Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-8: differenze tra le versioni

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[[File:War ensign of Germany (1938-1945).svg|150px|left]]
Per quanto la Marina tedesca non sia stata mai una 'grande marina' in termini convenzionali, eccetto che nella I GM quando contese alla Royal Navy il dominio dei mari (ma entro certi limiti), la sua azione nelle guerre mondiali è stata molto dura e difficile da contrastare, sopratuttosoprattutto per l'uso di navi corsare, unità sottili d'attacco e sommergibili, i celebri [[w:U-Boote|U-Boote]], che non erano necessariamente superiori a quelli degli altri belligeranti, ma che vennero usati con audacia e metodo, oltre ad essere costruiti in quantità, visto che i sommergibili erano certo il miglior sistema in termini di costo-efficacia. Si pensi che un tipico U-Boot necessitava di un valore tra l'1 e il 2% del costo, in materiali e dell'equipaggio, di una corazzata '[[w: Classe Bismarck|Bismarck]]': navi queste ultime, che ebbero ben poca fortuna, braccate nelle loro missioni e nei porti stessi dalla RAF e dalla RN. Erano bersagli grandi, appariscenti e di valore, mentre i sommergibili erano facilmente occultabili anche in porto, con i super-bunker che i Tedeschi costruirono (a prova di bomba) in nazioni come la Germania e la Francia: uno di questi è ancora usato dalla Marina francese per i suoi sottomarini (Lorient).
 
===L'evoluzione della flotta===
Al dunque, il programma per le corazzate ebbe fine, gli incrociatori vennero trascurati e poca fortuna ebbero anche i grandi cacciatorpediniere. Invece le S-Boote, le T-Boote e gli U-Boote vennero costruiti in quantità impressionanti: i soli U-Boote raggiunsero quasi 1.000 unità, grossomodo il costo di una squadra di corazzate, ma con risultati ben diversi (accadde così anche durante la Grande guerra, le corazzate per lo più inattive nelle loro basi, mentre i sommergibili nel '17 quasi vinsero la guerra marittima). Però non mancarono i progetti di navi di grande potenza, fino ad arrivare alla massima evoluzione del concetto delle navi da battaglia: una super-corazzata da circa 150.000 tonnellate, lunga 335 m e armata con pezzi da 500 mm. Ma questa immensa nave rimase solo un progetto, sacrificata a favore di programmi ben più pressanti che resero impossibile completare anche navi del tutto ragionevoli come le corazzate 'H' con cannoni da 406 mm.
 
I Tedeschi ebbero armi di prim'ordine per le loro navi e sommergibili, con cannoni di ottime qualità balistiche, così come i telemetri. Meno noto è che già durante gli anni '30 installarono su di una loro corazzata -la Graf Spee- un primo radar, mezzo che in Gran Bretagna era ben lungi dalla navalizzazione (essendo inteso sopratuttosoprattutto come sistema di scoperta aerea per il territorio metropolitano). I siluri mieterono innumerevoli vittime, ma nondimeno inizialmente i loro acciarini funzionavano male: persino l'asso Gunther Prien sbottò (dopo avere mancato vari bersagli) 'Non potete pretendere che mi batta con fucili di legno!'. In retrospettiva è difficile pensare a tali problemi se si considerano i successi, tra cui diverse migliaia di navi mercantili, ottenuti dagli U-Boote; ma nel '39-40 le cose non andarono sempre bene, come dimostrano i 4 attacchi falliti alla HMS Warspite diretta verso la Norvegia. Pericolose erano anche le mine magnetiche, come quella che danneggiò gravemente la HMS Nelson: tale forma di guerra, estremamente conveniente nel rapporto costo-efficacia, venne estensivamente praticata con aerei, navi e sommergibili. I tipi magnetici da fondo nelle acque basse del Mar del Nord erano estremamente pericolosi, difficili com'erano da localizzare e dragare e teoricamente presenti dappertutto (c'erano anche le mine magnetiche e ormeggiate, ma esse erano più facili da dragare). I siluri tedeschi hanno avuto molti sviluppi: con propulsione elettrica, autoguidati, filoguidati e con carburante ad alta energia, tutti filoni evolutivi che nel dopoguerra produrranno una vera rivoluzione nel campo delle armi subacquee. Fino ad allora i siluri erano armi a corsa rettilinea o a zig-zag, ma del tutto 'stupidi' eccetto che per la programmazione basica (sono queste, infatti, le prime armi 'da crociera') in quota, direzione, velocità.
 
Gli Alleati fecero a loro volta sforzi enormi per contrastare gli U-Boote, che richiesero molti soldi e uomini. I soli caccia di scorta americani costruiti furono circa 500, per il resto comparvero razzi e lanciabombe antisom da parte inglese, il sonar venne perfezionato, gli aerei ben presto ebbero radar di bordo centimetrico, MAD, e i primi rudimentali (ma efficaci) siluri ASW autoguidati. Per capire lo sforzo, il solo Coastal Command inglese ebbe in servizio oltre 1.000 B-24 Liberator, una flotta paragonabile a tutti gli He-177 Greif tedeschi. Al dunque la Germania finì per perdere la guerra, ma non prima che i suoi sommergibilisti infliggessero danni enormi al traffico, danni tuttavia assorbiti dall'industria cantieristica Alleata. I Tedeschi si ritrovarono 30.000 caduti solo negli U-Boote mandati in fondo al mare. La Marina inglese ebbe a sua volta circa 50.000 vittime e danni per miliardi di sterline. La Marina non poteva vincere la guerra da sola, né fu d'aiuto la pervicacia con cui Goering osteggiò la nascita dell'aviazione navale ('Tutto ciò che vola è mio!' soleva dire). La vera differenza la fece la diffusione di radar, sonar e aerei da pattugliamento: i sommergibili dell'epoca in genere navigavano in superficie, sott'acqua erano lenti e con poca autonomia. Per non soccombere incrementarono l'armamento contraerei leggero (i pattugliatori marittimi erano in genere molto grossi e lenti), gli Alleati aumentarono le armi d'attacco con mitragliere e razzi. I Tedeschi escogitarono lo snorkel, la fine di una serie di esperimenti per la navigazione sott'acqua con l'uso dei motori diesel anziché le batterie. Poi arrivarono ai sommergibili Type XXI e XXIII, i prototipi delle moderne unità navali subacquee, e come tali ampiamente presi d'esempio nel dopoguerra da tutte le principali marine. Erano efficienti per le prestazioni subacquee, ma arrivarono troppo tardi per cambiare l'esito della guerra. Nel mentre, dal dicembre del '42, Hitler, a seguito di un'azione fallimentare delle navi maggiori, aveva insistito nell'ordinarne il disarmo, la qual cosa causò le dimissioni di Reader e la sua sostituzione con Doenitz. Non accadde tutto e subito, come si vide di lì a un anno, quando la Scharnhorst venne affondata il giorno di Santo Stefano del 1943, ma la decisione era presa: la Germania avrebbe continuato a resistere sui mari con i sommergibili e le torpediniere. Le navi corsare erano un'altra risorsa, ma dopo parecchi successi vennero neutralizzate entro il 1943. La geografia della Germania, come del resto quella del nemico successivo degli Anglo-americani (l'URSS) non consentiva nessuna superiorità strategica: quand'anche fosse stato possibile realizzare una grande flotta d'alto mare (non mancava l'acciaio ma i grandi cantieri sì), la mancanza di basi avanzate e la posizione strategicamente dominante della Gran Bretagna avrebbe comunque messo i Tedeschi con le spalle al muro. Non prima però, che i soli U-Boote, di cui circa 800 persi, affondassero 14 milioni di tonnellate di naviglio, un costo enorme per gli Alleati anche senza considerare le misure di protezione adottate per limitare i danni.
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Il '''G7e''', il T2 e T3 erano in servizio dal '39, da 1.603 kg, carica di 200 kg di Hexanite e velocità di 30 nodi per 5 km. Era poco, ma si trattava di un siluro elettrico, silenzioso e senza scia. Molti i tipi studiati, ma bisognava tenere ben cariche le batterie e mantenerle a 30 gradi se si volevano le prestazioni calcolate.
 
Il '''G7e''', T4, T5, 10 e 11 erano armi da 1.937 o 1.620 kg, velocità di 20 nodi per 7,5 km, e sopratuttosoprattutto ebbero versioni con una capacità particolare: l'autoguida acustica. In servizio dal '43 tale sistema era inizialmente piuttosto rudimentale e vulnerabile ai generatori di rumore rimorchiati dalle navi come il Foxer, ma nondimeno erano risorse potenti, specie per attaccare bersagli lenti come i mercantili. La prima versione autoguidata era il T4 Falke. Gli esperimenti iniziarono nel '36.
 
Poi c'erano i siluri da 450 mm aviolanciati: il primo era F5 del '35, ma entrato in servizio dal '39, 737 kg per 4,8 m, 200 kg di Hexanite, 2.000 m a 33 nodi.
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Dopo l'S 1, la S 2, la S 7, arrivò nel 1938 la '''S 18''' del 1938 con altre otto navi con 3 DB 501 per 2.050 hp diesel e 39,5 nodi; poi nel 1939-40 vennero le 4 del tipo S 26, da 35 metri e 84 tonnellate. Basandosi su di un progetto per la Cina vennero sviluppate anche unità accorciate, le otto S 30, prese in carico dalla Kriegsmarine: 3 motori MB 502 da 2000 hp, 36 nodi e 32,8 metri. L''''S 38''' iniziava poi altre 91 navi analoghe, oltre ad altre 8 S 30 'modificate', le S 54/61. Le S 38b leggermente modificate erano dalla S 69 in poi, con motori DB MB 511 a 12 cilindri, 2.200 hp, 39,5 nodi e 84-104 tonnellate. I siluri erano i G 7a, T 3d e i T 5a, cannone MG C/38 da 20 mm a prua, 2 MG 34 da 7,92 mm (lo Zwillingsockel 36), e un cannone da 20, 37 o 40 mm (il Bofors Flak 28). Del tipo S 100 vennero fuori altre 81 unità, mentre le piccole del tipo S 151 erano siluranti olandesi accorpate dalla Kriegsmarine.
 
Le modifiche durante queste serie costruttive furono molte, dalla S 38b c'erano gli MB 501 diesel sovralimentati, a 20 cilindri a V, da 2.500 hp complessivi. Le S-Boote erano costruite con legno di quercia e pino, ma ordinate in leggera lega d'alluminio, che così non era esposto alla corrosione marina. In acciaio c'erano le paratie e i supporti dei motori; l'esterno dello scafo era in cedro e mogano, il ponte in pino dell'Oregon con sopra tela verniciata. In teoria era possibile usare 6 siluri, di cui due pronti al tiro nei tubi. Dal giugno 1944 arrivarono i T 3d Dackel a lungo raggio, per colpire zone affollate di navi da sbarco, pesanti 2.216 kg anziché 1.528 dei G 7a; poi arrivarono anche i T 5a Zaunkönig autoguidati, quindi ancora più pericolosi di quelli a lungo raggio. Dalla S 100 il pezzo Bofors Flak 28, che richiedeva sette serventi, venne sostituito da un pezzo Flak da 37 mm, che era leggermente meno potente, ma aveva solo 3-4 serventi. Strano in ogni caso, che il cannone Bofors sia stato usato per queste navi e non per quelle maggiori; il pezzo da 37 semiautomatico era forse considerato non idoneo? In ogni caso durante la guerra si renderà disponibile un nuovo pezzo da 3,7 cm con alimentazione automatica, il che renderà possibile e auspicabile la sostituzione. Non mancavano il solito impianto binato da 7,92 mm appena dietro alla plancia, 8 bombe di profondità (da 139, 200 o 240 kg) e bombe a mano (di vario tipo, come le EMC, ma anche le M-08 sovietiche di preda bellica). In effetti le S-Boote avevano anche efficienti idrofoni, in teoria utili anche per attacchi ai sommergibili, ma erano necessari sopratuttosoprattutto per l'attacco alle navi. Dalla fine del '43 alcune S-Boote ebbero un FuMo 71 Liechtenstein BC di tipo aeronautico, ma sopratuttosoprattutto, per contrastare i radar inglesi, sistemi di ascolto passivo elettronico come i FuMB Ant 3 Bali 1, FuMB 32, -23, -24 ('Cuba 1a), -26 Tunis, -28 (Naxos).
 
Vennero adottate in seguito la corazza tipo 'Kalotte' per la plancia e motori sufficienti per 42 nodi, due tubi rivolti a poppavia, e talvolta i Flakvierling da 20 mm.
 
Nonostante la loro fama, non vennero costruite molte S-Boote: circa 200, e la metà, nonostante un'attività intensissima (sopratuttosoprattutto contro le navi costiere britanniche), sopravvisse. Gli attacchi delle S-Boote portarono a danni notevoli (anche se lontani dai successi degli U-Boote): le 230 navi prodotte (dato approssimativo, incluse anche le LS), affondarono 101 mercantili per 214.728 t, in media 10 volte tanto il loro tonnellaggio. Inoltre vennero affondati altri 37 mercantili per 148.535 t con le mine magnetiche. Contro le navi militari vennero ottenuti parecchi successi tra cui 12 cacciatorpediniere, 11 dragamine, 8 navi anfibie, un sommergibile, 6 motosiluranti, per un totale di 187 unità. Se si considera che un cacciatorpediniere da solo costava qualche dozzina di volte rispetto ad una S-Boot, si capisce il loro valore. Tante altre navi vennero danneggiate gravemente dai siluri e dalle mine, con costi elevati di riparazione. Tra i danni peggiori vi fu l'attacco di Sapton Sands, 27-28 aprile 1944, quando affondarono due LST cariche di truppe, sorprese durante un'esercitazione in preparazione per lo sbarco in Normandia. Per questo la notizia non venne inizialmente data dalle autorità britanniche.
 
'''Caratteristiche S 38b''':
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*Propulsione: 3 diesel DB MB 511 su 3 assi; 7.500 hp ; 39,5 nodi; 1.390 km a 35 nodi (massima velocità continua)
*Equipaggio: 21-30
*Armamento: 1 Flak 38 da 20 mm, 1 Flak 28 da 40 mm, 2 TLS da 533 mm con 2-6 siluri (o varie mine), 8 cariche di profondità fino a 240 kg, armi leggere varie<ref>Armi da guerra 117 e sopratuttosoprattutto Sgarlato: ''le S Boote'' set-ott 2004</ref>.
 
Le motosiluranti tedesche furono vendute anche ai Cinesi e Jugoslavi e furono queste navi catturate che ispirarono agli Italiani le loro MS (Motosiluranti), prodotte come successori dei MAS, cosa che finalmente consentì di operare meglio in mare aperto, sia pure con velocità di punta (teoricamente) inferiori. Fino al '43 le navi tedesche, nelle loro incursioni notturne, non poterono essere contrastate con successo. Alle volte ebbero un cannone da 37 al posto del secondo pezzo da 20, spesso ebbero mine al posto dei siluri e se fossero state maggiormente impiegate in tal senso sarebbero state ancora più temibili. La guerra di mine non è spettacolare né suscita certo plauso per 'fair play' (o ricompense al valore), ma è terribilmente efficace. Gli ordigni con azionamento magnetico anziché a contatto, depositati sul fondo, erano difficili da scoprire e da dragare. Tedeschi e Inglesi ebbero entrambi fin da subito siluri con acciarini magnetici oltre a quelli a contatto, ma spesso non funzionavano correttamente (date anche le differenze di latitudine, che dovevano essere tenute in considerazione per calcolare la sensibilità dei sensori magnetici); ma le mine erano molto più temibili e gli undici campi minati posati nell'estuario del Tamigi e di altri grandi fiumi distrussero da soli ben 76 navi mercantili, molto di più di quello che fu possibile fare con azioni dirette. E tutto questo facilmente, percorrendo ad alta velocità il tratto di mare in piena notte. Fino a che i radar non divennero d'uso comune, per gli attaccanti questo significava farla franca quasi sistematicamente e con pochi rischi.
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Vanno ricordate le caratteristiche dei loro cannoni principali, gli '''SK C/32''': cannoni da 105/45 mm, capaci di tirare una granata da 15,1 kg a 15,2 km. Da notare che alcune installazioni avevano un alzo fino a 70 gradi, il che gli dava possibilità di sparare fino a circa 10 km di quota. La cadenza di tiro era tutt'altro che disprezzabile, 15 c.min. Come confronto i cannoni italiani OTO mod 31 e 37 delle 'Spica' italiane, i quali, con un affusto da circa 6 t avevano una impercettibile superiorità in gittata -15,4 km, dopo la riduzione di v.iniziale da 900 a 855 ms per ridurre la dispersione- ma una sensibile inferiorità come granata (14,2 kg) e sopratuttosoprattutto come cadenza di tiro, solo 8-10 c.min. Inoltre l'affusto garantiva solo 45 gradi di alzo (in alcuni casi venne portato a 60), due cose che (assieme al fatto che avevano azionamento manuale in azimut ed elevazione, come i cannoni tedeschi) rendevano marginale la sua efficacia come arma antiaerea, e certamente inferiore al pezzo da 105 tedesco. Vista la scarsa stabilità delle navi leggere (specie le 'Spica' da circa 800 t), la gittata massima era un fatto aleatorio; cadenza di tiro e peso della granata erano invece ben più importanti e anche qui il lento cannone italiano aveva una netta inferiorità. Apparentemente le armi navali italiane erano al 'top' come balistica', mentre erano in fondo quanto a cadenza di tiro rispetto alle realizzazioni straniere.
 
Vale la pena notare come il primo cannone postbellico era l'SK C/28 da 105/55 mm, capace di 925 ms e, nonostante l'alzo di appena 30 gradi, capace di raggiungere 17,2 km con una granata di 14,7 kg, sempre a 15 c.min. Il solo cannone pesava circa 3,6 t e nell'insieme si trattava di un qualcosa di piuttosto pesante per le navi di minore stazza, per questo il pezzo da 45 calibri venne preferito.
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Le 'Elbing' vennero presto impiegate in pattugliamenti, scorte, posa di mine, operazioni notturne in cui esse, nonostante dimensioni del tutto paragonabili a quelle di un vecchio cacciatorpediniere (per esempio, erano 5 m più lunghe dei 'Turbine' italiani, pesavano di più, ma avevano cannoni da 105 singoli e non 4 binati da 120, mentre la potenza era del 20% inferiore), si mossero veloci e con risultati molto notevoli. Spesso si scontrarono, al largo delle coste bretoni, con i caccia 'Tribal' basati a Plymouth.
 
Ma la loro azione più celebre fu quella del 22 ottobre 1943, allorché una grossa formazione inglese, costituita dall'incrociatore '''HMS Charibdys''' e 6 ct. di scorta e di squadra, tentò di intercettare una nave tedesca, ma nottetempo si ritrovò addosso la scorta di 5 torpediniere 'Elbing', che avevano un radar, ma sopratuttosoprattutto grande esperienza di combattimento notturno. La formazione tedesca in avvicinamento fu scoperta al radar al radar dai britannici: il Charibdys, anche se armato solo con 8 pezzi da 114 mm (perché gli 8 o 10 da 133 previsti erano per il momento indisponibili: forse non un male visto che i 114 mm erano indubbiamente armi antiaeree superiori), era un veterano di missioni nel Mediterraneo, e data la sua esperienza può stupire che, invece che annientare la formazione nemica (come fece l'HMS Ajax con le navi italiane nell'ottobre del '40), non solo abbia esitato a capire quale fosse l'identità di queste navi, ma non abbia nemmeno avvisato i suoi caccia. Le 'Elbing' serrarono fino a 3 km e aspettandosi una valanga di fuoco da un momento all'altro, ruppero gli indugi, si misero in linea di fila secondo tattiche simili a quelle giapponesi, e tirarono 24 dei loro 30 siluri. Quando l'incrociatore iniziò il tiro illuminante, le scie dei siluri divennero visibili. La loro mortale minaccia rese necessarie manovre di disimpegno rapide, e questo agevolò la ritirata delle torpediniere tedesche, contro cui non venne sparato un colpo. L'incrociatore venne colpito da due siluri sul lato sinistro e, con la sua ridotta corazza non sopravvisse, rovesciandosi poco dopo; anche un caccia di scorta 'Hunt' ebbe la prua asportata e dovette essere affondato sul posto.
 
[[Immagine:Leberecht Maass2.jpg|360px|right|thumb|Il capoclasse 'Leberecht Maass']]
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Detto questo, questi potenti cacciatorpediniere vanno ricordati per la loro importanza, essendone stati realizzati ben 22, che negli ultimi lotti vennero allungati di 6 metri, visto che le loro doti nautiche lasciavano molto a desiderare, a causa dei pesi in alto e del basso bordo libero, e che per motivi di stabilità era consigliabile non scendere sotto il 30% della dotazione di nafta.
 
Rimasero famosi sopratuttosoprattutto per l'azione audace di 10 di loro che attaccarono Narvik e l'occuparono in quella che è passata alla storia come l'invasione tedesca della Norvegia, ma che in realtà fu una gara di velocità tra Tedeschi e Anglo-francesi per occupare una nazione che 'non poteva' restare neutrale. I 10 caccia andati a Narvik portavano con loro 2.000 alpini tedeschi e si prepararono a resistere là aspettando rifornimenti e rinforzi. Ma invece arrivò la Royal Navy, che al secondo tentativo (il primo si concluse con l'affondamento di due caccia teschi da parte di una piccola flottiglia britannica, che tuttavia al secondo attacco perse due dei suoi caccia) si fece appoggiare addirittura dalla corazzata Warspite, per stanare i caccia nemici. La distruzione di questi rappresentò un colpo durissimo per la Marina germanica, che per vincere l'invasione della Norvegia venne posta largamente fuori uso: l'incrociatore pesante Blucher, carico di truppe, affondato dalle difese di Oslo, uno leggero, i 10 caccia, qualche sommergibile tra cui un grosso Type IX, le corazzate Scharnhorst, Gneisenau e Lützow danneggiate da siluri, e l'incrociatore Hipper leggermente danneggiato dalla collisione con il caccia HMS Glowworm. La RN perse 'solo' 8 caccia, un sommergibile oceanico (il Thames) e la portaerei GLORIOUS, perdite che la lasciarono in realtà relativamente più forte della controparte.
 
Dopo quest'azione i caccia tedeschi non ebbero più grande uso: dei 22 Type 34 e 36 (la versione allungata) 7 sopravviveranno alla guerra e qualcuno, come il Karl Galster, venne messo in servizio nella flotta sovietica del Baltico (i caccia tedeschi avevano nomi propri di persone).
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Ai caccia Type 34/36 si poteva attribuire qualche difetto (quello di non avere cannoni DP, una tenuta al mare non eccelsa, scarsa manovrabilità e scarsa autonomia pratica), ma erano comunque navi di tutto rispetto. I Tedeschi però non si dichiararono soddisfatti, e per quella 'corsa al gigantismo' che poco alla volta trasformerà i caccia in incrociatori leggeri, quelli leggeri in unità pesanti, e gli incrociatori pesanti in corazzate o incrociatori da battaglia, finirono per chiedere una nave ben più potente e decisamente inefficiente: il progetto Z23 o '''Type 36A''', che non aveva a che fare con i precedenti 'Maas' migliorati. Essi vennero realizzati nel contempo delle 'Elbing' che ne costituirono il più leggero complemento.
 
Cosa c'era di diverso su queste nuove unità lo dice sopratuttosoprattutto l'artiglieria: al posto dei pezzi da 127 si vollero quelli da 150 mm. La Marina avrebbe preferito originariamente solo dei Type 34 con maggior autonomia, ma invece ci si concentrò sulla potenza di fuoco, sugli '''SC K/36''', cannoni da 150 mm (in realtà 149,91 mm) lunghi 48 calibri, che nella torre binata LDrh LC/38 potevano elevarsi da -10 a +65 gradi, ruotare ed elevarsi di 8 gradi al secondo. La gittata, con granate di circa 45 kg e alzo da 30 gradi, (affusto singolo) era di 22 km, con torre binata (a 45 gradi) arrivava a 23,5 km. Cadenza di tiro max 7-8 colpi al minuto. Ma c'erano dei problemi non indifferenti con l'uso di tali cannoni sui caccia. L'alzo e la direzione degli affusti singoli erano manuali, al ritmo di 2-3 gradi al secondo, che li rendeva inutilizzabili nel ruolo contraerei. La mancanza di sistemi di caricamento assistito li rendeva più lenti del desiderabile nelle azioni di fuoco.
 
Inizialmente c'erano 5 cannoni, di cui due in torri sovrapposte a prua. Essi erano tuttavia insoddisfacenti e in seguito la versione motorizzata per la rotazione, la Tbts LC/36, comportò l'uso di uno scudo corazzato da 20-40 mm (con ogni probabilità il maggior spessore mai visto su di un caccia) anziché 8-20 mm, mentre il peso aumentò da 16 a 19 t. Dato che si trattava di postazioni scoperte, si vollero poi delle torri binate a prua: ma queste, essendo chiuse, pesavano ben 60 t, il che faceva immergere la prua della nave nel mare nonostante l'eliminazione della tuga che sosteneva il pezzo N.2. Nonostante tutto, la torre era chiusa a prova di acqua di mare ed era motorizzata, e munita di alzo tale da renderla capace di eseguire anche il tiro contraerei.
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Un altro sviluppo che merita d'essere ricordato è la modifica 'Barbara', con la rimozione di uno dei cannoni da 150 e l'aumento di armi contraerei di cui si sentiva molto la necessità; anche perché i cannoni da 37 tedeschi navali, per strano che possa sembrare, non erano automatici e quindi erogavano un volume di fuoco preciso ma non sufficiente (30-40 c.min anziché oltre 120-150). I radar di scoperta erano pressoché standard per le navi tedesche, e questi grossi caccia non fecero certo eccezione, spesso con due sistemi diversi a prua e a poppa.
 
Nonostante una certa inefficienza (che avrebbe potuto essere in buona parte risolta se si fosse accettato di ricorrere ai pezzi da 127/45 dei loro predecessori), questi grossi caccia tedeschi erano duri combattenti e le navi più potenti della loro categoria, eccetto i due 'Mogador' francesi (8x138 mm). Una delle loro missioni tipiche era quella di attaccare convogli diretti nell'Artico. Per esempio, una flottiglia di 3 navi attaccò il convoglio PQ 13 nel marzo del '42. Localizzati da un incrociatore inglese, l' HMS TRINIDAD, tra la foschia e la neve, non s'avvidero del loro oppositore e si ritrovarono colpiti duramente da tutte le sue armi a distanza ravvicinata, come accadde nel Mediterraneo durante la battaglia del '40 in cui due 'Spica' e un caccia italiani andarono perduti a causa dell'HMS Ajax. Le navi tedesche potevano rispondere con un volume di fuoco analogo (12 cannoni almeno classe '6 pollici'), ma colpite per prime (non avevano alcun radar in funzione), risultarono tempestate da tutte le armi di bordo della nave britannica e si ritirarono; sopratuttosoprattutto andò male allo Z26, che ebbe anche esplosioni a bordo nei depositi munizioni. Ma si rifiutò testardamente di affondare, in un mare capace di uccidere in secondi chiunque vi fosse caduto dentro. Nonostante una delle sale macchine fosse distrutta, era ancora capace di 27 nodi e cercava di scappare nascondendosi nelle tormente di neve che imperversavano sopra le onde. Alla fine la nave britannica si avvicinò e tirò un siluro per graziare la nave già devastata dalle cannonate: ma questo ebbe una traiettoria anomala e ritornò sul Trinidad, colpendo lui anziché lo Z26! Quest'ultimo andò comunque a fondo, dopo essere stato soccorso dai suoi compagni, mentre la nave inglese si ritrovò con uno squarcio di quasi 20 metri, che le consentì a malapena di raggiungere le coste sovietiche. Riparato alla meno peggio con le infrastrutture disponibili, ritornò verso Ovest con il convoglio successivo, ma anche per i danni subiti con questo autosiluramento (che non vennero riparati in maniera adeguata), non sopravvisse alle bombe di alcuni Ju-88 e affondò.
 
Gli studi tedeschi andarono tecnologicamente molto avanti nel settore dei sistemi propulsivi sia con le turbine ad alta pressione, certamente efficienti ma di difficile realizzazione, e nel settore dei diesel, piuttosto pesanti oppure piuttosto inaffidabili se si tentava di alleggerirli troppo. Sette navi tedesche vennero impostate (Z35-Z36, Z43-47), chiamate Type 26B e poi, le ultime due, ''''Type 36C''''. Con queste navi si ritornò ai cannoni da 128 mm, ma solo 3 vennero completate entro il 1944, in una situazione di grave crisi per l'industria cantieristica tedesca, subissata dalle richieste per sommergibili e dalla riparazione dei danni per le navi esistenti. Simili ai Type 34 come impostazione, ma con scafo grande come quello dei Type 36A, e lo stesso apparato motore da 70.000 hp (standard per i caccia tedeschi), erano quello che ci voleva fin da subito, e sfruttavano la riserva di spinta per ospitare anche 2 impianti binati da 37 mm, 3 quadrinati e tre singoli sempre da 20 mm; oltre ai soliti siluri e a ben 76 mine. L'armamento più leggero e lo scafo più grande erano sufficienti per assicurare loro le migliori doti nautiche tra i caccia tedeschi realizzati, e vennero usati sopratuttosoprattutto come posamine veloci.
 
Proprio le mine furono protagoniste della missione del 12 dicembre 1944. Oramai si era alla fine della guerra, e ogni cosa per i Tedeschi era diventata difficile. Eppure lo Z36 e lo Z36 si mossero per posare l'ennesimo campo minato assieme a 2 torpediniere, vicino alle coste estoni. Il tempo era pessimo, le manovre fin troppo scoordinate e decise al tempo stesso e il risultato, differentemente da tante altre volte, fu un disastro secondo solo alla tragica spedizione di Narvik: i due caccia finirono su di un campo di mine messo a mare in precedenza e saltarono in aria con tutto l'equipaggio. Lo Z43 continuò ad operare sul settore settentrionale appoggiando l'Esercito tedesco fino a che, nella primavera del '45, danneggiato da una mina e da attacchi aerei, si autoaffondò nella baia di Geltinger.
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In pratica erano l'equivalente degli incrociatori leggeri tedeschi, solo che non avevano corazze protettive; la loro sagoma era dominata da due sottili alberi e due bassi e ben distanziati (con i lanciasiluri nel mezzo) fumaioli. Il bordo libero era finalmente tenuto nella giusta considerazione con uno scafo simile a quello degli incrociatori leggeri.
 
Da ricordare che i cacciatorpediniere tedeschi videro anche un'evoluzione, prevista ma non realizzata: il cannone da 128/45 mm '''SC K/41''', finalmente pienamente 'doppio ruolo' in impianti binati Drh LC/41 con peso di 40 t, capaci di 60 gradi d'elevazione. La cadenza di tiro era di circa 15 colpi al minuto. Erano capaci di sparare a 22 km granate da 28 kg, ancora qualcosa di meno rispetto ai moderni cannoni da 127/54 mm, ma in ogni caso si trattava di armi molto potenti e non eccessivamente pesanti. Erano previsti per i seguenti tipi di caccia: Type 36C (3 torri binate), Type 41 (2), Type 42C (3), Z1945 (4). Il problema era che di fatto mancarono le navi su cui installarli. Erano anche previsti per riarmare alcune navi da battaglia, specie le 'Panzerschiffe': si prevedevano in tal caso 7 impianti binati al posto degli 8 singoli da 150 e 3 binati da 105 mm presenti. Nemmeno questo venne realizzato e al dunque i pezzi da 128 mm rimasero sopratuttosoprattutto noti per il loro impiego sulle torri contraeree della difesa del Reich, che vennero presto realizzate in diverse città.