Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Giappone-2: differenze tra le versioni

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[[Immagine:D4Y_Yoshinori_Yamaguchi_col.jpg|350px|left|thumb|Con il prosieguo della guerra, i 'Judy' trovarono impiego come kamikaze, come quello ritratto in quest'immagine drammatica, prima appena di schiantarsi su di una nave americana]]
E ora consideriamo l'impiego di quest'aereo. Il suo esordio fu, come si è detto, sfortunato, ma tecnicamente notevole. Ma la fine della superiorità aerea giapponese era questione di poco tempo. Dopo le battaglie del '42 (pari quella dei 'Coralli', persa quella di 'Midway', e vincente quella di 'S.Cruz'), i piloti giapponesi si erano sacrificati in gran parte, subendo centinaia di perdite durante le azioni di combattimento o anche a bordo delle navi attaccate. La penuria di sostituti adeguatamente addestrati era pericolosamente alta, e nel '43, anche se non vi furono grandi battaglie aeronavali, la guerra d'attrito continuò in settori periferici. Quando nel '44 si tornò agli scontri aeronavali, i due contendenti avevano un rapporto di potenza molto diverso. Gli americani avevano impiegato bene il tempo per potenziare i loro mezzi, cominciando con i caccia degli F6F Hellcat, e continuando poi con le nuove portaerei classe 'Essex', una serie di super-portaerei che rinsanguarono la molto indebolita flotta americana. Nel '44 i Giapponesi si confrontarono con gli Americani alle Marianne, dove gli Americani si stavano dirigendo per conquistarle e farne basi per i B-29, altrimenti troppo penalizzati dalle operazioni sul Giappone con basi in Cina e India. I Giapponesi contarono di fermare gli Americani con la forza combinata di aerei basati a terra e poi sulle portaerei. Molto meno del migliaio di aerei basati sulle navi americane, e che sopratuttosoprattutto, evitando di subire attacchi simultanei dal mare e dalle isole, colpirono per primi, distruggendo quasi tutti gli apparecchi basati a terra. Poi se la vedettero con gli aerei giapponesi delle portaerei, che erano da soli in netta inferiorità. I Giapponesi credevano di avere inflitto delle perdite significative agli Americani, ma non era vero e le informazioni sulle quali si mosse la flotta giapponese erano sostanzialmente false. La conseguenza fu devastante: le ondate di aerei giapponesi vennero lanciate stando inizialmente fuori dal raggio d'azione degli Americani. Ma subirono un massacro terribile dagli Hellcat guidati dai radar e radio delle portaerei. Poi passarono a colpire le oramai inermi navi nipponiche, affondando e danneggiando diverse di esse. Fu il 'Grande tiro al tacchino delle Marianne'.
 
I D4Y erano i più veloci bombardieri in picchiata del mondo, almeno tra i velivoli imbarcati. Un aereo simile (forse) più veloce fu soltanto l'SM.93 con pilota prono, rimasto prototipo e volato solo nel '44.
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====Le prime generazioni====
[[Immagine:G4M-34s.jpg|350px|right|thumb|Il G4M, il più famoso e diffuso bombardiere giapponese]]
Ora parliamo dei bombardieri di base a terra. I Giapponesi avevano sopratuttosoprattutto aerei Mitsubishi, molto più che nel settore della caccia dove almeno l'esercito aveva i Nakajima e i Kawasaki.
 
I primi bombardieri moderni furono i Mitsubishi '''G3M''', aerei a lungo raggio e ben armati, ma piuttosto lenti e vulnerabili. Nondimeno i 'Nell' (nome in codice Alleato) rimasero in servizio abbastanza a lungo, in versioni migliorate (fino a 415 kmh) per contribuire assieme ai successori 'Betty' ad affondare le corazzate inglesi Repulse e P. of Wales il 10 dicembre 1941. Poco prima avevano attaccato le basi nelle Filippine con azioni di bombardamento micidiali anche quando fatte da 6.000 m di quota. Non subirono perdite, mentre lo stesso non si poté dire dell'incontro con i caccia cinesi nel '37, quando alcuni G3M dei primi tipi vennero abbattuti dai loro obsoleti caccia, come i P-26 di fornitura americana. Da lì la necessità di mandare gli A5M di scorta e di sviluppare versioni meglio armate dei G3M. Ma questi aerei avevano sopratuttosoprattutto una grande autonomia, indispensabile per il Pacifico, cosa possibile solo rinunciando ai serbatoi autostagnanti. L'autonomia arrivava anche a 6.300 km, ma il carico bellico non superava gli 800 kg.
 
I successori erano i 'Betty', ovvero i '''G4M''' dalla sagoma molto più tozza. Erano davvero bombardieri di grosse dimensioni, dalla fusoliera addirittura più spaziosa di quella di un bombardiere B-17. Ebbero subito motori di grande potenza, prima da 1500, poi con i G4M2 da 1.850 hp. L'armamento era pure considerevole, tanto che gli ultimi tipi ebbero ben 4 cannoni da 20 mm e 2 da 7,7 mm. Il carburante era aumentato da 4.800 a 6.400 l, in parte c'erano serbatoi autostagnanti; ma il Betty rimase vulnerabile e tra i suoi stessi equipaggi fu noto sia come 'Hamaki' (sigaro) che come 'accendino' per la facilità con cui prendeva fuoco quando colpito dai proiettili incendiari da 12,7 mm americani. Quindi o era pesantemente scortato oppure doveva attaccare bersagli gabbandone la difesa aerea. Quando ebbe condizioni abbastanza favorevoli, colpì molto duramente, come le Filippine e poi anche l'Australia, dove grazie alla scorta degli A6M3 del 202 Kokutai resistette bene alla difesa posta dagli Spitfire Mk V. L'armamento come si diceva era massiccio, con una torretta e una postazione caudale armate di cannoni da 20 mm: era difficile trovare altri bombardieri medi altrettanto armati in tutto il mondo, specie per la presenza della torretta caudale. Se non ci fosse stata l'esigenza categorica di un'autonomia elevatissima, il velivolo avrebbe potuto sopravvivere meglio agli scontri con i caccia nemici. In ogni caso apparve in quasi tutti i punti del Pacifico, con prestazioni d'autonomia che eccedevano largamente quelle dei bombardieri medi (peso qui: 8-15 t) del mondo e in effetti si trattava di una macchina strategica, capace di raggiungere obiettivi impossibili per uno Ju-88 o un B-25. Alla fine della guerra venne usata come kamikaze o come vettore di missili Okha.