Storia della letteratura italiana/Matteo Maria Boiardo: differenze tra le versioni
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Il ciclo carolingio e il paladino Orlando sono al centro dell'opera di un altro grande della letteratura italiana del
I signori di Ferrara avevano saputo favorire la formazione di una letteratura in volgare che, pur rifacendosi alla letteratura in toscano, puntava a conferire dignità anche al volgare ferrarese. Questa politica culturale fu inaugurata da Niccolò III e fu portata avanti da Leonello, Borso ed Ercole I. Principali animatori furono Donato Albanzani, Giorgio Aurispa e soprattutto Guarino Veronese e il figlio Battista, che diffusero il platonismo a Ferrara fondando una duratura tradizione nella corte.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p=223 }}</ref>
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[[File:Rocca dei Boiardo.jpg|thumb|left|La rocca dei Boiardo (Scandiano)]]
Nell'estate del 1473 esplode a Reggio la controversia del canale del Secchia: tale manufatto portava l'acqua dal fiume che scorre presso la città ai campi del contado, ma i reggiani erano stati danneggiati da un'azione dei carpigiani che, appoggiati dal loro signore, Marco Pio, avevano l'argine del canale sotto Casalgrande, di cui era conte proprio Boiardo, titolo, questo, ereditato analogamente a quello di conte di Scandiano. Boiardo chiede al Consiglio degli Anziani di Reggio l'autorizzazione a brandire le armi contro i signori Pii di Carpi per porre fine alla questione in quanto anch'egli risultava gravemente danneggiato dall'abuso.
Da ciò deriva un contrasto familiare: la vedova dello zio paterno Ascanio, Taddea Pio, sorella del signore di Carpi, si oppone al nipote per gli interessi dei parenti, in particolare dei nipoti e dei figli, altri parenti del ramo dei Boiardo che traevano vantaggio dalla rottura dell'argine a Casalgrande. L'irrisolvibile ''querelle'' porta a un tentativo di avvelenamento di Boiardo architettato dal cancelliere di Giovanni Boiardo, cugino del poeta, figlio del defunto Ascanio e di Taddea. Tuttavia un servo di Matteo, Boioni, chiamato a far parte del delitto, avverte il padrone: Boiardo ordina al delatore di fingere di assecondare l'invito dei cospiratori per poi catturare e imprigionare Boioni e procurarsi la prova del delitto, il veleno stesso, per portarlo di fronte al duca.
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La raccolta degli ''Amorum libri'' (nota anche come ''Canzoniere'') si compone di 180 testi, scritti fra il 1469 e il 1471, ordinati secondo uno schema preciso:
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Ciascun libro ha inoltre la stessa struttura: 50 sonetti e 10 liriche di altro verso. I componimenti, come già ricordato, cantano l'amore per una certa Antonia Caprara, conosciuta dal poeta a Reggio. Il modello è il ''Canzoniere'' di Petrarca, ma vi sono differenze evidenti, sia nella vitalità della rappresentazione della natura (ricca di luci, colori, sensazioni), sia nel linguaggio, che conserva una forte impronta emiliana.
A Boiardo
== ''Orlando innamorato'' ==
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Il poema, senza dubbio il capolavoro di Boiardo, riprende con grande fantasia e gusto narrativo i temi e i personaggi dei romanzi cortesi, ancora molto diffusi e apprezzati a Ferrara e nell'Italia centro-settentrionale, tanto presso il pubblico colto quanto presso il popolo. Completa la fusione tra i due principali filoni narrativi preesistenti, ossia il ciclo carolingio (Carlo Magno e i suoi paladini) e il ciclo bretone (i cavalieri della Tavola rotonda), iniziata nei secoli precedenti.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=L'Umanesimo, il Rinascimento e l'età della Controriforma | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=83 }}</ref>
Il poema
=== Composizione e struttura ===
Boiardo inizia a lavorare all<nowiki>'</nowiki>''Orlando innamorato'' nel 1476
Come [[../Luigi Pulci|Pulci]], anche Boiardo riprende la materia del suo cantare
{{trama libro|testo=Alla corte bandita di Carlo Magno, mentre sono riuniti i migliori cavalieri cristiani e saraceni, giunge Angelica, la bellissima figlia del re del Cataio (Cina), la quale si offre in sposa a chiunque riesca a sconfiggere il fratello Argalia. I paladini presenti, immediatamente innamorati di lei, accettano la sfida. Argalia però ha delle armi magiche, con le quali atterra molti avversari, che vengono fatti prigionieri. Viene tuttavia sconfitto e ucciso da Ferraguto. Angelica fugge inseguita da Orlando e Rainaldo, entrambi innamorati di lei. Giunti alla selva delle Ardenne, Rainaldo e Angelica bevono a una fonte magica: Rainaldo inizia a provare odio per la donna, la quale, viceversa, si innamora perdutamente del paladino. Alla ricerca dell'amato, Angelica trascina con sé Orlando in varie avventure. Alla fine rimane prigioniera nella rocca di Albraccà, dove è trattenuta dal re di Tartaria Agricane. Dopo un lungo assedio e varie vicissitudini, Orlando uccide Agricane. Nel frattempo il re africano Agramante e il re di Spagna Marsilio guidano i mori alla conquista della Francia. Anche Angelica torna in terra francese alla ricerca di Rainaldo, seguita ancora da Orlando. Rainaldo e Angelica bevono nuovamente alla fonte magica, e si scambiano le parti. A questo punto Rainaldo e Orlando si affrontano in duello, ma vengono fermati dal re Carlo, che promette la fanciulla in sposa a chi dei due combatterà più valorosamente nella guerra contro i mori. Qui si interrompe la narrazione: la sfida tra i due paladini sarà il punto di partenza dell<nowiki>'</nowiki>''Orlando furioso'' di Ariosto, la cui prima edizione sarà pubblicata nel 1516. }}
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Il racconto procede attraverso mille avventure: si intrecciano tra di loro numerosi fili, corrispondenti ad altrettanti personaggi diversi, secondo il procedimento noto come ''entrelacement''. La narrazione sembra potersi estendere all'infinito. Ogni vicenda viene seguita fino a un certo punto e poi abbandonata per passare a un'altra avventura, in un continuo andare e tornare da un'avventura all'altra.
Il poema presenta inoltre le caratteristiche di un testo scritto per coinvolgere gli
=== La lingua ===
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