Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/Gilgameš: differenze tra le versioni

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ortografia
Riga 259:
=====Tavola I=====
Incipit della Tavola in accadico: [šá naq-ba i-mu-ru i] š-di ma-a-ti (''Colui che vide le profondità, (e anche) le fondamenta della terra'').
* '''Introduzione poetica alla figura di Gilgameš'''. Parte della prima riga di questa prima Tavola dà il titolo all'intero poema, com'è consuetudine nella tradizione mesopotamica: [šá naq-ba i-mu-ru i] š-di ma-a-ti; ''Colui che vide le profondità, (e anche) le fondamenta della terra''; nei colofoni, alla prima parte del primo rigo (''Colui che vide le profondità''), viene aggiunta la frase "Serie di Gilgameš" (''iškar ''(éš.gar)<sup>d</sup> GIŠ''-gim-maš''). Questo primo rigo è anche l'incipit poetico sulla figura di Gilgameš: colui che ha visto ogni cosa, persino le fondamenta della terra, e in "ogni cosa realizzò la completa saggezza" (rigo 4: ''[x x x-t] i i-du-ú ka-la-mu ḫa-a[s-su]''). Gilgameš fece incidere quindi su pietra le sue gesta. Fu lui a erigere le mura di Uruk (rigo 9). Segue la descrizione della vastità di questa città. L'estensore del poema invita quindi il lettore a cercare quella cassetta di rame (cedro) in cui sono celate le tavole con la storia di "Gilgameš colui che patì tutte le sofferenze" (rigo 28: ''[mim-m] u-ú '''<sup>d</sup>''' GIŠ-gím-maš ittallaku (DU.DU)<sup>ku</sup> ka-lu-mar-ṣa-a-ti''). Così Gilgameš, figlio della dea Ninsun e del dio-re Lugalbanda, è possente e terribile, pronto ad aiutare i suoi fratelli, pronto a creare nuovi passi tra le montagne e a scavare pozzi nei dirupi. Gilgameš attraveròattraversò l'Oceano arrivando "ai confini del mondo per cercare la vita eterna" (rigo 41:), raggiungendo, infine, Utanapištim; Gilgameš è colui che ristabilì il culto dopo il Diluvio (righe: 42-44). Gilgameš è per due terzi dio e per un terzo uomo (rigo 48).
 
* '''La creazione di Enkidu e l'incontro con la prostituta sacra Šamḫat'''. Gilgameš ha le armi sempre pronte e al suono del ''pukku'' (tamburo) fa accorrere i suoi guerrieri. Il padre degli dèi ascolta i lamenti delle mogli di questi e dei loro genitori, e convoca Aruru (dea madre) affinché generi una controparte di Gilgameš di modo che il re lasci i guerrieri alle loro famiglie. Aruru preso un grumo di creta lo pianta nella steppa generando così un guerriero primivito: Enkidu. Questi vive selvaggio come un animale insieme agli altri animali. Enkidu difende le bestie dai cacciatori e uno di questi, spaventato dalla forza del guerriero primitivo, si reca da Gilgameš raccontandogli l'accaduto. Il re di Uruk gli consegna la prostituta sacra (''ḫarīmtu'', in sumerico ''kar-kid'') Šamḫat suggerendogli un incontro con Enkidu. Il cacciatore e Šamḫat raggiungono i luoghi selvaggi dove vive il guerriero primitivo e incontratolo, il cacciatore invita Šamḫat a denudarsi e ad allargare le gambe. Šamḫat si offre ad Enkidu per sei giorni e sei notti, ma quest'ultimo, dopo gli amplessi, non viene riconosciuto più dagli animali suoi compagni che ora fuggono da lui. Grazie alla relazione amorosa con Šamḫat, a Enkidu la forza bestiale diminuisce e di converso gli sorge l'intelligenza degli uomini. Allora Šamḫat invita Enkidu ad abbandonare le bestie e a recarsi con lei a Uruk, presentandosi al suo re, Gilgameš, colui che primeggia nella potenza. Enkidu accetta l'invito della prostituta sacra convinto di poter sfidare e quindi sconfiggere il re di Uruk. Šamḫat comunica a Enkidu la forza e la bellezza del re e lo informa che Gilgameš sarà avvertito da un sogno sul suo arrivo.