Platone: istruzioni per il mondo delle idee/Simposio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Correzione sottotitolo
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
== Simposio: la filosofia dell'amore ==
 
===Sintesi dei contenuti===
 
Il ''Simposio'' è un dialogo della maturità di [[w:Platone|Platone]] scritto tra il 385 e il 378 a.C. appartenente alla tetralogia di cui fanno anche parte il ''Parmenide'', il ''Filebo'' e il ''Fedro''.
Come il titolo suggerisce, il dialogo è ambientato durante un banchetto organizzato dal poeta [[w:Agatone|Agatone]] nel 416 a.C.
La vicenda è riferita da [[w:Apollodoro|Apollodoro]] (un discepolo di [[w:Socrate|Socrate]]) che ha ascoltato da [[w:Aristodemo|Aristodemo]], il quale ha accompagnato il maestro a casa del poeta tragico.
Per allietare il banchetto, si decide che ciascuno degli invitati debba tessere un elogio di [[w:Eros|Eros]] ([[w:Amore|Amore]]).
 
Il primo a prendere la parola è [[w:Fedro|Fedro]], che afferma che Eros è il più antico degli dèi e dona agli uomini il bene maggiore, cioè l’amore.
Fedro dimostra la sua prima tesi dicendo che non esistono i genitori di Amore poiché nessuno, né prosatore né poeta, ne ha mai parlato. Nella ''Thegonia'' di [[w:Esiodo|Esiodo]] ad esempio si dice:
 
E nacque dunque il [[w:Càos|Càos]] primissimo; e dopo, la [[w:Terra|Terra]] <br />
dall’ampio seno, sede perenne, sicura di tutti <br />
gli Dei ch’ànno in possesso le cime nevose d’Olimpod’[[w:Olimpo|Olimpo]], <br />
e, della terra dall’ampie contrade nei bàratri, il buio <br />
[[w:Tàrtaro|Tàrtaro]]; e Amore ch’è fra tutti Celesti il piú bello, <br />
che dissipa ogni cura degli uomini tutti e dei Numi, <br />
doma ogni volontà nel seno, ogni accorto consiglio. <br />
<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/La_Teogonia/Le_prime_quattro_essenze Esiodo, ''Teogonia''.]</ref>
 
Anche [[w:Acusilao|Acusilao]] concorda con Esiodo dicendo che dopo il Caos sorsero Terra e Amore.
Il primo a prendere la parola è Fedro, che afferma che Eros è il più antico degli dèi e dona agli uomini il bene maggiore, cioè l’amore.
Infine [[w:Parmenide|Parmenide]] narra che "per primo, fra tutti gli dèi, si prese cura di Amore"
Fedro dimostra la sua prima tesi dicendo che non esistono i genitori di Amore poiché nessuno, né prosatore né poeta, ne ha mai parlato. Nella Thegonia di [[Esiodo]] ad esempio si dice:
E nacque dunque il Càos primissimo; e dopo, la Terra
dall’ampio seno, sede perenne, sicura di tutti
gli Dei ch’ànno in possesso le cime nevose d’Olimpo,
e, della terra dall’ampie contrade nei bàratri, il buio
Tàrtaro; e Amore ch’è fra tutti Celesti il piú bello,
che dissipa ogni cura degli uomini tutti e dei Numi,
doma ogni volontà nel seno, ogni accorto consiglio.
<ref>https://it.wikisource.org/wiki/La_Teogonia/Le_prime_quattro_essenze</ref>
Anche Acusilao concorda con Esiodo dicendo che dopo il Caos sorsero Terra e Amore.
Infine Parmenide narra che "per primo, fra tutti gli dèi, si prese cura di Amore"
Per la seconda tesi, Fedro afferma che niente al di fuori di Amore può essere il punto di riferimento per vivere nobilmente (nè parentela nè onori nè ricchezza). Infatti Amore "rende pieno di ardore in valore (gli uomini e le donne), tanto da uguagliarlo anche a chi è valorosissimo per natura".
 
Poi [[w:Pausania|Pausania]] afferma che dal momento che [[w:Afrodite|Afrodite]] è duplice, anche Amore è duplice. L'amore celeste (Uranio) è associato ad [[w:Afrodite Urania|Afrodite Urania]], più antica, non ha madre ed è figlia di [[w:Urano|Uranio]]. Invece l'amore volgare (Pandemio) è associato ad [[w:Afrodite Pandemia|Afrodite Pandemia]], più giovane e figlia di [[w:Zeus|Zeus]] e [[w:Dione|Dione]]. Quest'ultima è partecipe sia della donna che dell'uomo, inoltre l'amore Pandemio è qullo di uomini di poco conto che amano i corpi più che le anime. Al contrario Afrodite Urania è partecipe solo del maschio e l'amore Uranio è quello degli uomini che amano le anime. Afferma poi che a chi ama sono concesse fare delle cose che sarebbero considerate vergognose se fatte per raggiungere un qualsiasi altro scopo e che al contrario egli viene adirittura lodato per ciò. Tuttavia non è sempre così perchè una cosa non è bella o brutta in sè per sè, ma è bella se è fatta bene e brutta se è fatta male. Infatti è brutto l'amore volgare perchè non è salda la cosa amata e quindi nemmeno l'inividuo che la ama. É invece bello l'amore celeste perchè l'individuo resta costante dato che ama l'anima, la quale resta ben salda.
 
In seguito interviene [[w:Erissimaco|Erissimaco]] il quale avrebbe dovuto parlare dopo [[w:Aristofane|Aristofane]]. Essendo però quest'ultimo "colto dal singhiozzo" gli cede il posto. Erissimaco concorda con Pausania sul fatto che Eros è duplice ma, avendo un punto di vista medico-naturalistico, afferma che Eros è una forza generatrice e che è presente "in tutto quello che è generato dalla terra":
"Questo è un dio grande e meraviglioso ed estende la sua influenza su tutte le cose umane e su quelle divine"
<ref>[http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/Simposio.pdf Platone, ''Simposio'', edizione a cura di Patrizio Sanasi].</ref>
 
Arrivato il turno di Aristofane, egli introduce il suo discorso affermando che gli uomini non conoscono veramente la grandezza di Eros, il più benevolo degli dei, perchè se così fosse innalzerebbero templi ed altari grandissimi e farebbero maggiori sacrifici. Inizia allora a raccontare un mito antico: in principio l’essere umano era una figura rotonda e doppia. I generi erano tre ed erano maschio (costituito da due metà di genere maschile), femmina (costituito da due metà di genere femminile) e androgino (costituito da una metà femminile e una maschile). Zeus decise di punirli per la loro sfrontatezza e così li divise in due metà e se ciò non fosse bastato avrebbe diviso nuovamente le metà precedenti in ulteriori due metà. Da allora ogni essere uomano è alla ricerca della propria metà e amore è il desiderio e l'aspirazione all'intero.
 
Tuttavia fu il discorso di [[w:Agatone|Agatone]] a riscuotere più successo. Egli ritiene che quelli che hanno parlato prima di lui non abbiano fatto l'elogio di Amore ma abbiano solo celebrato la felicità che procura agli uomini. afferma che Eros è il dio più felice perché è il più buono e il più bello. Inoltre è anche il più giovane perchè se ci fosse sempre stato non sarebbero successi episodi di violenza ma ci sarebbero state solo amicizia e pace, proprio come succede ora da quando Eros troneggia su tutti gli altri dèi. Questo dio è delicatissimo e leggiadro perchè non cammina sulla terra o sulle teste degli uomini ma sulle cose morbide. La sua sede, infatti,è nel carattere e nell'anima degli dèi e degli uomini, ma non in tutte le anime alla rinfusa:
"se si imbatte in un'anima dal temperamento duro, l'abbandona, se invece dolce, ivi fissa la sua sede".
É poi "flessuoso", riesce infatti ad abbracciarsi ovunque ed ad entrare e poi uscire in ogni anima di nascosto.
Line 43 ⟶ 46:
"Anche di tutto questo è causa la sua nascita, perchè il padre è sapiente e ricco di risorse, la madre invece non è sapiente e si trova sempre in ristrettezze."
Eros è desideio di avere sempre presso di sé il bene e gli uomini vogliono possedere il bene perchè esso porta alla felicità. Eros è per questo anche tendenza all’immortalità attraverso la gravidanza e la generazione perchè "la generazione per il mortale è ciò che è sempre eterno ed immortale".
Eros ci eleva attraverso la ricerca del [[w:bello|bello]], iniziando da un corpo bello alla bellezza di tutti i corpi, poi la bellezza dell'anima, la bellezza delle istituzioni e delle leggi, la bellezza delle scienze per finire con la bellezza in sè che porta al bene.
 
Infine arriva al simposio [[w:Alcibiade|Alcibiade]] (uno dei maggiori protagonisti della vita pubblica e militare ateniese) che non fa un elogio ad Amore, bensì lo fa a Socrate. Afferma che Socrate, anche se per il suo aspetto fisico può essere paragonato a un [[w:sileno|sileno]] o a un [[w:satiro|satiro]], con le sue parole rivelano un’interiorità piena di bellezza. Inoltre Socrate ha anche la capacità di sedurre ma di non essere mai sedotto.
 
Il dialogo si conclude con quasi tutti i convitati che si sono addormentati, tranne Socrate, Agatone e Aristofane i quali trascorrono la notte dialogando. Al mattino anche Agatone e Aristofane si addormentano, mentre Socrate si alza e se ne va.
Line 54 ⟶ 57:
Ma cos'è l'amore? Esiodo nella sua ''Teogonia'' descrive amore come una delle quattro essenze primordiali, insieme a Caos, Terra e Tartaro. Inoltre, è la condizione indispensabile affinché si generino le altre essenze.
Platone invece risponde in maniera molto più suggestiva attraverso Aristofane, che narra il mito degli androgini. La divisione di questi esseri sferici e perfetti da parte di Zeus porta ognuna delle due metà a cercare l'altra, configurando l'amore come desiderio di interezza e come ricerca di ciò che non si ha.
 
== Note ==
<references/>