduceva il fumo escludendo l'uso dell'alluminio; eppure, erogava ancora 2,185 lb/s o 9,7 kN/sec. Il suo innesco era posteriore, ma veniva eiettato assieme al razzo, per cui rischiava di danneggiare il velivolo lanciatore, così venne poi sviluppato l'LRU-5002A/B (HEPI) in cui il sistema d'accensione resta dentro il pod-lanciarazzi. Più recenti sono i C-17 e C-18, con potenza limitata a 1.905 lbs/sec o 8,5 kN/sec, ma che non hanno alcuna emissione di fumo, per cui, malgrado la potenza minore del 18%, sono specificatamente adatti agli elicotteri.