Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 7: differenze tra le versioni
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===A.109===
Il programma per questo elicottero nacque negli anni '60, tanto che il primo volo giunse già il 4 agosto del 1971. Lo sviluppo continuò per diversi anni, tanto che la produzione partì nel 1975. In pratica, questo era un esponente della terribile generazione del '71: gli altri erano il Lynx e il Dauphin. I motori erano in tutti i casi gli Allison 250, gli stessi che erano impiegati, ma in un solo esemplare, sugli Hughes 360/500 e Bell 206. Erano anche impiegati, da qualche anno, dagli elicotteri BO 105 (quelli di 'Big Jim', dall'aspetto vagamente simile a quello degli Hughes ma con fusoliera allungata). Questi elicotteri erano importantissimi, perché erano i primi nella categoria 'leggeri' (circa 2 t) ad offrire la grande sicurezza intrinseca di un doppio apparato motore: per quanto affidabili ed efficienti, gli elicotteri americani non potevano invece fare lo stesso, né ne sono mai state prodotte versioni bimotore in seguito, il che li rendeva prima o poi vittime di atterraggi di fortuna o di crash. Naturalmente il contrario della medaglia è stato che il BO 105 è risultato piuttosto costoso per le dimensioni e capacità di carico. Il prototipo venne approntato già nel (o dal?) 1964, i voli iniziarono nel 1967, con diverse soluzioni come motori (Allison 250 o il tedesco MAN-Turbo 6022) ed eliche, fino a quando non comparve nel '71 il tipo definitivo, poi andato in produzione. È difficile capire il perché dei ritardi di approntamento. Il Gazelle francese ebbe la stessa tempistica, per esempio, ma apparentemente fu più rapido nella messa a punto.
Dati A.109A Mk II:
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*Armi: varie, pod con una mitragliatrice da 12,7 mm, 1-2 da 7,62 mm, due razziere da 68, 70, 81 mm, missili TOW nei tipi con apparato di guida apposito
Nel 1975 questo apparecchio ha iniziato la produzione in serie, mentre dal 1981 è iniziata la produzione dell'A.109 Mk II con trasmissione irrobustita e motori più potenti. Entro il 1983 è stata presenata una serie di macchine per impiego vario, come soccorso, trasporto, elicotteri per la polizia (ma
Nel caso belga vi sono stati ben 18 elicotteri controcarri e 28 di altro genere, anche se questa mega-commessa è stata infamata dallo scandalo con mazzette e corruzioni in cui sono rimasti coinvolti sia l'Agusta (ma forse sarebbe meglio dire i referenti politici), che la Dassault, nonostante che la perdente è stata un'altra ditta francese, l'Aerospatiale che avrebbe dovuto piazzare il Dauphin, altra macchine fatta in maniera simile all'A.109, coeva, ma di dimensioni e pesi più vicini a quelli del Lynx.
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===A.129<ref>Nativi, Andrea: ''A.129 Mangusta: il punto'', RID Marzo 1991 pagg. 28-40</ref><ref>Niccoli, Riccardo: ''Mangusta per l'Esercito'', JP-4 maggio 1991 pagg.28-35 </ref>===
Frutto di una lunga e sofferta evoluzione, l'A.129 iniziò come elicottero estremamente leggero per operazioni d'attacco leggero e
====Tecnica<ref>Nativi, Andrea: ''A.129 Mangusta: il punto'', RID Marzo 1991 pagg. 28-40</ref>====
Il Mangusta (il cui nome è molto probabilmente inspirato alla 'concorrenza' con il Cobra americano..) è un elicottero che doveva essere e che si è rivelato (ma non certo negli stessi termini) una macchina piccola, agile, dalle ottime caratteristiche di sopravvivenza e di volo. Un elemento basilare è ovviamente il rotore: per ottenere una bassa rumorosità un rotore poco caricato, con scarso downwash (quindi poca traccia a terra e poco sollevamento sabbia e detriti), con una velocità delle pale del rotore all'estremità di 215 m.sec., che permette una riduzione del rumore irradiato, anche se, nel caso improbabile di perdita di entrambi i motori, riduce anche le capacità di autorotazione. I profili non sono rastremati in direzione, come nel caso dell'Apache, ma nel senso dello spessore. Le pale sono in compositi, pesanti 40 kg, con un cuore a nido d'ape in nomex, rivestimento in fibre di carbonio, sezione del longherone a 'D' (in compositi), predisposizione per sistema di sghiacciamento. La natura in compositi (come tutti i dielettrici) riduce il ritorno radar, che però è un vantaggio annullato in caso di installazione di una striscia antiabrasione, praticamente indispensabile in ambiente desertico, in acciaio inox sul bordo d'attacco. Le pale sono larghe, principalmente per incassare i colpi di arma automatica. La larghezza è di 40 cm con un rapporto pala/corda di 15. La resistenza balistica è stata dimostrata al 12,7 API (perforante incendiario), ovviamente non come imperforabilità ma come integrità della struttura nonostante il buco lasciato (come potrebbe non esservene uno, quando è possibile perforare non meno di 20 mm d'acciaio da qualche centinaio di metri?), ma si dice che le pale siano in grado anche di resistere, anche se senza dimostrazione sperimentale, anche al 23 mm HEI (che notare bene, è il tipo esplosivo, certamente con minore capacità perforanti rispetto al 12,7 perforante). La cosa non è tanto facile visto che questo lascia buchi di circa 25 cm, il 60% della larghezza della pala dell'A.129. Anche per questo l'AH-64 Apache ha pale del rotore larghe 53 cm. I profili del rotore sono NACA serie 23 modificati, noti come AG 8091/8092. La larghezza dell'elica è un aiuto per rendere più basso il coefficiente di resistenza e aumentare il coefficiente di portanza (CI).
Quanto alla trasmissione, questa è capace di ospitare con poche modifiche anche motori più potenti di quelli originariamente previsti, tanto che l'elicottero è stato rapidamente modificato per i motori T800, in prova nel 1990. È interessante, in termini di sicurezza, capire come una macchina del genere possa sfruttare appieno i due motori. Normalmente in hovering l'A.129 usa, in condizioni IGE, il 70% della coppia, oppure l'80% in condizioni OGE, ma in emergenza un solo motore arriva al 149% della coppia, consentendo anche con un solo motore, per tempi ridotti, l'hovering. Il rotore è studiato per migliorare la maneggevolezza insita in una macchina leggera e con una buona potenza, con un valore del coefficiente di carico delle pale di 0,07, ideale per manovrare ad alta velocità (sui 185
La fusoliera è suddivisa in 4 moduli: abitacolo anteriore e vano avionica, sezione centrale tra il carrello e il rotore con i serbatoi con la trasmissione e i serbatoi, nonché i motori. Dopo vi è la parte posteriore della fusoliera con avionica e un piccolo bagagliaio, e infine il rotore di coda. La costruzione è in lega d'alluminio, ma i 16% del peso è data da materiali compositi, con una superficie del 70% dell'elicottero occupata da pannellature, carenature, musetto. Inoltre anche il telaio degli abitacoli è costituito da materiali compositi. La fusoliera risponde ai criteri di deformazione programmata per resistere ad impatti verticali fino a 10 m/s., e seggiolini capaci di ridurre da 50 a 20 g l'accelerazione verticale, ovvero entro limiti accettabili per gli occupanti, mentre esiste un sistema a corda esplosiva che permette di far saltare i pannelli vetrati laterali. Le masse sono concentrate attorno al centro di gravità del mezzo.
Il carrello è di tipo fisso, ruotato, con la capacità di assorbire forti urti sul terreno, tre elementi di cui il ruotino è sotto la coda, nella pinna inferiore della coda. Assorbe atterraggi fino a 3 m/s ma dissipa energia (rompendosi) fino a 10m/s. Opera con pendenze massime di 12 gradi e rulla fino a 92
Quanto riguarda la trasmissione, ha 5 moduli con 3 stadi di riduzione, con 3 trasmissioni di cui una principale ad olio, e due secondarie funzionanti a grasso. Funzionano anche a secco per 30 minuti se necessario. L'albero di coda è ad autoallineamento ed è facile sostituirlo sul campo. Vi sono due circuiti idraulici a 3000 psi sdoppiati per migliorare le possibilità di sopravvivenza. I comandi di volo sono misti, sia fly by wire che meccanici: il pilota ha comandi meccanici con back up FBW, il contrario per l'operatore ai sistemi. Il rotore di coda ha comandi FBW per entrambi. L'impianto elettrico ha due sistemi, a corrente continua e alternata con rispettivamente 28V e 115/26V. Vi sono due generatori e una batteria da 24V, nonché l'alternatore nella scatola trasmissione del motore. La corrente alternata serve per i sistemi di bordo. Vi sono anche altri sottosistemi, per esempio l'ECS di condizionamento aria e protezione NBC, funzionante tra -40 e +71°.
Così la fusoliera e il rotore dell'A.129 sono molto avanzati, e nella loro piccola massa e volume concentrano molta tecnologia avanzata: FBW, comandi di volo HOTAS (in pratica, i due concetti che sono stati introdotti dall'F-16, di cui il Mangusta è un po' la versione ad ala rotante), rotore protetto e in materiali compositi, protezioni balistiche, sistema di protezione NBC etc. La capacità di manovra comprende virate con oltre 2 g sostenuti, non certo pochi per un elicottero. La struttura della macchina è sufficientemente robusta per resistere a -1/+3,5 gradi.
*Tipo: turboalbero
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*Dimensioni: lunghezza 14,33 m totale, 12,275 m fusoliera, larghezza totale 3,6 m , larghezza fusoliera 1,07 , altezza 3,35 m , carreggiata 2,23 m , passo 7,03 m , diametro rotore principale 11,9 m , rotore anticoppia 2,32 m , corda 40 e 30.8 m rispettivamente.
*Pesi: vuoto, 2.800 kg, di missione 3.950 kg, massimo 4.070 kg, carburante 700 kg (due serbatoi, 480 l anteriore e 464 l posteriore).
*Prestazioni: max v.livellata 244
Le specifiche sono state improntate a quelle dell'US Army per i suoi elicotteri moderni, ma rilassate per ottenere minori prestazioni, ma ottimizzate per non arrivare a pesi e costi eccessivi: per esempio angolo di movimento di 12 gradi sul terreno anziché 15, sopravvivenza equipaggio con certi 'crash' rilassata dal 95% all'85% (ovvero anziché 19 casi su 20, 5 su 6, tipo una 'roulette russa' in termini di probabilità).
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Poi c'è il sistema di combattimento, sia offensivo che difensivo, che sono il vero cuore del mezzo. Il resto, quello che è stato riportato qui, è solo il 'supporto'.
Il sistema di puntamento e controllo del tiro è basato su ben 2 FLIR. Quello di sorveglianza e
Per il resto vi sono: un sistema RWR Elettronica ELT-156-04 con 4 antenne per 360 gradi quanto a campo di copertura, contro radar sia a impulsi che a onda continua. È possibile aggiungere un disturbatore Elettronica ELT-154 con la stessa copertura e 40 gradi di elevazione. Dovrebbe essere presente anche una protezione contro armi a designazione laser o con telemetria laser, per coprire tutte le necessità: così è previsto il sistema Marconi RALM-101, mentre per i peggiori nemici dell'elicottero, a parte la ridotta emissione di calore, è data da un disturbatore ALQ-144 della Sanders, tra i due motori, lanciatori Tracor M 130 con box per 30 lanciatori di chaff e flare, sistema ADS (per i dati aria) che collegato al telemetro laser e al computer consente di sparare i razzi con precisione fino a diversi km di distanza.
L'armamento è costituito da lanciatori di missili TOW, con 2 lanciatori quadrupli da 110 kg e portano missili per altri 200 kg circa. Poi vi sono due razziere da 7,12 o 19 lanciatori per razzi normali da 70 mm, oppure per i nuovi Medusa, della SNIA-BPD. Questi fanno parte della linea di razzi che sono stati sviluppati, fino ai vettori spaziali. La ditta di cui sopra ha prodotto razzi da 51 mm, 80 mm, 122 mm (anche per impiego aereo, ma
====In missione<ref>Nativi, Andrea: ''A.129 Mangusta: il punto'', RID Marzo 1991 pagg. 28-40</ref><ref>Niccoli, Riccardo: ''Mangusta per l'Esercito'', JP-4 maggio 1991 pagg.28-35, </ref>====
Non particolarmente veloce, abbastanza ben protetto, con un'autonomia di tutto rispetto in termini pratici (superano le 2 ore di volo, non poche per un elicottero leggero), l'A.129 dimostra come possa essere complicato costruire un elicottero militare moderno, anche se è leggero. Ovvero, nel muso, basti vedere come l'elicottero sia munito di: FLIR di navigazione HIRNS, di osservazione e attacco HELITOW, due sensori RWR ai lati, un'antenna ECM appena sotto. Il cannoniere ha il posto anteriore, piuttosto impedito alla visuale per via dell'HELITOW, ma al tempo stesso con una valida visibilità laterale. In caso di necessità può volare il Mangusta fino alla base. Il pilota è sopra e dietro con un abitacolo del tutto separato. Non ha più gli specchietti retrovisori dei prototipi, il che non aiuta a dire il vero se c'è da controllare a 'ore 6'. Ma oltretutto i motori sono montati in alto, e con le prese d'aria ostruiscono la visuale posteriore, il che lascia necessario virare un po' per controllare la coda. I motori sono ampiamente spaziati per evitare che un colpo singolo distrugga entrambi, gli scarichi mescolano l'aria calda e quella fredda (passata tra il motore e la parete interna della gondola) e riducono la traccia IR, tanto che normalmente non sono montati nemmeno filtri anti-IR, più che altro perché tendono a diminuire la potenza disponibile. I motori, in alto sulla fusoliera, sono anche protetti al meglio nei confronti del FOD. Il pilota però, se ha un campo visivo di 56 gradi verso l'alto e 34 verso il basso, ha un limite di 260 a giro d'orizzonte, il che lascia un settore cieco di 100 gradi. D'altro canto non è possibile, in un elicottero, ottenere un campo visivo come nel caso dell'F-16. In ogni caso il Cobra, e anche il Super Cobra, hanno qui un vantaggio innegabile. La visibilità anteriore, se non altro, è maggiore data la netta scanalatura degli abitacoli. I trasparenti sono piatti, quindi con capacità antiriflesso (rispetto ai tettucci curvi, che spesso causano fastidiose riflessioni: però se da un lato i Cobra più recenti hanno adottato anche loro questi tettucci squadrati, i Super Cobra sono rimasti a quelli classici: forse per via dei materiali migliorati?), ma non è chiaro se questi pannelli hanno una qualche resistenza balistica. Quelli dell'Apache, per esempio, non pare siano (da quello che si è visto su mezzi danneggiati) altro che spessi qualche centimetro. La protezione è dovuta alle zone vitali corazzate (sedili, serbatoi autostagnanti, trasmissione) ma un elemento importante è la stealthness. Essendo poco rumoroso, con ridotta emissione IR, il Mangusta passa abbastanza inosservato. Le dimensioni sono modeste, mezzo metro più basso e 3 m più corto dell'Apache e con un aspetto piuttosto 'minimale' specie se visto frontalmente. L'evidenza visiva è importante per un elicottero: come il Tornado verso l'F-111, o l'F-16 verso l'F-15: la contraerea tattica spesso è a puntamento meramente ottico. La traccia radar è ridotta, e questo, assieme alle ECM passive e attive, aiuta a ridurre le possibilità di essere localizzati, assieme alle tattiche d'impiego tipo 'colpisci e scappa', con rapide salite, mira e lancio armi. Però la mancanza di un sensore sopra l'albero rende necessario esporsi appieno in caso di attacco, e i 20 secondi necessari per guidare i TOW (alla massima distanza) possono non finire mai. Lanciarli tutti alla massima distanza richiede 160 secondi, non pochi. Il lancio dei razzi con il computer è efficace con una forte distruttività. L'abitacolo sia del pilota che del secondo pilota hanno un display multifunzione a fosfori verdi a sinistra, per il resto vi sono
Nonostante certi limiti di potenza (salita e velocità massima tra le più basse della categoria), la mancanza del cannone di bordo (particolarmente grave per un elicottero cannoniera) il Mangusta, che pure non ha avuto il sistema missilistico dedicato (magari il MAF, sviluppato all'epoca ma rimasto senza seguito) per mancanza di fondi, ma ripiegando sul TOW (già disponibile e forse il migliore sul mercato degli ATGW) per il resto i fondi disponibili hanno creato un elicottero di notevole modernità. Ergo, la cellula e i rotori sono molto moderni e funzionali, l'avionica è stata sviluppata senza risparmio con componenti ampiamente prese dai fornitori internazionali come Emerson, Marconi, Saab, Honeywell, il tutto integrato in una cellula essenziale, con un sistema Multiplex della Harris
L'A.129 è rapido nelle manovre. Vengono riportati valori di rollio sull'asse dell'ordine dei 4 secondi, mentre la virata è, virando a sinistra (dove c'è più inerzia dato il verso di rotazione dell'elica) di 22,5 gradi al secondo partendo da 148
Ma nonostante tutto questo, l'A.129 non ha avuto molto successo. Forse la mancanza del cannone, forse i motori di tipo inglese, sta di fatto che l'A.129 non è stato gradito all'export, almeno nella sua versione base, ma nemmeno nelle versioni avanzate è andata molto meglio. Il programma internazionale, a livello europeo, per un elicottero da combattimento controcarro venne basato sull'A.129, ed era chiamato Tonal. C'era chi si accontentava di un Mangusta leggermente perfezionato, chi voleva una macchina cresciuta come l'Apache. Verso la fine degli anni '80 il programma è stato cancellato per i disaccordi tra i partner coinvolti della piccola e litigiosa Europa. Una versione da trasporto tattico era la LBH, da 8-10 posti e 4,5 t di peso, con la stessa meccanica per standardizzare la linea dell'ALE su di un progetto base, con intuibili vantaggi logistici. Si parlava anche di uno sviluppo per una macchina da trasporto, da svolgere addirittura con la FMA argentina, e che avrebbe dovuto trasportare 12-13 persone con una meccanica simile.
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===Battesimo del fuoco<ref>Valpolini, Paolo:''L'esperienza di IBIS, P&D N.102/Agosto 1993 pagg. 18-25</ref>===
Gli elicotteri Mangusta sono
Le missioni riguardavano pattugliamenti e scorte ad altri elicotteri come i CH-47 (peraltro più veloci e armati di 3 MG 42/59, una per lato e una per il portellone di carico). L'unico armamento era costituito dai TOW, almeno per i primi mesi, mentre erano attesi ma ancora non giunti a destinazione i razzi da 81 mm, che erano capaci di un CEP di 100 m dal bersaglio sparati da 7 km. Ma per l'appunto, queste armi non erano ancora disponibili in zona, nonostante che la missione fosse partita da mesi e che non vi fossero certo molti corazzati da distruggere a colpi di TOW. Per il 1994 erano attese modifiche per rendere possibile il ripiegamento delle pale dell'elica, per un uso maggiormente flessibile quanto all'operatività su navi, cosa spesso predicata ma di fatto non ancora affrontata da parte delle F.A. italiane (cosa invece fatta dagli inglesi nelle Falklands). Un Mangusta ha effettuato il primo appontaggio su nave, precisamente il 21 gennaio 1993 a bordo dell'incrociatore VENETO, che certo non dava problemi di spazio anche a rotori non ripiegabili.
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====A.129 International e ultime evoluzioni<ref>Nativi, Andrea: ''A.129 International'', RID Aprile 1995 pagg. 28-34</ref>====
L'aggiornamento dell'avionica dell'A.129 è proseguita con i vari lotti, ma
*motori T800, sviluppato per il Comanche americano (poi soppresso malamente qualche anno fa, sotto il peso dei costi della guerra in Irak). Ha minor consumo, è più leggero del precedente, ha 1.200 shp al decollo per 30 minuti, 1.350 in emergenza per 2 minuti, e possibilità di crescita fino a 1.400 shp. Una motorizzazione del genere venne sviluppata già nel 1988 ma la trasmissione non consentiva il pieno sfruttamento di questo nuovissimo motore (il Mangusta fu, sia pure come prototipo, il primo elicottero a sperimentarlo). Questo motore è moderno e consente anche una rapida sostituzione in 3 ore sul campo. Assieme al cannone, questo apparato motore è l'aspetto più evidente nell'aspetto. Questo non tanto per il motore di per sè, incluso della struttura, ma perché l'elica principale adesso ha 5 pale per sfruttarne la potenza appieno, mentre le prese d'aria sono adesso del tutto diverse.
*cannone M197 da 20 mm a tre canne rotanti tipo Gatling: se il 12,7 mm era un buon compromesso per tanti aspetti, specie aria-aria, di fatto questo calibro non è stato mai accettato (eccetto che in URSS con i Mi-24) come arma da torretta per elicotteri. È stato penalizzato più che altro per la carica esplosiva, che nel 12,7 mm non è che marginale. Il Mangusta ha due 'guance', una per ospitare le munizioni (fino a 400), l'altra per l'avionica spostata dal muso per ospitare il cannone in una spoglia torretta. Ha 750 c.min di cadenza, e portata pratica di 1350 m, peso di 66 kg, munizioni che nella tradizione dei cannoni Vulcan hanno peso ridotto e velocità elevata, con una portata non alta ma traiettoria tesa (1.036 ms e 104 grammi). In pratica l'elicottero ha assunto un aspetto non tanto diverso da quello dell'Apache. Infine vi sono nuovi razzi e missili: predisposizione per missili Hellfire, la possibilità d'uso di razzi da 70 mm in aggiunta a quelli da 81 mm, predisposizione per missili antiaerei FIM-92 Stinger o Mistral.
*Avionica e prestazioni: l'HELITOW è stato sostituito da un sistema apparentemente simile, ma si tratta di un nuovo apparato, un FLIR di seconda generazione sviluppato da Pilkington e Thomson CSF, sempre sulla piattaforma stabilizzata Saab. Ha una portata superiore ai 10 km anziché 8 e un'identificazione degli obiettivi fino a parecchi km, con una molto migliore definizione rispetto ai FLIR precedenti (ma si sà, l'ultimo 'modello' è sempre quello 'perfetto'), una camera digitale CCD e telemetro laser. Insomma, un sistema del tutto digitale. Per il resto vi sono altre capacità innovative, eventuali data-link, nuove ECM etc. etc. mentre l'HIRNS resta sulla punta del muso, con una sua piccola struttura a 'palla'.
Come differenza rispetto all'A.129 vi sono anche le prestazioni e i pesi: peso a vuoto passato da 3.950 a 5.400 kg, velocità massima aumentata da 249 a oltre 270
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|1.700
|-
|Velocità max,
|248
|270
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Per il futuro la linea di volo sarà costituita da 4 macchine: CH-47C (da sostituire con i nuovi F), gli A.129CBT (ovvero i 'Mangusta' aggiornati con cannone, avionica nuova etc.), gli NH-90, e un elicottero medio multiruolo che potrebbe essere l'AW-149 da 7 t( inutile sperare che il mercato domestico, nonostante le condanne europee, sia mai realmente apribile a fornitori esteri), lanciato ufficialmente nel 2006 e da vedersi nel 2007, poi però rimandato come presentazione a quest'anno. Questo tra l'altro significa la fine degli A.109, per qualche motivo non particolarmente amati dall'Esercito e comprati in pochi esemplari, dall'uso piuttosto incerto.
L'NH-90TTH è una macchina notevole, che potrebbe essere considerata più simile al Super Puma in una configurazione 'avanzata' che all'AB.412. Ha una fusoliera molto allungata con una trave di coda corta e robusta, giusto come la macchina francese, con una svasatura nella fusoliera che rende evidente lo studio di tecniche di riduzione della traccia radar, mentre per il resto ha sistemi ECM ed avionici moderni, FLIR, allarme radar e laser etc. Pesa al massimo 10.600 kg, equipaggiato con turbine CT7-8 nella versione T6E1 da 2.500shp, praticamente la versione depotenziata delle turbine che saranno montate sul VH-71 'Kestrel', l'elicottero presidenziale USA. Solo che questo avrà 9.300 shp complessivi, mentre l'NH-90TTH ne avrà 5.000. Il motore è stato ordinato in 232 unità, costruito dalla Fiat Avio, mentre la progettazione è principalmente americana, a cui la Fiat Avio ha contribuito con uno sviluppo in comune. L'equipaggio è di due persone, autonomia di 4 ore 35 min o 800 km, velocità max di ben 315
Il programma NH-90 non riguarda l'AM ma comprende la Marina, che avrà la versione navale. È strano come di questa ne siano previsti (salvo tagli, ventilati anche per una decina di macchine dell'Esercito) ben 56 esemplari. Eppure, con 2-4 cacciatorpediniere e una decina di fregate, il totale imbarcabile su tutte le navi è di circa 20 macchine. Considerando il costo di queste sofisticate macchine navali, forse non stupisce che anche Marine come quella olandese o tedesca abbiano avuto meno elicotteri per le proprie navi di quelli imbarcabili. La MM invece ha invece ricevuto grosse quantità di elicotteri, con oltre 60 esemplari consegnati degli AB.212, eppure questi sono circa il doppio di quelli imbarcabili sulle unità navali. È una cosa decisamente 'strana' (come del resto il fatto che i Tornado italiani sono stati circa il doppio di quelli assegnati ai reparti di prima linea) specie per un Paese cronicamente a corto di risorse finanziarie anche per comprare quantità minime di sistemi di grande importanza (per esempio gli AWACS, i Patriot, carri armati moderni o rimodernati etc.). Nel caso del programma NH-90, nonostante la riduzione del programma (da 210 a 116 pezzi), è ben vero che si tratta di una macchina di primissimo livello, ma al solito, la ricerca del 'meglio' comporta costi enormi e ritardi di pari livello. Il programma NH-90 è costato fin'ora ben oltre 3.000 mld di lire (non attualizzati, ma riportati dai vari bilanci della difesa) e i pagamenti continueranno ancora per anni, fino a raggiungere probabilmente l'equivalente di circa 5.000 mld. Del resto, con i 60 Mangusta che hanno raggiunto circa 2000 mld e gli EH101 che hanno passato (con appena 16-24 macchine) i 2300 la cosa non è fuori dalla ragione relativizzandola al totale ordinato, ma pur sempre generatrice di una cifra complessiva enorme, senza precedenti in Italia per un elicottero.
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