Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Argentina-2: differenze tra le versioni

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Qui erano ospitati i principali caccia dell'intera FAA: Mirage III e Dagger. Essi erano suddivisi nel II e III Escuadron per quanto riguarda i Dagger, e nel I Escuadron per i Mirage IIIEA, DA, BE. I Mirage III hanno un'avionica più completa dei Dagger, ma sopratutto i numerosi B e D indicavano che questo squadrone era l'unità di conversione operativa per tutti i caccia di questo tipo. I Dagger vennero comprati negli anni '70: erano i cloni israeliani dei Mirage o meglio, l'interpretazione locale dei Mirage 5. Come tali, i Dagger potevano essere considerati meglio come macchine d'attacco, con la possibilità di portare fino a 8 bombe, due serbatoi e 2 missili contemporaneamente. I missili erano in genere gli Shafir, 'interpretazioni' israeliane dei Sidewinder con maggiore diametro (165 contro 127mm) del corpo del missile, ma senza grandi miglioramenti nondimeno.
[[Immagine:RAAF Mirage III 1.JPEG|350px|right|thumb|I caccia Mirage erano le più prestigiose e veloci macchine in servizio in Argentina e ci si aspettava molto da loro, fino a che il primo maggio due di essi vennero abbattuti dai Sea Harrier inglesi]]
I Mirage e i Dagger erano famosi per le gesta che gli israeliani archiviarono contro gli arabi nei vari conflitti, specie nei duelli aerei. Gli argentini si aspettavano di spazzare via i Sea Harrier inglesi, ma non avevano fatto i conti con vari problemi aggiuntivi: la mancanza di sonda per il rifornimento in volo limitava l'uso del postbruciatore, il Mirage non era supersonico sotto i 6000 metri con il pieno di carichi esterni, i missili erano piuttosto inefficaci. I Sea Harrier, spesso pilotati da aviatori non particolarmente esperti, riuscirono a batterli ripetutamente a cominciare dal 1 maggio. Il numero di perdite in combattimento aereo non fu alto, ma gli argentini rimasero talmente scioccati da smettere di sfidare il '''[[w:Sea Harrier|Sea Harrier]]''', che era effettivamente molto più maneggevole a basse quote, e possedeva eccellenti missili Sidewinder L, autori di 18-20 centri su 27 missili lanciati. La macchina inglese, nonostante l'aspetto goffo, l'autonomia limitata e via dicendo riuscì ad imporsi come elemento vitale per le sorti del conflitto. Se l'aviazione argentina avesse tentato ancora di ingaggiare i caccia inglesi, magari con tattiche perfezionate (quelle messe in campo non erano granché, nonostante gli istruttori fossero stati talvolta americani e israeliani), forse avrebbe aperto un varco nel piccolo dispositivo inglese per la difesa aerea, ma non accadde e i Sea Harrier dominarono i cieli sullo sbarco. Nel primo scontro, per esempio, in cui i Sea Harrier vinsero (dopo alcuni inconcludenti attacchi di missili da parte dei caccia argentini, tirati alla massima distanza), i due Mirage volavano quasi ala contro ala, come se il gregario fosse un 'pivello senza esperienza' (detto da Dave Morgan, uno dei piloti inglesi). Gli inglesi, che avevano visto sfilare nel cielo anche 3 coppie di caccia nemici, non credevano che stavolta ve ne fosse una sola: pensavano che fosse un tranello per prenderli di sorpresa con altri aerei in manovra a tenaglia, ma invece non era così. Il capo coppia (Paul Barton) inglese accelleròaccelerò a 550 nodi e lasciò il gregario in volo (Thomas) a 400, poi virò e prese di sorpresa i caccia argentini che erano focalizzati sul suo n.2, quindi ne abbatté uno (Perona) mentre Thomas riuscì a virare dietro i Mirage e danneggiò fatalmente quello di Cuerva. Fu tutto molto facile, nonostante la fama dei Mirage israeliani, e anche i cloni Dagger non ebbero successo alcuno.
 
*'''I Brigata Aerea''', El Palomar, equipaggiata come unità da trasporto. Aveva 5 C-130H e 2 KC-130H aerocisterne. I voli, durante la guerra, dei C-130H a 30 metri di quota, tra tormente di neve e tempeste di vento, spesso di notte, devono essere stati molto duri, ma gli Hercules riuscirono a rifornire finché poterono la guarnigione argentina sulle isole. Uno degli Hercules venne perso quando due Sea Harrier lo localizzarono e lo attaccarono: uno lo colpì con un Sidewinder incendiandogli un'ala ma senza abbatterlo subito; forse il pilota inglese esagerò (l'aereo era comunque spacciato, ma l'equipaggio forse poteva ancora salvarsi) e gli sparò 240 colpi da 30 mm che lo fecero cadere in mare. Poco dopo i Sea Harrier atterrarono verticalmente sul ponte di una nave da sbarco: al solito, dopo un'azione relativamente breve avevano pochissimo carburante di riserva (meno di due minuti di volo) e rischiarono di andare perduti.