Platone: istruzioni per il mondo delle idee/Gorgia: differenze tra le versioni

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== Gorgia: la retorica, mezzo di persuasione ==
 
==Contenuto==
Il Gorgia è un dialogo di Platone che risale al suo periodo giovanile/socratico, composto probabilmente nel 386 a.C. Il dialogo prende il titolo dal primo e più noto interlocutore, retore e sofista, che Socrate incontra in questo dialogo: Gorgia di Leontini. Il dialogo è ambientato ad Atene, precisamente a casa di Callicle, dove Gorgia sta tenendo un discorso di fronte ad una vasta platea di uditori sull’importanza della retorica, «l’arte» della persuasione. Socrate, con il suo amico Cherefonte, assiste al colloquio e interviene per contrastare la tesi, prima di Gorgia, poi di Polo e infine di Callicle.
Il ‘’Gorgia’’ è un dialogo diretto e segue lo schema compositivo del genere drammatico. Sono individuabili un prologo, tre atti e infine un epilogo,con la narrazione di un mito escatologico.
*Prologo: dibattito tra Cherefonte e Polo;
*Primo atto: scontro tra Socrate e Gorgia;
*Secondo atto: scontro tra Socrate e Polo;
*Terzo atto: scontro tra Socrate e Callicle;
*Epilogo: il giudizio delle anime dopo la morte.
 
==Temi==
Nel ''Gorgia'' i temi trattati sono vari e il tema principale è la ricerca di una definizione della retorica.
Il colloquio muta di molto l'argomento iniziale e durante il discorso con Polo, Socrate dibatte della giustizia, mentre con Callicle il discorso si sposta su quale tipo di vita valga davvero la pena di vivere e, infine, tratta dell’idea del bene.
 
===La retorica===
Platone, attraverso Socrate attacca la retorica affinché non venga considerata un’arte in quanto non si esprime riguardo all’oggetto che le è proprio, bensì una sorta di attività empirica, ovvero un'abilità nel produrre un certo piacere e un certo diletto. Siccome la retorica non ha un proprio oggetto, ma si intromette in questioni che non le riguardano, riesce a convincere solo gli ignoranti. Inoltre, secondo Platone, la retorica non è utilizzata in modo corretto perché è capace di una persuasione inducendo a credere ma non insegnando nulla intorno al giusto; quindi il retore porta solo credenza.