La filosofia greca/La filosofia e la vita quotidiana: differenze tra le versioni
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Protagora e Gorgia, con Prodico e Ippia, furono la punta dell’iceberg di una generazione di nuovi “sapienti” (in greco: ''sophoi'') dediti ad una '''attività''' pubblica, ad un impegno intellettuale proposto come professione. Un lavoro, il loro, collaterale all’attività politica dei cittadini di Atene. Filosofi ma praticanti al servizio di chi poteva permettersi di ricompensare quella che oggi chiameremmo una “consulenza” professionale. Al sofista era richiesto di definire il nuovo orizzonte delle relazioni umane e di insegnare una “tecnica” politica, quella necessaria a convincere l’assemblea circa il valore delle proprie opinioni. Saper argomentare, in politica, è spesso più importante che conoscere e dire la verità.
La verità, per i sofisti, è ciò che è utile per il bene comune, non è né eterna né immutabile; non è Unica, non è Assoluta. Essa si esprime vivendo e ha i suoi confini nella condivisione.
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