La religione greca/La religione greca nel periodo arcaico e classico/Il culto: differenze tra le versioni
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Infine l'onestà, che riguardava la condotta morale: i santuari erano interdetti ai criminali e agli assassini.
{{quote|La religione greca potrebbe essere senz'altro definita come una religione senza sacerdoti: non esiste un ceto sacerdotale come gruppo chiuso, con una tradizione, educazione, consacrazione e gerarchie fisse; persino nei culti più consolidati non esiste una "dottrina", ''disciplina'', ma solo un "costume", ''nómos''.|Walter Burkert. ''La religione greca'', p.212}}
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Ne consegue che «presso i Greci sacrifica chiunque lo desideri e abbia i mezzi per farlo, anche casalinghe o schiavi.»<ref>Walter Burkert. ''La religione greca'', p.212.</ref>.
Quindi se il sacerdozio nella religione della Grecia antica non è una scelta o una tipo di vita, resta una carica che porta grandi onori, risultando l'uomo o la donna che vi si affidano dei "consacrati" (ιερωμένος ''hierómenos'')<ref>Walter Burkert. La religione greca, p.215</ref>. "Consacrazione" che emerge anche dal loro abito particolare, generalmente bianco o porpora, e dal fatto, ad esempio, di lasciarsi crescere i capelli e di portare una fascia intorno al capo (στρόφιον, ''stróphion'') o, ancora, di indossare una corona. Resta per costoro necessario seguire una condotta di purezza (ἁγνεία ''hagneía''), ad esempio evitare il contatto con i morti, con le partorienti ed eventualmente regolare la propria attività sessuale o l'alimentazione<ref>Walter Burkert. La religione greca, p.218</ref>. Generalmente la sacerdotessa ha cura di divinità femminile, mentre il sacerdote accudisce quelle maschili, ma non mancano notevoli eccezioni<ref name="Walter Burkert p.217"/>.
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