Storia della letteratura italiana/Tra realismo e sperimentazione: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
ampliamento
Riga 18:
 
=== Gli intellettuali e i nuovi mezzi di comunicazione ===
La produzione letteraria nel secondo dopoguerra conserva caratteri delle esperienze del primo Novecento. Come si è visto, le forze politiche (e il Partito Comunista su tutti) hanno sempre maggiore presa sugli intellettuali e se ne avvalgono sui loro organi di stampa. Nuovi modelli si sviluppano anche nel settore dell'editoria. Si assiste così all'arrivo in Italia del libro economico, grazie a collane come BUR (Biblioteca Universale Rizzoli, nata nel 1649) e Oscar Mondadori (1965) che propongono classici della letteratura a prezzi accessibili a vari strati della società.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1030}}</ref>
 
{{Nota
Più complesso è il rapporto tra autori e editori. Molti scrittori hanno difficoltà a vivere con i proventi dei diritti d'autore, mentre opere inizialmente scartate si rivelano in seguito dei clamorosi ''best seller'' - spesso postumi, come nei casi di Guido Morselli e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Acquistano sempre più peso l'istituzione dei premi letterari e la diffusione delle varie forme di letteratura di massa (come il romanzo rosa, il poliziesco, la fantascienza, ma anche il fumetto e il fotoromanzo).<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | pp= 1030-1031}}</ref>
|titolo = ''Best seller'' e ''long seller''
|contenuto = Sono due espressioni usate spesso quando si parla di libri di successo. Un '''''best seller''''' è un libro che occupa le prime posizioni nelle classifiche di vendita. Un '''''long seller''''' è invece un libro che, anche a distanza di molti anni dalla prima pubblicazione, continua ad avere ottimi riscontri commerciali.}}
 
La produzione letteraria nel secondo dopoguerra conserva i caratteri delle esperienze del primo Novecento. Come si è visto, le forze politiche (e il Partito Comunista su tutti) hanno sempre maggiore presa sugli intellettuali e se ne avvalgono sui loro organi di stampa.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1030}}</ref> Intanto nell'editoria si affermano nuovi modelli. Nel 1946 Leo Longanesi si trasferisce a Milano e apre, insieme a Giovanni Monti, la Leo Longanesi & C., destinata a diventare una delle principali case editrici italiane. Mondadori, Einaudi e Bompiani lanciano invece nuove collane dedicate alla narrativa contemporanea. Una rivoluzione avviene però nel 1949, quando nasce la BUR («Biblioteca Universale Rizzoli»), che per la prima volta propone una collezione di opere che vanno dall'antichità classica ai grandi autori dell'Ottocento e del Novecento. Il successo della collana è dato anche dal prezzo dei volumi, accessibili a larghe fasce della popolazione.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=78-84}}</ref>
Vari scrittori sono infine impegnati nell'industria dello spettacolo e in particolare nel cinema, che in Italia tra gli anni quaranta e sessanta conosce una grande fioritura. Molti autori collaborano poi con la radio e la televisione, mentre il teatro attraversa delle difficoltà, pur rimanendo un punto di riferimento per molte attività intellettuali.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1033}}</ref>
 
Affine alla BUR è la collana «Universale Economica» della milanese COLIP, che però proponeva grandi classici della letteratura attraverso canali di vendita autonomi e alternativi alla libreria.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|p=84}}</ref> Questa collana sarà poi acquisita nel 1954 da Giangiacomo Feltrinelli, che pochi anni dopo, nel 1957, pubblicherà in prima mondiale assoluta ''Il dottor Zivago'' di Boris Pasternak. Sempre negli anni cinquanta, Vanni Scheiwiller eredita dal padre la guida di All'insegna del Pesce d'Oro, che si imporrà come uno dei principali editori di poesia della seconda metà del Novecento.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=90-91}}</ref> Il mercato librario si allarga ulteriormente nella prima metà degli anni sessanta grazie a un canale fino ad allora poco sfruttato ma che garantisce maggiore capillarità: l'edicola. Dapprima utilizzata da editori come Motta e Fabbri per la vendita di enciclopedie in fascicoli, nel 1965 è scelta da Mondadori come canale principale per la diffusione della nuova collana «Oscar». L'idea rivoluzionaria è di uscire dalla libreria, proponendo ai lettori i grandi libri della letteratura contemporanea a cadenza regolare e a prezzi accessibili. Un modello subito imitato dagli altri editori, e che dà il via al successo del formato tascabile (volumi di buona qualità editoriale a prezzi contenuti), destinato a durare fino a oggi.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=99-101}}</ref>
=== La "letteratura industriale" ===
 
PiùSullo complessosfondo èdi queste trasformazioni, rimane complesso il rapporto tra autori e editori. Molti scrittori hanno difficoltà a vivere con i proventi dei diritti d'autore, mentre opere inizialmente scartate si rivelano in seguito dei clamorosi ''best seller'' - spesso postumi, come nei casi di Guido Morselli e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Acquistano sempre più peso l'istituzione dei premi letterari (come lo Strega, il Campiello e il Viareggio) e la diffusione delle varie forme di letteratura di massa (come il romanzo rosa, il poliziesco, la fantascienza, ma anche il fumetto e il fotoromanzo).<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | pp= 1030-1031}}</ref> Vari scrittori sono infine impegnati nell'industria dello spettacolo e in particolare nel cinema, che in Italia tra gli anni quaranta e sessanta conosce una grande fioritura. Molti autori collaborano poi con la radio e la televisione, mentre il [[../Teatro del secondo Novecento|teatro]] attraversa delle difficoltà, pur rimanendo un punto di riferimento per molte attività intellettuali.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1033}}</ref>
 
=== La "letteratura industriale" ===
[[File:Ivrea Primo Stabilimento Olivetti.JPG|thumb|left|Il primo stabilimento Olivetti a Ivrea]]
Nel numero 4 del ''Menabò'' (1961) Elio Vittorini pone il problema del rapporto tra industria e cultura, e di come gli intellettuali debbano sviluppare le tematiche legate alla nuova realtà industriale – problema che viene ripreso anche da [[../Italo Calvino|Calvino]] ed [[../Postmoderno#Umberto Eco|Eco]]. A inaugurare il filone di quella che viene definita dai critici "letteratura industriale" sarà Ottiero Ottieri, con il romanzo ''Tempi stretti'', del 1957: si tratta di una ricognizione dei rapporti tra i lavoratori (nei loro diversi compiti) e la fabbrica, ponendo l'attenzione su vari aspetti, dalle macchine alla catena di montaggio, dall'ambizione di carriera allo squallore della periferia e delle sistemazioni degli operai. A sancire l'affermazione di questo tipo di letteratura è il successivo libro di Ottieri, ''Donnarumma all'assalto'', nel quale vengono affrontati temi come le differenze tra Nord e Sud, tra la mentalità razionalistica della fabbrica e le condizioni di disagio legate a un elementare senso di uguaglianza che viene disatteso. Il punto di vista del narratore, tuttavia, non può essere quello dell'operaio, come riconosce lo stesso Ottieri intervenendo sul ''Menabò''. L'autore piuttosto mantiene l'atteggiamento di un osservatore scientifico che studia la fabbrica dall'esterno e stende il racconto in forma documentaria.<ref name="Baldi151">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Einaudi | p= 151}}</ref>
Line 51 ⟶ 56:
 
== Giorgio Bassani ==
[[File:Luigi Silori, Walter Mauro, Giorgio Bassani, Roberto Bettega, Giuseppe Brunamontini (1974).jpg|thumb|left|Da sinistra a destra: Luigi Silori, Walter Mauro, Giorgio Bassani, Roberto Bettega, Giuseppe Brunamontini. Foto del 1974]]
L'opera di Giorgio Bassani (Bologna, 4 marzo 1916 – Roma, 13 aprile 2000) è estranea sia all'esperienza del neorealismo sia a quella della neoavanguardia. Nato in una famiglia ebraica, si laurea in lettere a Bologna, dove segue le lezioni dello storico dell'arte Roberto Longhi e ha come relatore Carlo Calcaterra. Militante antifascista durante il regime e la seconda guerra mondiale, subisce anche la carcerazione. Dopo avere aderito alla Resistenza, milita nelle fila della sinistra. Dirige la rivista internazionale ''Botteghe Oscure'' e la collana di narrativa dell'editore Feltrinelli, per il quale scopre ''Il Gattopardo'' di Tomasi di Lampedusa (vedi oltre).<ref name="Baldi222">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Einaudi | p= 222}}</ref>
 
Line 88 ⟶ 93:
== Leonardo Sciascia ==
[[File:Leonardo Sciascia2.jpg|thumb|Leonardo Sciascia]]
Leonardo Sciascia nasce a Racalmunto, in provincia di Agrigento, l'8 gennaio 1921 in una famiglia piccolo borghese. Dopo avere conseguito il diploma magistrale, è maestro elementare dal 1949 al 1957. Fino al 1970 svolge altri incarichi statali. In questi anni inizia a dedicarsi alla letteratura. Il suo primo libro, '' Le parrocchie di Regalpetra'', viene pubblicato nel 1956. Nel 1961 raggiunge la notorietà con il romanzo ''Il giorno della civetta'', con cui porta in primo piano un argomento all'epoca minimizzato dall'informazione pubblica: la mafia. Negli anni settanta il suo ruolo di intellettuale impegnato acquista maggior peso. Eletto al consiglio comunale di Palermo nel 1975 come indipendente nelle file del PCI, si dimette nel 1977 perché in contrasto con la linea del "compromesso storico" scelta dal partito. In seguito si avvicina al Partito Radicale, diventa deputato (1979-1980) ed entra a far parte della commissione parlamentare sull'omicidio di Aldo Moro. Continua la sua attività civile contro la mafia e le sue collusioni con il potere politico. Si oppone inoltre alle leggi speciali antiterrorismo, in nome dei princìpi garantisti. Muore a Palermo il 20 novembre 1989 per le complicanze di un mieloma multiplo.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp=250-251 }}; </ref><ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=1086 }}</ref>
 
Fin dalle prime prove come scrittore, Sciascia si rivela come un autore impegnato a smascherare le storture della realtà siciliana e in generale di quella italiana. È però distante dall'intento mimetico e dal pietismo del neorealismo; piuttosto, osserva le cose con un lucido rigore allo scopo di cercare una soluzione. Tutta la sua attività intellettuale è animata da una costante ricerca della verità, immergendosi nelle trame più torbide, mosso da una razionalità civile e mantenendo sempre la propria indipendenza. Ha infatti fiducia che il sistema possa essere riformato attraverso l'uso della ragione, una fiducia che si ricollega direttamente alla sua ammirazione per l'Illuminismo settecentesco. Nei suoi romanzi, scritti di preferenza nella forma del giallo, si incontrano quindi personaggi positivi, come il capitano Bellodi del ''Giorno della civetta'', che sono portatori di valori positivi come la razionalità e la giustizia. Proprio questo rigore, tuttavia, lo farà approdare a un cupo pessimismo.
Line 129 ⟶ 134:
 
== Note ==
{{<references|2}} />
 
[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Tra realismo e sperimentazione]]