Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/USA-3: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Bat_radar_NAN6-50.jpg|300px|left|thumb|Ecco il radar del Bat, qui esposto per manutenzione]]
 
In ogni caso, le prove con queste bombe a guida semiattiva proseguirono fino al '44, ma il problema era che il Ventura non aveva abbastanza autonomia con queste bombe sistemate sotto l'ala e che l'USN aveva troppi pochi reparti di questi aerei per specializzarli solo su questo compito. Non passerà molto tempo che dalla Pelikan salti fuori un nuovo e ancora più avanzato progetto: la Pelikan con guida attiva, e testata da 900 kg. Su 4 lanci due ebbero successo. Ma non dev'essere piaciuta eccessivamente se poi ci si orientò sulla Mk.57, poi chiamata Special Weapon Ordnance Device (SWOD) Mk.9 Bat, che nel muso aveva adesso addirittura un sistema di guida radar attivo della Bell-Telephonics in banda S, un vero e proprio gioiello della tecnologia dell'epoca, realizzato con la collaborazione anche della Marina e del MIT. Dopo i primi lanci della fine del '44, l'ordigno venne messo in servizio qualche mese dopo e venne usato dal 23 aprile del '45. Data la potenza industriale e tecnologica americana, non fu difficile produrne in quantità, tali da rendere difficile comprendere come mai sia passata quasi in sordina la sua carriera: ben 2.580 ordigni, paragonabili alla produzione dei missili Exocet, e consegnati in pochi mesi prima della fine delle ostilità. La loro carriera peraltro era sostanzialmente marginale visto che ormai di battaglie navali non ce n'erano più. Inoltre, solo 3 squadroni di Privateer (gli unici aerei con sufficienti capacità di carico della Marina) ebbero modo di usarle. Nei lanci reali, il problema era sopratuttosoprattutto quello delle interferenze: alle volte radio e radar potevano disturbare il funzionamento, mentre se intorno c'erano isole queste davano segnali spuri. Non c'è bisogno di ricordare che il clima tropicale nuoceva molto all'elettronica del tempo, così come alla struttura in legno dell'ordigno. Così l'affidabilità della Bat fu piuttosto bassa e ottenne pochi risultati. Nondimeno, l'ASM-2A, versione modificata, venne usata per attaccare bersagli terrestri, in particolare i ponti in Birmania. Piuttosto intuitivamente, ASM-1 era per la precedente e più grande Pelican.
 
[[Immagine:PB4Y-2_with_bats_NAN2-46.jpg|320px|left|thumb|Bat trasportati da un Privateer, qui con due armi anziché una sola: fu questo un predecessore dei bombardieri missilistici in stile Tu-16/AS-5 sovietici]]
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Le bombe della serie '''SWOD''' erano invece dell'USN, così designate dal BuOrd. SWOD significa Special Weapons Ordnance Device, e ne vennero fuori diverse tipologie. Il primo fu il Dryden o Dragon, che era il progetto di una bomba a guida TV da 900 kg e con sistema planante, d'apertura alare di 3,6 m. Ma questo sistema, nato addirittura prima di Pearl Harbour, con l'inizio dello sviluppo dal febbraio 1941. Ma nell'aprile del '42, posto che il sistema di guida non era maturo, si pensò ad un sistema di guida radar, prima semiattivo, lo SWOD Mk 7 Pelican, ma c'era anche il Moth, una 'farfalla' che veniva attirata dai radar, ergo un missile ARM; il Falcon era un missile utilizzabile come arma antinave o antiaerea, ma nessuno ebbe seguito o anche solo una costruzione; lo SWOD Mk 9 Bat sarebbe andato poi in produzione e in azione. Il Pelican era stato sviluppato dal 1942 dall'NDRC, un kit per bombe guidate da un ricevitore radar semiattivo, con un illuminatore montato sugli aerei PV-1P; poteva essere un'arma da 450 o 680 kg (la più piccola delle due era nota come Mk 55). Vi furono già due test nel dicembre 1942, ma con successo piuttosto limitato, sopratuttosoprattutto per il vettore aereo, che poteva garantire con tali bombe un ridotto raggio d'azione. Il Pelican ebbe anche un altro tentativo, un sistema 'a guida organica', ovvero con un piccione dentro ammaestrato per guidare, con apposite beccate, la bomba verso il bersaglio prescelto tramite uno schermo 'touch screen'. Certo che 'sacrificare' un piccione per un centro su di un bersaglio non era considerato immorale per l'epoca, ma l'USN rifiutò l'idea giudicandola non pratica. I piccioni continuarono ad essere usati ma come mezzi di comunicazione (per esempio i bombardieri inglesi ne portavano un paio l'uno). Vi furono vari progetti di armi: SWOD MK 8, MK 9, MK 10, ma si sa pochissimo di queste armi. C'era anche la MK 11 Kingfisher A, una bomba planante per un siluro Mk 21, Kingfisher B, C (che è diventato l'AUM-N-2 Petrel), D (AUM-N-4 Diver), E (SUM-N-2 Grebe), F (AUM-N-6 Puffin). Il 'B', mai costruito, era un altro tipo di siluro planante.
 
 
L'US Army non perse davvero tempo ad interessarsi di missili e bombe guidate, e senza nemmeno aspettare l'esempio tedesco diede origine alla serie GB, costituita da bombe plananti (glide bombs). Anzitutto iniziò con il GB-1 dell'AereoncaAeronca, il GB-2 della Bellanca, e il Timm GB-3, con la gestazione partita dal marzo 1941, quando si può dire che quasi nemmeno esisteva la forza di bombardieri, con una bomba da 900 kg, girostabilizzatori per l'azimouth.
 
Così, quando ancora nemmeno si chiamava USAAF, ma USAAC, l'aviazione ebbe questi tre progetti interessanti, di cui il primo era relativo ad un aliante radiocomandato con la bomba M34 da 907 kg, da 3,66 m di apertura alare e doppia coda. Raggiungeva i 370 kmh, ma non aveva un sistema di guida: semplicemente planava da una quota e un'altezza prefissate e scendeva planando verso il bersaglio. Può sembrare poco, ma il raggio utile, da 4570 m, era di 32 km. Questo significava una capacità di colpire al di fuori dell'aerea più difesa, e può sembrare strano che non si sia dato seguito a tale tecnologia, tutto sommato semplice (i tedeschi facevano qualcosa di simile con alianti per siluri), ma forse si voleva qualcosa di meglio. Naturalmente, la traiettoria quasi piatta degli alianti era ideale per colpire un edificio di una certa altezza sui lati, aumentando la probabilità d'impatto. Il GB-2 e il GB-3 usavano anch'essi la bomba da 2.000 libbre, forse la più potente dell'arsenale americano. Il GB-2 poteva arrivare a 497 kmh, ma era più difficile da portare e il suo sistema di controllo da installare.
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Seguirono il GB-5 con un sistema di autoricerca a 'contrasto' di luce, una specie di antenato del missile TV Maverick, capace di discriminare un oggetto dalla differenza di luminosità rispetto a quanto lo circondava. Era un'arma da 1.110 kg e 400 kmh, planante, essendo un GB-1 modificato, ma alla fine della guerra non era ancora stato completato il programma sperimentale, che comunque non avrebbe potuto assicurare risultati accettabili dati i limiti della tecnologia disponibile e sopratuttosoprattutto, la necessità di un giorno di tempo assolutamente chiaro e limpido.
 
 
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Insomma, gli americani avevano già sviluppato, a metà degli anni '40, un rudimentale sistema 'intelligente' per l'autoguida degli ordigni, e tra questi sistemi non mancavano nemmeno gli infrarossi, la 'luce invisibile' che attualmente è ampiamente sfruttata dai sistemi d'arma e di visione notturna. All'epoca non era certo facile nemmeno pensare a qualcosa del genere, ma con il GB-6, parte del progetto MX-612, fu possibile installare un cercatore IR della Offner, che era adatto a cercare obiettivi con forti emissioni IR, come le acciaierie. L'ordigno al solito pesava circa 1.150 kg e planava a 450 kmh di velocità massima, con un raggio d'azione di 16 km circa. Già dal tardo 1943 iniziarono i test, ma forse non furono del tutto soddisfacenti visto che si dilungarono senza esiti operativi, fino al 1946.
 
Poi vennero i GB-7 e GB-14, parte del progetto MX-613, l'ennesima variazione della GB-1, stavolta con un sistema radar semiattivo. La 'Moth', come veniva chiamata la GB-7, era capace cioè di trovare un bersaglio illuminato dal radar di un aereo; i test vennero condotti nel giugno del 1945. Seguì forse un GB-7A, poi fu la volta del GB-7B o MX-616, con un radar di ricerca attivo, tanto che poi venne ribattezzata GB-14. Pesava 1.180 kg e planava a circa 450 kmh, naturalmente era sopratuttosoprattutto intesa contro le navi (come la similare Bat), ma dopo un solo lancio il programma venne cancellato, forse per carenza di bersagli, o forse per funzionamento non soddisfacente. Ma di fatto il radar sembrava quello del missile Bat, con tanto di dielettrico a forma di 'panettone' sul davanti. Il GB-7C introduceva un'altra tipologia di guida radar: quella passiva, del resto non tanto diversa da quella semiattiva, solo che l'emissione radar non era il riflesso di un sistema illuminatore (anche di bordo) ma un apparato del tutto estraneo. Forse questo era il primo missile ARM, ma non è chiaro se nemmeno sia mai andato in volo una singola volta.
 
 
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Un missile che era invece veramente polimorfe era il '''Gorgon''', nato sempre dal BuAer dell'USN tra il 1943 e il 1953, come arma tattica da impiegare in vari compiti. Già nel '37 si cominciò a pensare ad un drone da combattimento, persino capace di intercettare dei bombardieri nemici. Attorno alla metà del 1940 era noto come 'Aerial Torpedo', e in sostanza, le basi dei moderni UCAV, a livello filosofico, c'erano già. Ma i motori erano troppo limitati in potenza per realizzare un ordigno valido. Nel '43 però ricominciò l'interesse, legato all'uso dei motori a razzo o jet, per un missile che era certamente di tipo molto originale per l'epoca, e anche dopo. Si trattava di un'arma da 300 kg, con un turbogetto da appena 9,5 pollici della Westinghouse, che consentiva 820 kmh. Era inteso per colpire grosse formazioni di bombardieri o trasporti, ma anche bersagli al suolo. La guida era prevista di tipo TV o radiocomandata, o anche radar o IR, spolette prossimità e contatto. Iniziarono i progetti particolareggiati, come il Gorgon II con alette canard del tardo 1943, o il Gorgon III con alette di tipo convenzionale. E incredibile a dirsi, tutte e due le configurazioni vennero pensate con motori a razzo (A), turbogetto (B) e statoreattore (C). 25 armi di ciascun tipo vennero ordinate verso la fine del '43, ma dopo vari cambiamenti il totale divenne, ad aprile 1945, di 21 Gorgon IIA, 4 Gorgon IIB, 34 Gorgon IIIA, 16 Gorgon IIIB e 20 Gorgon IIIC. Tuttavia solo il tipo a razzo venne costruito. Quanto ai sistemi di guida, dati un po' troppo per scontati, in realtà non funzionavano bene. Nel marzo del '45 fallì miseramente un sistema TV del Gorgon IIA. In effetti, dopo varie tribolazioni il Gorgon divenne un semplice sistema di ricerca avanzata a metà del '46. Dei 21 IIA, tutti erano dotati di un motore Reaction Motors CLM2N a propellente liquido e sistema radiocomando-TV. I test senza apparato motore iniziarono già nel marzo del '45, ma il sistema di guida rappresentò un fallimento totale nel ruolo aria-aria. Stranamente nessuno pensò di usarlo per attacchi al suolo, almeno non subito. Era noto come KA2N-1 nell'ottobre del '45, poi ebbe una selva di altre designazioni di missile per ricerche su cui non mi dilungo, essendo accaduto nel dopoguerra. Quanto al Gorgon IIC a statoreattore, esso era previsto come missile superficie-superficie da lanciare e far volare a 725 kmh verso obiettivi in Giappone. Anche questo ebbe compiti di sviluppo dal '46, e nel '50 un missile designato CTV-N-2 usò un radar attivo in funzione antinave. Il KA3N-1 Gorgon IIIA era l'originale ordigno per l'intercettazione, con una guida radio-TV e una testata da 116 kg, ma anch'esso divenne un sistema di ricerca pura. 34 costruiti. Il modello IIIC era simile, nonostante in origine si fosse inteso come arma a statoreattore, con due motori CML2N. Il tipo IIIB ebbe un derivato, il TD2N-1, che era un aereobersaglioaerobersaglio, i cui test iniziali avvennero nel giugno 1945, e con il motore acceso, dall'agosto dello stesso anno. Ma era difficile far funzionare il motore (che almeno in teoria doveva essere a razzo) e il programma venne cancellato nel '46 dopo 9 ordigni costruiti. Nel maggio del '45 era iniziato anche il programma Gorgon IV, arma aria-superficie a statoreattore assegnata alla Martin, con radar di ricerca attivo. Era davvero avanzato per l'epoca, ma finì anch'esso come semplice programma di ricerca a metà del '46, con un motore Marquardt XRJ30-MA (model C-20-85C). I primi test iniziarono solo nel luglio 1947, e il missile divenne capace di raggiungere 0,85 mach. In tutto ne vennero costruiti 19 dei quali gli ultimi, dopo la fine dei test del '49, divennero aerobersagli. L'ultimo derivato era un sistema ancora più bizzarro, il Martin ASM-N-5 Gorgon V, che rimpiazzava lo statoreattore con un diffusore di sostanze chimiche, una specie di bomba planante a gas, che avrebbe coperto, planando a 0,95 mach, a 30-150 m di quota, una superficie di circa 9 km2. Venne cancellato nel '53, dopo circa 3 anni dall'inizio del programma, non si sa se ne venne mai costruito o collaudato qualcuno, che avrebbe dovuto avere un radioaltimetro, autopilota e generatore di gas Edo X14A, presumibilmente per gas nervini.
 
La versione CTV-N-2 del Gorgon era lunga 5,98 m, apertura alare 3,5 m, peso di 880 kg, 725 kmh, e raggio di 150 km.
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La serie di velivoli della Radioplane iniziava dal 1935. La versione più importante fu l'OQ-3, macchina da 2,77 m di lunghezza e 3,14 di apertura alare, motore da 8 hp, velocità di 165 kmh. Costruito dall'ottobre del 1943, ne vennero realizzati ben 9.400 esemplari con lo scopo di radiobersaglio. Come gli altri aerei, erano piccoli modelli simili ad un aereo da turismo con ala a parasole. La mancanza di sensori televisivi impediva di usarlo come un moderno UAV, ma l'idea c'era tutta. La bomba volante era invece utilizzabile, e qui davvero vennero usati sistemi che adesso sono parte della concezione moderna della guerra. Nel 1936 venne pensato dal Lg Cdr D.S. Fahrney, dell' US Navy, pensò al concetto di usare macchine teleguidate in combattimento aereo. Concetto fantascientifico per l'epoca, in cui era normale avere come 'espressione tecnologica' dei caccia biplani. Ma nel 1940, dopo anni di bassa priorità, le cose cominciarono a cambiare: vennero inventati i radar-altimetri e la televisione, tanto che nel '41 si provarono alcuni aerei teleguidati e nel 1942, in aprile, mesi prima del molto noto (in Italia almeno) SM.79 ARP, venne provato un drone contro una nave teleguidandolo da 50 km di distanza.
 
Così lo stesso mese, due mesi prima di Midway, l'USN ordinò l'allora segretissimo XTDR-1 in due esemplari, e 100 aerei di un tipo simile, chiamati TDN-1. Questi velivoli erano (i TDR-1) aerei motorizzati da due Lycoming O-435-2 a pistoni, e materiali non strategici visto che era pur sempre un velivolo 'a perdere', con un aspetto non tanto dissimile da quello di un P-38 o di un Mosquito e un abitacolo per un pilota, perché serviva per i voli di trasferimento. In guerra armava una bomba M66 da 907 kg o anche un siluro, e sganciava il carrello dopo il decollo. Già nel marzo 1943 c'erano ordini per 2.000 velivoli, poi ridotti a 300 date le difficoltà pratiche che comportava la loro realizzazione. Nel '44 un'unità usò questi velivoli, portandone in azione 46, di cui 18 ebbero centri pieni sui bersagli giapponesi. Eppure solo 189 vennero costruiti visto che nei test l'USN aveva riscontrato un livello di prestazioni mediocre, come anche l'US Army quando ne testò uno come XBQ-4 nel 1943. Ma il programma continuò con il TD2R con motori da 225 hp, cancellato per trasformarlo in XTD3R-1 o XBQ-5 per l'US Army. Infine l'ultima versione aveva motori Wright R-975 da 450 hp, ma solo 4 vennero completati. In seguito arrivarono anche i XBQ-6, ma rimasero solo sulla carta. Al dunque, quest'arma era interessante, sopratuttosoprattutto perché era da attacco strategico. Aveva avuto un limitato successo, ma il raggio di 685 km con 900 kg di carico non era cosa da poco, anche se la velocità non superava i 225 kmh con i motori originari da 220 hp. Aveva apertura alare di ben 14,6 m e un peso di 2.700 kg.
 
Uno dei drone era l'AT-21 Gunner, aereo da addestramento convertito nel '44 come '''XBQ-3''', capace di portare una telecamera nel muso per essere radiocomandato con precisione sul bersaglio, e con i due motori da 520 hp, poteva volare a 355 kmh con una bomba da 1.800 kg, e arrivare a 2.400 km di distanza. Non ebbe seguito.
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La versione B era lunga 5,94 m, apertura alare 9,14 m, altezza 2,54 m, peso 830 kg; per queste dimensioni indubbiamente ridotte, la sua velocità arrivava a ben 300 kmh, nonostante il motore fosse capace di appena 150 hp. Per fare un esempio, il Fi-156 Storch aveva un motore da circa 200 hp per 170 kmh.
 
Al lato opposto v'era invece il BQ-7, B-17 convertiti secondo un'idea arrivata nel 1944. L'USAAF (l'idea era stata proposta, non si sa bene da chi, al gen. Doolittle che l'approvò alla fine di giugno) voleva trasformare gli aerei più vecchi come 'drone' d'attacco, da schiantarsi contro bersagli particolarmente duri con il massimo carico bellico possibile. Il progetto era noto come 'Aphrodite' e coinvolgeva sopratuttosoprattutto i B-17F. La realizzazione di questo piano, che si sperava potesse realizzare il successo delle super-bombe 'Tallboy' inglesi, capaci di raggiungere velocità supersoniche in picchiata, venne affidato alla 3rd Bombardment Division, che lo diede al 562nd Bomb Squadron di Hoington, Suffolk.
 
Con ben 8.100 o forse 9.070 kg di esplosivo a bordo, per giunta del tipo Torpex, particolarmente potente (il Torpedo Explosive era del 50% più potente del TNT), aveva una spoletta ad impatto, mentre tutti gli equipaggiamenti non necessari erano stati rimossi. Per il decollo in sicurezza era tuttavia necessario usare un equipaggio di due persone, pilota e ingegnere di volo. Puntato l'aereo grossomodo nella giusta direzione, si lanciavano dall'aereo dopo avere attivato il sistema di controllo. Per quanto possa sembrare strano, i B-17 non avevano particolari sistemi per salvare i loro uomini d'equipaggio: tante volte i piloti si dovevano lanciare sgusciando dai finestrini. In questo caso l'abitacolo era stato trasformato in una versione 'torpedo', totalmente aperto. Naturalmente c'era anche il B-17 destinato al controllo, un CQ-4 o CQ-17. Quest'arma era la più potente mai fatta volare nella guerra, eccetto ovviamente le armi 'atomiche', ma i risultati furono non esattamente soddisfacenti. Il sistema di guida diede molti problemi. Era un 'doppio Azon', ovvero un sistema capace, con i controlli incrociati, di controllare direzione e quota dell'aereo. Dopo i primi voli c'era anche una doppia camera TV, una per vedere il pannello controllo, e una nel muso per vedere dove l'aereo andava. Questo consentiva di teleguidare da distanza l'aereo. Queste apparvero dopo la prima missione. C'era anche un caccia che doveva abbattere il BQ-7 se usciva dal controllo.