Caccia tattici in azione/USAAF: differenze tra le versioni

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==I falchi della Curtiss: il P-36/H-75==
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Questa antica e a suo tempo, rinomata, casa costruttrice ha avuto sempre un feeling con gli aerei dal nome di falco. I biplani Curtiss Hawk II e III combatterono in Cina -così come i P-26-infliggendo varie perdite ai giapponesi, specie ai bombardieri G3M. Ma per un caccia moderno la formula monoplana doveva considerarsi indispensabile. L'agilità data dal basso carico alare era utile per gli aerei da caccia di vecchio stampo, ma i bombardieri, che non erano tenuti a fare molte piroette nel cielo, adottarono presto l'ala monoplana e per inseguirli divenne necessario avere caccia monoplani. Non sempre è stato così, è vero, ma del resto uno dei gruppi da caccia italiani lo scoprì a suo tempo, quando tentò di acchiappare con i CR.32 i veloci S.79 in un'esercitazione. Ci riusciranno invece con i G.50, da qui lo stemma del gruppo, un gatto che cattura dei sorci verdi (che erano gli S.79).
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Quanto al tipo '''J''', era pensato per le alte quote, ovvero finalmente con il compressore che tanto influiva nelle prestazioni dell'Allison, ma non venne realizzato.
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Per la RAF i 456 esemplari arrivatigli erano i Kittyhawk IV, l'URSS ne ebbe 1.097, 468 la RAAF e altri ancora andarono ad altri Alleati minori, come i 172 per la RNZAF. In Estremo Oriente rimasero in servizio con la RAF fino alla fine della guerra, 41 aerei mandati in Brasile servirono fino al '58 e uno sopravvive ancora come aereo-museo. Altri vennero usati dagli Olandesi nel dopoguerra contro gli indipendentisti indonesiani, ma sopratutto molti erano parte della V-VS. Questa ebbe 2.097 aerei in tutto, ma li considerava 'meno robusti' dei P-39. Nell'USAAF c'erano ancora dei P-40N in servizio fino al '48 e oltre. L'ultimo P-40N-40-CU uscì il 30 novembre 1944, il 13.739imo prodotto.
[[File:Curtiss P-40K Kittyhawk.jpg|300px|right|thumb|]]
 
Il P-40N-15-CU era capace di 495 kmh a 1.500 m, 522 kmh a 3.050 m, 551 kmh a 4.570 m, saliva a 645 m.min a 1.520 m, e 670 m.min a 3.050 m. Salita a 3.050 m in 4,7 min, a 6.100 m in 8,8 min, tangenza 9.400 m, raggio a 3.000 m, 1.200 km, o 1.700 km con serbatoi esterni. Pesi di 2,812-3,787-5.170 kg.
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[[File:Curtiss P-40E Warhawk USAF.jpg|300px|right|thumb|]]
 
===L'AVG<ref>Galbiati, ''L'AVG'', Storia Militare Nov 2008</ref>===
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Fu la battaglia di Natale che creò il 'mito', quando 13 P-40 e 14 Buffalo contrastarono altri aerei giapponesi, di cui -come anche della precedente- si conoscono anche i vari reparti, e che comprendevano 66 Ki-21, 27 Ki-30, 32 Ki-27 e 25 Ki-43. I P-40 rivendicarono ben 24 aerei contro due di loro, i Buffalo, che insistevano nei combattimenti manovrati, ebbero 4 vittorie ma altrettanti aerei e piloti persi, tanto che a quel punto lo Sqn. 67, dopo due battaglie, era già finito. In realtà la battaglia non comportò, molto probabilmente, per i Giapponesi più di 10 perdite, ma altri 8 caddero in mare dopo la battaglia. Si disse persino che un pilota americano ebbe 5 vittorie in quel giorno, ma i documenti dell'AVG gliene assegnano in tutto 4,83. Ad ogni modo la battaglia riscosse il rispetto dei giapponesi e l'elogio di Churchill, che paragonò l'impeto dell'AVG a quello dei piloti britannici della BoB. Il 28 dicembre 1941 però gli aerei da bombardamento giapponesi ebbero una brutta battuta quando 10 degli inesauribili Ki-21 sorpresero il campo d'azione di Mingaladon e distrussero molte strutture e aerei. Il 30 lo squadrone Hell's Angels lasciò Rangoon per essere sostituito dai Panda Bears che portarono 17 aerei. Il comandante dello squadrone li usò offensivamente con azioni di mitragliamento sugli aeroporti nemici, dato che questi erano troppo forti per lasciargli l'iniziativa complessiva. I Giapponesi provarono a fare lo stesso, ma il 4 gennaio 23 Ki-27 subirono 7 perdite contro i P-40, ma poi giunsero anche due formazioni di bombardieri con la scorta di 30 caccia. Gli americani rivendicarono 6 bombardieri e 4 caccia, ma ebbero 4 aerei abbattuti assieme ad un pilota. L'8 gennaio uno dei P-40 in mitragliamento sugli aeroporti venne abbattuto e il pilota fatto prigioniero. Dopo che i Giapponesi ebbero a che fare con i P-40 eseguirono sopratutto attacchi notturni sugli aeroporti e Mingaladon rimase distrutto, con gli aerei decentrati per necessità nei vicini campi di riso. Da lì continuarono ad operare e a scortare i Blenheim inglesi e a mitragliare gli aeroporti nemici. Altra battaglia il 25 febbraio 1942, quando 9 P-40 rivendicarono ben 24 aerei, e il 26 febbraio ne rivendicarono altri 21, risultati notevolmente superiori alle perdite reali giapponesi.
[[File:P-40 P-51.jpg|300px|right|thumb|]]
 
Ad un certo punto Chiang Kai Shek voleva che i P-40 volassero in supporto delle truppe cinesi, ma queste azioni erano troppo pericolose e provocarono perdite. Nel frattempo Rangoon cadde l'8 marzo, quando arrivarono anche i P-40E. Dato che Chennault riuscì a convincere il capo dei Nazionalisti cinesi che l'AVG doveva fare sopratutto azioni aria-aria, i piloti, che ad un certo punto erano esasperati e iniziarono una specie di sciopero, vennero poi rimessi in condizione di combattere la guerra più a loro congeniale e in uno degli ultimi giorni abbatterono altri 11 aerei giapponesi.