Storia della letteratura italiana/Giovanni Verga: differenze tra le versioni

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== La svolta verista ==
[[File:Sicilia rurale fotografata da Giovanni Verga.jpg|thumb|La Sicilia rurale in una fotografia scattata da Verga]]
Nel 1874 la serie di romanzi romantici e sentimentali, che però denunciavano già una forma di pre-verismo, vengono interrotti da una novella, intitolata ''Nedda'', completamente diversa dalle precedenti per argomento e stile. In questo bozzetto Verga non descrive più il mondo borghese dell'alta società milanese o fiorentina, ma il mondo umile e povero, lontano da ogni specie di vita mondana, di un piccolo paese siciliano. ''Nedda'' tuttavia rimane ancora legata alle influenze romantiche che avevano caratterizatocaratterizzato la produzione precedente. La svolta vera e propria avverrà nel 1878 con la novella ''Rosso Malpelo'', in cui si racconta con un linguaggio lucido e scabro la dura vita di un garzone di miniera in un ambiente crudele e disumano. Per questo cambiamento di temi e di stile alcuni critici hanno parlato di una "conversione", anche se bisogna ricordare che Verga si è sempre proposto di raccontare il "vero", fin dai tempi di ''Eva''.<ref name="Baldi58">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razzetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Carducci e Verga | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=58 }}</ref>
 
L'approdo di Verga al verismo non è quindi una rottura con il passato, semmai è il risultato di un affinamento stilisco che lo ha portato a conquistare i due strumenti per lui più adatti a raccontare il "vero", cioè l'impersonalità e una concezione materialistica della realtà. Non si può inoltre semplificare questa svolta interpretandola come il desiderio di occuparsi delle classi sociali più umili, abbandonando quelle più elevate; al contrario, Verga si propone di utilizzare i nuovi strumenti di cui si è dotato per parlare di tutte le classi della società, partendo da quelle più basse per giungere a quelle più agiate (proposito che viene dichiarato nella prefazione ai ''Malavoglia'').<ref name="Baldi58"/>