Storia della letteratura italiana/Pietro Bembo: differenze tra le versioni
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Pietro Bembo
== La vita ==
[[File:Pietro Bembo - Titian.jpg|thumb|left|Tiziano, ''Ritratto di Pietro Bembo'' (1539) Washington, National Gallery of Art]]
Nasce a Venezia il 20 maggio 1470 dall'antica famiglia patrizia dei Bembo,
Pietro Bembo si laurea all'Università di Padova e fa ulteriori studi (1497-1499) alla corte di Ferrara, che allora gli Este avevano trasformato in un importante centro letterario e musicale. Lì incontra [[../Ludovico Ariosto|Ludovico Ariosto]] e inizia
Torna a Ferrara nel 1502, dove conosce Lucrezia Borgia, all'epoca moglie di Alfonso d'Este, con la quale ha una relazione. In
Dopo la morte del pontefice nel 1521, si trasferisce a Padova, dove abita la sua amante Faustina Morosina della Torre, dalla quale avrà anche un figlio. Durante il suo soggiorno a Padova pubblica a Venezia le ''Prose della volgar lingua'', nel 1525. Nel 1529 ritorna a Venezia dove ricopre l'incarico di storiografo della Repubblica di Venezia e bibliotecario della Biblioteca Marciana. Nel 1539 papa Paolo III lo crea cardinale diacono con titolo di San Ciriaco ''in thermis''. Torna quindi a Roma, dove, sempre nel 1539 è ordinato sacerdote.<ref>Paolo III aveva creato Pietro cardinale diacono ''in pectore'' nel dicembre 1538, senza peraltro rendere pubblica la nomina, cosa che avvenne quasi un anno più tardi, quando il Bembo era stato ordinato sacerdote e poté così ottenere un titolo presbiterale e non una diaconia.</ref> Rinuncia agli studi di letteratura classica, dedicandosi alla teologia e alla storia classica. Nei quattro anni successivi è eletto vescovo di Gubbio prima e di Bergamo poi. Muore a Roma, all'età di 76 anni, il 18 gennaio 1547.
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== Le opere in latino e in volgare ==
[[File:Bembo-originalschnitt.jpg|thumb|upright=1.4|L'incipit del ''De Aetna'', scritto nel carattere bembo]]
Da scrittore, Bembo è uno dei più eminenti rappresentanti dei ciceroniani, gruppo che si prefiggeva la restaurazione di uno stile ispirato alla classicità romana, contrassegnato dall'imitazione dei due modelli principali della lingua latina (trasportati anche in quella volgare): Cicerone per la prosa e Virgilio per la poesia.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio
Tra i suoi scritti in latino spiccano soprattutto il ''De Aetna ad Angelum Gabrielem liber'' (da Aldo Manuzio, Venezia 1495, in cui utilizza il nuovo carattere Bembo), le ''Epistolae'' (''Leonis X. nomine scriptae'', 16 volumi, Venezia 1535; ''Familiares'', 6 volumi), i ''Rerum veneticarum libri XII'' (''Storia della Repubblica Veneta dal 1487 al 1513'', Venezia 1551), l'''Historia veneta'' scritta dal 1487 al 1513; pubblicata nel 1551, poi tradotta dallo stesso in italiano (''Istoria Viniziana''), i ''Carmina'' (Venezia 1533), dove si pone nella tradizione del dolce [[../Lo stilnovo|stilnovo]] e di Petrarca.
Tra i suoi più importanti scritti in volgare ci sono ''Gli Asolani'', discorsi filosofici sull'amore platonico, stampati sempre da Aldo Manuzio (Venezia 1505) e dedicati a Lucrezia Borgia. Tuttavia, la forma volgare che più interessa Bembo è la lirica: nelle ''Rime'', scritte durante tutta la sua vita ma pubblicate solo nel 1530, imita la lirica di Petrarca in modo attento ed equilibrato, alla ricerca di uno splendore formale rispetto al quale i contenuti sono secondari e inessenziali.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni
Nel 1501 Bembo
== Le ''Prose della volgar lingua'' ==
{{vedi source|Prose della volgar lingua}}
Offerte in forma di manoscritto a papa Clemente VII nel 1524 e pubblicate l'anno seguente a Venezia, le ''Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua'' sono il documento più autorevole della discussione cinquecentesca sulla lingua
Nel primo libro viene ripercorsa la storia del volgare e si afferma la superiorità del fiorentino
Il modello bembiano permetteva di superare lo sperimentalismo linguistico e le varie ''koiné'' regionali in favore di una lingua che avesse un'estensione nazionale. La sua teoria rispondeva alle esigenze sorte nel Quattrocento con il ritorno al volgare e la riscoperta della letteratura duecentesca e trecentesca, oltre alla necessità di avere una lingua letteraria illustre che superasse la frammentazione linguistica, conseguenza del frazionamento politico.<ref name="Petronio263"/> La soluzione di Bembo, d'altra parte,
Le tesi di Bembo
== Note ==
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Bembo]]
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