Dati utili per wargamers/Abbattendo bombardieri: differenze tra le versioni
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Insomma, l'S.82 è un velivolo piuttosto atipico per gli standard della II GM: al giorno d'oggi sarebbe come un misto tra un B-52 e un Boeing 707, o qualcosa del genere. In ogni caso, sia i trasporti che i bombardieri sono sempre stati entro certi limiti, macchine polivalenti: prova ne sia l'uso di apparecchi come il C-130, l'An-2 e l'An-12 come bombardieri, per non parlare di 'cannoniere volanti' come gli AC-47, 119, 123 e AC-130 Spectre.
Le missioni sulla Germania sono interessanti più di qualunque altra per la tecnica delle intercettazioni di grandi formazioni di bombardieri. Si è visto che l'S.82 era un apparecchio valido, ma di giorno era un bersaglio più che una macchina bellica efficiente. Che cosa differenziava tale apparecchio dai bombardieri Alleati, se l'autonomia (però con macchine appositamente preparate) era simile e così il carico bellico? Molte cose, e fondamentali. Che era pressoché privo di corazzatura, eccetto il sedile del primo pilota e i serbatoi autosigillanti fino al 12,7 mm (ma questo non gli impediva di esplodere se colpiti da pallottole incendiarie-traccianti), che era poco armato e che era poco prestante, oltre che molto meno robusto strutturalmente (tela verniciata al posto di rivestimenti in duralluminio, per esempio) e tendente, per il materiale vegetale di cui era largamente fatto, a bruciare (era una specie di grande 'vascello dell'aria', grosso modo grande come una Caravella, con tanto di ali in tela verniciata, quasi a mò di vele, e struttura largamente in legno). Inoltre vi erano dei punti deboli relativi alla sua fisionomia trimotore, che per esempio lasciava il muso indisponibile per una efficace sistemazione del bombardiere o di un mitragliatrice difensiva frontale. Per eseguire una missione da bombardamento era necessario abbassare la navicella sotto il muso con il puntatore dentro, che alle sue spalle aveva una mitragliatrice da azionare se necessario, contro avversari provenienti dal settore posteriore (ma era una manovra non tanto agevole, che rendeva impossibile il puntamento). Per essere un bombardiere davvero rispettabile, l'S.82 avrebbe dovuto avere i motori e l'armamento difensivo del P.108: 6-7 mitragliatrici da 12,7 e tre motori da 1350-1500 hp l'uno, magari con una struttura rinforzata, largamente metallica e corazzata, prestazioni all'altezza della situazione dato che la versione base aveva solo 3 motori da 860 hp l'uno. La versione S.82 bis doveva avere motori P.XIX da 1200 hp, ma questa variante da bombardamento notturno specifica dell'S.82 si dovette accontentare, per i pochi esemplari costruiti, dei soliti AR.126. Ma in ogni caso, sarebbe rimasto l'handicap della progettazione trimotore, per questo la stessa Savoia-Marchetti aveva costruito l'S.95 quadrimotore (che a parte la struttura ancora lignea, poteva essere considerato sostanzialmente un progetto moderno) e
Tornado alla missione su Schweinfurt, utilizzando la tecnica della 'bacchetta magica' (ovvero fare modifiche che non sono attinenti alla realtà, un po' come selezionare a piacere i personaggi di un videogioco tra quelli da affrontare o con cui combattere), va detto che gli Americani inviarono circa 300 B-17F e G sia in quella di Agosto '43 che in quella di ottobre. Le modalità furono differenti (nel primo caso vi fu una prima missione con 150 aerei e una successiva, quella diretta a Schweinfurt, con 240), ma in entrambi i casi vennero registrate perdite per 60 aerei, con circa 600 aviatori, e danni per dozzine di altri bombardieri. Che cosa ci si poteva aspettare se i bombardieri fossero stati di tipo diverso? Come nel caso degli S.82? La differenza in risultati sarebbe variata per varie ragioni, e anche se non è possibile realisticamente produrre cifre esatte, è possibile notare le differenze tra i due tipi di bombardiere,come anche la rispondenza delle difese contro questi ipotetici avversari, diciamo dei B-17 'simil-S.82'. La cosa non è tanto peregrina: dopotutto gli inglesi all'inizio della guerra inviarono (con effetti disastrosi) bombardieri come gli Hampden e i Wellington contro le difese tedesche, e queste macchine non sono certo molto migliori degli S.82.
[[Immagine:Fw190.png|300px|right|thumb|L'identikit del nemico N.1: il Fw-190]]
Prima cosa, prima ancora dell'armamento e della protezione, un aereo deve evitare di essere raggiunto: volare molto veloce e molto in alto, o molto in basso, o in maniera 'stealth' (quest'ultima è stata la tecnica degli S.82, realizzata semplicemente attaccando di notte obiettivi poco preparati all'evenienza, tipo le raffinerie di Aden o Gibilterra). Siccome la missione su Schweinfurt è stata diurna, per ottenere la massima precisione, si può scartare l'opzione notturna per questa 'replica', e limitarsi alla missione diurna con bombardamento in massa. I B-17 volavano normalmente attorno ai 300 kmh a pieno carico, con tangenza di 6.000-8.000 m, più spesso attorno ai 7.200-7.800 m. Questo và comparato con gli S.82, 250 kmh di velocità di crociera e circa 5.000 m di tangenza. Non sono differenze abissali, ma pur sempre significative, e
[[Immagine:Boeing B-17G.png |545px|left|thumb|I particolari del B-17, anche relativi all'evoluzione dell'armamento di bordo]]
Qui si arriva all'armamento. I B-17 avevano, nella versione F, armi da 12,7 mm binate nella torretta dorsale (girevole a 360 gradi ma senza capacità di sparare in depressione sull'orizzonte), ventrale (idem ma al contrario per l'alzo), postazione caudale, dal limitato brandeggio ma importantissima per negare ai caccia la possibilità di avvicinarsi senza essere abbastanza ben ingaggiati (fu la modifica che portò al B-17E, mentre la Piaggio cercava di risolvere lo stesso problema con le torrette alari da 12,7,piuttosto bizzarramente a dire il vero), un'innovazione che fece persino credere ai giapponesi, che riuscivano abbastanza facilmente ad abbattere i B-17C e D avvicinandosi di coda e persino frontalmente, pur essendo appena più veloci delle macchine americane, di trovarsi di fronte ad un 'caccia quadrimotore' (anche se gli stessi Giapponesi avevano a loro volta parecchi bombardieri con torretta caudale).
[[Immagine:B-17_belly_turret.JPG|270px|right|thumb|La complessa torretta ventrale dei B-17: oltre che scomoda, era adatta solo a persone basse, ma era il meglio possibile]]
Dal B-17G, arrivato ai reparti solo in settembre ma usato già durante la seconda incursione di Schweinfurt dell'ottobre '43, l'armamento capace di sparare sul davanti, dopo le strane, varie e un po' incerte sistemazioni precedenti (da una a 3 mtg, variamente sistemate in sempilici 'buchi' o postazioni a ridotto angolo di tiro), diventava numeroso e congruo,
[[Immagine:B-17_tail_turret-20060603.jpg|270px|right|thumb|Una fondamentale risorsa del B-17 era la torretta di coda, nonostante fosse anche più angusta di quella ventrale]]
Il B-17F poteva reagire agli attacchi da tergo con un totale di 7 mitragliatrici di grosso calibro, utilizzabili tra le due e le 4, se non addirittura 6 armi in simultanea. Questo spiegava bene perché gli attacchi erano particolarmente apprezzabili se sferrati dal settore anteriore, oltretutto con una velocità di 'closing' di quasi 1000 km (300 il bombardiere, 500-600 il caccia). Gli attacchi sui lati, o anche da settori 'quasi frontali' erano pure utili,
Con l'S.82 (o meglio con un 'S.82 alike', l'ipotetico clone americano), macchina all'altro estremo delle caratteristiche tra i bombardieri pesanti, come sarebbero andate le cose? Mentre il B-17F aveva circa 10-12 mtg, quasi tutte di grosso calibro con almeno 3.800 colpi (e spesso di più con munizioni supplementari al posto di un maggior carico di bombe; la postazione di coda, con 1130 colpi, dava bene l'idea della sua importanza), nel caso dell'S.82 l'armamento (beninteso nella configurazione 'completa', con la gondola ventrale) era ben diverso. Vi era una mtg da 12,7 mm sulla torretta dorsale, movimentabile a giro d'orizzonte e con un'elegante cupola aerodinamica, piuttosto bassa (i precedenti bombardieri della R.A. avevano cupole più alte e per questo, semiretrattili in fusoliera), due mtg da 7,7 sui lati e una ventrale, nella navicella-gondola del puntatore (estremamente scomoda e capace di causare un discreto 'drag' con conseguenze sulla velocità o sull'autonomia). La prima era l'arma principale, una Scotti con 350 colpi, le altre erano Breda con 860 colpi l'una. Non c'era molto da scegliere, specie per i difetti della Scotti: più leggera della Breda da 12,7 mm, sparava munizioni grossomodo analoghe ma con cadenza di tiro leggermente maggiore: però da un lato era più leggera, dall'altro con più parti in movimento. Questo comportava due importanti conseguenze: che era molto prone agli inceppamenti, e che era soggetta ad una impressionante dispersione di tiro, tanto che la distanza utile dichiarata era di circa 400 m, addirittura inferiore ai 500 (sempre molto ottimistici) delle Breda da 7,7; ma secondo varie fonti, la portata max effettiva contro un caccia era inferiore ai 200 m! Tutto questo comportava di avere una portata ridotta entro cui la potenza residua dei colpi da 7,7 o la precisione dei 12,7 mm (quando sparavano, e comunque con poche munizioni a bordo come standard) potevano dare risultati apprezzabili.
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Tutto questo accadeva, notare bene, con gli S.82 in volo a pelo d'acqua e in formazione stretta, per coprirsi reciprocamente e negare agli avversari la possibilità di effettuare: attacchi in picchiate ripide, frontali, laterali e ventrali: praticamente le picchiate moderate di spalle erano le uniche efficaci. Cosa sarebbe successo agli S.82 in volo in quota, nel regno dei caccia avversari, è facile da immaginare e certo la Breda da 7,7 (alcune fonti parlano di una da 12,7 mm ma tutte le foto mostrano quella leggera) della gondola non avrebbe fatto molta differenza. Oltretutto era un'arma talmente difficile da usare, che in molti casi nemmeno veniva montata.
Questo significava che, in sostanza, contro attacchi frontali gli S.82 potevano mobilitare la torretta con la 12,7 mm, ma solo se l'attaccante non volava al di sotto dell'aereo, e in tutti i casi senza potergli sparare in maniera efficace prima che questo si disimpegnasse dopo avere portato l'attacco (tra i 1000 e i 300 m, insomma, a seconda dei casi); attacchi frontali da quota leggermente inferiore erano senza difesa; attacchi laterali vedevano, come quelli dalle spalle, contrasto solo da un'arma da 7,7 e la 12,7, ma quasi mai simultaneamente. Chiaramente con grosse formazioni limitazione dei campi di tiro era meno sentita (copertura reciproca), ma un conto erano le formazioni scalate di B-17 e B-24, capaci di sparare a giro d'orizzonte con dozzine di mitragliatrici M2; un conto sarebbero state quelle di S.82, praticamente inermi, con una grossa fusoliera che costituiva un bersaglio perfetto. Attaccarli di spalle o in picchiata, magari col sole alle spalle, con un closing di 400-500 kmh non sarebbe stato molto rischioso. Ma
Un altro punto debole erano gli attacchi dal basso, ma non solo con avvicinamenti da varie direzioni. Prendiamo un Bf-110: con una o due mtg da 7,92 mm dorsali, una volta che avesse finito le munizioni, si sarebbe potuto permettere il lusso di piazzarsi semplicemente sotto e davanti all'aereo e riempirlo di proiettili nell'abitacolo, motori e serbatoi, senza essere soggetto a reazione, da forse appena 100 m di distanza. È una tattica che può sembrare curiosa ma non è peregrina: i Boulton-Paul Defiant, con le loro mitragliatrici in torretta, erano aerei concepiti esattamente per questo compito, e senza caccia di scorta tra i piedi funzionavano bene, pur non potendo sparare direttamente verso in avanti (le 4 mtg da 7,7 non erano sincronizzate con l'elica e non c'erano altre armi, nemmeno una misera coppia, a bordo dell'aereo, già piuttosto pesante essendo dotato dello stesso motore dell'Hurricane monoposto). Contro un B-17 non conveniva quest'attacco (ma talvolta qualche raffica veniva esplosa ugualmente), ma il B-17 era armato a sufficienza per negare qualunque angolo cieco: un Bf-110 che si fosse piazzato sul suo naso a sparargli con le armi dorsali avrebbe rischiato di fare una brutta fine nell'arco di qualche secondo.
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Anche così può sembrare eccessivo, ma non è realmente il caso. Per esempio, 3 Bf-109E (in una insolita formazione dispari) incontrarono 6 Bristol Blenheim sopra i cieli della Grecia nell'aprile del '41, e in pochi minuti li abbatterono tutti. Non sappiamo se si trattava di Blenheim Mk 1 (un'unica mtg difensiva da 7,7 mm) o Mk IV (2 o 4 armi), ma erano pur sempre bombardieri agili, piuttosto veloci e di costruzione metallica: solo raramente i caccia italiani riuscivano ad abbatterne qualcuno, e solo eccezionalmente successe che due Blenheim fossero abbattuti da un singolo CR.42 (e lo stesso vale per i G.50 e C.200). Ma qui la media, per l'appunto, fu di 2 vittorie per Bf-109E, mentre il Bf-109G era certamente molto più potente (anche se non molto più armato) e l'S.82, per prestazioni, costruzione e agilità, un bersaglio praticamente perfetto. I FW-190 potevano fare anche di peggio: una coppia di questi apparecchi nel '42 abbatté 6 bombardieri veloci Pe-2, in pochi minuti. Il resoconto è nell'enciclopedia Mach 1, e gioverà sapere che, sebbene la media fosse di 3 a testa, in realtà il capocoppia ne distrusse da solo 5, mentre il meno esperto gregario ne colpì solo uno. Questo contro alcuni dei migliori bombardieri tattici della II G.M. Sempre a proposito di vittorie multiple, il Fokker D.XXI di un asso finlandese riuscì, nel corso di pochi minuti, ad abbattere 6 grossi e potenti TB-3 russi durante un raid sulla Finlandia (ed esattamente il 13 gennaio 1940, da parte del ten.Sarvanto: distrusse sei dei 7 bombardieri e l'altro venne abbattuto da un gregario), anche se va precisato che si è trattato di un esempio unico in tutta la Guerra d'Inverno.
Insomma, per quanto sia difficile scendere in dettagli (ognuno si farà eventualmente la stima che crede), è chiaro che se già l'uso di bombardieri al 'top' ha comportato risultati non del tutto soddisfacenti contro perdite catastrofiche (a questo proposito, i mitraglieri americani pretesero 288 vittorie aeree, praticamente tutti i caccia tedeschi in giro: più tardi tale cifra fu ridimensionata dagli stessi americani a non più di 53, e forse in realtà i tedeschi persero solo 25 apparecchi), l'uso di una qualunque altra macchina di prestazioni inferiori sarebbe stata catastrofica solo per l'attaccante: nel caso di macchine dalle capacità di difesa e prestazioni medio-basse, il rateo di perdite sarebbe salito senza troppe difficoltà all'ordine delle centinaia. Per gli S.82 è facile ipotizzare danni devastanti, ma di quante raffiche da 20 mm avrebbero necessitato prima di esplodere in fiamme, questo è difficile da dire. Di sicuro non avrebbero opposto nessuna valida resistenza, nemmeno in branco: uno stormo di questi aerei avrebbe erogato una potenza di fuoco difensiva inferiore ad una squadriglia americana (e le M2 Browning, vale la pena di dirlo, erano molto superiori alle 12,7 italiane, anche alle Breda, grazie
===S.79 e simili===
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Quanto a quest'ultimo, il vero problema non era la carenza di prestazioni in quota e di affidabilità (entrambe chiare e comprovate), né la robustezza, ma semmai l'efficacia dell'armamento difensivo. È strano come la Piaggio sia sempre stata così all'avanguardia che spesso i suoi apparecchi si siano dimostrati nella pratica inutilizzabili: il P.23 fu rottamato su due piedi dopo una prima serie e nonostante i tanti possibili sviluppi futuri, il P.108 di fatto non ha avuto il ruolo di macchina a lungo raggio, venendo praticamente oscurato dal razionale ma preistorico (tecnologicamente parlando) S.82, il caccia P.119 ha fatto giusto pochi voli di prova mentre le macchine serie '5' erano già in produzione e così via.
Nel caso del P.108 spesso si parla di impiantistica inaffidabile: in genere a riguardo dei motori, ma non si sa se questo valeva anche per l'armamento. Detto questo, quello che di sicuro si sa del P.108 nello scenario 'Schweinfurt' è che le prestazioni erano di qualcosa scarse rispetto alla tangenza e alla velocità dei B-17 (anche la versione G con la torretta 'a mento' raggiungeva i 460 kmh), e
Il P-108 avrebbe avuto in tutto 1.000 cp per le 2 7,7 mm, 1.650 per le 5 da 12,7 mm (più i colpi per l'arma frontale). Nell'insieme un quantitativo di munizioni troppo ridotto per combattimenti prolungati: il B-17G per le sue 13 M2 arrivò ad imbarcare tra i 6.000 e gli 11.000 colpi. Infine, il campo di tiro, se permette di difendersi bene alle spalle (max- 5 armi da 12,7 mm), è molto meno valido per attacchi di lato (dipende se le torri alari erano capaci di sparare in maniera perpendicolare rispetto alla fusoliera) e pochissimo contro attacchi frontali: un'arma da 12,7 ventrale e una nel muso, molto meno di quanto poteva fare il B-17 con 2 armi più potenti dorsali, due ventrali, da 1 a 4 nel muso (e non era ancora del tutto sufficiente). Scarsa difesa frontale e scarsa tangenza erano più che sufficienti per rendere difficile la vita al P.108, e se avesse perso (per avaria, danno o esaurimento munizioni) le torrette alari si sarebbe ritrovato con lo stesso armamento dell'S.79 ma con una sagoma ben più corposa, e numerosi punti ciechi (per esempio attacchi in picchiata). Per questo è verosimile che anche il P.108 (=il suo clone americano puramente ipotetico) avrebbe patito perdite maggiori su Schweinfurt. Quanto alla quantità praticamente prodotta, a parte una dozzina di trasporti T e C, non c'è molto da discettare visto che in tutto ne vennero costruiti appena 24, per cui utilizzando come ipotesi la produzione reale non ci sarebbe stato alcun modo di raggiungere Schweinfurt.
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