Guida maimonidea/Halakhah e comandamenti: differenze tra le versioni

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{{q|Sono consapevole del fatto che molti altri passi talmudici contraddicono le parole del Maestro [Maimonide]. Ma il contenuto dell'opera del maestro è piacevole e totalmente dilettevole — ad eccezione di questa regola, che sradica le grandi montagne del Talmud e demolisce le mura fortificate della Gemara; per gli studenti del Talmud, questa materia è cattiva ed amara. Lasciamola perdere e non parliamone.|''Libro dei Comandamenti con Glosse di Nahmanide'', secondo principio)}}
 
Secondo Nahmanide, le leggi desunte usando i tredici principi ermeneutici hanno lo status ''de-Orayta'' nella letteratura talmudica. Ribadisce questo principio svariate volte: "Non abbiamo trovato tale opinione tra i saggi, per i quali i principi eremeneutici erano come materie espresse esplicitamente nella Torah, sebbene essi possano desumere indipendentemeteindipendentemente queste materie" (''Ibid.''); ed in seguito: "poiché questi principi ermeneutici sono come materie affermate esplicitamente nella Torah."
 
Nahmanide rinforza la sua affermazione con vaste quantità di prove dal Talmud ed indica le autocontraddizioni di Maimonide risultanti dalla discrepanza tra il principio espresso nella seconda regola e i suoi verdetti basati sulle fonti talmudiche. La sua serie di prove porta Nahmanide a rovesciare la regola di Maimonide: "Pertanto dobbiamo dire il contrario, che tutto ciò che deriva nel Talmud da uno dei tredici principi ermeneutici è ''de-Orayta'' a meno che essi dicano che è una ''asmakhta''" (''Ibid.'', p. 34). Ovunque il Talmud desuma esegeticamente una ''halakhah'', si suppone che sia ''de-Orayta'', a meno che non venga dichiarato esplicitamente che è una ''asmakhta''. Oltre all'incompatibilità della posizione di Maimonide con le fonti talmudiche, Nahmanide solleva un problema concettuale interno con l'interpretazione maimonidea: