I caduti di Cornate d'Adda/Passoni Luigi: differenze tra le versioni

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''Sono un soldato ora. Sono stato chiamato per andare a combattere per la mia patria e sono stato trasferito al fronte, in trincea. È da poco che sono qui, nell’Isonzo, a combattere perché così vuole il generale Cadorna. O, perlomeno, è quello che dicono i nostri comandanti.''
 
''In trincea l’atmosfera, a volte, è caotica, c’è un via vai di uomini. Di giorno si corre per contrattaccare il nemico e di notte si sta in allerta per i bombardamenti.''
 
''Ho appena scritto una lettera alla mia famiglia ma ho deciso di non comunicare loro la notizia della nostra sconfitta alla quota 241, di quel duplice ordine di reticolati dove molti uomini sono morti. Non voglio che si allarmino sul mio stato di salute perché sono stato ferito, non in modo grave, per fortuna, al braccio sinistro e al fianco destro.''
 
''Qui, in trincea, penso sempre ai miei familiari, alla mia splendida moglie, Teresa e ai miei tre figli, Mario, Aristide e Guido. Loro sono tutta la mia vita. Spero di tornare al più presto a casa, vivo, per rivederli.''
 
''Mi manca anche il lavoro nei campi, nonostante tutta la fatica che si faceva. Mi manca l’odore della campagna, dei terreni appena arati e mi manca vedere crescere quello che ho seminato. Mi piace fare il contadino, mi dà da mangiare e mi rende felice.''
''Ma, purtroppo, se questa guerra non finisce, dovrò dire addio a tutto ciò che amo. Il nostro esercito non durerà a lungo, siamo troppo deboli e sempre più soldati si stanno ammalando e rischiano di morire. Quando muore un soldato, spesso, non ha neanche l’onore di un funerale. Mi hanno detto che alla famiglia arriva un telegramma e, a volte, non resta altro che qualche oggetto personale. Io non mi sono portato molto, solo lo stretto necessario, un orologio, anche se qui il tempo non ha valore, un coltello, una pipa, qualche fazzoletto per pulirmi dalla polvere da sparo e qualche lira. Ci sono le mie iniziali sui fazzoletti. Le ha ricamate mia moglie che è bravissima. Ogni volta che le guardo, il mio pensiero corre a lei. Cosa sta facendo ora? Come se la cava con i bambini? La faranno disperare o faranno i bravi?''
''Ho iniziato a scrivere questo diario per non impazzire. La vita qui è dura. Non possiamo farci niente né lamentarci ma se tieni tutto dentro, alla fine, esplodi, proprio come una bomba nemica, e di te non rimane più nulla, solo qualche frammento difficile da ricomporre.''
 
 
''Ma, purtroppo, se questa guerra non finisce, dovrò dire addio a tutto ciò che amo. Il nostro esercito non durerà a lungo, siamo troppo deboli e sempre più soldati si stanno ammalando e rischiano di morire. Quando muore un soldato, spesso, non ha neanche l’onore di un funerale. Mi hanno detto che alla famiglia arriva un telegramma e, a volte, non resta altro che qualche oggetto personale. Io non mi sono portato molto, solo lo stretto necessario, un orologio, anche se qui il tempo non ha valore, un coltello, una pipa, qualche fazzoletto per pulirmi dalla polvere da sparo e qualche lira. Ci sono le mie iniziali sui fazzoletti. Le ha ricamate mia moglie che è bravissima. Ogni volta che le guardo, il mio pensiero corre a lei. Cosa sta facendo ora? Come se la cava con i bambini? La faranno disperare o faranno i bravi?''
 
''Ho iniziato a scrivere questo diario per non impazzire. La vita qui è dura. Non possiamo farci niente né lamentarci ma se tieni tutto dentro, alla fine, esplodi, proprio come una bomba nemica, e di te non rimane più nulla, solo qualche frammento difficile da ricomporre.''
 
==Note==