Geografia OpenBook/Geografia degli insediamenti: differenze tra le versioni

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La nascità della città moderna, come la intendiamo oggi, deriva direttamente dalla '''rivoluzione industriale''' ottocentesca o, successivamente, dalla industrializzazione.
Prima della rivoluzione industriale (vedi) la maggioranza della popolazione viveva e lavorava nelle campagne in attività prevalentemente agricole e di allevamento. La produzione di manufatti (utensili, abbigliamento ed edilizia) riguardava poche persone e si svolgeva in ambito artigianale (non industriale) cioè su piccola scala.</br>
Il cosiddetto tasso di urbanizzazione, e cioè la percentuale di persone che vive in città era molto basso (15-20%) rispetto ad oggi (80-90% nei Paesi sviluppati), rispecchiando la bassa percentuale di addetti ai settori extra-agricoli (secondario e terziario). Le poche città avevano una funzione prevalentemente commerciale, politico-amministrativa o militare.
Gli insediamenti agricoli erano piccoli e diffusi, in prossimità delle risorse (prevalentemente agricole) che offrivano sostentamento. L'attività agricola, infatti, necessita di spazi e favorisce la diffusione degli insediamenti e la loro ridotta dimensione.
 
Con la rivoluzione industriale, o con l'industrializzazione successiva ('900 per esempio), cambia radicalmente il modo di produrre (lavorare) e di vivere. La produzione di manufatti viene concentrata nelle industrie, su grande scala, e così le persone. Avvenne così che una parte crescente della popolazione si trasferì dalle campagne alle zone prossime ai nascenti insediamenti industriali (inurbamento). Questi insediamenti industriali, inizialmente, erano situati in prossimità di importanti materie prime (miniere di carbone, ferro) e, in seguito all'invenzione dell'energia elettrica, anche in altri centri già popolati per motivi amministrativi (capoluoghi, capitali) commerciali (importanti mercati) o legati ai trasporti (porti, crocevia, ecc.). L'attività industriale, infatti, caratterizzata da economie di scala e di agglomerazione favorisce la concentrazione degli insediamenti e la loro grande dimensione.
 
[[File:Reconstruction of Berlin City Palace in 2016 1482.JPG|thumb|Berlino 2016: ricostruzione]]
La nascita e lo sviluppo della città moderna, legato strettamente alla rivoluzione industriale, dà luogo alla rivoluzione urbana, ne è il suo effetto concreto sulla superficie terrestre. In effetti si piò affermare che un "boom economico" (sviluppo economico) si concretizza nella crescita di una città. E' vero anche il contrario: una forte crisi economica locale si concretizza nella decadenza, fino all'abbandono, di una città
 
Più recentemente nei Paesi sviluppati, la città ha attraversato, dagli anni '80 del novecento, una evidente trasformazione. Molti insediamenti industriali, in particolare quelli dell'industria tradizionale (abbigliamento, ecc.) sono stati delocalizzati in aree di nuova industrializzazione con costi di insediamento e del lavoro più bassi. Inizialmente verso aree vicine, successivamente in zone molto più lontane o addirittura all'estero a causa delle dis-economie di scala e di agglomerazione. Le città industriali dei Paesi sviluppati (la maggioranza) hanno attraversato quindi una fase di de-industrializzazione e quindi di terziarizzazione o di declino. Molte città sono diventate da industriali a post-industriali, vedendo scomparire buona parte dei posti di lavoro legati all'industria. E' questa la condizione attuale in cui si trova la maggior parte delle città dei Paesi sviluppati ed in particolare quelle che avevano una funzione urbana strettamente industriale basate su produzioni tradizionali (p.es. tessile, metallurgico) rispetto a quelle più innovative (p.es elettronica, farmaceutico, aeronautico).
 
'''Funzione urbana'''</br>