Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-7: differenze tra le versioni

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Gli incrociatori leggeri tedeschi erano ben descritti dalle loro artiglierie: la maggior parte di loro aveva un layout del tutto inusuale, con 3 torri trinate sì, ma di cui due a poppavia sovrapposte, anziché a prua come in altre navi della categoria. Erano le classi '''Königsberg''', '''Leipzig''' and '''Nürnberg''', ma c'era anche l'incrociatore '''Emden''' con 8 cannoni da 150 come quelli dei cacciatorpediniere Type 36A. Quest'incrociatore era praticamente simile alle vecchie unità della Grande guerra, ma con cannoni e attrezzature più moderne, e stazzava 5.600 t. Le altre navi erano leggermente più grosse, 6.500 t, per imbarcare 3 torri trinate.
 
Queste torri erano armate con i cannoni SK C/25 da 150/60 mm, armi ad alta velocità iniziale (950 ms) che tiravano granate da 45 kg a circa 25,7 km all'alzo massimo di (-10/+40 gradi), una delle migliori prestazioni tra le artiglierie per incrociatore leggero (specie considerando l'anno di entrata in servizio, attorno al 1928). La massa delle torri era di circa 136 t, ma dipende dalla versione. In effetti, le armi degli incrociatori tipo Konigsberg e Lepizig erano installate su torri Drh Tr C/25 da 136.910 kg, ma il Nurnberg aveva un tipo analogo con maggiore spessore, che portava il peso a 147.150 kg. Questo rendeva possibile migliorare la leggera corazza dei tipi precedenti, che era di appena 30 mm frontale (non è chiaro quanto sui lati e tetto) e 20 mm posteriore. In questo caso invece si arrivava a più confortevoli 80 mm frontali e 35 mm posteriori, e così la corazza smetteva di essere solo per funzioni antischegge, ma capace di reggere anche a colpi diretti. La cadenza di tiro era di 6-8 colpi al minuto, mentre la rotazione e alzo erano di 6 e 6-8 gradi al secondo. Ma il Nurnberg,definitivamente il migliore delle navi tedesche della categoria, anche qui aveva un vantaggio, malgrado il maggior peso delle torri: 6-8° sec di alzo, 7,6 di direzione; sopratuttosoprattutto tirava fino a 10-12 colpi al minuto, valore davvero notevole che apparentemente quasi raddoppiava la potenza di fuoco. Ogni b.d.f. aveva un sistema di puntamento giroscopico per eliminare gli errori di allineamento, rendendolo quindi anche più preciso. Ecco le caratteristiche stimate degli incrociatori leggeri tedeschi:
 
[[Immagine:Leipzig 07a.jpg|450px|right|thumb|Il Leipzig secondo le stime Alleate]]
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Ma queste navi sono piuttosto ben note, ma è interessante sapere come vennero originate, essenzialmente come 'antidoto' alle pre-Dreadnought classe 'Danton' che erano totalmente obsolete negli anni '20. Perché proprio queste navi? La risposta è che difficilmente i Francesi avrebbero arrischiato una 'Courbet' o una 'Bretagne' nelle acque basse del Baltico. Ma costruire navi da battaglia nel limite di 10.000 t era difficile, dopotutto le 'Danton' arrivavano a 18.000 t, 19 nodi e sparavano con 4 pezzi da 305 e 6 da 240 in bordata.
 
Le nuove corazzate concepite erano di vari tipi, iniziando nel 1923: navi lente con 200 mm di cintura, 30 di ponte, 22 nodi e 4 cannoni da 380 mm anzi, come dicevano i Tedeschi, da 38 cm. Non venne giudicata sufficientemente protetta (anche se il progetto finale non supererà i 100 mm), e così dal Progetto II/10 si passò al I/10, 8 pezzi da 21 cm, due turbine da 80.000 hp complessivi per 32 nodi, ma solo 80 mm di cintura; era simile (ma col doppio del dislocamento) al nuovo incrociatore EMDEN, ma non suscitò entusiasmi. Arrivarono negli anni successivi la II/30, da 132 m, 6 cannoni da 30,5 cm in torri binate (due a poppa) e cintura da 200 mm e sopratuttosoprattutto diesel per 21 nodi, frutto dell'esperienza con gli U-Boote. Poteva funzionare, ma aveva solo 3 cannoni da 8,8 cm come armamento secondario. Il progetto IV/30 aveva tre torri binate da 30,5 cm tutte a prua, come la HMS Nelson (con 9 cannoni da 406 mm), che era interessante perché riduceva la lunghezza della parte corazzata della nave, migliorandone la protezione a parità di dislocamento.
 
Ci si stava avvicinando, ma ancora non andava bene: la successiva fase fu la V/30 con due torri trinate da 305 mm a prua e a poppa, due binate da 15 cm e 4 cannoni da 8,8 cm, 200 mm torrione e 180 mm cintura. Si ritornò poi alla II/30 che era giudicata migliore come equilibrio, ridotta a 4 cannoni da 30,5 cm. Peccato che questo calibro era accettato dagli Alleati solo se si usava come artiglieria costiera e poi la produzione era solo di un cannone all'anno. Alla fine venne scelto il calibro 28 cm che diedero il progetto II/28 con tre torri binate e il I/28 con 2 trinate, varie armi minori, e velocità per 21 nodi. Dopo innumerevoli conferenze si arrivò al 1925, con un'altra ancora per ricostruire la flotta, cosa difficile anche perché i Francesi occupavano la Ruhr che era il cuore dell'industria tedesca. Poi vi furono i problemi economici per la Germania di Weimar, con una terribile inflazione che mangiava letteralmente i fondi disponibili, che nondimeno passarono da 104 a 233 milioni di RM tra il 1924 e il 1927. Ma nemmeno questo bastò per salvare i programmi navali, almeno per il momento. Al dunque, nonostante tante esitazioni nello scendere sotto il 305 mm, dopo le manovre navali del '26 venne finalmente presa una decisione, quella per un incrociatore super-armato con cannoni da 28 cm: era il progetto II/M26 che batté il II/30. Ecco la quasi-definitiva Panzerschiffe: 6 cannoni da 28 cm in torri trinate; 8 da 12 cm contraerei e una cintura da 100 mm, 28 nodi.
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[[Immagine:Panzerschiff_Admiral_Graf_Spee_in_1936.jpg|400px|left|thumb|La Spee era notevolmente diversa dalla capoclasse]]
Via via vennero autorizzate, ogni volta, con grande dibattito, le 3 panzeschiffe. Effettivamente avere corazzate era costoso, ma di notevole prestigio internazionale nel panorama navale e politico prima ancora che tecnico. E nonostante i costi e la ridotta protezione le Panzerschiffe continuarono ad essere realizzate, anche se con miglioramenti di dettaglio. Per esempio, la 'C', la GRAF SPEE, ultima della classe, aveva una cintura da 100 mm, barbette da 125 e torri da 140 mm, e fin dall'inizio 3 torri binate da 105 anziché i tre vecchi pezzi da 88 della Deutchland. Ma ne ebbe anche qualche svantaggio per i pesi, sopratuttosoprattutto nel caso delle condizioni di mare mosso, e per la tenuta al mare. La Panzerschiffe B, la SCHEER, era anche peggiore per molti versi, come la ridotta manovrabilità e la rumorosità dei motori. La A, la Deutchland, venne poi ribattezzata Lutzow per ragioni propagandistiche (non volendo che eventualmente si potesse dire d'aver 'affondato la Germania'). Tutta la questione delle navi da battaglia tedesche insomma ebbe una genesi tribolatissima, ma il risultato fu non indifferente: la potenza di fuoco e l'autonomia erano adatte per le missioni a lungo raggio contro il traffico mercantile, proprio quello che ci voleva per i primi anni del conflitto e nonostante le perdita della SPEE. In pratica solo gli incrociatori da battaglia inglesi avevano la capacità di intercettarle, raggiungere e sopraffarle, ma stando attenti al fuoco di ritorno.
 
Le Panzerschiffe erano infatti armate pesantemente con i cannoni '''SK C/28''' da 280/52 mm. Sparavano granate a oltre 900 m.sec granate da 300 kg fino a 36 km di gittata, a 2,5 colpi al minuto. Anche se le granate si dimostrarono scarsamente efficienti quanto a capacità di perforazione, ma erano pur sempre più che sufficienti per tutti gli incrociatori. A tutti gli effetti era la nave più potente che si poteva costruire con i limiti, comunque superati leggermente (come anche con le unità 'Zara', più veloci e protette, ma meno armate), imposti dal limite delle 10.000 tonnellate.
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*Armamento: 8 cannoni da 380 mm, 12 da 150 mm; 16 da 105, 16 da 37 mm, 12 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm in impianti tripli (solo Tirpitz); 2 o 4 Idro Ar.196.
 
Navi da 241,6 m al galleggiamento, erano armate con 4 torri da 380/52 mm SK C/34, capaci di sparare fino a 36 km (molto meno dei pezzi da 280 mm) con l'uso delle due cariche di lancio (99,5 e 112 kg) per granate da 800 kg tirate a 820 msc. Le cariche esplosive erano di 18,8 kg per i colpi APC e 32 o 64 kg circa per i proiettili HE, ma la vita utile di questi cannoni era al massimo di circa 200 colpi prima della sostituzione del tubo della canna interna. La corazza perforabile era di 742 mm a zero metri, 350 mm a circa 21 km; le torri erano pesanti 1.052 t. Avevano corazza di circa 360 mm frontali, 340 mm barbette, 130 mm tetto, 320 posteriore. C'erano 130 colpi per cannone. Stranamente i tecnici Tedeschi, che si chiesero per tanto tempo che tipo di torrette costruire, non pensarono ai cannoni in torri trinate come invece accadde per le armi da 280 mm. Difficile capire il perché, visto che altrimenti questi cannoni sarebbero stati in un lay-out simile a quello delle 'Littorio', che avevano un cannone in più su di uno scafo più piccolo. Una Bismarck simile alla Littorio, ma sopratuttosoprattutto simile ad una versione maggiorata delle Scharnorst, non venne tuttavia mai proposta. Forse perché si stimavano troppo pesanti e costose le torri trinate da 380? E dire che anziché le 4 torri binate da 380 mm, i francesi con analoghi cannoni avevano costruito 2 torri quadrinate (praticamente due binate accorpate in un'unica grande barbetta). Tra soluzioni classiche, moderne e avveniristiche, le scelte delle principali potenze navali europee non avrebbero potuto essere più diverse!
 
Quanto ai cannoni da 150 mm, anche questi erano di tipo assolutamente convenzionale, con sei torri binate per i pezzi SC/K 28 da 15 cm (in realtà 149,1 mm). Essi erano armi meno potenti degli SC/K 25 degli incrociatori leggeri, lunghi 55 calibri anziché 60, e capaci di sparare proiettili da 45 kg a 23 km. Il rateo di fuoco era di 6-8 c.min, il peso delle postazioni era di circa 25 t per le Deutchland, 26,7 per le Scharnorst, ma le torri binate erano da 120 t, oppure da 110 (senza telemetro) o 116 (con telemetro) per le Bismarck. Le casematte binate delle Zeppelin erano da 47 t. Per confronto, i cannoni degli incrociatori leggeri tiravano colpi a 960 m.sec anziché 875, e pesavano 12 t anziché 9, per un vantaggio di tiro di 2,7 km a 40 gradi (25,7 km totali). I proiettili APC avevano solo 885 gr di esplosivo, gli HE 3,06-3,88 kg a seconda dei tipi (per entrambi i cannoni). La differenza la faceva sopratuttosoprattutto la carica di lancio, da 14,5 kg per gli SK/C 28 anziché 19,3.
 
La corazzatura delle 'Bismarck' non era molto spessa rispetto ad altre navi, ma il peso era notevole: circa 8.136.532 kg di corazza verticale, 2.248.053 kg per il ponte di coperta, 4.293.264 kg per quello principale (un totale che dà 14.000 t, come le 'Littorio', anche se non è chiaro se in tal caso si comprendesse o meno la serie di zone corazzate minori, e le protezioni per le torri d'artiglieria). La cintura principale da 320 mm che si assottigliava a 170 mm inferiormente, cintura superiore (fino al ponte di coperta) aumentata a 145 mm (110 in più delle più piccole Scharnorst, che non si potevano permettere pesi eccessivi per le corazze in zone non vitali), ponte da 50 mm superiore, 80-120 principale, torrione 350 mm, corazze minori come quella da 14 mm per i telemetri sferici. I telemetri erano da 7 e 10 m, inclusi quelli delle torri; i radar vennero installati durante la costruzione (il primo radar navale del mondo era stato messo sulla Graf Spee), la Tirpiz ebbe cannoni da 20 mm aggiuntivi quadrupli, e altri due radar, alla fine del 1944 la Tirpiz ebbe fino a 80 cannoni a 20 mm.
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Le due navi tedesche ebbero una carriera tribolatissima: la ''''[[w:Classe Bismarck (corazzata)|Bismarck]]'''' finì la sua carriera nella sua prima e unica missione di guerra della primavera del '41, circa 9 mesi dopo l'entrata in servizio. Da notare come l'inizio dei suoi danneggiamenti sia stato quello causato da due cannonate da 356 mm della PRINCE OF WHALES, che colpirono sotto la linea di galleggiamento causando allagamenti e rovinando circa 2 mila tonnellate di nafta, contaminata con l'acqua marina. E' impressionante come anche per una nave ben corazzata come questa, i danni subacquei siano stati ancora tanto gravi, colpendo semplicemente la zona al di fuori della 'cittadella corazzata' chiusa dalle paratie longitudinali. Per bizzarro che possa sembrare, invece, la Bismarck ebbe a segno almeno 3 se non 4 siluri aerolanciati ma solo uno la colpì gravemente, mettendo KO il timone, mentre quelli sul 'bersaglio grosso' vennero annullati dalle cinture corazzate. Per confronto, la n.b. LITTORIO, colpita da 3 siluri analoghi, non affondò solo perché poté presto incagliarsi su bassi fondali del porto di Taranto. La sua gemella V.VENETO, colpita da un unico siluro, imbarcò 4 mila t d'acqua e calò di velocità a circa 19 nodi (per pochi minuti addirittura si fermò, tanto che gli Inglesi erano speranzosi di sorprenderla nell'azione d'attacco notturno, che invece individuò l'immobilizzato POLA, anch'esso centrato da un unico siluro).
 
La Tirpitz ebbe continui attacchi aerei britannici, più l'assalto dei minisommergibili X con cariche da 2 t. La sua fine, dopo avere messo su di sè l'attenzione degli Inglesi, ebbe luogo con i bombardieri Lancaster che nel novembre 1944, dopo un attacco simile (ma con 'solo' una bomba a segno), la colpirono con tre 'Tallboy' da 5443 kg. La nave si rovesciò con un'esplosione a bordo e terminò di essere una minaccia per il traffico navale nell'Artico. A quel punto, se c'erano dubbi sul fatto che le bombe degli aerei fossero letali per qualunque nave da battaglia, essi vennero fugati. Era dagli esperimenti di Mitchell dei primi anni '20 che la questione si dibatteva, quando gli aerei (dopo del resto i sommergibili) dimostrarono che si poteva 'osare' di sfidare le regine dei mari, le corazzate, e usare la massa delle loro protezioni d'acciaio come zavorra per mandarle a fondo. La Bismarck resistette a lungo contro le cannonate di una squadra britannica intenzionata ad annientarla, ma la sua gemella resistette molto meno alle bombe scaricate dai Lancaster. Se la fine della Force Z (Prince o Whales e Repulse) era stata causata da un'azione mista di bombardieri e sopratuttosoprattutto siluranti, e se la ROMA era affondata per una bomba teleguidata nei depositi munizioni, qui bastarono delle bombe di tipo 'convenzionale', anche se di massa eccezionalmente elevata.
 
I cannoni da 380 mm però non erano finiti. Almeno 14 vennero usati come armi da difesa costiera. Con l'alzo aumentato da 30 gradi delle torri a 44, vennero raggiunti i 42 km. Ma con la granata speciale da 'soli' 495 kg, la gittata aumentava a 54,9 km. Dover era uno dei bersagli, con 4 '380 presenti in zona.
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[[Immagine:U 52.jpg|320px|right|thumb|L'U-52]]
Poi seguiranno i '''Type VII''' di cui i primi dieci erano il mod. A, da appena 626-745 t, ma di cui il B e sopratuttosoprattutto il C erano i più importanti, con 66,5 m di lunghezza per 769-871 t si potevano considerare battelli di media crociera. Vennero costruiti in quantità enormi (quasi 700) e per anni furono i principali marcatori di vittorie della marina tedesca, appoggiati dai '''Type IX''' a lunga autonomia da 1.120-1.232 t, 76 m, cannone da 105 mm e 6 tls con 22 siluri. Questo era modello 'IXC', 25.000 km a 10 nodi in superficie, 115 km a 4 nodi immerso: ma c'erano anche i primi IX, i 14 Type IXB del '39, che avevano 22.250 km, e gli D2, 29 unità (che si aggiungevano ai 149 IXC) avevano 58.400 km di autonomia; il D2-42 perfezionato ebbe un solo esemplare completato (peccato non conoscerne l'autonomia, già eccezionale con gli altri tipi). Spesso c'erano dei piccoli autogiri per esplorazione a bordo dei IX. Gli IXD arrivavano a 87,5 m.
 
 
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Non fa parte delle 'armi' vere e proprie, ma parlare delle basi dei sommergibili tedeschi è decisamente interessante, data la realizzazione di grandi rifugi e scali per questi mezzi navali, che divennero presto delle realizzazioni di grande complessità e con un'identità propria, anche se con caratteristiche base standardizzate. Nel '39 la Marina tedesca aveva solo 57 sommergibili e solo 2 scali protetti, oltretutto in realizzazione. Questo significa che nessun sommergibile tedesco era mai totalmente al sicuro, nemmeno nelle basi. Presto divenne chiaro che i sommergibili erano da proteggere se si voleva aiutarli a sopravvivere. Così avvenne, con una quantità di cemento e calcestruzzo di milioni di tonnellate, e strutture di dimensioni enormi. Del resto tutte le infrastrutture precedenti erano state demolite nel primo dopoguerra e qualcosa bisognava fare per proteggere queste preziose unità navali. Ben presto le basi di U-Boote divennero a prova di bombe, che la RAF cercava di realizzare in formati sempre più pesanti. Per esempio, la base di Helgoland (costruzione Nordsee III) aveva un tetto sostenuto da 32 piloni di cemento armato in doppia fila, con tre vani che contenevano 2 sommergibili l'uno; sul tetto c'erano anche il radar e alcuni cannoni da 37 mm. Lungo 156 m per 88 di larghezza, aveva tetto spesso 3 metri, pareti anch'esse necessariamente spesse (2 metri) e venne costruito nel 1940-41. Nel '47 venne distrutto con una enorme esplosione nell'operazione 'Big Bang'. La base di Amburgo era la Elbe II, una base di raddobbo e costruzione, 2.500 piloni, 1.800 metri quadrati, 137x62 m, anch'esso demolito dagli Alleati. Ma solo per parte, data la sua robustezza, tanto che a tutt'oggi due Type XXI giacciono tra le sue macerie, precisamente l'U-3596 e 3506.
 
La BREMA, base 'Valentin', venne ultimata tra il 1945 e il 1945 per il 90%. Ebbe un tetto raddoppiato con metà del soffitto aumentato a 7 m, con strutture di cemento armato Fang-rost per aumentare la resistenza alle bombe (avevano una funzione di supporto e forma a U). Ne ebbe bisogno, come il 27 marzo 1945 quando ricevette 4 'Tallboy' e 13 'Grand Slam'. Queste ultime riuscirono a perforare con un paio di colpi a segno che causarono pesanti danni, con crateri nel tetto di 8 metri. Poi ci provarono anche gli Americani con 62 'Disney bomb' da 2.200 kg, ordigni a razzo sganciati dai B-17 con velocità all'impatto supersonica. C'erano basi come quella di Trondheim, piuttosto piccola, per sommergibili costieri; ma sopratuttosoprattutto c'erano quelle in Francia, come La Pallice (raddobbo e operazioni), completata nell'ottobre 1941 con molti operai locali, base operativa della 3a flottiglia U-Boote; essa aveva due chiuse protette da reti parasiluri, 201 m di lunghezza x 196 metri di larghezza, 10 alveoli. I Tedeschi, chiusi nella sacca vicina di Rochelle, dove resistettero fino alla fine del conflitto, tennero a lungo questa base anche dopo l'invasione dalla Normandia. C'era poi Bordeaux, con tetto spesso fino a 5,6 metri, e Lorient, che è rimasta la base dei sommergibili francesi fino ai nostri giorni; era la base più grande di tutte, con la possibilità di accogliere ben 28 battelli, argani di sollevamento, uno scalo, lo Keroman I, di 120 m di lunghezza e 85 di larghezza. C'erano diversi scali successivi, come il Keroman II e III. Poi c'erano anche altre basi, una delle quali era a St.Nazaire, danneggiata nel '42 da un audace attacco di commandos inglesi. Questi attaccarono la base speronandone le chiuse con un vecchio cacciatorpediniere con la prua carica di esplosivo. Anche se i commandos vennero respinti dall'agguerrito personale dei reparti dragamine, vi furono diversi danni; sopratuttosoprattutto, nessuno si accorse che il caccia aveva l'esplosivo a prua, ancora con il detonatore attivo. E così avvenne che il giorno dopo esplose, causando gravi danni alla base e alle sue chiuse. <ref>Bargnasco, E: Le basi protette degli U-Boote, Storia militare maggio 1996</ref>
 
==Note==