Storia della letteratura italiana/Futurismo: differenze tra le versioni

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Pubblica giovanissimo la sua prima raccolta, ''Le fiale'' (1903), una serie di sonetti dai toni simbolisti e dannunziani. Con ''Armonia in grigio et in silenzio'' (1903) si avvicina alle atmosfere crepuscolari, mentre in ''Fuochi d'artifizio'' (1905) e ''Aborti'' (1907) opta per il verso libero.
 
Negli anni dieci aderisce al futurismo, a cui si possono ascrivere le ''Poesia elettriche'' (1911), ''Rarefazioni e parole in libertà'' (1915), ''Inaugurazione della primavera'' (1915). Govoni trova nel movimento fondato da Marinetti la risposta alla sua esigenza di avere piena libertà di sguardo e parola. Attraverso un audace sperimentalismo viene analizzata la realtà industriale e viene offerta una descrizione della pianura emiliana, un luogo caratterizzato da stupore e ingenuità che viene rappresentantorappresentato dal succedersi di oggetti e immagini.
 
Dopo essersi allontanato dal futurismo, scrive altre raccolte liriche e libri di narrativa. La sua opera più importante di questi anni è la raccolta ''Canzoni a bocca chiusa'' (1938), in cui si ritrovano tutti gli elementi della sua formazione poetica, dal crepuscolarismo al barocco, al bucolico, al simbolismo, alla capacità di creare immagini surreali.