Storia della letteratura italiana/Poesia del dopoguerra: differenze tra le versioni

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{{Storia della letteratura italiana|sezione=8}}
Il dramma della seconda guerra mondiale e le difficoltà della ricostruzione indussero anche nei poeti nuovi interrogativi e una maggiore partecipazione al reale.<ref name="Baldi187">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di storia della letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | p=187}}</ref> Il nuovo orizzonte ideologico e culturale portò anzitutto al tentativo di dar vita a una corrente neorealista anche in poesia; tuttavia, i risultati più importanti si devono a poeti legati ancora alla tradizione lirica novecentesca. In questi decenni proseguirà l'attività di Saba e Montale, che come è noto pubblicheranno importanti raccolte, e si affermeranno nuove voci.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1089}}</ref>
 
== Caratteri della poesia del dopoguerra ==
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Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977) è considerato uno dei maggiori rappresentanti della linea sabiana, sia per il richiamo diretto alla «vita» sia per la sua fedeltà alle forme classiche.<ref name="Ferroni1091">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1091}}</ref> Pubblica la prima raccolta, ''Poesie'', nel 1939, a cui seguono ''Appunti'' (1950) e ''Una strana gioia di vivere'' (1956), tutte riunite, insieme ad alcuni inediti, nel volume ''Poesie'' (1957). Nelle nuove edizioni di questa raccolta sono poi via via confluite le pubblicazioni successive.
 
Come Saba, Penna parte dalla realtà comune, prendendo le distanze dalle strutture analogiche tipiche dell'ermetismo.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di storia della letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | p=239}}</ref> La sua produzione poetica costituisce un canzoniere in continua crescita, dove vengono ripresi motivi e accenti musicali, e dove è possibile ritrovare echi e richiami interni. Il tema centrale dell'amore omosessuale viene sublimato attraverso il riferimento a elementi amorosi generali, e anche quando racconta storie concrete vengono trasferite su un piano superiore.<ref name="Ferroni1091" /> Le composizioni hanno inoltre un carattere epigrammatico, con testi di pochissimi versi attraverso cui si esprime un lungo canto di gioia. Come scrive Ferroni, lo stesso Penna sembra aspirare a una dimensione antica e pagana, trasponendo gli incontri della modernità in un mondo classico e fuori dal tempo. Dietro alla gioia, tuttavia, si nasconde l'angoscia, che costringe il poeta a una morte lenta senza disperazione.<ref name="Ferroni1092">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1092}}</ref>
 
== Attilio Bertolucci ==
[[File:Attilio Bertolucci.jpeg|thumb|Attilio Bertolucci]]
Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000) è stato compagno di studi di [[../Tra realismo e sperimentazione#Giorgio Bassani|Giorgio Bassani]] all'università di Bologna, dove si è laureato in Lettere ed è stato allievo di Roberto Longhi. Ha quindi insegnato storia dell'arte (1930-1954), e in seguito ha collaborato all'''Approdo'' come giornalista e autore di programmi per la Rai. Ha maturato la sua vocazione poetica nell'ambiente emiliano, a contatto con Cesare Zavattini, Giovanni Guareschi, Silvio D'Arzo, Oreste Macrì. Nel 1939 ha fondato, presso l'editore Guanda, la collana poetica «La Fenice».<ref name="Baldi246">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di storia della letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | p= 246}}</ref>
 
Ha esordito negli anni trenta con una poesia che si caratterizza per la gioiosa affermazione di una realtà sensuale e per la singolare intensità dei suoi accenti – una cifra poetica a cui rimarrà fedele fino agli ultimi anni. La prima raccolta, ''Sirio'', appare nel 1929, seguita da ''Fuochi di novembre'' (1934).<ref name="Ferroni1092" /> Le brevi liriche che le compongono si rivolgono alla natura e alla sue impressioni sul soggetto, prendendo le distanze dall'Ermetismo che all'epoca si stava sviluppando. ''La capanna indiana'' (1951) è un poemetto dall'andamento piano e lontano dal lirismo ermetico e dai toni ideoligici tipici del Neorealismo. In ''Viaggio d'inverno'' (1971) la poesia diventa più inquieta e drammatica, toccando i temi della nevrosi e della malattia. ''La camera da letto'' (1984 e 1988) è un poema narrativo in due volumi e 46 canti, che ruota attorno alla vita familiare e al succedersi delle generazioni.<ref name="Baldi246" />
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== Giorgio Caproni ==
Giorgio Caproni, nato a Livorno il 7 gennaio 1912 e morto a Roma il 22 gennaio 1990, è autore di una poesia caratterizzata da una apparente spontaneità e dall'abbandono alla musicalità della parola, che però riesce a esprimere appieno le lacerazioni del Novecento.<ref name="Ferroni1099">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p=1099 }}</ref> La forma semplice e chiara dei suoi versi, lontana da qualsiasi forma di intellettualismo, riesce a ricreare sensazioni vivide grazie a immagini concrete. Concepisce però la poesia come artificio e, proprio per questo, la considera limitata e insufficiente.<ref name="Baldi242">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di storia della letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | pp= 242-243}}</ref>
 
Durante la giovinezza si interessò alla musica e alla letteratura. La sua poesia si inserisce in una linea ligure, erede delle suggestioni di Sbarbaro e Montale. La prima raccolta, ''Come un'allegoria'' (1936), è dedicata a una ragazza che l'autore ha amato e perduto, tema che verrà ripreso nel successivo ''Ballo a Fontanigorda'' (1938). La semplicità dei versi si sovrappone alla durezza del contenuto, che propone immagini concrete come allegorie del dolore. Nella seconda raccolta, inoltre, si fa strada una nuova immagine femminile, simbolo di vitalità, e compare frequentemente il motivo del mare.<ref name="Baldi242" />
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Nato a Luino il 27 luglio 1913 e morto a Milano il 10 febbraio 1983, Vittorio Sereni «fornisce l'immagine più equilibrata e coerente di una borghesia intellettuale progressista»,<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p=1095 }}</ref> ponendosi in linea con il razionalismo laicista e democratico lombardo, di ascendenza illuministica.
 
Dopo gli studi a Brescia frequenta l'università a Milano, dove si laurea con una tesi su Gozzano. Nella città lombarda entra in contatto con i giovani intellettuali della rivista ''Corrente'', tra i quali ha un ruolo di guida il filosofo [[w:Antonio Banfi|Antonio Banfi]]. Nel 1941 compare ''Frontiera'', la prima raccolta di versi, che verrà poi ampliata e ripubblicata con il titolo di ''Poesie'' (1942). L'atmosfera di inquietudine che caratterizza gli ambienti lacustri e prealpini descritti nei testi rimanda alla precarietà di un mondo minacciato. Lo stesso titolo rimanda a una situazione di "confine" e al senso di incertezza che genera.<ref name="Baldi251">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di storia della letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | pp= 251-252}}</ref>
 
Chiamato alle armi, Sereni è inviato in Grecia e poi in Sicilia, ma dopo lo sbarco delle forze statunitensi viene catturato dagli Alleati e condotto prigioniero in Algeria e Marocco. Da questa esperienza nasceranno i componimenti raccolti in ''Diario d'Algeria'' (1947). Qui viene accentuata la componente diaristica già presente in ''Frontiera'', ma la chiusura espressiva derivata dall'ermetismo lascia spazio a una comunicazione più distesa. Si fa largo inoltre l'idea che che si debba accettare integralmente il proprio destino e i propri limiti, senza possibilità di evasione.<ref name="Baldi251"/> Viene poi sviluppa la contraddizione tra la staticità del campo di prigionia e gli eventi che si consumano sulla scena del mondo, dove infuria la guerra.<ref name="Ferroni1096">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p=1096 }}</ref>