Platone: istruzioni per il mondo delle idee/Cratilo: differenze tra le versioni

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'''==Cratilo: Platone contro l'omologazione del linguaggio'''==
 
Il Cratilo di Platone (la cui datazione oscilla tra il 390 e il 370 a.C.) è un dialogo che si può collocare a cavallo tra la fase giovanile e quella della maturità della produzione platonica.
La tematica sui cui è incentrato è quella della correttezza dei nomi. Il fine dell'opera è, infatti, quello di definire l’effettiva relazione nome-cosa e se i nomi siano posti correttamente, rispetto alle cose cui sono stati assegnati.
 
Il testo si sviluppa attraverso il dialogo tra i tre personaggi: Socrate, Ermogene e Cratilo. Quest'ultimo, difende il naturalismo linguistico, sostenuto da Eraclito e da Parmenide, opponendosi ad Ermogene, che invece espone la teoria convenzionalistica, sostenuta dai [[w:Sofisti|Sofisti]] e da [[w:Democrito|Democrito]].
 
Nel resto dell'opera, Socrate porta prima argomenti contro Ermogene (le parole non sono arbitrarie), poi si lancia nella lunga e folle cavalcata etimologica che occupa la porzione centrale del dialogo. Infine, nell’ultima parte, porta argomenti contro Cratilo: studiare il linguaggio non serve a conoscere il mondo.
 
Cratilo sostiene che il nome è sempre giusto, sempre vero, perché è della stessa natura delle cose che descrive (teoria naturalistica del linguaggio). Il nome sbagliato non è un vero nome. Se gli uomini conoscono e apprendono la natura delle cose attraverso i nomi, è evidente che non potrebbe esistere nessuna conoscenza se il linguaggio non fosse corretto, cioè se i nomi non fossero della stessa natura delle cose.
 
Per Ermogene invece il nome esiste per legge e per consuetudine, i nomi sono convenzioni, e raccontano le cose a chi ha stabilito queste convenzioni (teoria sofistica del linguaggio). Egli addiviene al nome come proposizione concentrata, ovvero entità elementari, i principi dei nomi stessi, non ulteriormente scomponibili.
I nomi primitivi devono anch’essi rivelare la natura delle cose ma, non potendo essere scomposti in ulteriori elementi, devono farlo in altro modo, cioè per via imitativa, su fenomeni che vengono osservati. Inoltre, secondo Ermogene, ci sono vari gradi di correttezza, per cui certi nomi sono più appropriati, altri meno appropriati, come certi ritratti sono più somiglianti, altri meno somiglianti. Se il nome riproducesse tutti i caratteri dell’oggetto, non si saprebbe quale è il nome e qual è l’oggetto.
Se il nome riproducesse tutti i caratteri dell’oggetto, non si saprebbe quale è il nome e qual è l’oggetto.
 
Il contenuto dell'opera può essere suddiviso in tre principali nuclei narrativi:
# La confutazione della tesi di Ermogene;
# Lo sviluppo della teoria naturalistica;
# Socrate contro Cratilo;