Storia della letteratura italiana/Letteratura e fascismo: differenze tra le versioni

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L'Italia esce vincitrice dalla prima guerra mondiale, ma deve scontare gravi problemi sociali ed economici. Nel clima di tensione che caratterizza i primi anni del dopoguerra trovano terreno fertile i fascisti guidati da Benito Mussolini, il quale nel 1922 riuscirà a ottenere il potere e in seguito a instaurare un regime totalitario. Il fascimo influenzerà profondamente la vita sociale, economica e culturale italiana nel periodo tra le due guerre, sia attraverso l'attività di propaganda sia attraverso l'esercizio della censura.
 
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=== Consensi al regime ===
[[File:Giovanni Gentile sgr.jpg|thumb|Giovanni Gentile]]
L'affermazione del fascismo può però ben presto contare sul massiccio appoggio degli intellettuali, come il filosofo [[w:Giovanni Gentile|Giovanni Gentile]](Castelvetrano, 29 maggio 1875 – Firenze, 15 aprile 1944), che sarà promotore del Manifesto degli intellettuali fascisti, con cui i numerosi firmatari garantiscono l'approvazione al regime. L'adesione degli intellettuali al fascismo presenta, sul piano culturale, motivazioni diverse. [[../Gabriele D'Annunzio|Gabriele D'Annunzio]], per esempio, rappresenta un modello illustre al quale si ispira lo stesso Mussolini ma, nonostante ciò, finisce per essere ben presto dimenticato.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=45 }}</ref>
 
Contraddittorio è il rapporto stabilito con il fascismo da Filippo Tommaso Marinetti. Nonostante le convinzioni nazionalistiche e totalitarie, si scontra con l'inconciliabilità fra l'ordine politico imposto da Mussolini e il disordine programmatico su cui si basa il futurismo.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp=45-46 }}</ref>
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=== Opposizioni ===
[[File:Piero Gobetti Energie Nove.jpg|thumb|''Energie Nove'', rivista fondata da Piero Gobetti]]
Altri intellettuali sono invece costretti ad abbandonare l'Italia, sia per evitare il carcere, sia per poter continuare la loro azione: è il caso di Ignazio Silone eed Emilio Lussu. QuetQuest'ultimo, in particolare, dopo essersi rifugiato in Francia, dà vita al movimento antifascista di Giustizia e Libertà.<ref name="Baldi46" /> Meno civili sono invece i provvedimenti presi nei confronti di Antonio Gramsci e Piero Gobetti. Entrambi, anche se con programmi molto diversi, si trovano in prima linea nel combattere un'accanita battaglia contro il fascismo. Il regime è costretto a ridurli al silenzio: Gramsci muore in carcere mentre Gobetti ripara a Parigi, dove muoreperisce poco dopo a causa di un'aggressione squadristica.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp=43-44 }}</ref>
 
A Torino nasce un gruppo di intellettuali contrari al fascismo, guidati dal professore liceale Augusto Monti. Il gruppo, riunito intorno alla rivista ''La Cultura'' e all'attività dell'esordiente casa editrice Einaudi, fa della cultura uno strumento di ricerca autonoma e in un secondo momento arriverà a dedicarsi alla cospirazione politica. Tra gli intellettuali coinvolti si possono ricordare Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio, Massimo Mila, Federico Chabod e molti altri.<ref name="Baldi46" />
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''Il Selvaggio'' ha invece un rapporto diretto con la politica. Viene fondato nel 1924 da Mino Maccari, il quale gli dà un taglio polemico e satirico, utilizzando anche il disegno e la grafica. La rivista rappresenta il movimento comunemente definito Strapaese, che sostiene il carattere rurale e paesano della cultura italiana, rifiutando polemicamente la cultura straniera e moderna. Tutto ciò viene identificato con lo spirito del nascente fascismo e per questi motivi diventa portavoce di alcuni manifesti fascisti. Al movimento di Strapaese si oppone quello di Stracittà, che critica la fedeltà alla tradizione, proponendo un'arte popolare ma moderna, calata in una dimensione urbana e industriale. Quest'ultimo ha il suo organo nella rivista ''900'', fondata e diretta a Roma da Massimo Bontempelli.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=47 }}</ref>
 
== Editoria ==
[[File:Luigi Pirandello, Sinclair Lewis 1932.jpg|thumb|Pirandello e Sinclair Lewis, ospiti del loro editore Arnoldo Mondadori, nel 1932]]
Anche l'editoria, in quanto utile strumento di propaganda e consenso, viene direttamente controllata dal regime attraverso la Federazione nazionale fascista dell'industria editoriale. In particolare viene caldeggiata la modernizzazione dell'editoria italiana, attraverso il rinnovamento degli impianti e della distribuzione, allo scopo di raggiungere un pubblico sempre più ampio. Nel 1927 viene inoltre organizzata a livello nazionale la prima Festa del libro, con il motto «libro e moschetto, fascista perfetto». Negli anni gli editori si allineeranno alle direttive del regime, inserendo nei loro cataloghi titoli di sicura ortodossia fascista, così da mantenere buoni rapporti con le gerarchie. A partire dagli anni Trenta si inasprirà anche la censura, soprattutto sulle opere straniere tradotte in italiano.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=52-53}}</ref>
 
A Bari prosegue in questi anni l'attività della casa editrice Laterza, che continua la pubblicazione delle opere di Benedetto Croce. Altro centro importante è Firenze, dove assume particolare rilievo, nell'ambito saggistico, la casa editrice Sansoni, il cui consulente più autorevole è Giovanni Gentile. Particolarmente significativa è poi la Alpes di Torino, che nella sua breve vita (1921-1931) prosegue nella diffusione di una cultura nazionalista imposta dal regime, aprendosi però ad alcuni autori stranieri. Pubblica infatti opere di giovani esordienti come Corrado Alvaro e Alberto Moravia, ma propone anche traduzioni di autori ottocenteschi (Flaubert) e contemporanei (Rilke, Strindberg).<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|p=57}}</ref>
== Editoria ==
A Bari prosegue l'attività della casa editrice Laterza, che continua la pubblicazione delle opere di Benedetto Croce. Altro centro importante è Firenze, dove assume particolare rilievo, nell'ambito saggistico, la casa editrice Sansoni, il cui consulente più autorevole è Giovanni Gentile.
 
La casa editrice Einaudi viene fondata nel 1933 da Giulio Einaudi, e svolge un'azione anticonformista e polemica nei confronti delle direttive del regime.
 
Sempre negli anni venti cresce il successo della Arnoldo Mondadori, fondata a Ostiglia nel 1907 ma stabilitasi a Milano nel 1919. In breve Mondadori diventa l'editore dei maggiori scrittori contemporanei e inizia il processo di trasformazione che porterà l'editoria italiana del secondo dopoguerra a diventare un settore industriale in senso moderno. Mondadori in particolare crea un vero e proprio modello, che si proponeva di pubblicare opere che venissero incontro alle esigenze di un ampio pubblico di lettori. Decisivo è, tra gli anni venti e trenta, l'arrivo alla direzione della casa editrice di Luigi Rusca, che lancia diverse collane, tra cui nel 1929 ''Libri gialli'' (dedicata ai polizieschi), nel 1933 ''Medusa'' e nel 1936 ''Omnibus'' (che propongono traduzioni di autori stranieri ottocenteschi e contemporanei).<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=58-60}}</ref>
Nel 1939 la Treves, storica casa editrice italiana celebre per aver pubblicato le opere di D'Annunzio, Pirandello e altri grandi della letteratura contemporanea, viene assorbita dalla Garzanti. Cresce intanto il successo della Arnoldo Mondadori in qualità di editore dei maggiori scrittori contemporanei. Con la Mondadori, inoltre, inizia il processo di trasformazione che porterà l'editoria italiana del secondo dopoguerra a diventare un settore industriale in senso moderno.
 
Gli anni Trenta vedono la nascita di varie case editrici che portano il nome dei loro fondatori, capaci di avere un ruolo di guida nei loro progetti editoriali. Nel 1929 inizia l'attività di Angelo Rizzoli, che avrà un ruolo di primo piano nell'editoria del secondo dopoguerra. Nel 1933 Giulio Einaudi fonda a Torino la casa editrice Einaudi, che svolge un'azione anticonformista e polemica nei confronti delle direttive del regime. Nel 1939 invece la Treves, storica casa editrice italiana celebre per aver pubblicato le opere di D'Annunzio, Pirandello e altri grandi della letteratura contemporanea, chiude e viene comprata dall'industriale Aldo Garzanti. Non si può infine dimenticare l'attività di Valentino Bompiani, che ben presto raccoglie attorno alla sua giovane casa editrice (fondata nel 1929) alcuni tra i più importanti scrittori del Novecento, come Alvaro, Brancati, Moravia (e, più tardi, intellettuali del calibro di Umberto Eco).<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=50 }}</ref>
 
== Note ==
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[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Letteratura e fascismo]]