Sardo/Verbi: differenze tra le versioni

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==NOTE==
*Il '''futuro''' è privo della dizione "semplice", a differenza di quello italiano, dal momento che quello sardo è ''sempre'' composto in due rispettive forme:
**Il verbo coniugato ''áer'', seguito dalla preposizione ''a'' e dall'infinito del verbo considerato.<br><small>Ad esempio, '''mi ch'app'andare''' (''mi che appoapo a andare'') si tradurrebbe letteralmente, seguendo la perifrasi, "me ne ho ad andare" ma più correttamente "me ne andrò".</small>
**Il verbo coniugato ''depperdéper'' (nella sua forma irregolare del presente indicativo), seguito dall'infinito del verbo considerato.<br><small>Ad esempio, '''des esser''' si tradurrebbe letteralmente, seguendo la perifrasi, "devi essere" ma più correttamente "sarai".</small>
*♦Il '''passato remoto''' è un tempo semplice ormai tanto inusuale sia nello scritto che nel parlato, da sembrare che non valga la pena di riportarlo.
*La desinenza della 2ª persona plurale del '''congiuntivo presente''' è, nel sardo, varia: per evitare confusione, generalmente nel nuorese vi è alternanza delle consonanti -d e -z, per cui si potrà avere "non cante'''z'''as!" come "non cante'''d'''as!" (non cantate [voi]!).
*L''''imperfetto congiuntivo''' sardo riprende sorprendentemente i caratteri di quello latino, essendo sostanzialmente costituito dall'infinito con aggiuntevi le desinenze (propria di questi è quella adoperata nella 1ª persona, -''epo''). Si noti il caratteristico spostamento di accento, per cui ad esempio è rinvenibile l'infinito ''fàcher'' (fare) ed il congiuntivo imperfetto ''fachèrenfachèrent'' ([che] facessero).
*Anche il '''condizionale''' presenta una forma composta, costituita dal verbo coniugato ''depper'' (nella sua forma irregolare dell'imperfetto indicativo) cui segue la particella ''a'' e l'infinito del verbo considerato.
*È da segnalare la costruzione dell''''imperativo negativo''', che prevede la negazione ''no''/''non'' ed il congiuntivo presente del verbo considerato. Inoltre, è frequente l'impiego di un '''imperativo generico''', risultante nell'infinito seguito dalla preposizione -''a'' e, eventualmente, anche dalla 3ª pers.cong.pres. del verbo ésser ''sìat'' (Es. "Ajò, a messare tridicu siat!" ovvero "forza, si deve mietere il grano!").