Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Gran Bretagna-3: differenze tra le versioni
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Al Beaufort (primo volo 15 ottobre 1938, servizio dal dicembre 1939), seguì presto una sorta di derivato, il 'Beaufort da caccia'. Questo era il significato del 'Beaufighter', aereo possente con l'abitacolo incassato tra i due grossi motori che a seconda delle versioni erano Merlin o Hercules. Volò inizialmente il 17 luglio 1939 e cominciò il servizio nell'autunno dell'anno dopo. Propulso nell'ultima versione da caccia da due Hercules da 1.670 hp radiali, volava a 536 kmh, tangenza circa 8.100 m (per questo i Z.1007 su malta volavano più in alto possibile, per metterlo in difficoltà dato che era piuttosto pesante e poco valido alle alte quote, con una tangenza forse addirittura inferiore rispetto a quella di questi bombardieri), autonomia di 2.400 km. L'aspetto della sua progettazione che da subito balzò all'attenzione era l'armamento: 4 cannoni Hispano-Suiza nel muso, con 240 colpi pronti e altri di riserva (c'erano tamburi da 60, ricaricati dal secondo d'equipaggio), 2 Browning da 7,7 mm in un'ala (dove c'era anche il faro d'atterraggio), 4 nell'altra, spesso anche una difensiva in coda. A proposito di mitragliatrici, va ricordato che solo dall'Mk VIC apparve la mitragliatrice difensiva, e che solo dopo il 50imo esemplare vennero installate le mitragliatrici alari. Era una macchina formidabile come raggio e potenza di fuoco, e i primi successi con i radar da intercettazione non mancarono d'esservi, ma inizialmente con molti problemi, già nel 1940-41. L'idea era stata data però non dal Beaufort ma dal Blenheim, di cui numerosi esemplari (almeno 200) vennero messi in servizio come caccia pesanti, dato che con l'arrivo degli Mk IV, il gran numero di Mk I era destinato a sparire dalla prima linea entro tempi non lunghi: ma avevano solo un'arma da 7,7 offensiva e una difensiva. Dalla primavera duecento pod con 4 Browing da 7,7 mm fabbricati in Gran Bretagna (che scelse come successore delle sue Vickers le Browning americane a più alta cadenza di tiro), e così gli F.Mk 1 vennero convertiti e prestarono servizio in almeno 7 squadroni, più in seguito anche unità oltremare. Un Blenheim abbatté un Do.17, in quello che fu il primo successo con il radar di bordo, che parecchi Blenheim avevano ricevuto. Era stato quest'impiego a precedere i ben più potenti Beaufighter.
Questi vennero utilizzati come caccia notturni e sebbene di pilotaggio piuttosto difficile, inizialmente richiedente di allargare le superfici di controllo caudali, il 'Beau' venne presto usato per tanti compiti: caccia marittimo a lungo raggio, caccia notturno, e poi sempre di più, velivolo incursore. Già nel marzo del '41 venne sperimentato un Beaufighter con siluro, un altro con razzi da 27 kg, e passò poco tempo che venisse costituito uno stormo d'attacco con i Beaufighter: il 143° squadron da caccia a lungo raggio, 236 con bombe da 113 o 227 kg, 254 'Torbeau' con i siluri; dalla primavera del '43 arrivarono anche i Beaufighter armati con i razzi,
Dei Beaufighter il più specializzato per le operazioni a bassa quota era il TF.Mk X con tanto di radar di scoperta in superficie. Era ottimizzato per le basse quote, non aveva più le mitragliatrici in caccia, per il resto volava più veloce dei 'Beau' di tipo normale.
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In Malaysia venne usato anche l'ultimo dei robusti Bristol bimotori, il '''Brigad''', passato attraverso l'infelice Buckingam, discendeva comunque dal Beaufighter. Con il successo che quest'ultimo ottenne come aerosilurante, dato che la sua velocità, agilità e potenza di fuoco erano ben superiori a quelle del Beaufort (e oltretutto, si rischiava solo 2 vite umane e non 4), non c'è molto da stupirsi. Un derivato specifico per compiti siluranti era il Brigad, che volò nel dicembre 1944 e che si distingueva tra l'altro per un abitacolo sollevato, con tettuccio a giro d'orizzonte, per i due d'equipaggio, e per l'impennaggio di coda doppio. Ma la fine della guerra e la crisi economica che si lasciò dietro non aiutarono la sua carriera, tanto che i primi aerei entrarono in servizio solo nel dicembre del '48 come B.Mk 1. Erano stati nel frattempo ripensati per il compito di 'bombardiere coloniale' e in tutto ne vennero costruiti 147. Con due motori Bristol Centaurus da ben 2.810 hp, erano capaci di 575 kmh e di un'autonomia fino a 4.500 km. L'armamento era di pari passo a queste capacità, con 4 cannoni da 20 (le armi di piccolo calibro erano oramai abbandonate), e 1.360 kg di carico come 16 razzi subalari da 27 kg, un siluro oppure una bomba da 907 kg sotto la fusoliera. Sarebbe stato usato
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Venendo ai bombardieri, l'unico progetto 'quasi nuovo' in sviluppo in Gran Bretagna alla fine della guerra era il Lincoln.
Questo non era propriamente un velivolo 'nuovo' poiché somigliava ancora moltissimo al Lancaster, tanto che la maggiore differenza era una fusoliera allungata. Era pertanto noto, in origine, come Lancaster Mk IV, ma poi divenne l'Avro 694 Lincoln. Aveva anche maggiore superficie alare, armamento migliore, motori Merlin a due velocità. Il prototipo volò nel giugno 1944 e la guerra finì quando la 57a squadriglia lo stava ricevendo. Sarebbe stato un buon bombardiere
Il Lincoln era un aggiornamento molto utile del Lancaster, ma va anche detto che non riuscì a salvare del tutto la tecnologia inglese da una certa obsolescenza. Quando si pensò al programma nucleare inglese ci si rese conto che il Lincoln non avrebbe avuto molte possibilità di scampare all'onda d'urto dell'esplosione di un'atomica: era troppo lento e volava troppo basso. Inoltre questo lo rendeva vulnerabile ai caccia nemici. Al dunque, per evitare un'irrimediabile obsolescenza della propria aviazione, la RAF ebbe in carico, in maniera molto pragmatica, un lotto di 98 B-29 americani, chiamati 'Washington', e tenuti in servizio nell'attesa dei V-Bomber nazionali a reazione, che tuttavia arrivarono solo nel gennaio 1955 con i Valiant. Ma questa è decisamente un'altra storia.
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Guidati da Guy Gibson, volarono radenti come se fossero degli interdittori notturni, con i navigatori avvertivano il pilota degli ostacoli che si vedevano apparire nella notte a meno di 30 m di quota. Poi sganciarono poi i loro ordigni ad una quota esattamente di 18,3 sull'acqua, ad una distanza di 366-411 m, a 402 kmh negli specchi d'acqua artificiali delle dighe. Un'impresa apparentemente impossibile, ma che venne tentata con successo. Su 19 equipaggi che attaccarono, sette vennero abbattuti dalla contraerea oppure distrutti dallo scoppio della stessa bomba che in un caso esplose sul parapetto e distrusse l'aereo che l'aveva sganciata. Un'altra bomba volò oltre la diga e esplose contro la sottostante centrale elettrica, mentre l'aereo (mj. Hopgood),incendiato dalla Flak, esplose poco dopo con tutto l'equipaggio. Occorsero 3 bombe sganciate correttamente per distruggere la diga di Mohne, e due per distruggere quella di Sorpe. L'attacco alla diga di Lister e quella di Schwelme non ebbe invece successo, ma erano del resto obiettivi secondari. L'attacco fu possibile con un grande addestramento, ma anche con la tecnologia sviluppata: due faretti convergevano a formare una '8' quando la quota scendeva a 18,3 m sull'acqua, altro che altimetri di precisione. La bomba 'Upkeep' era un ordigno da 127 cm e 4.196 kg, portata su di due grucce e a cui veniva data una rotazione inversa al senso del moto, dopo aver rimbalzato sull'acqua (avendo una struttura cilindrica), colpiva la parete e poi esplodeva con una spoletta idrostatica. Non c'erano i portelloni portabombe, rimossi per ospitare la bomba. Le vittime furono nondimeno numerose per via degli allagamenti: il cosiddetto 'attacco di precisione' lo fu davvero, ma oltre 1.000 persone morirono per le centinaia di milioni di t di acqua liberate nelle valli.
In seguito i Lancaster vennero coinvolti in altre missioni speciali, ma la loro attività è rimasta legata
Ma nondimeno, tali massacri si ripeterono. E il peggiore era senz'altro quello su Dresda, la 'Firenze sull'Elba', città principale della Sassonia. Era stata risparmiata fin'allora dai bombardamenti Alleati non avendo praticamente nulla di militarmente valido. Ma non quel giorno, il martedì grasso del 1945, vissuto in una città ancora quasi non toccata dalla guerra. Era il 13 febbraio 1945 quando arrivarono i Lancaster e i Mosquito da esplorazione, che con i loro radar H2S localizzarono l'ansa a S del fiume Elba e poi 'marcarono' con bombe da segnalazione per l'ondata mortale che stava arrivando nelle tenebre. Agli equipaggi erano state raccontate delle vere menzogne, come appurato successivamente, sulla necessità di colpire Dresda. E anche così alcuni rifiutarono di bombardare la città, scossi dallo scenario che stavano vedendo sotto di loro, con una città che stava bruciando come un pagliaio.
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Anche se non rientra propriamente nella definizione di 'Armi avanzate' tanto vale citare anche lo Short Sunderland, grande idrovolante famoso per la sua imponenza, il suo ruolo nella caccia ai sommergibili in Atlantico e infine la sua capacità di combattente negli scontri non rari contro altri aerei tedeschi, specie nel Golfo di Biscaglia<ref>Gibertini Giorgio: ''Short Sunderland'', Aerei nella Storia feb mar 2006</ref>. Nato dalla specifica R.2/33 per un idro monoplano e quadrimotore, non fu quindi l'antenato ma il cugino dello Short 'Empire' per la Imperial Airways che doveva tenere i contatti con l'India. Però questo contratto per 28 aerei e dal costo di 1.750.000 sterline aiutò molto lo sviluppo di entrambi i tipi, e siccome nel '36 volò il C Class, la versione civile, spesso si è riportato che il Sunderland era un adattamento militare dell'Empire. In realtà erano solo 'cugini', come l'S.75 e l'S.82 italiani, ma non esattamente discendenti l'uno dell'altro. L'armamento del Sunderland era subalare, ma per non gravare il velivolo della resistenza dei travetti si volle fare una sistemazione speciale, con dei supporti scorrevoli che le portavano dai boccaporti laterali apribili quando necessario, fino a sotto le ali per eventualmente sganciarle sui bersagli. Rispetto all'Empire c'era la pesante ma utile torretta quadriarma posteriore, che costrinse ad angolare all'indietro l'ala di 4 gradi, che comunque fu molto meglio che doverla spostare in toto all'indietro. Il prototipo volò il 16 ottobre del '37 e nonostante fosse il più grosso aereo inglese si pilotava piacevolmente, tanto che si provò durante il conflitto persino dei loopings (che comportarono la deformazione delle ali di un idro sopravvissuto ad uno scontro con dei velivoli tedeschi). La versione di serie Mk I volò il 21 aprile 1938 e presto venne assegnata al No.230 sqn di Singapore, tanto per far vedere la tecnologia inglese in Estremo Oriente. I Giapponesi ne presero nota per il loro H8K, disegnato per superare il Sunderland in ogni ambito, anche se questo 'meglio' sarà disponibile solo a guerra inoltrata. Poi c'era da dire al riguardo, come i motori fossero fondamentali per la riuscita di un aereo: il C-Class era un valido aereo passeggeri ma con un'autonomia inferiore a quanto ci si aspettava. Così si montarono i motori Perseus al posto dei Pegasus. Sebbene meno potenti, 890 hp, consumavano meno e avevano una ridotta sezione frontale, tanto che mantenevano la stessa velocità di crociera e al contempo, consentivano di aumentare il carico utile di 2,5 t! Poi arrivò il Classe G ingrandito del 20% e con motori Hercules da 1.380 hp, in volo dal giugno 1939, ne vennero realizzati solo 3 che volavano in crociera a 300 kmh con un'autonomia di 5.000 km. Vennero requisiti e usati dalla RAF come trasporti a lungo raggio. Allo scoppio della II GM c'erano solo 4 squadroni con il Sunderland Mk.I, uno dei loro aerei compì la prima missione bellica della guerra, poi ben presto si aggiunsero quelle di pattugliamento marittimo con radar ASV installato sui primi due esemplari già nel '40, ma si trattava dei tipi commerciali Classe C; gli G ebbero invece una torretta quadrinata a poppa e una dorsale, più altre 4 armi nei fianchi e nel muso. I Sunderland normali avevano invece due armi a prua, 4 a poppa, 2 nei fianchi che poi vennero sostituite con una torretta dorsale più efficace ma con maggiore resistenza aerodinamica. Uno di questi aerei, soprannominato dai Tedeschi e con ragione 'il porcospino volante' dopo di allora, riuscì ad evitare l'abbattimento e subì solo danni leggeri, mentre nel contempo abbatté uno Ju-88 e ne danneggiò altri, uno dei quali dovette atterrare in Norvegia quando (era il 3 aprile 1940) non era ancora stata invasa dai Tedeschi. In Mediterraneo i grossi Sunderland affondarono vari sommergibili, anche se subì alcune perdite, anche da parte di due CR.42 che riuscirono a mettere fuori uso la sua torretta caudale. A Creta i Sunderland decollarono carichi di Truppe da evacuare, giungendo persino a partire con 87 persone a bordo della capace fusoliera, ma con l'acqua che stava arrivando al livello del portello laterale, rischiando di fare affondare l'aereo. A Malta talvolta i Sunderland rimasero vittime dei mitragliamenti a bassa quota dei caccia, ma fu
La sua evoluzione lo vide prodotto
Ecco le capacità tipiche del Sunderland, nella versione Mk V:
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Per le versioni vanno ricordati gli Mk.I con 90 esemplari con i Pegasus XXII da 1010 al decollo, peso 12,3-22,7 t, torretta FN.11 di prua con arma da 7,7 mm, FN.13 con 4 armi uguali, due armi da 7,7 laterali in postazioni, 338 kmh a 2.100 m, autonomia max 4.660 km. L'Mk II ebbe motori Pegasus XVII potenziati a 1065 hp, torretta dorsale FN.7, la FN.4 con munizioni raddoppiate da 2000 a 4000 colpi, radar ASV, in volo dall'agosto del '41; la Mk III con alcuni miglioramenti, produzione di 407 esemplari dalla metà del '42, poi la Mk IV che era il Seaford, e l'Mk V dell'agosto '44, con i motori americani e due armi da 12,7 mm laterali aggiuntive. In tutto vennero prodotti non meno di 721 esemplari, e se è vero che non portavano mai siluri e che non avevano la stessa autonomia dei Catalina americani, in compenso erano dotati di una velocità, agilità e robustezza che gli aerei americani non potevano vantare, risultando leggermente inferiori nel pattugliamento sulle vaste distese oceaniche, ma certamente con una ben migliore attitudine a combattere contro gli U-Boot in superficie, così come contro altri aerei da pattugliamento o da caccia, come gli 8 Ju-88C che nel '43 tentarono di abbattere un singolo Sunderland Mk III, che si difese volando al solito a pelo d'acqua per coprire il settore ventrale, e al contempo sparare con le altre armi. Pare che abbatté 3 avversari e tornò con oltre 500 buchi da 13 e 20 mm. Infine vennero usati come pattugliatori nel periodo postbellico, con la RNZAF che li tenne fino al '67. Ebbero anche utilizzo come macchine antiguerriglia carichi di bombe da 9 kg in teatri secondari, sempre nel dopoguerra, e
==Le armi inglesi==
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Ma pur avendo impiego, anche su navi, non risultarono mai tanto importanti quanto la loro versione aria-superficie. Per prima arrivò il razzo da 35 libbre (11,43 kg), da 76 mm in ghisa. Il peso era relativo alla sola testata che era semiperforante. Vennero usati dal '42 ma le lunghe rotaie di lancio penalizzavano le prestazioni dell'aereo lanciatore, anche se si trattava del Typhoon; al dunque i risultati non furono del tutto accettabili per la precisione, ma vennero ben presto adottati i razzi da 60 libbre ben più efficaci. Così i razzi di questo primo tipo, da 1,69 m di lunghezza, erano stati rapidamente scartati.
I razzi si sarebbero però ripresentati
==Palloni==
Sono ben noti (relativamente 'ben noti')i palloni di sbarramento, che per inciso vennero alzati per la prima volta a difesa di Venezia durante la I G.M. dagli attacchi austriaci. Ma ebbero ben più utilità per gl Inglesi, per porre un problema (il loro cavo d'acciaio) agli incursori tedeschi notturni. Da qui a pensare di farne un uso offensivo, grazie alle direzioni del vento, sulla Germania, il passo fu breve. 'Albino' era un programma per lanciare sulla Germania dei palloni con carica esplosiva, che potevano 'incocciare' sugli aerei tedeschi: il cavo veniva scorso dall'ala, e trovava la carica esplosiva alla fine. 'Outward' era invece un sistema d'attacco sul territorio tedesco. Poteva avere vari carichi, per esempio, ordigni incendiari. Ma
==Trasporti==
Gli Inglesi non mancarono di pensare anche ai velivoli da trasporto, ma molte delle loro esigenze erano servite dalla produzione americana, specie dei C-47 Dakota. C'erano però anche attività che coinvolsero gli ottimi bombardieri quadrimotori (e anche alcuni bimotori) inglesi, sia per trasporti strategici che traino alianti. Come grossi trasporti vanno citati la versione apposita dell'Halifax, ma anche del meno riuscito (e il primo ad entrare in servizio) Stirling. Lo Stirling ebbe un rateo di perdite di un aereo ogni 40 t di bombe sganciate, l'Halifax arrivò a circa 60, ma il Lancaster giunse ad oltre 120. Chiaro quale di questi velivoli da 25-30 t era sacrificabile come trasporto. Ma fu coinvolta anche la Avro che produsse i 'cugini' del 'Lanc', i Lancastrian e gli York da trasporto pesante e rifornimento, ampiamente usati
Durante il 1944 volò anche un curioso e semplice aereo da trasporto, che finalmente aveva un grande portello anteriore di carico. Era il Bristol Type 170, pensato come iniziativa privata per soddisfare le esigenze di trasporto in Birmania. Era il futuro Freighter, da 311 kmh con due Bristol Hercules da 2.000 hp. Ma il prototipo volò solo nel dicembre del '45, per cui non rientra a stretto giro di questa rassegna. Era un velivolo dalle prestazioni ridotte, ma di praticità e semplicità d'impiego molto valide, tanto che aveva un semplice carrello fisso, che non aiutava a valorizzare i 4.000 hp di potenza per un aereo da 11-19 t, praticamente pesante come un SM.82. La salita avveniva a oltre 400 m al minuto, non indifferente per un aereo cargo, il raggio d'azione a pieno carico era di circa 676 km.
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