Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 5: differenze tra le versioni

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Nel 1956 il Battaglione venne sciolto. La componente dell'esercito che costituiva il Battaglione a partire dal 1° luglio 1957 venne riorganizzata nel Battaglione Isonzo, un'unità meccanizzata (di cui un gruppo su tre anfibio) unita dopo soli due mesi nel Raggruppamento Lagunare con i battaglioni anfibi Marghera e Piave. Dal primo luglio dell'anno successivo il raggruppamento divenne Reparto Lagunare Appoggio, gettando le basi per la prossima costituzione del Reggimento Lagunari Serenissima.
 
I vertici della Marina decisero di ricostituire il San Marco come battaglione nel 1964. Fu deciso l'anno dopo ri riorganizzare la base dei fanti di marina inquadrandola nella 3a Divisione navale di Brindisi, che all'epoca aveva le due navi da sbarco ETNA e VESUVIO ex-US Navy. La base venne trasferita a Taranto, presso i Baraccamenti Cugini; dal 1972 fu spostata nel castello di Brindisi, all'interno della Stazione Navale, venendo raggruppato con la IIIª Divisione Navale insieme a tutte le altre unità anfibie della Marina. Quell'anno arrivarono finalmente due navi da sbarco relavitamenterelativamente nuove, la CAORLE e la gemella GRADO, che diede il nome alla classe, e anch'esse ex-US Navy. Per un certo periodo di tempo condivisero l'onere del trasporto fanti con la BAFILE, comprata nel '68 sempre dagli Stati Uniti.
 
Nel 1982 fu deciso di riorganizzare il S.Marco, fin'fino ad allora una forza molto modesta numericamente, facendogli raggiungere il totale di 600 effettivi, con un Gruppo Operativo su due compagnie di 150 uomini l'una (e quindi la forza reale d'impiego era, in ogni caso, di appena 300 effettivi), un gruppo scuole e vari servizi. Nell'autunno di quello stesso anno il battaglione fu mandato in missione all'estero, in Libano per il contingente ITALCON, in missione di pace per proteggere i profughi palestinesi, perdendo in azione un operativo, Filippo Montesi.
 
Nel 1987 il San Marco fu presente nel Golfo Persico. Il conflitto Iran-Iraq si era esteso alle rotte commerciali del Golfo, arrivando a minacciare gli interessi commerciali dei paesi occidentali. Gli Iraniani accusarono Arabia Saudita e Stati Uniti di supportare militarmente l'Iraq, e cominciarono a colpire le navi occidentali in transito. L'Italia inizialmente non partecipò alla forza multinazionale ONU, salvo poi essere spinta ad intervenire il 3 agosto successivo dopo l'assalto iraniano alla una nave italiana Jolly Rubino. Sarebbero tornati in zona nel 1990, quando c'erano da ispezionare i mercantili in zona, durante la crisi che avrebbe portato a Desert Storm. Ma nel frattempo, nel 1987-88 giungevano due navi da sbarco di nuovo tipo, delle mini-portaelicotteri, le LPD S.Giorgio e S.Marco. I conflitti convenzionali a bassa intensità, da allora in poi, sarebbero stati molto più importanti rispetto alla situazione di un mondo ingessato dalla minaccia nucleare. I fucilieri di marina erano ovviamente ben predisposti per questo cambiamento e il processo di trasformazione per portare il S.Marco a livello di reggimento iniziò grossomodo da questo tempo. Anche perché nel 1991 venne impostata la S.Giusto, terza LPD, ufficialmente con compiti non tanto ben definiti (protezione civile? nave scuola?). Chiaramente fin troppe navi per una forza da sbarco di trecento soldati e vari supporti. Una nuova caserma venne poi aperta in località Brancasi, vicino Brindisi. Questa venne intitolata a Ermanno Carlotto, che fu un ufficiale morto durante la rivolta dei Boxers nel 1900, dove c'erano anche i Fucilieri di marina italiani a protezione delle ambasciate internazionali. Comunque sia, è chiaro che spostare i fucilieri di Marina dal Veneto alla Puglia significava qualcosa di ben precisio: la proiezione di potenza in località del mondo ben distanti dalla protezione del suolo patrio, operazioni non sempre pacifiche con buona pace dell'art. 11 della Costituzione.