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*[[Discussioni utente:Xinstalker/Archivio 1|Archivio: 13 settembre 2013 - 2 marzo 2018]]
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{{q|La culture, c'est comme la confiture, moins on en a, plus on l'étale ("la cultura, meno c'è n'è e più la spalmiamo")}} è un bellissimo slogan del '68 francese, poi ripreso e diffuso da Maurice Crubellier nel suo ''Histoire culturelle de la France (XIXe-XXe siècle)'', (Paris, A. Colin, 1974). Traslarne il significato per oggi è fin troppo facile: la facile consultazione di Google e Wikipedia consente a chiunque di farsi un'idea su qualsiasi cosa generando la convinzione di saperne davvero. Per questa ragione si interviene con grande sicumera, esprimendo pareri e posizioni, insomma manifestando una sorta di "analfabetismo secondario" che trionfa in qualsiasi luogo si consenta il frastornato e confuso ''social''. Ma se si rimuove la fragile superficie della rapida wikipediata o della googlata, il vuoto silenzio ci manifesta la realtà per quello che effettivamente è. Google, Wikipedia, e anche Wikibooks, non sono per niente strumenti sufficienti per la cultura, ma sono solo alcuni ausili che consentono, gratuitamente, di avvicinarvisi anche se con grande cautela: la cultura c'è sempre e solo nel diretto studio critico delle fonti adeguate, tutto il resto è solo poca marmellata, più o meno genuina a seconda dei casi.
 
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