Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica: differenze tra le versioni

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Ma l'Occidente non si accorse di Nomohan. A dire il vero non prestò nemmeno molta attenzione alla collaborazione che i sovietici diedero nell'invadere la Polonia, perdendo quasi 500 corazzati di cui solo il 10% per azione nemica (non esattamente una prova immacolata..). Se Hitler avesse tenuto in considerazione più che i commenti di Churchill le prestazioni dell'Armata Rossa in un ambiente ideale come quello in cui travolse i Giapponesi, avrebbe avuto un'altra opinione dei Sovietici. La Guerra contro la Finlandia, combattuta senza troppa convinzione contro una nazione che aveva rifiutato un compromesso più che ragionevole proposto da Stalin (cedere 3.000 km2 di terreno e ottenerne il doppio, ma in posizione diversa) e passata poi come 'parte aggredita' (vero, ma non senza proprie responsabilità e colpe), con l'inverno più freddo degli ultimi anni e le temperature che arrivavano a gelare persino il carburante dei serbatoi, fu un disastro. Le purghe staliniane, maledetta pratica che portò al massacro di schiere di ufficiali (e di tanti altri) per semplici sospetti che in 48 ore potevano portare ad un processo senza difesa e poi alla fucilazione, distrussero il corpo ufficiali sovietico lasciando solo gli uomini più solidamente fedeli alla paranoica politica staliniana.
 
Si parla di un dittatore che, dopo che fu contestato in un congresso da ben duemila delegati, nell'arco di poco tempo li fece fucilare quasi tutti. Nemmeno il mondo dei militari era al di fuori dei sospetti: vedere come gli Ammiragli sovietici venissero fucilati uno dietro l'altro è raccapricciante. Con queste condizioni il disastro militare era quasi inevitabile. Eppure alla fine l'URSS vinse, contro un popolo che era molto coeso, ben addestrato, si difendeva in un contesto ideale ed era tutt'altro che solo: dagli Svedesi agli Italiani, ai Tedeschi che pure erano alleati dei sovietici (entro certi limiti..), molti andarono a combattere con i Finlandesi. Francia e UK proposero addirittura di entrare in guerra contro l'URSS, e per fortuna della Storia i Finlandesi, che comunque avrebbero avuto ben poco aiuto in quel contesto, rifiutarono. Altrimenti l'URSS si sarebbe definitivamente trovata dalla stessa parte della Germania, e Dio sa cosa avrebbe significato per il corso della Storia.. La guerra era comunque ben sintetizzata dalla battuta Finlandese: 'un Finlandese batte 10 Russi' 'ma che succede quando arriva l'undicesimo?'. Alla fine l'URSS ebbe circa 10 volte le perdite dei suoi nemici, ma vinse. Avrebbe fatto qualcosa di simile anche contro la Germania, entrata baldanzosamente in guerra contro un nemico sottovalutato (si credeva che vi fossero 200 divisioni, ma poi si scoprì che ce n'erano più di 300..), e nondimeno capace di batterlo ripeturamenteripetutamente fino a che i Sovietici non cominciarono a combattere in maniera ragionevole. Le perdite umane furono spaventose: 20 milioni di vittime e distruzioni inaudite. Inoltre, non è vero che i Sovietici erano circa 180 milioni: la propaganda staliniana lo dichiarava ma non si teneva conto dei danni fatti alla popolazione dalle rivoluzioni industriali troppo affrettate e dalle persecuzioni contro le minoranze. In realtà pare che vi fossero solo 140 mln scarsi di anime. E i danni demografici della guerra non sono mai stati riassorbiti. Ancora negli anni '90 c'erano un 'surplus' di 20 milioni di donne nell'ex-URSS. E l'attuale Russia non è messa meglio, anche perché ha problemi sociali enormi e manifesta una tendenza alla 'crescita sottozero', tra alcol, suicidi, AIDS. Insomma, tutti problemi che andrebbero meglio inquadrati per fare luce sulla vera storia di un popolo martoriato come mai nessun altro in Occidente. Così come non è stato abbastanza chiaro che l'Armata Rossa, forte in tempo di pace di circa 2 mln di persone, perse l'equivalente di 5-6 volte tale numero di soldati durante meno di 4 anni di guerra: si rinnovò come la pelle di un serpente, e non devono essere stati molti quelli che videro la guerra dall'inizio alla fine. Arrivò alla battaglia di Berlino armatissima, ma con una forza di soldati depauperata dai massacri enormi subiti, anche per l'ordine di Stalin di resistere o morire, mai di ritirarsi. Questo rendeva i soldati sovietici ostinati, ma non risolveva le grandi battaglie, provocando sopratutto massacri tra gli sconfitti. Lo Stesso Stalin ebbe il figlio fatto prigioniero dei Tedeschi. Questi chiesero un ragionevole scambio con un loro generale, ma Stalin fece sapere che non aveva nessun figlio prigioniero dei Tedeschi. E il suo rampollo morì in prigionia. Non solo, ma il dittatore georgiano riservò davvero un 'caldo' saluto ai prigionieri sovietici di ritorno in Patria dopo la guerra: come se non bastasse tutto quello che avevano subito, per punirli di essersi arresi (cosa di cui aveva fatto carico anche alle loro famiglie..), li mandò a lavorare nei Gulag siberiani. Non c'è da stupirsi che quando Cruschev denunciò le atrocità staliniane molti si meravigliarono della portata delle azioni del dittatore. Era il 1956, tre anni dopo la morte del padre-padrone dell'URSS e in piena Guerra fredda. Crushev fu una 'stella' nella notte: dopo di lui tornò il gelo di Breznev, seguito poi da Andropov e Cernenchko, due leader malati e deboli. Le cose andarono per il verso giusto con Gorbachev, ma era troppo tardi: ora che finalmente il mondo aveva trovato un leader sovietico giovane e illuminato, l'URSS era un enorme serbatoio di armi e di persone sempre più povere e affamate (eccetto la 'Nomencklatura') e la bancarotta era vicina. Dopo il disfacimento dell'URSS l'eredità è stata raccolta dalla Russia, anch'essa a rischio di stabilità (in fondo è una repubblica federativa con 15 repubblichette interne, giusto come l'URSS), e sopratutto ancora una volta con problemi di leadership: Yeltsin promise bene ma poi si rovinò in fretta tra alcol e problemi di salute vari. Putin ha raccolto la sfida e ha risollevato le sorti della Russia, complice l'aumento del costo del petrolio. È un successo a molte facce, non tutte 'carine': dalla Cecenia al riarmo, alla mancanza di democrazia e così via. Ma almeno la Russia ha un leader giovane e deciso, forse l'unico modo per tenerla a galla nella palude ex-sovietica.
 
===SMP 1990<ref>Po, Enrico: ''Mosca: dalla quantità alla qualità'', RID giugno 1991 p.40-51