Pensiero castanedico/La cosmovisione: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+sommario +categoria:Pensiero castanedico
ortografia
 
Riga 18:
 
 
* Il movimento concentrato di "disfare" e "ricomporre" era la nostra garanzia di sopravvivenza. La incomprensibile nebbia del conoscimento del "nahuacal" oscurò per sempre le nostre, fino ad allora insulse e candide vite. Il metodo e la disciplina inicialiiniziali furono succinti, lasciando il posto ad un "disordinato" ordine di cose da fare e non fare, le quali adempivamo con la più completa e con la più pura impeccabilità. Facessimo o meno qualcosa (se facevamo ogni cosa nella maniera impeccabile, ossia: facendo esattamente quello che dovevamo fare) il risparmio energetico ci ampliò il "punto di legamento". Ci lasciammo alle spalle quali illusioni, i sentimenti e gli ideali dell'umanità, per quanto belli e sublimi ci potessero apparire, non lasciano di essere un legame in più con la morte totale dell'anima. Poi, scoprimmo l'essenziale di ogni cosa. Diventammo imponderabili e nitidi nel nostro agire. Esercitammo i nostri corpi fisici, confrontammo tutto il confrontabile. C'innestammo e mutammo fino a comprendere e vedere quello che realmente siamo. Per Dio quanto ci piacque!! Immutabili ci espandemmo fino a contrarci nel "pamulli", nero o luminoso, per poi subito cominciare ad ampliarlo fino a che riempì i nostri bozzoli. Un "punto di unione" della grandezza di un nuovo luminoso. Quindi, per alcuni istanti, ricordai un libro di poemi di Lao Tze che acquistai nella città di New York a principio degli anni settanta. Quello che non aveva mai fatto allora, lo fece poi. Ascoltai e abbracciai ogni singola parola, concatenando un nuovo contesto. Vibrai, rabbrividì, davanti a tale sapienza e al realizzare che questa monumentale coscienza si era perpetuata.