Platone: istruzioni per il mondo delle idee/Sofista: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 4:
'''Il Sofista: le sfumature delle idee'''
 
Il [[w:Sofista (dialogo)|Sofista]] è un dialogo [[w:Ontologia|ontologico]] scritto da Platone nel suo ultimo periodo di scrittura, nel quale riflette sulla speculazione delle idee nel mondo sensibile in cui esse partecipano. Fa parte della trilogia che comprende anche il [[w:Cratilo |Cratilo]] e il [[w:Teeteto |Teeteto]] . In esso dà spazio alla ricerca per la definizione del termine ''sofista'', che appare sotto alcuni aspetti paragonabile al filosofo o al politico. Si concentra sulla natura della [[w:diairetica |diairetica]] e sul problema del criterio della falsità e della verità, facendo anche una distinzione tra identità e diversità. Il dialogo si apre con [[w:Socrate |Socrate]] che cede il posto allo straniero di Elea, il quale resta anonimo per tutta l'opera, e chea sua volta intraprende una discussione con l'alunno di [[w:Teodoro |Teodoro]], Teeteto. Nel ''Sofista'' Platone attribuisce al sofista stesso sei definizioni diverse. Nella ''prima definizione'' viene identificato come cacciatore di giovani facoltosi, nella ''seconda'' come commerciante di nozioni inerenti all'anima, nella ''terza'' venditore di tali nozioni e di conseguenza delle sue conoscenze. Mentre nella ''quarta definizione'' il Sofista ha il ruolo di venditore di prodotti fatti in casa, a seguire interpreta colui che prende parte alle discussioni con arte e viene definito cacciatore, purificatore( di''quinta animedefinizione'' e), coluipurificatore chedi èanime in possesso di tutto lo scibile umano, con la capacità di contraddire su qualsiasi argomento ( ''sesta definizione'' ).
 
A seguire Platone incentra il suo dialogo anche sulla ''teoria dei generi sommi dell'essere'' e divide le idee attribuendo ad ognuna di esse uno degli attributi fondamentali di ciascuna : per l'idea di essere ogni idea è o esiste, poichèpoiché esiste sempre per se stessa; per l'idea dell'identico invece ogni idea è identica a se stessa, ma allo stesso tempo diversa dalle altre perchèperché ognuna ha caratteristiche proprie; inoltre ogni idea può essere fine a se stessa, quindi restare ferma, e allo stesso tempo entrare in relazione con altre; questi ultimi due concetti ci riportano all'idea di quiete e movimento. Il dialogo si basa sulla ricerca del sofista a cui Platone cerca di attribuire una definizione creando una figura simile a quella di un filosofo o un politico, attraverso un metodo [[w:diairetico|diairetico]], per esempio fa similitudini e lo paragona ad un pescatore. Il filosofo di Elea nel corso dell'opera prova a dare una spiegazion perspiegare il concetto di non essere, il quale viene confuso con il nulla. A titolo esemplificativo "A non è B" significa che "A è diverso da B", quindi l'unico modo per esistere il non essere è l'essere diverso da un'altra cosa. Con questa affermazione, Platone viola le idee di Parmenide e ciò viene identificato come ''parricidio di Parmenide''. Un altro dei temi sviluppati è l'essere e le cose che sono : l'essere non è qualcosa di immobile e perettoperfetto, ma ha vita e anima; esso è sia moto che immobilità e questi fattori rappresentano le diverse forme dell'essere. In aggiunta tuttoTutto ciò che è capace di entrare in un campo di relazione esiste;, infatti, lìesserel'essere può agire e subire un'azione, diversamente dal non-essere. InfineNel il''Sofista'' ci ritroviamo di fronte al concetto di errore esprimeche Platone descrive come qualcosa affermato in modo diversadiverso da come in realtà è,; inoltre sostiene la sua involontarietà che nel caso in cui dovesse esistere, non è voluto come tale. Platone non condivide le teorie sugli eristi, poiché secondo lui l'errore vuol dire pronunciare le cose in modo diverso da come in realtà sono. Come già accennato in prcedenzaprecedenza viene esaltato il principio di non contraddizione : vero e falso possono essere definiti come la corrispondenza attuata ad uno stato reale di cose. Quando si dice il falso, si può anche pensare al falso.