Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Messico: differenze tra le versioni

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Potrà sembrare strano che le Forze Armate messicane, protagoniste storiche della politica nazionale, negli ultimi decenni non siano state particolarmente attive in tal senso, anzi siano diventate le meno politicamente impegnate dell'America latina. Fino alla rivoluzione del 1911-20 erano realmente implicate nel governo del Paese, ma dal 1929 sono rientrate nell'alveo dei loro compiti istituzionali, che sono essenzialmente il controllo dei confini e di quando in quando, di attività di protesta o sovversive interne. Tristemente celebri i disordini del '68, repressi nel sangue dai militari che non disdegnarono di impiegare anche veicoli da guerra come autoblindo e APC piuttosto ben armati.
 
Il '''[[w:Messico|Messico]]''' non è che una realtà marginale come forze armate, e anche in termini politici non brilla. Eppure, è l'erede diretto del violento e orgoglioso impero Atzeco, le cui rovine ne imprezioscono il territorio e inorgogliscono a tutt'oggi i suoi abitanti, fieri di avere (differentemente dagli 'Yankees') una tradizione culturale e di civiltà vecchia di centinaia d'anni, per non parlare della fondazione di città come Vera Cruz, le prime dei coloni e oramai anch'esse assai 'storicizzate' (s'involano per i 500 anni..). Quando Cortes arrivò con i suoi 500 soldati da Cuba, riuscì in poco tempo a penetrare fino alla capitale dell'impero (l'attuale Città del Messico, ma all'epoca vi era un grande lago che circondava la città, già molto grande anche comparata alle più grandi metropoli europee del XVI secolo) e con una scaltrezza con pochi eguali nella Storia, riuscì ad abbatterne il potere. Poi fondò una nazione come mai non s'era immaginata prima: senza una distinzione netta tra colonizzati e colonizzatori, ma meticcia e interrazialeinterrazziale. Cortes stesso ebbe un figlio dalla sua amante-interprete india. Forse non è un caso che la Madonna di Guadalupe abbia tratti misti europei e indi. Un sogno grandioso, che però purtroppo non sarebbe stato realizzato nel migliore dei modi, e che in particolare non teneva conto delle terrificanti epidemie di malattie come il vaiolo: il Messico nel XVI secolo aveva forse 20 milioni di abitanti, ma 100 anni dopo, nonostante l'immigrazione, ne conterà solo 1,5!
 
Per il resto, il Messico tiene fede al vecchio proverbio sudamericano, ''la disgrazia di questo Paese è quella d'essere troppo lontano da Dio e troppo vicino agli Stati Uniti''. Si sa che l'intera america Latina è da decenni nella sfera di influenza politica americana, e con questa (vedi per esempio gli accordi ALCA) anche economica. Solo alcune nazioni, come Cuba e di recente, Venezuela sfuggono a questa tendenza, ma pagando prezzi elevati in termini di isolamento politico e dissesto economico. Per il Messico non v'é scelta: confina con gli Stati Uniti per un lunghissimo tratto. Presidenti come Vicente Fox sono usualmente fedeli alleati degli Stati Uniti, ma questo non vuol dire necessariamente che sia un buon affare per il Paese e per le sue risorse naturali (abbondanti). È l'unica nazione che si possa definire Latino-americana e nordamericana al tempo stesso. Spesso viene erroneamente assimilata al Sud America, ma almeno geograficamente appartiene chiaramente all'America Settentrionale (che di fatto, specie ora che esiste il Canale di Panama, è un continente proprio rispetto al Sud America).