Storia della letteratura italiana/Gabriele D'Annunzio: differenze tra le versioni

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Nel 1896 D'Annunzio approda al teatro. A quell'anno risale la composizione del suo primo dramma, ''La città morta'', che sarà pubblicata e messa in scena solo nel 1898. La scelta del teatro è strettamente collegata con l'ideologia superomistica (non si dimentichi che proprio a questa arte si dedica Stelio Effrena nel ''Fuoco''). Attraverso i drammi è possibile raggiungere un pubblico più ampio, ed è quindi lo strumento più adatto per formare le coscienze della stirpe latina, destinata alla gloria imperiale. D'altra parte, ha avuto un ruolo anche l'influenza esercitata sul poeta da Eleonora Duse, che è considerata una delle più grandi attrici ad avere calcato le scene a cavallo tra i due secoli.<ref name="Baldi9" />
 
Il teatro dannunziano rifiuta le forme del teatro moderno borghese. Mentre quest'ultimo metteva in scena momenti quotidiani, spesso tratti dalla vita privata, D'Annunzio punta piuttosto a un teatro di poesia. La realtà deve essere sublimata e trasfigurata, in modo da rievocare lo spirito tragico degli antichi. I protagonisti dei drammi sono dunque personaggi eccezionali, che compiono azioni fuori dall'ordinario e provano passioni e sofferenze non comuni. La struttura stessa dell'opera si deve piu reggere su complesse reti simboliche. Talvolta l'argomento provenieneproviene dal mito (''Fedra'', 1909) oppure dalla storia (''Francesca da Rimini'', 1901; ''Parisina'', 1912; ''Sogno di un tramonto d'autunno'', 1898; ''La nave'', 1907); in ogni caso, nella rappresentazione del passato è sempre presente un gusto per l'esotico e per il raffinato. Il linguaggio è ricercato e aulico, le tragedie sono scritte in versi e utilizzano parole rare e preziose. Ci sono poi drammi ambientati nel presente, come per esempio ''La città morta'', ''La gloria'' (1897), ''La Gioconda'' (1898), ''Più che amore'' (1906). Anche in questi casi, però, D'Annunzio è sempre impegnato a ricercare toni poetici, lontani dal teatro borghese.<ref name="Baldi9" />
 
La tematica superomistica, come già ricordato, ricorre in tutte queste opere. Tuttavia anche nelle opere teatrali, come nei romanzi, la tensione all'azione eroica viene fermata da forze negative, che erodono la sua volontà e la sua capacità creativa. L'eroe si scontra quindi con una donna "nemica", oppure finisce per arenarsi di fronte alla mediocrità borghese. Svuotato di ogni energia, il protagonista della tragedia è quindi votato alla sconfitta.<ref name="Baldi9" />