Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia: differenze tra le versioni
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La [[w:Francia|Francia]] è una nazione che da oltre 1.000 anni influenza attivamente la vita politica, culturale ed economica in Europa. È un qualcosa che nessun'altra nazione del vecchio Continente (chiaramente, non considerando le civiltà classiche italiche e greche) può vantare:
==Dal XIX secolo
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la Francia si ritrovò considerata come "potenza vincitrice". Ma era una forzatura politica, in gran parte risultato dall'attività di de Gaulle e l'appoggio di
La gara navale franco-italiana portò
In ogni caso, quando scoppiò la guerra la Francia aveva una flotta di prim'ordine, che risentiva nondimeno di un modo d'intendere le cose 'isolazionista' rispetto al trend internazionale che vedeva la Royal Navy come modello (seguito assiduamente da Giappone, Italia e anche URSS). La Marina francese era comunque potente e superiore a quella tedesca in navi, oltre che per le basi disponibili a livello mondiale.
L'Esercito francese non temeva confronti: aveva circa 100 divisioni solo in patria, con struttura ternaria quindi con 300 reggimenti di fanteria, nonché 100 di artiglieria. Si pensi che l'esercito italiano delle 'otto milioni di baionette' aveva circa 70 divisioni comprese quelle oltremare, e con struttura binaria quindi la metà dei reggimenti. Inoltre l'artiglieria francese era poderosa: le divisioni disponevano anche di obici da 155 mm, che nell'Esercito italiano erano disponibili solo a livello di corpo d'armata, per giunta più vecchi e con meno gittata. La forza corazzata francese era di oltre 4.000 carri dal peso medio di circa 10 t e come l'artiglieria era nettamente superiore a quanto avevano gli italiani e anche i tedeschi. La Linea Maginot era enorme e ben fortificata, occupando nei bilanci e nell'immaginario francese una notevole importanza. I tedeschi arrivarono in azione sul fronte orientale con l'inizio della guerra, ma solo in termini difensivi: avevano di mira la Polonia contro cui convogliarono le loro scarse risorse, tanto che i carri armati cecoslovacchi 'annessi' nella
I francesi
I francesi avevano in effetti dei limiti fondamentali nella loro capacità di combattimento. I carri armati, per esempio: erano dotati di una pesante corazzatura e un armamento piuttosto pesante, ma questo non era ad alta velocità iniziale e dunque nella maggior parte dei casi poco utile per l'ingaggio di altri carri. Inoltre le torrette erano monoposto, troppo carico di lavoro per un singolo uomo. Un altro problema era la scarsità delle velocità massime dei mezzi, come del resto delle radio a bordo. L'organizzazione dei carri era per lo più in battaglioni di supporto per la fanteria. Esistevano divisioni corazzate, ma in 'erba' e con dotazioni, paradossalmente, incomplete e non del tutto adatte: i Char B1 erano per esempio, troppo lenti e con scarsa autonomia anche se poderosi. I carri migliori erano i più piccoli SUMUA, che vennero utilizzati dalle DLM e non dalle DCR. Quale era la differenza? Che queste erano divisioni di cavalleria meccanizzata. In realtà erano praticamente delle divisioni corazzate. Ma vennero mandate a combattere in Belgio. Sì, perché ancora una volta i tedeschi 'fregarono' i francesi passando per il Belgio, attraverso le Ardenne. Infatti, differentmente da quello che spesso viene detto, la ragione del disastro francese non fu l'eccessivo attendismo dietro la Linea Maginot: al contrario, le migliori divisioni francesi vennero spedite a combattere oltre confine mentre i germanici gli scivolavano di fianco e sfondavano il fronte, correndo poi verso il mare e tagliando fuori le migliori unità francesi, tra cui le DLM che pure combatterono con valore e potenza. La Linea Maginot venne incontrata di striscio, i francesi vennero presi di sorpresa (e in seguito capiterà anche agli Americani nel '44, ma stavolta resistettero con la logistica e l'aviazione) e i tedeschi irruppero nelle retrovie, schiantando le unità di riserva.
Resta un grande punto interrogativo: che ne fu dell'Armée de l'Air? Bella domanda. Dunque, che cosa sia diventata l'aviazione francese è difficile da dire. Mai forte sui bombardieri pesanti nemmeno ai tempi della Prima guerra mondiale, tanto che comprò macchine estere come i Caproni italiani, era sempre molto interessata a produrre macchine da caccia e bombardamento leggero di valide caratteristiche. E così continuò. Ma nella seconda metà degli anni '30, nonostante la minaccia nazi-fascista, molte cose andarono storte. Per esempio, l'iniziale appoggio francese alla causa spagnola venne praticamente nullificato dopo pochi mesi, specie dall'arrivo in grande stile dei sovietici. I francesi non è che non avessero aerei potenti né incapacità produttiva. I caccia erano gli MS.406 e i Bloch 151: macchine moderne, ma limitate, da prodursi in quantità ma questo non venne celermente raggiunto. I francesi all'inizio della guerra avevano circa 800 MS.406, 400 Bloch 151 e
Nell'insieme la Francia aveva moltissimi aerei, e notare bene, una prima linea fatta praticamente solo da caccia monoplani e nella maggior parte dei casi, anche con struttura metallica. Per giunta, pur non utilizzando mitragliatrici pesanti ma solo leggere, a
Il problema erano le prestazioni insufficienti, se la minaccia da affrontare era quella dei cannoni antiaerei oppure dei caccia intercettori tedeschi. L'efficienza era molto scarsa e peggiorò con gli iniziali bombardamenti tedeschi che distrussero decine di aerei francesi. Ma peggio che mai, la componentistica era raccapricciante: nel 1939 vi erano 85 Bloch da caccia: ma nessuno aveva il mirino per i cannoni e a molti mancava l'elica. Non solo, ancora nel maggio '40 molti aerei, come per esempio parecchi Potez 631 da caccia notturna, erano privi di eliche. Era ipotizzabile un sabotaggio, o era solo il caos? Non s'é mai saputo.
I piloti francesi combatterono con forza e determinazione, specie per proteggere Parigi, ma non riuscirono a conquistare la superiorità aerea sui tedeschi né
Il resto fu una serie di catastrofi,
In ogni caso, solo da questo momento i francesi ancora liberi si sentirono
Nel dopoguerra la Francia affrontò i problemi della ricostruzione, ma anche quelli dati dalla reinstallazione di una industria avanzata per sostenere il proprio status di potenza 'vincitrice' della guerra. La prima generazione di aerei a reazione fu praticamente saltata, ma la Dassault, ex-Bloch, partì con la progettazione di aerei moderni, cominciando con l'Ouragan. Vi furono comunque innumerevoli prototipi che servirono per prendere confidenza con le nuove macchine. La genia Dassault e gli elicotteri Aerospatiale divennero presto la radice della rinascita dell'industria aeronautica francese. L'esercito
Meno moderne erano le soluzioni per le questioni oltremare. Le colonie francesi scappavano una dietro l'altra dall'autorità francese, e i francesi, forse troppo feriti nell'orgoglio dai tedeschi non ci stettero a perderle praticamente subito dopo la guerra. Differentemente dalla Gran Bretagna, il management per questa gestione fu immensamente inefficiente e rozzo. Mentre la Gran Bretagna diede l'indipendenza a molte colonie come l'India in maniera abbastanza morbida, e quando ci fu da combattere una guerra locale vinse praticamente sempre, la Francia andò incontro a disastrose guerre. In Indocina la politica anti-independista si scontrò con la catastrofe di Dien Bien Phu, dove il valore degli uomini -di entrambe le parti- non impedì un'umiliante sconfitta per i francesi. L'Algeria con la sua orrenda guerra civile
In altre situazioni andò meglio, specie in interventi a favore di stati 'amici' come il Chad, quando i francesi combatterono una vera guerra non dichiarata contro i libici.
Insomma, è difficile valutare i francesi nel loro dopoguerra. Per esempio, pur avendo accumulato delle carenze (per es
I conflitti francesi dal dopoguerra sono stati innumerevoli, spesso catastrofici. Di seguito si cerca di ricostruirne alcuni, almeno quelli più noti e documentati, visti essenzialmente dal punto di vista militare (l'aspetto sociale, politico,
==1990/91: Operazione Daguet==
La partecipazione francese alla Seconda guerra del Golfo fu complessa e molto consistente,
===Armée de l'Air===
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Per l'occasione della Guerra del Golfo, 12 Mirage 2000C vennero schierati ad Al Ahsa, provenienti dalla 5ème. 12 Mirage F.1 della 12ème erano invece stati schierati a Doha, in Quatar. Anche 3 lanciamissili Crotale e altre armi leggere vennero schierate per l'occasione<ref>Husson, J. P: L'armée de l'Air verso il 2000, Panorama Difesa, giugno 1991, pagg. 44-53</ref>.
La base di Al Ahsa era in realtà solo un piccolo aeroporto vicino a Hofuf, a circa 100 km da Dhahran, zona orientale della penisola arabica. Qui venne inviata una forza iniziale di 8 Mirage 2000 della 5 Escadre di Orange, poi 6 Mirage F.1CR della 33ima e 8 Jaguar della 11ima. Era il minimo indispensabile per scongiurare l'attacco all'Arabia Saudita, effettivamente un territorio assai vulnerabile e con poco personale addestrato per i sofisticati sistemi d'arma comprati dai petroldollari. Il supporto logistico venne assicurato da 4 KC-135F della
I missili e le bombe guidate erano solo presenti per i Jaguar, all'epoca gli unici vettori di armi guidate convenzionali aria-terra dell'Armée (ovvero un modo per escludere sia i missili ASMP
Quanto all'attività operativa, in tutto sono stati inviati nel Golfo 5 KC-135FR della FAS mentre la FATAC ebbe 4 Mirage F.1CR (33ème ER), 14 Mirage 2000RDI, 8 Mirage F.1 della 12ème, ben 28 Jaguar dell'11ème e un C-160Transall/Gabriel della 51ème EE, 2 Puma e 11 C-130/C-160 del COTAM.
In tutto sono stati utilizzati (solo considerando le macchine di prima linea?) 66 aerei francesi. Operaraono dalle basi di Al Ahsa, Doha, Riyadh. I caccia d'attacco erano 8 Mirage F-1C dealla 12ème (che notare bene, era un'unità da caccia) e fino a 25 Jaguar A dell'11ème già citata. La protezione aerea era data da un massimo di 12 Mirage 2000RDI della 5ème EC, mentre 5 KC-135F della 93ème garantivano il rifornimento in volo e 4 Mirage F-1CR, un Gabriel, 11 C130 e C-160 e due Puma del COTAM per missioni SAR. Il battesimo del fuoco arriverò già nel primo giorno di operazioni belliche da parte di 12 Jaguar sulle basi di Ahmed Al Jaber in Kuwait. 4 aerei vennero danneggiati, incluso uno che si prese un missile Strela in un motore e uno che ebbe il pilota con il casco di volo spaccato da un colpo di Kalashikov. I Mirage F-1CR rimasero per il momento inattivi, essendo troppo facile scambiarli per gli omologhi
L'attività vide un uso di bombe a grappolo Beluga, missili AS-30L e bombe antipista Durandal, oltre a bombe da 250 kg. La forza d'attacco francese era costituita ancora dai Jaguar A, che vennero aggiornati al meglio con il pod ATLIS per la designazione dei missili aria-superficie a guida laser.
I caccia Mirage 2000 hanno partecipato con un totale di 14 apparecchi dispiegati, con 1.451 missioni di cui 512 dopo lo scoppio della guerra con un totale di ben 3.000 ore di volo, ovvero oltre 200 per ciascuno degli aerei. Hanno operato con due R.550 Mk 2 e 2 Super R.530D ovvero i migliori missili disponibili per l'Aeronautica francese, nonché un serbatoio ventrale da 1.300
===ALAT===
Una delle primedonne della partecipazione della Francia alla guerra fu la DAM, Division Aéromobile che si fa
Dopo un acclimatamento rapido e un programma d'addestramento per le condizioni desertiche, la portaerei partì con gli elicotteri per Fujayrah, Stretto di Hormuz. Seguirono altri 10 giorni di esercitazioni con le forze degli Emirati Arabi Uniti, decollando direttamente dalla portaerei. Naturalmente tutti gli elicotteri erano stati modificati per avere un rotore ripiegabile, e ogni mattina 30-40 elicotteri decollavano in ondate 10 -15 dal ponte della grande nave e andavano ad addestrarsi alle tecniche di rifornimento rapido di missili HOT e caricatori di cannoni da 20 mm. Dopo un'altra sosta di 3 giorni nelle acque del Sultanato di Oman la nave avrebbe raggiunto il Mar Rosso, nel porto saudita di Yanbu, il 23 settembre. Questo non fu la prima forza francese ad arrivare in Arabia Saudita, perché vi erano anche 2 Gazelle e 4 Puma ad aspettarli, che da metà settembre erano presenti grazie al trasporto con Boeing 747 cargo dell'Air France.
Nel frattempo arrivò anche il reparto comando del 5 RHC e una compagnia rinforzata del 1er Régiment d'Infanterie (RI) della DAM per la ricognizione avanzata e il combattimento anticarro, essendo la 1ère CECAC (Compagnie d'Eclairage et de Combat Anti-Char). In tutto vi
Nel frattempo erano giunti aerei dell'Aeronautica e navi della Marina come i caccia DUPLEIX e MONTCALM, la fregata PROTET e la corvetta COMMANDANT DUCUING. Queste navi partecipavano all'embargo contro l'
A quel punto, con l'arrivo anche di una brigata rinforzata di fanteria il nome dell'operazione francese cambiò, diventando 'Daguet', un nome poco significativo (significa 'cerbiatto'), ma i francesi avrebbero dimostrato tutt'altro che una presenza leggiadra nei mesi successivi. In ogni
Al 4 novembre 1990 erano presenti 72 elicotteri francesi: 54 Gazelle ripartiti in ben 6 squadriglie: 1 e 2 da ricognizione (SA-341 e 341L), 3,4,5 e 6 (SA-342M), nonché 18 Puma sulle squadriglie 7 e 8 per il trasporto e il SAR.
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Di questo schieramento non vi erano più parte gli uomini del 5 RHC, rimpatriati il 15 dicembre, ma gli elicotteri erano rimasti sul posto. In tutto vi erano i reggimenti 1 e 3 appositamente formati per l'emergenza, almeno con quell'organico, da reparti della DAM e altri come il 1, 2, 3, 4, 6 e 7 RHC.
L'addestramento sul deserto non era, nonostante gli ampi spazi disponibili, facile. Il fenomeno delle riflessioni anomale è un problema non da poco se si vola a 200
Gli elicotteri francesi hanno adottato quindi delle modifiche sia materiali
Nondimeno, oltre a 'sopravvivere' gli elicotteri francesi vennero aggiornati, anche se questo significava aggiungere peso. Gli SA 341, in genere armati con un cannone da 20 mm, non erano provvisti di un sistema di navigazione sofisticato come il NADIR degli SA 342M, limite non indifferente per elicotteri che avrebbero dovuto essere dei mezzi d'esplorazione per le macchine controcarro. Così arrivarono i GPS, ma arrivarono anche per diversi elicotteri le camere termiche CHEOPS, lanciatori di chaff e flare, e seggiolini in kevlar per gli
Per attaccare i bersagli previsti vennero messe a punto le tecniche ottimali con 5-7 elicotteri operanti su di una linea di
===Forze di terra e di mare===
Per quanto riguarda le Forze terrestri <ref>Dofour, Pierr: La battaglia di As Salman, RID Gennaio 1992 pagg. 28-34 </ref>, le prima unità giunsero il 29 settembre, sbarcando presso il terminale petrolifero di Yambu, sul Mar Rosso. Inizialmente arrivò una brigata, ma alla fine
*3 battaglioni con gli AMX-10RC. Queste unità di cavalleria blindata avevano anche 40 VAB con il potente sistema missilistico controcarreo HOT in torretta lanciamissili speciale, e le piccole blindo Sagaie con cannone da 90 mm, che con una ventina di mezzi componevano gli elementi di un quarto battaglione.
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*Tutto questo era coordinato da un Q.G. con supporto logistico, compagnie di specialisti per la guerra elettronica, unità per la protezione del comando, trasporto, mediche, polizia militare.
In tutto vi erano 140 blindo, 36 artiglierie pesanti, 250 VAB (delle migliaia presenti nell'Armée), migliaia di veicoli di ogni sorta che variavano dalle piccole jeep P4 ai camion pesanti TRM4000 da 10 t di capacità. In tutto la divisione leggera, chiamata come l'operazione in tutto DAGUET era ben differente da quella schierata dagli inglesi con l'operazione 'Granby'. Infatti gli inglesi schierarono un'unità pesante con i Challenger, ben diversa dalla divisione leggera francese. Nei fatti entrambe si dimostrarono efficaci, anche se per affrontare il grosso delle forze
Quanto alle navi ne vennero mobilitate in tutto una quindicina: le fregate (o caccia) 'Montcalm', 'Dupleix', 'De la Motte-Picquet', ma anche la nave d'assalto anfibio 'Foudre' che avrebbe avuto essenzialmente il compito di nave ospedale. Non mancavano alcuni sottomarini nell'Oceano Indiano. Dopo avere trasportato elicotteri, la FOCH e la gemella CLEMENCEAU erano entrambe pronte a Tolone con i Super Etendard.
I Legionari francesi, nemmeno a dirlo, erano una forza preminente in questo schieramento, con oltre
===Battaglie nel deserto===
Dopo avere conquistato un saliente alto circa 35 m da parte del 2 REI, alla cui sommità vi era un fortino
Dalle 13 del 23 febbraio i francesi erano entrati nel territorio
Nella zona chiamata 'Rochambeau' venne incontrata una resistenza molto maggiore, con carri interrati che aprirono il fuoco contro i francesi. Questi risposero con mortai da 81 mm, carri AMX-30Bs, ed elicotteri. Alle 14
Il Gruppo Verde continuò ed espugnò la cittadina di As Salman, dov'era il QG della 45ima divisione
Vennero lanciati attacchi con i Gazelle e gli A-10 americani, l'artiglieria sparò a partire dalle 15
In tutto, durante la missione Daguet vi furono solo 2 legionari uccisi. Avrebbero terminato la loro missione solo nel giugno 1991 con il ritorno a Tolone dell'ultima portacontainer francese. Il 6 REG sminò Kuwait City subendo 2 morti per esplosioni accidentali. Era finita così la missione Daguet.
Da ricordare l'intensa attività delle unità speciali francesi, sebbene incomplete e con impegno tattico più che strategico <ref>Margelletti, Andrea: Le Forze speciali francesi nel Golfo, RID Gennaio 1992 pagg. 35-37 </ref>. Anzitutto, a livello tattico era ben noto il CRAP, Commandos de Recherche
A parte questi, vi è stato l'impiego di sette squadre del
===Le battaglie aeroterrestri e l'ALAT===
L'offensiva generale terrestre
I francesi ebbero verso la fine di
Dopo queste azioni preliminari, alle 17 del 23 febbraio 1991 erano pronte per l'offensiva generale, che sarebbe scattata il giorno dopo. Già nella notte i legionari del 2ème
Il 24 scattò l'operazione '
Alle 5
Prima di tutto vennero occupati i capisaldi attorno al nodo stradale di As Salman, chiamato obiettivo White, e distante oltre 150 km dal confine, e al tempo stesso proteggendo i fianchi del XVIII americano da eventuali contrattacchi
Una concentrazione di mezzi ad As Salman venne attaccata dagli elicotteri della 1 RHC distruggendo artiglierie da 122, carri Type 59, trasporti truppe. Anche questo obiettivo, chiamato in codice 'Chambord', venne distrutto in pochi minuti.
I Gazelle continuarono l'attacco, inclusi quelli armati col cannone da 20 mm che attaccarono a volo radente, nonostante i rischi dell'avvicinarsi sull'obiettivo. Su di una collina vi era il QG della
Così, in meno di 36 ore la missione era compiuta: penetrare di 150 km in
Alla fine di questo intenso impegno bellico, l'Operazione Princesse de Clèves
Gli elicotteri dell'ALAT lanciarono 328 HOT, di cui la maggior parte erano HOT 2. Trovandosi senza altri mezzi d'offesa, gli SA 342M erano costretti
Non tutto è andato per il verso giusto. Spesso i missili lanciati dagli elicotteri sono stati usati contro bersagli di secondaria importanza, spesso con un impiego compulsivo, tanto che gli americani hanno lanciato in una sola occasione oltre 100 Hellfire, prevalentemente contro autocarri. Quest'effetto sarà stato dovuto allo 'stress da combattimento', ma anche
Le limitazioni e i programmi futuri sono stati pure importanti. Gli elicotteri Gazelle non potevano operare dopo il tramonto essendo solo macchine diurne, eccetto quelle equipaggiate con le CHEPOS, ma si era in attesa dello SFIM Viviane che dal 1993 avrebbe conferito una capacità ognitempo a questi elicotteri, rendendoli simili ai Kiowa Warrior americani.
===Riduzioni di budget<ref>A&D Mar 1992, News</ref>===
L'
==Gli elicotteri francesi oggi<ref>R.Gentili, ''Elicotteri francesi'', PD lu 09 p.66-71</ref>==
Anzitutto i programmi futuri, la trasformazione dell'EC.665 Tigre in un mezzo finalmente operativo, e il nuovo elicottero pesante che sarebbe studiato per sostituire dopo il 2020 i vetusti Super Frelon e i tedeschi CH-53. Molto negligentemente, nonostante la base complessiva davvero notevole (oltre 100 elicotteri da sostituire), non si è fatto concretamente nessun passo per dare un successore all'unico elicottero pesante francese e all'unica flotta di elicotteri pesanti europei del tipo Sea Stallion. E sarà per giunta lo sviluppo di macchine già esistenti, americane CH-47, CH-53 oppure i russi Mi-26. Quest'eccesso di concentrazione sugli elicotteri leggeri e medi ha lasciato di fatto aperta la porta alla concorrenza americana, russa e A-W per il settore pesante, non certo un risultato brillante per l'Eurocopter. Vi sono varie soddisfazioni, ma anche delusioni all'estero, data la feroce concorrenza dell'Agustawestland. Recentemente, per dare un degno successore degli elicotteri come gli Alouette III, erano stati scelti i Fennec in ben 197 esemplari per l'Indian Air Force, ma quest'ordine del marzo 2007 è stato già rimesso in discussione con la riapertura della gara nel dicembre successivo.
La situazione nazionale è invece questa. Anzitutto l'ALAT, l'aviazione leggera, ha ben 360 elicotteri con i quali si volano 90.000 ore di volo l'anno, in molti casi all'estero, tanto che ben 50 di questi sono all'estero, dal Darfur all'Afghanistan. Tutta la flotta è racchiusa
Quanto agli elicotteri, che qui interessano, restano in servizio ancora 201 SA 341 e 342 Gazelle, ancora in linea dopo essere entrati in scena nell'ALAT dal '74, come uno degli elicotteri leggeri più veloci, anzi nel caso dei monomotori, il più veloce. Il primo dei due ha in genere un cannone da 20 mm (SA 341F2), oppure i missili Mistral; il SA 342 ha in genere 4 HOT, nel tipo SA 342M Viviane hanno la camera termica omonima e un telemetro laser, per localizzare bersagli fino a 6 km, tanto che alcuni sono ancora in Afghanistan per le missioni di ricognizione. Per compiti disarmati sono impiegati per l'addestramento e il collegamento veloce, date le loro prestazioni.
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I piccoli AS 555 Fennec sono usati solo per addestramento, anche notturno con sistemi NVG e IFR, in tutto 18 esemplari.
Attualmente vi sono in fornitura gli EC 725 HUS, 8 esemplari dall'aprile 2005, come sviluppo del Cougar, porta due mitragliatrici e 29 soldati a 275
L'ALAT dovrebbe avere anche 80 EC 665 Tigre, la metà dei quali nel tipo HAP d'appoggio, più 40 del tipo HAD controcarri (
L'altro tipo del futuro è l'NH-90 TTH, vi sono 34 elicotteri in ordine, da fare entrare in servizio nel 2011. La scuola è la EAALAT, a Cannet des Maures come comando, e due altre basi la BEGN di Dax e la BEGL di Le Cannet. Forza totale: 1.400 elementi e 90 elicotteri. A Cannet vi è anche la scuola congiunta, ad altissima tecnologia, per i Tigre, nota come EFA, nata il 1° luglio 2003. Ha vari simulatori e diversi Tigre, di cui 19 sono stati già consegnati alla sola ALAT. Vi sono stati tra l'altro tiri per 2.600 razzi e 17.000 proiettili da 30 mm per la validazione degli equipaggi.
In futuro l'addestramento basico per gli elicotteristi verrà privatizzata con la Helidax, battendo una proposta analoga e più ovvia 'di casa' (Eurocopter), con un contratto ventennale per 22.000 ore sull'EC 120 B Colibri, che è il successore in tale ruolo dei Gazelle (per i compiti di combattimento sarà ovviamente il Tigre), vi sono in consegna 30 elicotteri di questo tipo per l'accademia di volo delle
Tra le missioni dell'
In tutto l'
*ETM 02.040 Médoc, con gli AS 555AN, a Bordeaux
*EH01.067 Pyrénées, AS.330 e EC.725 di Cazaux
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*ETOM00.050 Réunion, AS555AN, Reunion
La Marine Nationale ha una forza assai meno consistente, ma pur sempre interessante: 23 SA316B e 319B Alouette III, 8 SA 321G Super Frelon (superstiti di 24), 10 SA 365G Dauphin, 27 Lynx HAS 2 e HAS 4, 16 AS 565 Pahther, totale 84. Le basi sono Hyères per il settore Mediterraneo, con le Floteilles 31F, 35F e 36F (rispettivamente con i Lynx, SA316-365 e AS565), e la
Gli altri corpi statali hanno una dotazione di elicotteri 'risibile' rispetto a quello che si è visto con l'ipertrofica situazione italiana. La Polizia Nazionale ha i mezzi messi a disposizione dalla Gendarmeria, l'unica forza di polizia regolare ad avere elicotteri, e non sono nemmeno molti: con 414 persone di cui 131 piloti, vi sono 15 EC 145, 26 AS 350 e altri 12 EC 135 in fornitura con sistemi di videosorveglianza capaci persino di riconoscere automaticamente le targhe d'automobile e di sofisticati sistemi di trasmissione dati. In tutto nel solo 2008 sono state fatte 14.600 missioni per 16.300 ore di volo. La base principale è a Villacoublay, ma vi sono varie sezioni aeree sparse per il territorio nazionale. Infine la Sicurezza Civile ha 32 EC 145 (uno perso recentemente in un tragico incidente) e 4 AS 350; altri 7 elicotteri sono per le Dogane (un po' come la Finanza da noi) che sono precisamente 5 EC 135 e 2 AS 355.
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