Platone: istruzioni per il mondo delle idee/Apologia di Socrate: differenze tra le versioni

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Gli accusatori di Socrate sono Meleto, Anito e Licone, rispettivamente un poeta, un politico e un oratore. Questi rappresentano la rivincita delle categorie umiliate da Socrate durante la sua ricerca della saggezza. Il filosofo, infatti, dopo essere stato definito dall'oracolo di Delfi "l'uomo più saggio di Atene", inizia a cercare qualcuno più sapiente di lui recandosi proprio dai politici, dai poeti e gli oratori, scoprendo che questi in verità non sanno nulla di quel che dicono di sapere e mettendoli di fronte alla propria ignoranza. Egli dunque capisce che il vero sapiente è colui che sa di non sapere e che la vera sapienza è puramente divina.
 
[[File:Socrates Louvre.jpg|left|thumb|Testa di Socrate conservata al Louvre]]
Socrate viene accusato di corrompere i giovani, di non riconoscere gli dei della città e di introdurne di nuovi (il demone socratico). Per difendersi, dialoga direttamente con Meleto, facendogli ammettere come sia impossibile che la maggior parte delle persone sappia distinguere cosa sia giusto fare e cosa non fare. Meleto afferma anche che le persone accettano di stare solo con chi agisce nel giusto. Questo implica che Socrate non può corrompere i giovani o, se lo fa, avviene in modo inconsapevole perchè altrimenti saprebbe di ritrovarsi da solo. Per questo motivo, Socrate non deve essere processato, ma istruito.