Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Corea del nord-3: differenze tra le versioni

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1989 (discussione | contributi)
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L'F-86 aveva un abitacolo per il pilota molto più spazioso di quello del MiG. All'epoca era normale che tutti i caccia a reazione avessero un abitacolo con tettuccio a goccia, dopo che i piloti avevano sofferto così tanto il passaggio -sui monoplani- agli stretti abitacoli chiusi, così angusti per migliorare la penetrazione aerodinamica. Pochi anni dopo i jet sarebbero tornati a questa configurazione (insomma, i MiG-21 come il Bf-109) data la necessità di superare la barriera del suono e arrivare anche sopra mach 2, al limite delle possibilità tecniche dell'epoca. Finalmente, da circa 30 anni i caccia sono tornati ad un maggiore equilibrio, con abitacolo a visibibilità totale nonostante le prestazioni da mach 2.
 
Ma all'epoca l'F-86, continuando la tradizione del P-51D Mustang, aveva davvero un eccellente abitacolo in termini di visuale, non tanto per il tettuccio, quanto per le dimensioni dello stesso e per la facilità a girarsi e guardarsi attorno. Così superava anche il MiG, pure ben messo. Un altro vantaggio era la posizione sopraelevata dell'abitacolo del Sabre, che secondo i sovietici era un caccia 'a gobba', e che migliorava la visuale verso il basso. Poi, il passo successivo era la manovra. Come si è visto, il MiG era potente, ma come l'I-16, difficile da controllare con seri rischi di avvitamento. Il Sabre poteva essere spinto al limite e quindi reagire meglio, anche se non era capace di virare stretto come i MiG ad alta quota: era un aereo meno critico e più stabile. Inoltre i piloti americani, date le esperienze ad alta velocità (Mustang) avevano già tute anti-g, che permettevano di ridurre gli effetti dell'accelerazione, magari ritardando di uno o due g la 'visione grigia' e sostenendo meglio le accelerazioni in combattimento. Una volta che fossero riusciti a mettersi in posizione di tiro, il loro collimatore computerizzato poteva ricevere i dati da un preciso radar telemetrico sul labbro superiore, e questo consentiva di sfruttare al meglio l'armamento (mentre i caccia sovietici avevano ancora la tecnologia della II GM, con un semplice sistema a riflessione). Sparando avevano la certezza di possedere non solo una notevole autonomia di fuoco (circa il doppio dei MiG, ovvero una quindicina di secondi); ma anche un armamento monocalibro con traiettoria uniforme (a differenza dei MiG, il cui pezzo da 37 era molto più preciso delle armi da 23: problemi simili a quelli incontrati dai Bf-109E e Zero, che comunque non limitarono granché il loro successo operativo, segno che in battaglia contano sopratutto altri fattori), molto tesa e precisa (circa 850 m.sec), alta cadenza di tiro (quasi il 50% più delle M2 aeronautiche e oltre il doppio delle M2 terrestri), e ragionevole, anche se non eccezionale, letalità. In tutta questa catena di avvistamento, manovra, mira, sparo, i Sabre erano superiori e nell'insieme contava più avere armi precise che potenti (ma imprecise). Il MiG era armato pesantemente, il che era ottimo per azioni anti-bombardiereantibombardiere e di attacco al suolo; ma non era quella la migliore combinazione per duellare contro bersagli piccoli e veloci come i caccia.
 
Quanto all'F-86, esso non era scevro di difetti a sua volta. L'F-86A poteva andare in supersonico, ma sopra mach 1 i suoi comandi di coda diventavano largamente inefficaci, tanto che era necessario un notevole sforzo per uscire da una picchiata a quella velocità. Già vicino alla velocità del suono i piloti spesso trovavano che l'aereo si comportava in maniera 'strana': se era in picchiata e il pilota richiamava, esso continuava la picchiata, così si pensava che i comandi subissero l'infame 'inversione' che affliggeva i vecchi caccia ad elica. In realtà, semplicemente i piani di coda non erano sufficientemente efficaci. Questo in quanto essi erano attivati da comandi meccanici con potenzialmento idraulico, sia per l'elevatore orizzontale che il timone verticale. Ma prima ancora dell'impiego in Corea, dopo poco più di un anno di impiego, venne posto rimedio con il volo, nel settembre del '50, dell'F-86E, ai comandi di George Welch. Esso era dotato degli elevatori orizzontali totalmente idraulici, mentre solo il timone era ancora misto. Questo rese l'F-86E molto più efficace ad alta velocità, con un recupero molto più facile dalle picchiate ad alta velocità, così necessarie per togliersi di torno (o per inseguire) i MiG-15, che restavano aerei subsonici per problemi di controllabilità (anche se migliorarono con i MiG-15bis). Tuttavia, il sistema idraulico toglieva al pilota il 'feeling' del controllo della macchina, data l'assenza di un collegamento diretto tra cloche e superfici di coda. Questo rendeva il velivolo di qualcosa meno efficace alle basse velocità, dove contava lavorare 'di fino'; ma era necessario per migliorarne l'efficacia.
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Sebbene il MiG-15bis avesse gli NR-23 a maggiore cadenza di tiro, la soluzione poteva solo arrivare dalla classica scelta dell'epoca (per tutti, tranne USAF e V-VS): 4 cannoni da 20 mm. I Sovietici avevano i B-20, piccoli e molto potenti, ideali per il MiG. Ma stranamente, non si accettò di impiegarli, forse temendo di non poter affrontare adeguatamente i B-29, ma di sicuro sprecando un gran numero di soluzioni di tiro con un armamento non sufficientemente valido. Questo, sebbene il 37 mm fosse estremamente temuto e temibile (l'asso degli assi McConnell venne ucciso proprio da quest'arma). Stranamente, nonostante le molte modifiche al MiG-15bis, non si intervenne in maniera radicale sull'armamento, così palesemente inadatto (con numerosi casi in cui, tirando da distanza, i proiettili da 23 passavano sotto il Sabre, e quelli da 37 sopra). Il quesito resta, dunque: quale sarebbe stato il riscontro operativo del cambio dell'armamento? Quante vittorie o danneggiamenti in più avrebbe consentito un armamento più preciso, che poteva anche essere di 4-6 armi da 12,7 o 14,5 (le KPV, all'epoca in approntamento)? La domanda resta aperta, ma presumibilmente si sarebbe trattato di una scelta migliore. Il tutto è valutabile con criteri anche più difficili perché i caccia che in Corea combatterono con i 20 mm erano, al contempo, tutte macchine dalle prestazioni modeste, cosicché ottennero ben poco: Panther, Skyknight, Meteor e Fury, e non c'era armamento che li potesse valorizzare appieno contro i migliori jet dell'epoca, proprio un'epoca in cui sia la V-VS che l'USAF avevano deciso difformemente da tutti gli altri contendenti. Gli unici caccia a freccia con cannoni da 20 mm, i Cougar e i Tunnan, all'epoca presenti, non parteciparono alla guerra e così il problema dell'armamento rimase senza conferme. I Sabre provarono timidamente ad introdurre i cannoni da 20 mm, ma il tipo impiegato era capace di usare solo due delle 4 armi contemporaneamente, troppo poco per assicurarsi un netto miglioramento rispetto alla batteria da 12,7. Per giunta, i cannoni americani non erano affidabili come le mitragliatrici. Così la superiorità dell'armamento da 20 mm sugli altri tipi rimase in dubbio, e l'USAF l'accettò solo con gli M39 e poi i Vulcan.
 
Il problema dell'armamento è dato anche da un altro fatto. Se fossero state pronte altre armi per impiego anti-bombardieriantibombardieri, la cosa sarebbe stata facile, ma così non era. Eppure, proprio i sovietici introdussero i razzi nel combattimento aereo (a parte i tipi incendiari francesi, usati nella I GM come armi anti-pallone d'osservazione), con gli RS-75 e 82, poi divenuti armi aria-superficie. Per ottenere razzi meno ingombranti, ma più precisi, i Tedeschi realizzarono gli R4M, 4,5 kg di cui 0,5 di esplosivo, ma sopratutto capaci di circa mach 2. Questi razzi da 55 mm furono la base di tutti gli altri tipi post-bellici, come quelli da 51 inglesi, da 57 sovietici, da 68 francesi e da 70 americani. Ma all'epoca questi razzi non erano apparentemente disponibili, eccetto che per gli intercettori dell'USAF. Agli americani andava bene così: in Corea dovevano affrontare solo i caccia e non avevano bisogno di armi pesanti per farlo. I Sovietici dovevano combattere anche i bombardieri, per questo insistevano sui cannoni di grosso calibro (rivelatisi molto efficaci contro bersagli del genere). Stranamente, però, già nel '45 i Me.262 tedeschi (tra l'altro, come i tipi sovietici penalizzati da un armamento pensato sopratutto per compiti anti-bombardiereantibombardiere, gli Mk-108, ma poco efficaci contro i caccia) potevano utilizzare anche 24 razzi R4M, con effetti molto validi contro i bombardieri. Per qualche ragione, dopo ben 5 anni -nei quali v'erano stati progressi sensazionali in tutti i campi applicativi- non c'erano ancora risultati pratici con i razzi. Se i MiG avessero ottenuto un paio di dozzine di razzi da 57 mm in appositi lanciatori, l'esigenza di avere un armamento di cannoni lenti e pesanti sarebbe venuta meno, ma non fu così e si seguitò ad impiegarli contro i Sabre, con risultati non del tutto all'altezza della situazione (sommati ad altri problemi e limiti tecnici).
 
Altri aerei che potevano intervenire efficacemente in quella guerra furono poco usati. Strana la presenza degli Yak-15 (e forse anche dei loro successori), mentre i La-15, caccia da duello aereo molto maneggevoli, ebbero una produzione ridotta e solo alcuni andarono a combattere in Corea. Questi si dimostrarono un pericolo notevole, perché potevano duellare molto bene nelle battaglie ravvicinate, anche se avevano solo due cannoni da 23 mm (se non altro, un armamento monocalibro). Ma il problema era a terra: all'epoca le costose piste asfaltata erano rare, e per operare nei mesi invernali ci voleva il carrello robusto dei MiG. Resta il fatto che in Europa i La-15 erano molto popolari, e che avrebbero potuto e dovuto conoscere un maggiore impiego anche in Corea. Ma soltanto 22 dei 500 apparecchi prodotti vennero usati -e per un breve periodo- prima di essere dimenticati data l'esigenza di standardizzare la produzione sul miglior aereo disponibile, che venne reputato essere il MiG-15.