Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Islanda: differenze tra le versioni
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Con queste navi gli islandesi hanno combattuto le loro ultime due, poco note, guerre: la seconda e la terza guerra del merluzzo. Successe infatti che nel 1972/73 e nel 1975/76 l'Islanda combatté contro le flotte di pescherecci sia inglesi e tedeschi, in quanto estese unilateralmente i confini delle proprie acque territoriali, con esclusività di pesca, a 200 miglia. Operando in tal contesto le robuste navi islandesi speronarono più volte addirittura le fregate inglesi, senza riportare danni apprezzabili mentre le più grandi unità britanniche ebbero serie conseguenze. Naturalmente in quella guerra economica non si volle alzare il livello dello scontro, ovvero iniziare a sparare con le armi di bordo; nel qual caso chiaramente i Bofors del 1896 non avrebbero avuto sufficienti capacità di reggere il confronto.
Le navi islandesi utilizzarono anche la
Le corvette islandesi erano e sono chiamate ad operare in missioni di salvataggio sul mare, ma anche di soccorso ai villaggi costieri, quando isolati dalla neve o persino da eruzioni vulcaniche. La scarsità di personale rendeva impossibile, nel 1996, programmare degli avvicendamenti del personale, e le missioni in pratica erano costituite da 15 giorni in mare, seguiti da 6 di riposo a terra. Il periodo peggiore era, ovviamente, quello invernale, che rendeva la navigazione estremamente difficile anche per navi simili, che oltretutto, per quanto robuste, non erano rompighiaggio e necessitavano spesso di molto carburante per aiutare altre navi in difficoltà. La fase di raddobbo era programmata in estate per fare andare in ferie il personale e per prepararsi all'inverno, che portava condizioni meteo al limite della navigabilità ma proprio per questo, rendeva in tali mesi tanto necessaria l'opera di soccorso di queste unità navali.
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===La base di Keflavik<ref>Braghini, Fabrizio: ''Keflavik, i guardiani dell'artico'', A&D Ottobre 1987 p.22-25</ref><ref> Mambriani, Simone: ''Keflavik Naval Air Station'', RID ottobre 1996 pag. 72 </ref>. </ref>===
Stando nel
Ma nemmeno questo, e i due gruppi ASW mantenuti dagli Olandesi, bastavano: l'Islanda doveva essere parte del gioco. E poiché non poteva permettersi una propria forza d'impiego bellico tanto valse dargliene una. Ora torniamo indietro nel tempo, a prima della II GM. Negli anni '30 era ovvio che l'Islanda, piccola isola interamente vulcanica della dorsale atlantica, era importante. Diceva il politologo Karl Haushofer che 'chi possiede l'Islanda tiene una pistola puntata contro l'Inghilterra, il Canada e gli Stati Uniti'. E infatti, per non farsi fregare come accadde con la Norvegia (ma come avrebbero potuto i Tedeschi mantenere l'occupazione dell'Islanda?) già il 10 maggio del 1940 gli Inglesi, preoccupati dell'occupazione della Danimarca, decisero che il suo possedimento non dovesse cadere nelle mani sbagliate. La Danimarca, completamente indifendibile sia strategicamente che come forze disponibili, non oppose resistenza ai nazisti quando questi mossero verso la penisola nordica, essenziale per mantenere il controllo dello Stretto con il Baltico. Pare che all'epoca i Danesi provassero a costituire delle forze credibili in termini militari e che fossero anche in attesa di una partita di Macchi 200 ordinata in Italia, all'epoca grossa fornitrice di armamenti. E per quanto fosse strano, spesso queste armi andavano a nazioni nemiche della Germania come Gran Bretagna, Francia e Belgio. Del resto ancora nel '39 Mussolini e Hitler rischiarono una guerra di confine dopo che il secondo occupò tutta l'Austria (come ricordato anche nel film di Chaplin 'Il grande dittatore', dove era chiamata Ostria).
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