Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele-2: differenze tra le versioni

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Durante le continue guerre che dal 1947 ad oggi Israele ha combattuto sono stati largamente usati i carri armati, che costituiscono una delle componenti fondamentali del suo esercito. Come a suo tempo, del resto, nel Medio Oriente scorrazzavano i pesanti carri da guerra hittiti. Per Israele i corazzati sono il giusto compendio delle necessità di sopravvivenza sul campo di battaglia. L'inizio della loro attività fu invero ben poco degno di nota<ref>In larga misura le informazioni sono ricavate da: Cappellano, Filippo: ''Le truppe corazzate Israeliane, PD Mar 1993</ref><ref>Il secondo aggiornamento è da Sgarlato, Nico: '''Dal Cromwell al Merkava'', Eserciti nella Storia nov-dic 07 p.16-24</ref>.
 
Si pensi che in tutte le guerre arabo-israeliane si stima che siano stati usati dai contendenti un totale di ben 32.000 carri armati, dei quali 4.300 messi fuori combattimento. Eppure nel 1948 la forza corazzata israeliana aveva solo 16 carri armati e gli avversari Arabi non molti di più. E l'importanza dei carri armati ha continuato ad essere posta al vertice delle necessità dei vari eserciti della regione. Sarà per via che il terreno è vasto, arido, aperto, e quindi ideale per il movimento dei corazzati, mentre è molto difficile muoversi senza essere notati. Questo può essere compensato dalla maggiore resistenza dei carri armati ad ogni sorta di offese, anche se gli attacchi aerei e l'artiglieria moderna sono capaci di sterminare anche le colonne corazzate. Ma in ogni caso, al contatto con il nemico, sono i carri armati a dovere sostenere il grosso dell'urto, e sono loro che consentono con la spessa corazza che li ricopre, di proteggerne gli occupanti. I carristi hanno un tasso di mortalità decisamente ridotto rispetto alla fanteria leggera, e se i loro mezzi possono operare in condizioni di superiorità aerea, come è stato nelle guerre arabo-israeliane, il gioco è in larga misura a loro favore. Naturalmente, questo non significa che i carri possano operare da soli: la fanteria è sempre necessaria laddove i combattimenti divengano accaniti e prolungati, specie in spazi ristretti. Il Genio è parimenti fondamentale per aprire varchi in ostacoli o campi minati altrimenti insuperabili. La fanteria è necessaria sopratuttosoprattutto contro i cacciatori di carri nemici, che possono essere anche civili armati di bottiglie molotov. Separare i carri dalla fanteria è per la seconda, ma sopratuttosoprattutto per i primi, molto penalizzante. Nei centri urbani, come è diventato noto da Varsavia in poi, i carri isolati sono bersagli più che predatori. Durante la guerra del Kippur, i contrattacchi delle brigate israeliane vennero infranti dalle difese missilistiche egiziane, data la mancanza di cooperazione con l'artiglieria e gli aerei. Sul Golan, i carri israeliani vennero messi ko a dozzine dai cacciatori di carri siriani, che poi vennero 'eliminati' da reparti di paracadutisti. Durante le operazioni del 1982 furono le corazze ERA a salvare dozzine di carri dalla distruzione e a limitare i danni fatti dai missili dell'OLP e della Siria. Ancora nel 1991 lo Zahal o Tsahal, aveva 110.000 effettivi e ben 3 divisioni corazzate di pronto impiego. I suoi 800 Merkava, 2.000 M48 e M60, alcuni Centurion, T-54, 55, 62 di preda bellica ne facevano la settima potenza mondiale per unità corazzate, dietro a URSS, USA, Cina, Germania, Siria e Corea del Nord.
 
[[File:Flag of Israel (1948).svg|150px|left|thumb|La bandiera israeliana prima maniera (1948)]]
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All'alba della guerra del '67, quella dell'attacco preventivo', Israele aveva anche modificato gli Half-Track. Già questi avevano avuto alcune migliorie come la mitragliatrice da 7,62 mm in casamatta, che consentiva, sia pure solo sull'arco frontale e con un'arma di piccolo calibro, di sparare senza esporre il tiratore. Ma nel '67 vennero messi in servizio un tipo con missili SS-11, con 4 rampe, e un tipo ancora più originale, in quanto armato della stessa b.d.f. delle autoblindo AML-90. il DEFA F1 da 90 mm, sistemato su di un affusto da 57 mm britannico, quello da '6 libbre'. Dei sistemi che miravano ad aumentare la potenza di fuoco dei reparti meccanizzati israeliani, e che rivitalizzavano dei vecchi veicoli disponibili in quantità. I semicingolati erano di laboriosa costruzione, in termini di ore-lavoro, ma erano assai economici nel loro complesso. Nel dopoguerra i sistemi meccanici divennero più moderni ed efficienti e il costo del lavoro più alto. Alla fine furono i mezzi cingolati a rimpiazzare gli 'half-track'. L'era degli M113 era però ancora piuttosto lontana per gli M113. Tra gli altri sistemi escogitati, il portamortaio con il Soltam M65 da 120 mm, installazione facilitata dal cielo aperto dei semicingolati. Essi sarebbero serviti per il tiro d'appoggio ai carri con proiettili HE, illuminanti, fumogeni.
 
Quanto ai carri armati, gli M48 continuarono ad affluire, come anche i Centurion. Alla guerra del 1967, quella 'preventiva', Israele era pronto a combattere anche le rafforzate armate arabe. Ora aveva aerei quasi esclusivamente francesi, inclusa la sessantina di Mirage IIIC che diede origine al successo internazionale dei caccia francesi, di lì a poco ordinati in massa. Ma gli Israeliani riuscirono anche a clonarli dando origine ai vari Nesher, Dagger, Kfir. Questa però, è un'altra storia. Tornando ai carri, Israele oramai ne aveva 800 tra Super Sherman, M48 e Centurion. Gli M48 vennero usati sopratuttosoprattutto nel Sinai: le loro sospensioni erano capaci di prestazioni elevate, ma troppo fragili nel fronte montagnoso del Golan. Invece i robusti Centurion vennero mandati proprio qui, ma vennero anche usati nel Sinai operando sopratuttosoprattutto dalle strade, per non restare indietro rispetto agli M48, che invece tendevano a viaggiare sulla sabbia. Le battaglie contro gli Egiziani furono violentissime, e ad un certo punto gli M48 vinsero con una manovra aggirante una compagnia di carri sovietici JS-3M, mezzi davvero 'duri a morire', che inizialmente ebbero successo nel contrastare gli israeliani, ma che con la loro posizione statica finirono per essere presi sui fianchi.
[[File:Centurion 1.jpg|350px|left|thumb|Il Centurion fu spesso equipaggiato con corazze ERA, di cui questo esemplare ha le predisposizioni sulla sua corazza]]
I Centurion erano oramai in buona parte riarmati col pezzo da 105 mm L7, il che ne aumentava le capacità di combattimento. In tutto ve n'erano 293. La pesante corazza protettiva e le munizioni protette erano un buon argomento a favore del pur lento Centurion, di cui solo 11 vennero distrutti durante la guerra, e solo 4 a causa dei carri o cannoni controcarri. Dato che una trentina di Centurion giordani vennero catturati, la 'popolazione' di questi mezzi era aumentata alla fine del conflitto. I carri AMX-13, invece, vennero giudicati negativamente per via della corazza leggera e la vulnerbilità alle mine. I vecchi M4 e M50 vennero impiegati sopratuttosoprattutto in Cisgiordania, dove batterono in una dura battaglia gli M47 e M48 Patton Giordani occupando di lì a poco Gerusalemme. In tutto circa 394 carri israeliani vennero messi KO, inclusi presumibilmente anche i mezzi riparabili (e-o anche mezzi diversi dai carri), contro 1.109 arabi, per lo più T-34 e i nuovi T-54 e 55. Ma c'erano anche i carri americani serie Patton e quelli britannici Centurion(egiziani).
 
Scendendo nei particolari di questa campagna, stavolta essa non fu un affare tra Israeliani ed Egiziani, ma contro la maggior parte degli stati arabi. I soli egiziani avevano 1.000-1.200 carri, tra cui 60 JS 3, 30 Centurion, 450 T-54/55, SU-100 e i nuovi potenti cannoni semoventi ZUS-57-2; i Giordani invece avevano una cinquantina di Centurion e ben 150 Charoteer, che oggi sono mezzi sconosciuti, ma all'epoca erano dei degni carri armati ricavati dallo scafo del veloce Cromwell con cannone da 83 mm in una nuova e squadrata torretta. Infine c'erano 400-600 carri siriani di cui 150 T-54 e per il resto essenzialmente T-34 e diversi carri irakeni T-54. In tutto circa 2.700 carri e semoventi. Tutto questo contro circa 800-1.000 carri israeliani, di cui un terzo M48, altrettanti Centurion, e il resto M4 e AMX-13. Attaccare le prime linee egiziane fu il primo passo della campagna terrestre, linee di fanteria difese anche da JS-3. Il 5 giugno, il lancio dell'offensiva contro l'Egitto su tre linee e vi furono particolari effetti dalla vittoria lungo la strada verso El Arish, con una divisione guidata dal gen. Tal.
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Alla fine della guerra gli Egiziani, schiacciati dall'attacco aereo sugli aeroporti che li privò quasi totalmente dell'aviazione, subirono non meno di 10.000 perdite, contro 679 morti e 2.563 feriti israeliani. In tutto gli arabi persero circa 15.000 soldati con quasi altrettanti prigionieri e circa 50.000 feriti. Le perdite materiali egiziane erano le maggiori: un totale di 800 carri e 10.000 veicoli. Il disastro era evidente già da un'osservazione aerea, con una moltitudine di mezzi e carri abbandonati vicino al passo di Mitla, similmente all'autostrada della Morte vicino a Kuwait City, colpiti dall'aviazione (con macchie nere sulla candida sabbia, laddove bombe al napalm erano state lanciate dai caccia israeliani).
 
Sul fronte cisgiordano, invece, Gerusalemme cadde già il 7 giugno, appena due giorni dopo l'inizio della guerra. I super Sherman erano chiaramente inferiori ai loro avversari inglesi e americani dei tipi più recenti, ma erano abbastanza veloci e ben manovrati: sopratuttosoprattutto, però, il loro cannone da 105 era sufficiente per ricambiare il colpo contro i ben superiori mezzi nemici, che pure erano molto meglio corazzati. Quindi furono l'armamento e la mobilità i fattori vincenti della situazione. Alla fine l'esercito era pronto per attaccare Damasco, ma il cessate il fuoco terminò la guerra con Israele che comunque si tenne le alture del Golan.
 
La disposizione tattica dei reparti israeliani si dimostrò ottimale, dato che la brigata corazzata dell'epoca aveva 3.000 uomini e un'ottimale mistura di carri, blindati e artiglieria. In tutto vennero catturati, oltre ai 30 Centurion, circa 300 T-54 e 55, e un centinaio di M48 Giordani.
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Dopo la guerra vennero fatte molte modifiche per migliorare i mezzi esistenti: gli M48 ebbero il cannone da 105 e diesel AVDS-1790. Così vennero anche equipaggiati tutti i Centurion che, al termine di un processo con circa 2.000 modifiche, erano chiamati anche Panthurion, ovvero un misto di Centurion e Patton. La velocità, per esempio, era stata portata da 34 a 42 kmh. I carri modificati erano noti come Sho't (Frusta), ma originariamente, questo nome era relativo più che altro al cannone, in quanto esistevano sia Shot' con il diesel che con l'originale Meteor a benzina. I Patton ebbero cupola per il capocarro Urdan, nuove radio, motore diesel, in pratica divennero M48A3, chiamati in effetti Magach 3.
 
Ma agli israeliani interessarono anche i T-54-55 catturati, circa 300, che vennero ammodernati pesantemente. In effetti non erano particolarmente ben valutati: piuttosto mobili, con una sagoma bassa e una corazza piuttosto pesante, armamento potente, ma anche scarsa efficienza meccanica e abitabilità, oltre che mancanza di un adeguato sistema di controllo del tiro per le lunghe distanze. Ma era sopratuttosoprattutto l'abitabilità che era difficile da accettare: troppo piccoli per le operazioni nel caldo del deserto in estate, con il rischio di malori e svenimenti per i pur abituati carristi arabi, tanto che il tempo limite per farli stare con i portelli totalmente chiusi, in tale ambiente, era di circa 60-90 minuti. Naturalmente un problema del genere non era sentito nel clima tipico dell'Europa come un grave handicap, ma in M.O. lo diventava. Gli israeliani cominciarono a modificarli con radio e mitragliatrici di provenienza americana, ma dal '69 le modifiche allo standard Tiran-5 riguardarono anche il cannone da 105 mm. Nel frattempo la Gran Bretagna cambiò idea in termini di politica estera: l'aggressione israeliana contro gli Arabi sarà stata anche 'necessaria' in quanto questi ultimi, più forti, avrebbero potuto attaccare Israele in un prossimo futuro; ma sempre guerra d'aggressione fu, alla fine. Così Francia e GB chiusero le forniture e questo, tra le altre conseguenze, vide requisire 50 nuovi Mirage 5, che erano la versione semplificata con carico bellico incrementato, richiesta da Israele. Anche di questo si parlerà poi. I possenti Chieftain, all'epoca i mezzi più potenti del mondo (seppure tutt'altro che perfetti quanto a potenza e affidabilità del loro diesel boxer Leyland) erano altamente ambiti dall'Esercito, come degni successori del Centurion. Ma proprio per questo cambio di orientamento politico, non vennero venduti. I francesi non ebbero successo con l'AMX-30, giudicato troppo poco protetto, i Tedeschi avevano problemi simili con il Leopard che d'altro canto non era esportabile in M.O. (sempre per ragioni politiche).
 
Alla fine rimasero gli USA: carri M48, i nuovi M60, semoventi M107 (destinati ad una lunga e popolare carriera nello Tsahal), M109 e M110, cannoni a.a. M163, e finalmente molti M113 da trasporto truppe. Ma anche così gli Israeliani non erano soddisfatti delle prospettive di sopravvivenza offerte dai carri americani, comodi ma non eccessivamente protetti, come del resto non lo era il loro munizionamento.
 
Per giunta, il carro T-62 sovietico, in corso di distribuzione, era un mezzo armato con il cannone da 115 mm, affrontabile con difficoltà anche dallo Chieftain (fu per l'appunto tale carro che spinse, erroneamente convinti della sua diffusione in ambito NATO, i sovietici a sovraccaricare i loro carri con il pezzo da 125 mm). Questo cannone era il primo tipo a canna liscia per un carro armato, almeno tra quelli entrati in servizio. La canna rigata era stata inventata nel XIX secolo, aumentando grazie al movimento rotatorio inferto al proiettile, le caratteristiche di gittata e di precisione. Ma la canna rigata rendeva anche più facile all'usura la sua anima-tubo, sopratuttosoprattutto con i cannoni ad alte prestazioni. Inoltre, la carica HEAT subisce dei negativi fenomeni di dispersione del jet quando sparata da tali armi: per questo è preferibile usare un cannone SR a canna liscia, o un lanciarazzi. I Francesi avevano una granata speciale che risentiva poco di tali problemi, dato che la testata era poggiata su di un fondello su cuscinetti a sfera: la corona ruotava e assicurava l'effetto stabilizzante, ma la testata HEAT restava ferma. Tuttavia tale soluzione era costosa. Allora che fare? La soluzione fu, sorprendentemente, quella di tornare alla canna liscia, capace di accettare maggiori pressioni d'esercizio. Il problema ritornava quello della precisione, e dato che la canna non poteva assicurare il moto rotatorio del proiettile, allora ci avrebbero pensato, come sui lanciarazzi RPG, delle apposite alette. Così nacque il pezzo da 115 mm e la sua versione per l'artiglieria cacciacarri, il D-10 da 100 mm (da non confondersi con il vecchio M1944 paricalibro). Questo grosso cannone poteva sparare una granata HEAT di calibro elevato e stabilizzata su alette, quindi con un potenziale perforante molto elevato; inoltre era adatto a tirare una munizione APFSDS stabilizzata ad alette, la BM-3, che era a sua volta rivoluzionaria. Pesava poco, ma tirata a 1.600 m.sec, era capace di una traiettoria estremamente piatta e precisa fino a 1,5 km, e nonostante fosse solo in economico acciaio (anziché con nocciolo in W o DU), era capace di elevati valori di perforazione. Questo semplificava anche i sistemi di mira, visto che la traiettoria piatta riduceva l'esigenza di valutare appieno la distanza e infatti il T-62 aveva ancora un sistema di mira stadimetrico (in cui il bersaglio era un tipico carro alto 2,3 m) come i predecessori. Questo semplificava il disegno della torretta, era più economico e meno ingombrante. Tuttavia le granate erano inizialmente meno precise del desiderabile (50% per le AP e 33% per le HEAT tirando contro un carro fermo a 1,5 km), e sulle lunghe distanze questo discorso, validissimo in Europa, non funzionava più. Anche la cadenza di tiro di 4 c.min, la torretta angusta dato il cannone presente, la corazza pesante ma vulnerabile alle nuove armi, erano punti negativi, per non dire della maggiore massa con lo stesso motore del T-55. Insomma, un mezzo più costoso ma non particolarmente efficiente, che non si affermò mai totalmente contro i T-55 appena questi ebbero proiettili APDS anche per i loro cannoni (che erano sì meno potenti, ma più precisi e di maggiore durata rispetto ai soli 120 colpi del 115 mm). Il T-62 era quindi un mezzo di dubbio rapporto costo-efficacia, come del resto lo fu l'M60 e il Chieftain, una generazione che non è riuscita a rimpiazzare quella precedente. I sovietici (come gli Americani con l'MBT-70) stavano sviluppando il T-64, ma questo non era disponibile per l'export (né abbastanza affidabile, se poi si volle rivisitare facendone il T-72).
 
Tornando agli M60, la prima fornitura pare che fosse di 150 M60A1, del 1971-73, mentre non è noto se siano stati consegnati anche Magach 5 (M48A5) dagli americani, così come degli M60A3. In tutto, alla guerra del Kippur, vi sarebbero stati un totale di 540 Magach 3, tra l'altro riarmati con il pezzo da 105 mm (anche per questo difficili da distinguere dagli M48A5, che all'epoca del resto non erano ancora disponibili), o forse questo era il totale tra M48 e M60.
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A proposito di artiglierie, non mancavano quelle catturate al nemico, e in particolare, va ricordato il BM-24, lanciarazzi pesante a corto raggio (circa 11 km) che era stato giudicato molto efficace dagli stessi Israeliani durante la guerra del '67. Ai circa 2.000 carri armati (tutti eccetto qualcuno armati con i 105 mm ad alta o media velocità) si aggiungevano 4.000 veicoli corazzati di cui un migliaio di M113, questi ultimi sacrificati in numero per rendere possibile ammodernare l'artiglieria semovente. C'erano per il resto gli M3 e anche alcuni BTR-152 di preda bellica. Il tutto era supportato da circa 600 aerei di cui 370 circa da combattimento (120 F-4, 150 A-4, il resto erano essenzialmente Mirage III e Nesher).
 
Nonostante tutta la preparazione militare israeliana, il piano d'attacco arabo, in completa assonanza con quanto fecero gli Israeliani nel '67, era stato preparato minuziosamente e a causa delle tante esercitazioni e mobilitazioni ad arte indette, non fece impressione agli Israeliani l'ultima di esse, che invee era quella decisiva. Gli Egiziani sabotarono la linea Bar-Lev con commandos sommozzatori che attraversarono il canale di Suez, mentre con gli idranti fu possibile sbancare il muro di sabbia realizzato dai genieri sulla riva opposta per un'altezza di almeno 10 metri. Traghetti PMP e ponti rapidi consentirono di portare rapidamente circa 1.200 carri e 100.000 soldati dopo che le artiglierie avevano martellato, con un fuoco devastante, le posizioni israeliane con circa 1000 cannoni in simultanea, seguiti da 222 aerei d'attacco e dozzine di elicotteri Mi-8 con i commandos diretti al passo di Mitla. Alla fine fu possibile bloccare l'avanzata verso il Sinai solo perché gli egiziani furono incerti nel dirigersi rapidamente a Mitla e Kahtmia, e nella notte del 13-14 ottobre due divisioni egiziane vennero duramente battute dalla difesa israeliana. Alla fine gli Israeliani contrattaccarono ripassando il Canale e arrivando presto a circa 500 carri e migliaia di soldati. Nel frattempo i SAM egiziani erano stati largamente neutralizzati dall'artiglieria, incursioni di paracadutisti, ma sopratuttosoprattutto dall'esaurimento delle scorte con migliaia di missili tirati in pochi giorni. I Siriani vennero fermati sul Golan poco dopo un giorni di combattimenti, con i loro carri ammucchiati a centinaia in stretti passaggi difesi inizialmente da pochi soldati e carri, ma che poi, grazie alla rapidissima mobilitazione dei riservisti (che secondo gli arabi erano da mobilitare entro 48 ore circa, invece ne bastarono molte meno). La controffensiva israeliana fu presto lanciata e mise in rotta prima i Siriani, che ad un certo punto videro l'artiglieria sparargli contro per invogliarli a non abbandonare i loro mezzi, e poi gli Irakeni che erano arrivati con un potente corpo di spedizione di circa 500 carri. Anche i Giordani persero gran parte dei loro carri Centurion tra il 12 e il 16 ottobre. Ma mentre in Egitto c'erano i presupposti per conquistare il Cairo, con gran parte delle forze eliminate o imbottigliate oltre il Canale, dove però restarono fino alla fine della guerra.
 
Alla fine, circa 1.000 carri israeliani vennero messi KO ma solo la metà erano distrutti. Circa 3.000 corazzati arabi erano stati distrutti o catturati, di cui 2.000 carri. A parte questo, le perdite furono piuttosto alte anche per gli Israeliani, con circa 2.800 morti e migliaia di feriti. La cosa finì per rendere più pacifico il fronte occidentale, con l'Egitto, che lavò una buona parte dell'onta della sconfitta con Israele. Con la Siria le cose invece andarono diversamente. In ogni caso Israele era già una nazione nucleare, pare fin dal 1967. Quindi di fatto non poteva essere annientata a meno che l'attaccante non potesse minacciarla a sua volta con armi nucleari. Certo è che l'URSS non avrebbe lasciato impunita un'eventuale azione nucleare israeliana, e il rischio di escalation con gli USA sarebbe stato a sua volta reale. Fortunatamente non si è arrivati a questo punto e le armi convenzionali, già di per sé micidiali, sono state sufficienti. In ogni caso, dopo la guerra gli USA fornirono altri 150 M48 e poi nel 1980-85 300 M60A1 o A3. Anche gli M60 sarebbero stati destinati ad una evoluzione: il Magach (non è chiaro che significhi tale termine, forse Mem Chet Gimmel) 6 era il tipo standard, 6B quello con corazze ERA del tipo Blazer, i 7 hanno invece corazze passive simili a quell del Merkava. Ancora nel Libano nel 2006 alcuni sono stati utilizzati.
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A questo punto venne accelerato l'ammodernamento dei carri armati israeliani, iniziando dal Merkava. Ma le blindo AML-90, usate da uno squadrone durante la guerra, vennero trovate inefficaci in un conflitto ad alta intensità. Secondo molti osservatori il Kippur fu la fine del carro armato, come anche a causa del Vietnam. Ma gli Israeliani non la pensavano così e piuttosto cercarono un modo di opporsi ai piccoli ma micidiali missili con testate HEAT, quali i Sagger. Evitare gli incendi ed esplosioni fu fondamentale per prevenire conseguenze catastrofiche per il mezzo e i suoi occupanti, così per esempio venne usato un olio idraulico non infiammabile (o almeno molto meno) per il circuito di brandeggio della torretta. Sistemi di estinzione ad halon, depositi munizioni protetti contro incendi e schegge e così via, tutte cose che prima non c'erano.
 
I carri T67 Tiran, T-54/55 modificati, piacquero, sopratuttosoprattutto sul Golan. Ebbero altre migliorie, come manicotto antidistorsione, sistema di controllo del tiro computerizzato Matador, stabilizzazione dell'armamento Cadillac-Cage, motore Continental diesel da 605 hp, mortai fumogeni o illuminanti da 51 o 60 mm, sistema automatico ad Halon, oltre ad accorgimenti come quello dei serbatoi di acqua da 60 litri per dissetare l'equipaggio. Infine ebbero luogo le predisposizioni per le piastre ERA del tipo Blazer. Questa era una novità, anche se nata in Germania, che ebbe modo di essere messa in opera dagli Israeliani nel 1982, in Libano.
 
[[File:Merkava 1-Lesany-1.jpg|330px|right|thumb|Merkava Mk 1]]
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Il progetto presentato da Tal era stato approvato il 13 maggio del '77. Esso aveva il motore anteriore, come i mezzi corazzati da trasporto truppe. La torretta con cannone da 105 mm era a forma molto allungata e sfuggente, quasi a cuneo. La corazza era spaziata, ma non pare avesse una struttura composita, almeno non inizialmente, come si vede dal frontale dello scafo, incurvato (mentre le piastre di materiali compositi sono generalmente piane). Il carro che ne risultava, pesante ben 62 tonnellate, era un mezzo imponente e con un livello di protezione eccellente, anche sui lati, forse la parte più vulnerabile di tutto il mezzo (data la loro lunghezza e la possibilità di sparare sui lati da entrambi i lati: contro una larghezza della piastra anteriore di circa 2 m, la lunghezza complessiva dei lati del Merkava è di circa 13 metri). Il motore diesel americano è di circa 900 hp. Il Merkava, inizialmente nella versione Mk.1, venne distribuito ai reparti nel '79 e per il 1982 ce n'erano almeno 200-250 disponibili, anche se non è certo che il motore AVDS-1790-5E fosse da subito presente; può essere che inizialmente vi fosse ancora il -2C o -2D, da appena 700-760 hp, quello degli M60A1. In ogni caso c'era trasmissione automatica, cannone M68 con 62 colpi (aumentabili), mortaio da 60 mm con 30 cp (forse non da subito, altre fonti dicono che questo avvenne solo con l'Mk 3), 3 MAG.58 con 10.000 cp calibro 7,62. Il Merkava, insomma, di fatto era una sorta di involucro nuovo per il motore e il cannone degli M60.
 
Nel 1982 gli Israeliani attaccarono il Libano del Sud e sconfissero duramente l'OLP e la Siria. Quest'ultima ebbe prima le batterie SAM (19 in tutto) della Bekaa distrutte da attacchi aerei ben programmati: prima usare drones come 'esche', poi attacco con i missili HARM, poi distruzione delle batterie con bombe e missili. Delle centinaia di carri armati impiegati, circa 130 vennero messi KO, ma solo 40-50 totalmente distrutti. Pare che i Merkava, pur essendo stati colpiti ripetutamente, non ebbero alcuna perdita totale mentre i suoi carristi ebbero solo 9 vittime (ma inizialmente si negava che ne avessero avute tout-court, vedi JP-4 speciale MBT del 1990). I carri armati con le corazze ERA vennero spesso salvati dal tiro di sistemi missilistici Sagger, Spigot, MILAN e HOT, ma alcuni vennero distrutti o catturati, come gli M48 che i Siriani consegnarono ai Sovietici (che ne approfittarono per realizzare le proprie corazze K-1, e per stabilire che i loro T-72 necessitavano di una corazza extra per il loro scafo anteriore, cosa fatta con una piastra da 16 o 20 mm). I cannoni da 105 erano stati di recente equipaggiati con la nuova M111 da 105 mm, granata APFSDS con nucleo in tungsteno, molto affusolata (con rapporto diametro: lunghezza di oltre 1:10) e quindi con capacità di perforazione elevate, ben 150 mm a 60° (300 mm RHA equivalente) a 2 km, e questo senza considerare che, a differenza delle granate precedenti (capaci di perforare 100-120 mm nelle stesse condizioni) l'M111 restava stabile anche se impattava con corazze ben inclinate, su cui molti tipi di APDS semplicemente rimbalzavano, mentre le HEAT spesso non attivavano la spoletta nella loro appuntita ogiva (anche le M111, per l'appunto, finirono in mano ai Sovietici). Questa munizione era già stata messa in servizio almeno dai Tedeschi e dall'US Army, che presto ne trasse anche un tipo potenziato con nucleo in DU. Munizione molto efficace e precisa, entrata in servizio nei tardi anni '70 e poi migliorata da Israeliani, USA e Germania, clonata da altri clienti, ha rappresentato un salto generazionale, nonché la capacità di aumentare la distanza pratica di perforazione di un T-55 da circa 2 a almeno 3 km, peggiorandone la situazione. SopratuttoSoprattutto, rappresentava una minaccia sufficiente anche per il T-72, nonostante la sua corazza anteriore composita.
 
I Merkava normalmente non portavano soldati, ma il loro vano posteriore era capace di ospitare, se necessario, i fanti. Fino a 10 erano stipabili a bordo, oppure munizioni. Ma il Merkava non è stato mai usato come carro+IFV in maniera corrente. Il problema non è stato facilmente identificato. Gli Israeliani non hanno avuto mai interesse per gli IFV e gli APC sofisticati. Di fatto hanno preferito usare gli M113, rassegnandosi al fatto che non c'era modo di usare un mezzo da fanteria adeguato per sopravvivere al tiro di armi pesanti. Loro, con tutta la loro esperienza, non hanno rilevato la necessità di mezzi pesanti e costosi come il Bradley, e tantomeno di autoblindo pesanti e costose come le Centauro. Di fatto il loro esercito è ancora sul 'tutto cingolo'.
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I Merkava ebbero successo in Libano, ma la messa a punto della meccanica non era del tutto accettabile e il sistema di controllo del tiro computerizzato presentava dei problemi. Le due brigate ebbero tutto sommato un risultato minore delle aspettative, il che diede delle polemiche. La 7a avanzò sul confine Siria-Libano, per occupare l'autostrada Beirut-Damasco, ma subì un'impasse quando un carro venne centrato tra la torretta e lo scafo da un HOT tirato da un Gazelle (con due morti); la 211a Brigata ebbe un altro tipo di perdita: il COl. Eli Geva che ne era il comandante si dimise perché non riteneva legittima la scelta del Governo Israeliano di iniziare l'invasione. All'epoca le cose erano molto diverse e i pacifisti israeliani non erano la risicata minoranza di oggi, ma un movimento forte e coeso. Proprio allora, in cui la guerra era ancora una realtà concreta, almeno sul fronte libanese e siriano. Ma le previsteguerre corazzate su larga scala con l'impiego anche di 20.000 mezzi non si sarebbero più verificate. Il sistema di puntamento computerizzato era di tipo digitale, largamente superiore rispetto ai tipi elettro-meccanici degli altri mezzi (solo dagli anni '80 gli M60 Magach -'Carro di combattimento degli eroi'- ebbero sistemi digitali), ma il salto in avanti presentava dei problemi e la precisione risultò molto meno brillante di quanto era stato preventivato, e largamente inferiore rispetto a mezzi come gli M1 Abrams e Leopard 2 coevi. La mobilità era sfavorevolmente afflitta da un rapporto potenza-peso ridotto, anche se cambio e sospensioni erano così avanzati che il mezzo era più mobile degli altri, più leggeri carri israeliani dell'epoca. La protezione era convenzionale, anche se molto spessa; dopo il 1982 apparvero delle catene sotto la controcarena della torre per migliorarla nella 'nuca'.
 
Così dal 1983 i nuovi mezzi vennero leggermente migliorati con l'Mk 2 (praticamente un kit di sopravvivenza fu l'unica cosa che cambiò dall'Mk 1), che avrebbe avuto l'AVDS-1790-6A, il mortaio spostato all'interno della torretta e una 12,7 mm aggiuntiva (anche i Centurion hanno avuto fino a 3 mitragliatrici tra pesanti e leggere in torretta, del resto, durante la guerra dell'82); il modello Mk.2A è stato poi seguito dall'Mk2B con il costoso periscopio ad immagine termica (prima c'era solo un apparato IL), l'Mk.2C con protezione rinforzata in torretta, l'Mk.2D con nuova corazza sia sullo scafo che in torretta per un totale di 300-600 Mk.2 nel periodo tra il 1983 e il 1989. Detto tutto questo, le prospettive del carro armato israeliano erano sì buone, ma non ancora del tutto soddisfacenti. Il mezzo, grazie a delle sospensioni simili a quelle del Centurion e alla trasmissione automatica americana sfrutta bene la potenza disponibile, ma rispetto ai vicini M1 egiziani non si può certo dire che sia un 'fulmine di guerra', anche nelle capacità di sparare in movimento, dove l'Abrams, dalla marcia più morbida, è considerato assai superiore. SopratuttoSoprattutto, il cannone da 105 non era del tutto all'altezza di affrontare altri carri moderni, per esempio gli ultimi T-72, anche se questi ultimi non sono mai stati affrrontati da questo carro nell'82. In ogni caso, nel 1990 fu la volta dell'uscita del possente Mervaka Mk 3, che introdusse molti miglioramenti: finalmente il cannone da 120 mm, FCS migliorato con sistemi meteo e laser all'ND-Yag. Il motore, almeno dopo i primi esemplari, arrivò ai 1.200 hp del Teledyne V-12 (altre fonti danno il Continental AVDS-1790-9AR), con un MTBO aumentato di oltre il 100% rispetto alle 400 ore originarie di quello del modello Mk 1, e la trasmissione israeliana Ashot Ashkelon. Totalmente riprogettato, il nuovo Merkava aveva il cannone IMI da 120 mm provvisto di un grosso manicotto termico. L'Mk 3 è un grosso mostro corazzato, con protezione di tipo modulare, che costituisce l'altra innovazione (con piastre asportabili dallo chassis per riparazioni e ammodernamenti rapidi) similmente al Leclerc, vernice con capacità assorbenti nel settore IR, sistema optronico di tiro ElOp Knight Mk.3 per attaccare bersagli anche sparando in movimento. una 'treccina' di catene a protezione della parte posteriore della torretta, con una funzione di far esplodere anticipatamente le cariche cave in arrivo. In tutto, poi, vi sono state almeno 26 modifiche principali, solo considerando gli esemplari di produzione più recente rispetto a quelli Mk 3 iniziali, passate attravarso l'Mk.2B con protezione aggiuntiva in torretta e l'Mk.3D con protezione ulteriormente migliorata. Una di queste ulteriori fasi di crescita è l'aggiunta di un sistema di tracking automatico per il sistema di mira ad immagine termica, che permette di mantenere sotto tiro il bersaglio da parte del sistema FCS stesso, una volta che esso sia stato designato. Il canale d'osservazione del cannoniere ha un 5x per l'immagine termica e 12x per quella diurna, più telemetro laser. Tuttavia non pare che vi sia alcun visore panoramico per il capocarro, probabilmente perché giudicato troppo grande, costoso e vulnerabile per le esigenze manifestate. Una rudimentale 'intelligenza artificiale', insomma. Infine c'è un sistema di alimentazione automatico con un piccolo caricatore meccanico, però dato lo spazio interno (dentro il grosso scafo) e le necessità di manutenzione ed efficienza, il quarto uomo non è stato sostituito, ma semplicemente aiutato da questo dispositivo a movimentare i proiettili lunghi oltre un metro del nuovo cannone. in tutto sono stati prodotti circa 200 Mk.3 entro il 2 febbraio 2003. Dal 24 giugno dello stesso anno è arrivato l'Mk.4, in servizio poi dal marzo del 2003, in produzione al ritmo di una cinquantina l'anno, circa 1 alla settimana. Del resto già nel 1992 i Merkava e gli M60 aggiornati avevano quasi fatto sparire tutti gli altri carri israeliani, Centurion inclusi.
 
Il Merkava è diventato presto un mezzo standard dell'Esercito israeliano. Con la sua massiccia sagoma e la mole di oltre 60 t non si può certo definire un veicolo inteso per i combattimenti di movimento, ma il suo scopo è sopratuttosoprattutto quello di sopravvivere alle offese nemiche. Certo è che, nonostante tutte le innovazioni, non si trattava di un carro eccezionale al suo esordio. Ancora armato col 105 mm, capace di appena 46 kmh, lento anche se ragionevolmente agile, la sua motorizzazione non aveva nessuno dei sistemi moderni a turbina o turbodiesel della contemporanea generazione dei mezzi presenti a livello internazionale. Inoltre la corazza era spaziata, ma non di tipo composito. Nondimeno dev'essere stata considerata efficace, se non sono mai stati implementati i sistemi ERA, del resto pericolosi se c'è da cooperare con la fanteria (esposta alla proiezione delle lastre d'acciaio delle mattonelle esplosive). In ogni caso la reale efficacia di questi carri rispetto ai paricategoria è rimasta un'incognita, al di là del fatto oggettivo di una inferiore velocità massima. Del resto i carri israeliani hanno anche una riserva di munizioni superiore, ben 85 colpi da 105 mm oppure 55 da 120 mm (NB le munizioni da 120 sono ben più grosse delle altre, tanto che l'M1 Abrams passò da 55 colpi da 105 a 40 da 120). Anche il confronto ipotizzato con i T-72 siriani non pare sia mai avvenuto: i pochi messi KO sono stati colpiti da altri tipi di carri e sopratuttosoprattutto da missili TOW. I Merkava erano già circa 250 al 1982, quando facevano la loro parte del dispositivo che penetrò in Libano durante l'Operazione Pace per la Galilea, assieme a centinaia di Centurion, M48 e M60 (stime che arrivano ad un totale fino a 1.200 mezzi). Certamente, il Merkava Mk 3 è un mezzo ben diverso dai primi della serie, anche se apparentemente molto simile. Ma date le sue peculiarità e la sua massa, non ha mai avuto successo all'export.
 
L'Mk 4 è apparso dopo alcuni anni, al termine di una produzione che aveva totalizzato un migliaio di mezzi. Oramai, assieme agli M60 ammodernati (con corazze aggiuntive, ed eventualmente anche cannone da 120) rappresenta un veicolo molto evoluto.
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Una delle prime armi utilizzate dall'Esercito Israeliano è stata la pistola Beretta 51, relativamente poco conosciuta in Italia, ma fabbricata anche dagli Egiziani. Pesava 800 gr con 8 colpi con caricatore monofilare da 9 mm Para. Essa fu disponibile solo dal '57 e costituisce un po' l'anello di congiunzione tra la Mod.34 e la Mod.92.
 
L'arma standard dell'esercito è il Galil, ma forse la più importante realizzazione è la Uzi, certamente molto popolare e diffusa. La guerra del '47-48 era spesso combattuta negli abitati e i mitra erano molto utili. C'erano da parte israeliana le Sten e vari mitra cecoslovacchi, i quali ultimi attirarono l'attenzione di tale tenente Uziel Gail, perché avevano l'otturatore avvolgente rispetto alla canna, il che rendeva possibile un tiro stabile e una canna più lunga di quanto ci si potesse aspettare da un'arma tanto piccola. Queste mitragliette vz.23 erano state viste con interesse da Gail che ne adattò il tipo per le esigenze di fabbricazione in Israele. Infatti, alle poco affidabili Sten si voleva dare un successore fabbricato in loco, vista la semplicità di realizzare un'arma di questa categoria. E rielaborando le vz.23,24,25 e 26 Gail pensò ad un'arma con caricatore dentro l'impugnatura, seguendo il principio che una mano 'trova l'altra' ovvero, in combattimento, non c'era spesso la lucidità necessaria per fare azioni più complesse di questa, inoltre questo bilanciava l'arma. La Sten inglese e la MP40 tedesca erano armi di facile fabbricazione, con lamiere stampate, e così il castello della sua Uzi sarebbe stato realizzato con un pezzo d'acciaio unico, mentre si fece lo sforzo di far funzionare l'arma in presenza di polvere, terra e sabbia, il che portò alle due scanalature per far uscire la polvere accumulata. Nel '53 questo mitra venne messo in servizio e con il nome del suo ideatore, partecipò poi dai combattimenti del '56 in poi, facile da puntare e portare, leggera e piccola. Ma solo le SF usavano tale arma come standard, e per uso per il personale di seconda linea, o dei riservisti. Presto è diventata tanto popolare, anche all'estero, da diventare un simbolo. Le guardie che protessero Reagan dall'attentatore che cercò di ucciderlo, avevano tra l'altro armi Uzi. Ma l'uso da parte delle SF negli scontri diretti, o l'uso da parte del personale di seconda linea e sopratuttosoprattutto da parte dei carristi (per esempio quelli tedeschi) è rimasta imporante, a parte il vastissimo mercato civile. L'assalto notturno che i commandos israeliani fecero al castello crociato di Beaufort fu un colpo di mano che permise, nella notte del 7 giugno, di mettere sotto controllo questo strategico punto di controllo della zona a Nord del fiume Litani. Fu una battaglia ferocissima con i commandos che si arrampicavano dal pendio del promontorio e poi le mura del castello, potendo usare le Uzi senza problemi dato che erano ben più maneggevoli dei Kalashnikov o dei Galil.
 
La UZI è disponibile in varie forme, per esempio con calcio in legno, prodotta in Belgio come MP2, ha struttura a sezione rettangolare, spara a colpi singoli o a raffica.
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*Peso: 4,1 kg totale
*caricatore: 25 o 32 colpi
*Prestazioni: cadenza 600 c.colpi/min, v.iniziale 400 m.sec/s
 
 
La Mini-UZI è sopratuttosoprattutto per il personale di sicurezza e polizia, con caricatore da 20 colpi standard, grazie all'otturatore leggero arriva a 950 c.min. C'é persino una versione carabina semi-automatica per rispettare le leggi USA con canne lunghe aleno 406 mm, per non trasformarle troppo facilmente in armi automatiche modificando solo il sistema d'alimentazione. La lunghezza, con calcio esteso, è di 600 mm, 360 mm ripiegata. Il peso è di 3,11 kg con il caricatore da 20 colpi, la v.iniziale 352 m.sec
 
 
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La versione del Galil per tiratori scelti ha calibro da 7,62x51 mm, ed è successivo ad un tipo noto anche come M26, simile all'AKM sovietico e al FAL belga, ma giudicato non del tutto soddisfacente. Così è apparso il Galil, con canna pesante, massima attenzione per la tolleranza accettata, bipiede ripiegabile, calcio ripiegabile in legno, cannocchiale Nimrod 6x, colpo singolo e caricatore da 20 colpi, canna con un freno di bocca a più luci e predisposizione anche per un silenziatore, ma solo usando speciali cartucce subsoniche di potenza quindi ridotta. Inoltre vi sono sistemi di tiro notturno. Con queste armi, apparse sopratuttosoprattutto negli anni '80, si sono affrontati i tanti scontri a fuoco ed omicidi mirati contro i Palestinesi, con RoE che progressivamente hanno coinvolto anche i bambini se armati di bottiglie molotov, che anche se lanciate contro i corazzati israeliani venivano giudicate 'armi letali che giustificavano un'azione letale'. La precisione di questo fucile adattato è alta, con gittata di 600 m utile, e anche più visto che la rosa realizzata a tale distanze è solo di 300 mm di diametro. E con munizioni scelte e il bipiede si può fare anche di meglio. Non è un'arma estrema, ma più che adatta per le durezze dell'impiego militare di tutti i giorni, mentre il suo normale alloggiamento è in un'apposita custodia con tanto di accessori.
 
*Dimensioni: 1115 mm lunghezza, 508 mm canna
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*Peso: 6,4 kg, carico e cannocchiale 8,02 kg
*caricatore: 20 colpi
*Prestazioni: v.iniziale 815 m.sec/s
 
Le mitragliatrici sono ancora largamente le MAG belghe, robuste e popolari armi che sono ancora usate sui carri armati più moderni. Hanno cadenza di tiro di 600-1000 c.min e peso di circa 10 kg. Sono di fatto l'unico concorrente alle MG 3 per successo postbellico, anche se hanno cadenza di tiro inferiore (non necessariamente un male dato l'impiego), e poi le armi tedesche non erano esportabili apparentemente in Israele.
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L'ultimo tipo sviluppato è stato il semovente M-72 da 155 mm, con torretta da 14 t completa di munizioni, adattabile a scafi di M48 e M60, o anche, nel caso del prototipo, a scafi di Centurion.
 
Gli Israeliani, comunque, già prima del '73 cominciarono ada usare grosse quantità di semoventi americani M109, M110 e sopratuttosoprattutto M107, la cui lunga gittata è stata molto apprezzata. Tanto che, per migliorarla ancora, è stato messo a punto un proiettile speciale daben 40 km di gittata del tipo a 'sabot', che pesa 56 kg con 4,67 kg di HE, contro i 32.700 m del tipo normale M437A1 che pesa 66,78 kg di cui 13,6 di HE. Insomma, è praticamente una granata da 155 mm allungata. La gittata gli consente però di superare tutte le artiglierie arabe. Differentemente dagli Occidentali, che hanno trasformato i loro M107 in M110A2, gli Israeliani hanno seguitato quindi con questa configurazione, diversa quasi esclusivamente per l'arma usata sopra lo scafo (che essendo ad affusto aperto, ha il vantaggio di renderne possibile un facile cambio). Israele ricevette nei primi anni '70 non meno di 48 M110 e 80 M107. Ora, con l'M110A2 è stato possibile in effetti superare nell'insieme l'M107 per varie ragioni. L'M110 originale aveva una gittata di appena 16.800 m, quindi era di dubbia utilità; ma con la bocca allungata l'M110A2 può arrivare a 21,3 km, ancora pochi rispetto ai semoventi M107 e grossomodo al livello degli M109; però con la granata a razzo HERA arriva a 29.100 m, appena il 10% in meno. Pesando le granate 90,7 kg la maggiore potenza compensa anche la minore gittata e così l'M110A2 ha di fatto superato anche l'M107. A meno che non si diano granate a razzo anche al potente cannone da 175, oppure un sistema decalibrato come hanno fatto gli Israeliani. Per la NATO l'M110 è stato peraltro preferito anche per altre ragioni, come la maggior varietà di munizioni rispetto all'unico tipo tirato dall'M107 e la disponibilità di proiettili nucleari, ICM a submunizioni, aggressivi chimici. Per questo ha avuto la meglio sui 'fratelli' prima di sparire anch'esso dagli eserciti NATO, superato dai semoventi da 155 moderni a lunga gittata e con torretta chiusa.