Storia della letteratura italiana/Modernità e avanguardie: differenze tra le versioni

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=== Le riviste ===
Firenze nei primi anni del nuovo secolo diventa il centro dei dibattiti culturali e letterari, in quanto sede delle principali riviste culturali di queldel periodo. Enrico Corradini nel 1903 fonda la rivista ''Il Regno'', inizialmente orientata su posizioni nazionalistiche. Queste saranno attenuate nel 1905, quando la direzione passerà a Aldemiro Campodonico. Giuseppe Antonio Borgese tra il 1904 e il 1906 è l'animatore di ''Hermes'': rifacendosi all'esperienza dannunziana, si propone però un punto di vista critico, allo scopo di portare a un rinnovamento letterario.
 
Enrico Corradini nel 1903 fonda la rivista ''Il Regno'', inizialmente orientata su posizioni nazionalistiche. Queste saranno attenuate nel 1905, quando la direzione passerà a Aldemiro Campodonico.
 
Giuseppe Antonio Borgese tra il 1904 e il 1906 è l'animatore di ''Hermes'': rifacendosi all'esperienza dannunziana, si propone però un punto di vista critica, allo scopo di portare a un rinnovamento letterario.
 
Il ''Leonardo'' di Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini ha invece un orientamento più filosofico. È tra i primi a recepire le tendenze dell'irrazionalismo e si orienta verso il pragmatismo. Per la sua vivacità attira anche l'attenzione di Benedetto Croce. Con la fine della collaborazione tra i due fondatori, anche la rivista cessa le pubblicazioni: Papini si interesserà di spiritualismo ed esoterismo, mentre Prezzolini cercherà di coniugare in modo più stretto filosofia e impegno intellettuale.
 
[[File:La Voce.jpg|thumb|Prima pagina della ''Voce'']]
 
Nel 1908 Prezzolini dà vita a ''La Voce'', di cui sarà anche direttore fino al 1914 (eccetto alcuni mesi del 1912, durante i quali la direzione passa a Papini). La rivista non ha però un programma preciso, poiché la sua funzione è di favorire il dibattito tra le diverse posizioni espresse dai suoi collaboratori. Si occupa di argomenti politici e culturali, toccando temi come la religione, l'analfabetismo diffuso, la funzione della scuola, l'emigrazione, l'irredentismo. Alla fine il gruppo però si spaccherà sotto la spinta delle diverse posizioni politiche, e Prezzolini dal 1912 le darà un orientamento antidemocratico e interventista.<ref name="Baldi35">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=35 }}</ref>
 
Nel 1911 Gaetano Salvemini, uscito dal gruppo della ''Voce'', fonda la rivista ''L'Unità'', con intenti marcatamente politici (da non confondere con l'omonimo quotidiano fondato da Gramsci nel 1924). Lo stesso fanno Papini e Giovanni Amendola con ''L'Anima'', pubblicazione dedicata alla ricerca religiosa. Intanto, tra il 1914 e il 1916 Prezzolini cede la guida della ''Voce'' a Giuseppe De Robertis, che dà più spazio ai collaboratori che cercano nuove forme di espressione letteraria (è il periodo della cosiddetta ''Voce Bianca'').<ref name="Baldi35" /> Come scrive Ferroni, la «[[../Vociani|letteratura vociana]]» si caratterizza per una fusione di moralismo, autobiografisoautobiografismo e frammentismo. Nella poesia come nella prosa il frammento è il principale modo di espressione, perché più autentico e immediato. A questo si accompagna una prospettiva polemica di autocritica, tutti elementi che la avvicinano alla corrente dell'espressionismo. Tra i principali collaboratori della ''Voce'' si ricordano Scipio Slataper, Renato Serra, Sibilla Aleramo.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 907}}</ref>
 
In seguito, dalla collaborazione tra Papini e Ardengo Soffici nasce ''Lacerba'', organo di stampa del futurismo fiorentino: di orientamento interventista, termina le pubblicazioni con l'ingresso dell'Italia in guerra nel 1915. In precedenza, tra il 1905 e il 1909 Filippo Tommaso Marinetti era stato il principale animatore di ''Poesia'', che pubblicava i testi dei nuovi poeti simbolisti europei e italiani, e preparava la strada ai futuristi. Si deve infine ricordare anche ''La Critica'', la rivista letteraria fondata e diretta da Benedetto Croce, attiva tra il 1903 e il 1944.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=36 }}</ref>
 
=== L'editoria libraria ===
[[File:Carlo Michelstaedter.png|thumb|Carlo Michelstaedter (autoritratto)]]
Nei primi due decenni del Novecento proseguono le dinamiche iniziate alla fine del secolo precedente. Da un lato la produzione guarda con sempre maggiore interesse ai nuovi lettori provenienti dai ceti popolari e operai. Dall'altro anche l'editoria libraria è interessata dalle spinte verso il rinnovamento politico e culturale. Uno schema molto utilizzato per interpretare le dinamiche editoriali di gran parte del Novecento distingue quindi tra una '''editoria di consumo''', rivolta al pubblico popolare, e una '''editoria di cultura'''.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|p=43}}</ref>
 
Milano si conferma capitale italiana dell'editoria, molto forte sul mercato dell'intrattenimento e della divulgazione. Firenze, grazie anche all'attività di Papini e Prezzolini, è invece sede di editori più orientati a intenti pedagogici e civili. A Roma nel 1901 muove i primi passi l'Istituo Geografico DeAgostini (che nel 1908 trasferirà la sede a Novara), mentre a Bari nasce, nello stesso anno, la Giuseppe Laterza & Figli, che porterà avanti importanti progetti culturali sotto la direzione di Benedetto Croce.
=== Carlo Michelstaedter ===
 
{{vedi pedia|Carlo Michelstaedter}}
Le maggiori case editrici del periodo puntano però sul vasto mercato della narrativa. Il più importante editore di questo settore sono i Fratelli Treves, che propongono nel loro catalogo vari titoli di facile consumo insieme a scrittori poi divenuti classici della letteratura italiana come D'Annunzio e l'esordiente Pirandello, di cui pubblicano ''Il fu Mattia Pascal''. Si affacciano inoltre altri editori di narrativa, come Baldini e Castoldi (fondata a Milano nel 1896), che pubblica tra gli altri i romanzi di Fogazzaro e Guido Da Verona. Le opere di quest'ultimo, di argomento sentimentale e ispirate al dannunzianesimo, riscuotono in particolare un grande successo commerciale e si impongono come veri e propri ''best seller''.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=44-47}}</ref>
Isolata e solitaria è la posizione del giovane filosofo Carlo Michelstaedter (Gorizia, 3 giugno 1887 – Gorizia, 17 ottobre 1910), ricordato per la sua unica opera compiuta, ''La persuasione e la rettorica'', la tesi di laurea che completò poco prima di togliersi la vita. Intriso di pensiero pessimistico, esperto di matematica, di letteratura greca, di Schopenhauer, Nietszche e [[../Giacomo Leopardi|Leopardi]], estraneo alla letteratura vociana, concentra la sua riflessione sulla contrapposizione tra la ''persuasione illusoria'' su cui si basa la vita umana (tesa ad allontanare la paura della morte) e la ''persuasione autentica'' della vita immediatamente presente a se stessa. «Persuaso» è chi sa impossessarsi del presente, ma la difficoltà di questa situazione dà origine alla ''rettorica'', cioè un insieme di valori apparenti.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 910}}</ref>
 
== Le avanguardie ==
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[[File:Tzara by Tihanyi.jpg|thumb|Tristan Tzara ritratto da Lajos Tihanyi (1927)]]
 
ParallalelamenteParallelamente, questa attenzione per i linguaggi porterà alla nascista del formalismo, che si basa sul concetto dell'''autonomia del significante'', e cioè che le forme artistiche hanno un valore autonomo e superiore al contenuto. Principale esponente di questa corrente è [[w:Velimir Chlebnikov|Velimir Chlebnikov]]. La diffusione dell'avanguardia in Europa vede strettamente collegate tra di loro le diverse esperienze artistiche, da quelle letterarie a quelle musicali o figurative (per esempio cubismo ed espressionismo). In questo contesto è centrale la figura di [[w:Guillaume Apollinaire|Guillaume Apollinaire]].<ref name="Baldi9">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=9 }}</ref>
 
Durante la guerra vede la luce un altro importante movimento destinato a incidere sull'arte Europea: è il [[w:Dadaismo|dadaismo]], nato dalle intuizioni del rumeno Tristan Tzara. Contestando il futurismo, le sue norme e la sua organizzazione, Tzara nel programma di "dada" (il cui significato non è mai stato chiarito) parla di un'arte anarchica e priva di regole. I dadaisti non si propongono un mondo nuovo, ma contestano quello presente, ricorrendo alle armi della parodia, del gioco, del ''non sense''.<ref name="Baldi9" />
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Contemporaneamente, accanto al filone dello spettacolo assoluto sostenuto da D'Annunzio, si fa strada nel teatro del Primo Novecento un'esigenza di rinnovamento dall'interno. In questo contesto, Silvio D'Amico promuove la nascita di un teatro nuovo, che guardi alla scena europea e ai suoi risultati, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della regia. Altra importante figura del teatro italiano di questi anni è Anton Giulio Bragaglia, regista e fondatore del Teatro degli Indipendenti. Aderendo al modello del teatro totale, Bragaglia contribuisce a sprovincializare la cultura italiano portando sulle scene testi dei maggiori drammaturghi europei contemporanei, come Strindberg, Wedekind, Apollinaire e altri.<ref>{{cita libro | autore=Franco Perrelli | titolo=Il teatro italiano del Primo Novecento | curatore=Franco Perrelli | opera=Storia europea del teatro italiano | editore=Carocci | città=Roma | anno=2016 | pp=306-309 }}</ref> A partire dagli anni venti, il teatro italiano sarà però dominato dalla figura di Luigi Pirandello, i cui drammi avranno risonanza internazionale.
 
=== Un intellettuale appartato: Carlo Michelstaedter ===
[[File:Carlo Michelstaedter.png|thumb|Carlo Michelstaedter (autoritratto)]]
Isolata e solitaria è la posizione del giovane filosofo Carlo Michelstaedter (Gorizia, 3 giugno 1887 – Gorizia, 17 ottobre 1910), ricordato per la sua unica opera compiuta, ''La persuasione e la rettorica'', la tesi di laurea che completò poco prima di togliersi la vita. Intriso di pensiero pessimistico, esperto di matematica, di letteratura greca, di Schopenhauer, NietszcheNietzsche e [[../Giacomo Leopardi|Leopardi]], estraneo alla letteratura vociana, concentra la sua riflessione sulla contrapposizione tra la ''persuasione illusoria'' su cui si basa la vita umana (tesa ad allontanare la paura della morte) e la ''persuasione autentica'' della vita immediatamente presente a se stessa. «Persuaso» è chi sa impossessarsi del presente, ma la difficoltà di questa situazione dà origine alla ''rettorica'', cioè un insieme di valori apparenti.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 910}}</ref>
 
== Note ==