Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 5: differenze tra le versioni

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Mancavano quasi completamente, tanto prima quanto dopo l'8 settembre, le armi di precisione e i mirini ottici relativi, e anzi non vi era cura verso il "cecchinaggio" considerato difensivista e per questo osteggiato "ideologicamente" dalle direttive "offensiviste" proprie del regime.
 
I fucili mitragliatori Breda 30 erano un'arma prodotta in gran quantità, ma si trattava di un prodotto notevolmente insoddisfacente per il fuoco di supporto alle squadre di fanteria, con un funzionamento molto difettoso e complesso. In verità la mitragliatrice Breda mod '30 era una delle peggiori mitragliatrici leggere in circolazione, inferiore persino a parecchi modelli della prima guerra mondiale, come le Lewis inglesi e i BAR (americani, ma molti diffusi, su varianti migliorate prodotte su licenza, in Europa: Belgio, Cecoslovacchia, Lituania, Svezia, Polonia ecc., praticamente, anche se di moderna concezione, si poneva nelle prestazioni come pari delle Madsen, ovvere delle più primitive mitragliatrici leggere al mondo, utilizzata nel 1940 ancora da Norvegia, Danimarca e Brasile (ma in tutti e tre i casi in via di radiazione e con compiti di seconda lina). Anzi il fucil-mitragliatore o mitragliatrice leggera Breda mod. 30 aveva battuto in un concorso ministeriale le FIAT (mod. 26 e mod. 28, quest'ultimo una versione modernizzata della prima), armi leggermente superiori e quasi all'altezza di quanto si produceva in quegli anni a livello internazionale. Questo concorso fu accusato, fuori dai denti, di corruzione e di appoggi politici tra la Breda ed alcuni settori politici del regime, contribuendo (assiema alla sconfitta contro il prototipo Breda, poi Breda-SAFAT, per l'Areonautica alla fine degli anni '20) a portare la FIAT fuori dalla progettazione di armi automatiche. Va anche aggiunto che il fucile automatico Breda Mod. 1935 PG era anche convertibile (come fu negli esemplari esportati in Costarica, circa 700) in un'arma dalle caratteristiche simili al BAR americano (ovvero completamente automatico) con l'interessante caratteristica di disporre di un selettore di fuoco a 3 opzioni: automatico, semi automatico o a raffica controllata di 4 colpi (primo esempio al mondo di raffica controllata), non fu però prodotto, anche per la complessità meccanica dell'arma e l'elevata quantità di pezzi (comunque paragonabile a quella della, complicatissima, Breda mod. 30). Non aveva però la possibilità di sostiuiresostituire la canna (a differenza della Breda mod. 30) caratteristica considerata fondamentale dallo stato maggiore, malgrado il BAR americano avesse il medesimo difetto e sia rimasto in servizio fino alla guerra del Vietnam (negli USA, guerriglie ed eserciti del terzo mondo l'utilizzarono fino agli anni '80-'90) con ottimi successi.
 
Molto più apprezzate le mitragliatrici Breda 37, che erano affidabili e sicure, sebbene condividessero con il mod. 30 il complesso sistema di lubrificazione e di ingresso dei proiettili. Il problema era anche quello di avere un peso di ben 40 kg, (ma solo 17 kg scariche e senza il trepiede speciale), decisamente troppo per seguire facilmente le truppe, ma erano armi potenti (in calibro 8x59 mm) e relativamente precise. Ancora peggio andava con le mitragliatrici FIAT 14/35, armi che (finalmente) eliminavano il sistema di lubrificazione, ma pesanti (17 kg scarica) e comunque ricavate dalla vecchia FIAT mod 1914 della prima guerra mondiale, dotata ora di raffreddamento ad aria e munizioni potenti (8x59 mm). Singolarmente la FIAT 14/35 fu destinata, pur pesando meno ed avendo una meccanica semplice, più spesso alle opere difensive e alla difesa costiera della Breda 37, preferita dalle truppe e dai comandi perché, in fin dei conti, si più pesante e complicata, ma anche più prestante.