Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Islanda: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: Standardizzazione stile delle date
ortografia
Riga 24:
Con queste navi gli islandesi hanno combattuto le loro ultime due, poco note, guerre: la seconda e la terza guerra del merluzzo. Successe infatti che nel 1972/73 e nel 1975/76 l'Islanda combatté contro le flotte di pescherecci sia inglesi e tedeschi, in quanto estese unilateralmente i confini delle proprie acque territoriali, con esclusività di pesca, a 200 miglia. Operando in tal contesto le robuste navi islandesi speronarono più volte addirittura le fregate inglesi, senza riportare danni apprezzabili mentre le più grandi unità britanniche ebbero serie conseguenze. Naturalmente in quella guerra economica non si volle alzare il livello dello scontro, ovvero iniziare a sparare con le armi di bordo; nel qual caso chiaramente i Bofors del 1896 non avrebbero avuto sufficienti capacità di reggere il confronto.
 
Le navi islandesi utilizzarono anche la cosidettacosiddetta 'arma segreta dell'Islanda', un'ancora a cui erano legate lame, che una volta calata in mare, tagliava le reti a strascico 'nemiche'. Tutto questo può sembrare eccessivo, ma a parte una diffusione maggiore di quanto si pensi degli scontri in mare per ragioni economiche (celebri in Italia le cannonate tunisine contro i pescherecci di Mazara del Vallo), l'Islanda ha essenzialmente due risorse: l'energia geotermica e la pesca, per cui non vi era molta gentilezza in tali tipi di operazioni. Recentemente gli islandesi hanno anche ripreso la caccia alle balene, a far tempo dal 2003.
 
Le corvette islandesi erano e sono chiamate ad operare in missioni di salvataggio sul mare, ma anche di soccorso ai villaggi costieri, quando isolati dalla neve o persino da eruzioni vulcaniche. La scarsità di personale rendeva impossibile, nel 1996, programmare degli avvicendamenti del personale, e le missioni in pratica erano costituite da 15 giorni in mare, seguiti da 6 di riposo a terra. Il periodo peggiore era, ovviamente, quello invernale, che rendeva la navigazione estremamente difficile anche per navi simili, che oltretutto, per quanto robuste, non erano rompighiaggio e necessitavano spesso di molto carburante per aiutare altre navi in difficoltà. La fase di raddobbo era programmata in estate per fare andare in ferie il personale e per prepararsi all'inverno, che portava condizioni meteo al limite della navigabilità ma proprio per questo, rendeva in tali mesi tanto necessaria l'opera di soccorso di queste unità navali.
Riga 40:
 
===La base di Keflavik<ref>Braghini, Fabrizio: ''Keflavik, i guardiani dell'artico'', A&D Ottobre 1987 p.22-25</ref><ref> Mambriani, Simone: ''Keflavik Naval Air Station'', RID ottobre 1996 pag. 72 </ref>. </ref>===
Stando nel cosidettocosiddetto ''GIUK'', ovvero il Greenland-Iceland-UK gap, l'Islanda era una zona strategica ai tempi della Guerra fredda. Bloccare questo passaggio significare costringere i sottomarini sovietici a cambiare rotta e a doversi dirigere, per attaccare gli USA o il traffico mercantile, verso il Polo Nord e i suoi ghiacci. La NATO non fu certo avara d'impegno tanto che la Royal Navy era praticamente dedita solo alla lotta ASW (anche le 'Invincible' erano essenzialmente pensate come navi comando di gruppi d'impiego antisom.: il fatto che poi andarono a combattere nelle Falklands è un 'effetto collaterale' del possedere portaerei, anche limitate, come questi 'incrociatori tuttoponte'). Inoltre c'era il SOSUS, ovvero una catena di sensori acustici disseminati nel fondale per mettere già allora, prima di internet, il sottomarino 'in rete' passando le informazioni ad aerei da pattugliamento marittimo e navi, nonché ad altri sottomarini d'attacco (o i lanciamissili balistici se questi fossero stati in potenziale pericolo).
 
Ma nemmeno questo, e i due gruppi ASW mantenuti dagli Olandesi, bastavano: l'Islanda doveva essere parte del gioco. E poiché non poteva permettersi una propria forza d'impiego bellico tanto valse dargliene una. Ora torniamo indietro nel tempo, a prima della II GM. Negli anni '30 era ovvio che l'Islanda, piccola isola interamente vulcanica della dorsale atlantica, era importante. Diceva il politologo Karl Haushofer che 'chi possiede l'Islanda tiene una pistola puntata contro l'Inghilterra, il Canada e gli Stati Uniti'. E infatti, per non farsi fregare come accadde con la Norvegia (ma come avrebbero potuto i Tedeschi mantenere l'occupazione dell'Islanda?) già il 10 maggio del 1940 gli Inglesi, preoccupati dell'occupazione della Danimarca, decisero che il suo possedimento non dovesse cadere nelle mani sbagliate. La Danimarca, completamente indifendibile sia strategicamente che come forze disponibili, non oppose resistenza ai nazisti quando questi mossero verso la penisola nordica, essenziale per mantenere il controllo dello Stretto con il Baltico. Pare che all'epoca i Danesi provassero a costituire delle forze credibili in termini militari e che fossero anche in attesa di una partita di Macchi 200 ordinata in Italia, all'epoca grossa fornitrice di armamenti. E per quanto fosse strano, spesso queste armi andavano a nazioni nemiche della Germania come Gran Bretagna, Francia e Belgio. Del resto ancora nel '39 Mussolini e Hitler rischiarono una guerra di confine dopo che il secondo occupò tutta l'Austria (come ricordato anche nel film di Chaplin 'Il grande dittatore', dove era chiamata Ostria).